Nella Kunsthaus di Zurigo vengono attualmente esposte 180 opere
scelte di Degas. Sono numerosi gli abbozzi e gli studi, ma anche i
quadri, che permettono di avvicinarsi non al pittore famoso per i
suoi cavalli e per le sue ballerine, bensì a un grande
ritrattista.
Grazie a Felix Baumann, che ha creato un eccellente allestimento
per la mostra, è possibile incontrare i vari soggetti in un
ambiente intimo: il grande spazio è stato spartito in ambienti
più piccoli in cui il visitatore può sentirsi in
amichevole
compagnia con i personaggi ritratti. Mentre gli abbozzi sono tutti
esposti su pareti blu scuro, che danno l'impressione di una
profonda finestra, i quadri di dimensioni più grandi vengono
presentati su pareti separate che si accordano con le tonalità
più chiare. Questo concetto spaziale accentua la consistenza
individuale di ogni quadro, e permette al visitatore di
distinguere bene fra di loro tanto le singole opere quanto i vari
stadi di sviluppo nell'arte ritrattistica di Degas.
Nel suo caso sin dall' inizio quello del ritratto è stato un
campo di sperimentazione, e le sue osservazioni si sono rivolte
prima di tutto a membri della famiglia. Più tardi sono diventati
suoi modelli anche alcuni amici , conoscenti e artisti: ciò che
tutti loro hanno in comune è appunto una certa familiarità
con il pittore. Proprio il fatto che i ritratti di Degas non sono
stati quasi mai realizzati a pagamento gli ha permesso di
trascurare le convenzioni accademiche. E anche se Degas all'inizio
della carriera era animato da grande rispetto per il suo primo
maestro Ingres, cominciò tuttavia ad aprirsi strade nuove che
divennero sempre più personali. Seguendo il percorso della mostra
si comprende bene quanto lo sviluppo della tecnica e quanto la
composizione sempre più coraggiosa abbiano aiutato Degas a
esprimere dei messaggi di contenuto profondo e complesso: infatti
le rappresentazioni non hanno soltanto il valore di specchio.
Degas si è dedicato ai suoi modelli, tutti a lui affettivamente
vicini, senza isolarli dall' ambiente che li circonda. Nei suoi
ritratti si incontrano sempre dei personaggi di cui possiamo
conoscere la realtà delle caratteristiche personali soltanto fino
ad un certo punto, mentre la complessità scaturisce dalla
considerazione di un orizzonte più vasto - si potrebbe chiamarlo
intellettuale -, cioè dell'ambiente che influenza il carattere
del modello.
I ritratti di Degas non sono stati determinati soltanto dall'
affetto per le persone che gli erano intorno: il suo scopo era
piuttosto quello di presentare l'essere umano integrato nella
complessità psicologica e sociale dei suoi tempi. Per questa
ragione Degas non ha mai lasciato nella sua arte spazio al caso, e
sosteneva anzi che nessuna arte fosse mai stata meno spontanea
della sua. Infatti ha trascorso una vita piuttosto isolata,
creando le sue opere con l'aiuto della memoria e del ragionamento.
I suoi ritratti sono composizioni nel senso vero proprio della
parola.
Chi consideri attentamente il volto del conte nel "Vicomte Lepic
et ses filles" desidera anche in esso la finezza e la precisione
che Degas ha dato alla raffigurazione delle figlie nello stesso
quadro. Nonostante questa apparente imperfezione non si è tentati
di pensare a una mancanza o incompletezza del ritratto perché
sono il profilo e l'ambiente che concretizzano e completano il
contenuto dell'espressione non pienamente determinata del viso.
La realizzazione più estrema di questa idea che sia visibile
all'esposizione è "Femme à la fenetre": della donna
si riconoscono soltanto il profilo e le mani che si distinguono
grazie alla loro plasticità e alla chiarezza del colore. A parte
le mani rischiarate, essa esiste soltanto come ombra scura davanti
alla luce che scende dalla città nella camera attraverso la
finestra aperta: il controluce avvolge il carattere della donna
nell'enigma. Se non ci fossero la varietà dei colori intorno alla
figura e una struttura particolare a guidare l'interpretazione
dell' osservatore, il ritratto avrebbe poco da comunicare. Anche
se si reperissero nell'oscurità del volto sfumato alcuni cenni
essi non ne svelerebbero mai il vero carattere, ma soltanto il
sentimento o il pensiero che gli è stato infuso dal pittore.
