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La mostra che espone quadri dalla fine del 1900 al dopoguerra,ha 
l'intento  di   evidenziare  una  sorta  di  filo  conduttore  tra 
l'impressionismo ed alcuni artisti del 1900.     Attraverso un  cammino che  ci permette  di osservare  opere di 
autori di  diverse nazioni  europee  e  non  (contraddistinte  per 
colori) quali:  Francia, Italia,  Inghilterra, Germania, Norvegia, 
Svizzera, Belgio  e Stati  Uniti, si tenta una lettura complessiva 
di  una   "corrente  sotterranea"  di  artisti  che  rifiutando  i 
formalismi delle  avanguardie, ne proposero un'alternativa tramite 
una ricerca di un più sereno equilibrio.     Il  percorso  proposto  permette  allo  spettatore  attento  di 
riscattare questi  artisti dall'etichetta  di  nostalgici  pittori 
dell'Ottocento, e di inserirli nella sensibilità novecentesca.      I  paesaggi,  gli  interni  e  i  ritratti  vogliono  indagare 
introspettivamente   le   sensazioni   ed   emozioni   dell'animo, 
inserendosi anacronisticamente  in un  contesto  storico-artistico 
dominato dal dinamismo futurista, dalla continua ricerca e analisi 
futurista,    dagli     accesi    cromatismi    di    Matisse    e 
dall'avvicinamento, sempre più palese al meccanicismo industriale.  
Il nostro  viaggio comincia  in Francia patria dell'Impressionismo 
(è infatti  esposta una  versione delle  ninfee di  Monet)  e  dei 
NABIS, dove  oltre ad  alcune tele  di P.A.  Renoir,  Roussel,  M. 
Denis, Utrillo  e Vallotton,  possiamo  vedere  accostati  i  toni 
sfolgoranti dei paessaggi e nudi di donna di Bonnard (si veda Nudo 
allo specchio)  alle scene  più borghesi  e dai toni più spenti
di Vuillard (si veda la lettura).     La sala  dedicata ai  pittori francesi  è  sicuramente  la
più suggestiva e  ricca di capolavori, ciò non nega, però,
l'interesse verso una ricerca intimista degli altri pittori.     Proseguendo il  cammino, infatti,  si attraversa l'Italia nella 
sua  ricerca   anti-accademica  di   interiorità  e  introspezione 
psicologica con  quadri di Michetti, Boldini, Sartorio, Chini e De 
Pisis.  L'Inghilterra   e  il   Belgio,  ci   offrono  tele   poco 
entusiasmanti, ma  interessanti per  i luminosi  ritratti di  vita 
cittadina. In  Austria troviamo  Klimt nell'  ultimo periodo della 
sua vita convertito a colori e pennellate più libere.     Lo stesso cambiamento si può notare in due quadri di Munch, che 
dopo la  crisi nervosa del 1908 tornò in Norvegia dove la linea si 
distese, il colore divenne più luminoso e i quadri aquistarono una 
maggiore fluidità pittorica.     Gli Stati  Uniti chiudono  miseramente  una  mostra  che  vuole 
rivalutare  il   tentativo  di   continuità  e  superamento  dell' 
Impressionismo da  parte di artisti che propio nel loro isolamento 
astorico esprimono la precarietà del loro tempo esistenziale.  15/12/1994-28/2/1995 
Palazzo delle Esposizioni, Roma, Via Nazionale orario 10.00-21.00 (chiuso il martedì)
 Con lo stesso biglietto (lire 12000 o 6000 ridotto per studenti) è possibile visitare le altre mostre del palazzo.
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