Era Degas stesso che diceva: "Le dessin ce n'est pas ce que l'on
voit mais ce qùon doit faire voir aux autres." Di questo
pensiero, di questa convinzione la ritrattistica del Degas è
stata accompagnata sempre, come si vede fin dalle prime opere.
Già nel quadro "Degas à la palette" - il primo autoritratto che del pittore venga esposto a Zurigo - si notano le tracce della
mano di un pittore indipendente, coraggioso e innovativo. Da un
lato coglie il modo nuovo di percepire il mondo che gli offriva il
suo secolo, guarda cioè con occhio "fotografico", sperimenta la
grande velocità con cui la vita si muove, e sente
l'anonimità della metropoli Parigi: d'altra parte studia in profondità opere
di grandi pittori del passato, combina le sue varie esperienze e
riesce a ridurle a messaggi artistici di massima intensità nei
suoi ritratti.
La concentrazione di un contenuto profondo e nello stesso momento
enigmatico risulta tra l'altro anche dalla struttura che Degas
conferisce ai suoi quadri. "L'impresario", "Boussard photographe"
o "La chanteuse de cafè-concert" rappresentano ottimamente e
lasciano percepire chiaramente le caratteristiche del suo stile:
ciò che questi hanno in comune con tanti altri quadri presentati
in questa esposizione è che Degas taglia i ritratti da
prospettive inaspettate, sottolinea con l' orientamento della
luce, spesso proveniente dal basso, degli aspetti della realtà
non ancora visti in questo genere di pittura, apre lo spazio con
specchi, trasforma le prospettive fino ad una certa deformazione,
pone dei particolari perfettamente rifiniti accanto ad altri che
sembrano essere appena sbozzati.
Questo elenco, che pure sarebbe da completare, rende l'idea di
quelli che sono stati i meriti di Degas per lo sviluppo della
ritrattistica posteriore. Egli ha oltrepassato i limiti
tradizionali di questo genere della pittura: di conseguenza è
diventato persino possibile, come dimostra per esempio "Portraits
dans un bureau" (ufficio commerciale di cotoneria), creare una
raffigurazione limpida di una scena ufficiale senza affatto
pronunciarsi sui rapporti sociale e umani che sottende. Che i
personaggi nei ritratti di Degas non possano fare a meno di
rimanere impersonali, talvolta addirittura freddi o visti da
distanza, è vero soltanto fino a un certo punto, cioè fino
al punto in cui non si comprenda pienamente l'atteggiamento personale
di Degas, la sua propria visione del mondo contemporaneo e il suo
modo di affrontare la società che lo circonda. L'esposizione a
Zurigo trasmette lo spirito con cui Degas si dedicava alle
condizioni della cultura e dell'umanità della seconda parte del
secolo scorso.
In più si legge nei suoi quadri la sua risposta non allegorica ma
diretta a un sentimento particolare dell'essere nel mondo -
l'inizio del disagio nella cultura. Ciò che rende importanti i
suoi quadri è proprio il fatto che Degas è riuscito a
guadagnare una certa distanza dal mondo che lo circondava. A parte il dubbio
e lo scetticismo che si leggono nelle sue opere esposte a Zurigo,
il suo è lo sguardo di un occhio attento che invita ancora oggi
il pubblico ad affrontare i personaggi ritratti e a comunicare con
loro.
L'esposizione permette al pubblico di farsi un' idea della
varietà di tipi con cui Degas ha sostituito un genere limitato
della pittura. Anche se mancano alcune delle opere principali del
Degas ritrattista, si è fortunati di trovare una scelta vasta di
prestiti tanto da collezioni importanti che da privati. Purtroppo
è presente soltanto un quadro non restaurato, in quanto le
delicate condizioni hanno sconsigliato il trasporto degli altri.
Bisogna dire però che alcuni dei ritratti più importanti
di Degas sono presenti nella mostra: "Autoportrait au chapeau mou",
"M. et Mme Edmondo Morbilli", "Mme Camus au piano", "Mme Jeantaud
devant un miroir", "Diego Martelli", "Henri Rouart et son fils
Alexis".
I ritratti di Degas rimarranno nella Kunsthaus di Zurigo fino al 5
marzo 1995, dopo di che verranno esposti nella Kunsthalle a
Tuebingen.
Orario della mostra:dal martedì al giovedì, ore 10 - 21,
dal venerdì alla domenica, ore 10 - 17,
lunedì chiuso.
Visite guidate (in tedesco): domenica ore 11,
mercoledì ore 18.30.
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