Luca Patella nasce a Roma alla fine degli anni
trenta. La sua formazione riceve molti stimoli grazie alla
mobilità della famiglia che vive a Napoli, Livorno,
Milano, Roma, Siena, Montepulciano, luogo, quest'ultimo,
frequentato da pittori, scrittori e musicofili.
Il padre, ingegnere e scienziato umanista, influenza
la creatività di Luca sin dalla prima età e la madre
lo introduce alla cultura francese.
Negli anni cinquanta Luca è a Roma dove porta a
termine gli studi liceali classici; successivamente si
trasferisce con la famiglia in Uruguay, a Montevideo, dove
intraprende e porta a termine studi universitari di
"Chimica strutturale".
Tornato a Roma dopo un viaggio attraverso i musei
d'Europa, approfondisce lo studio della storia dell'arte
dai primitivi senesi fino alle avanguardie, conseguendo un
titolo per l'insegnamento di materie artistiche.
Per la sua formazione artistica Patella sperimenta
varie tecniche pittoriche come l'incisione, il disegno,
l'acquerello; elabora anche tecniche sperimentali come
"l'acquaforte fotografica a colori simultanei su unica
lastra".
Patella approfondisce anche studi psicoanalitici,
accostandosi soprattutto agli scritti di Jung, ma anche ad
opposte tendenze (Adler, Sullivan, Freud, Lacan); Luca
intende la psicoanalisi anche come conoscenza culturale
che va ad integrarsi con il suo lavoro.
Importanti per il suo cambiamento espressivo sono gli
anni 1964-65, quando Luca assume da pioniere i media
fotografici e filmici studiandoli e "ri-scattandoli" dalla
normalizzazione massmediale; e accostandosi ad essi come a
un altro campo semiologico da sperimentare per giungere ad
una individuale invenzione tecnica. Nel 1966 realizza una
mostra-proiezione di films e diapositive che denomina
"Senza Peso", gli stessi lavori sono portati a Venezia
dove è invitato alla "Biennale Internazionale d'Arte" nel
'66; nel 1967 è premiato alla "Biennale di Parigi"; nel
1968 tiene una personale all'"Attico".
Negli anni Settanta Luca sperimenta un nuovo campo di
approfondimento della conoscenza accostandosi al testo
narrativo-linguistico o poetico, al testo scientifico, al
saggio, lasciandoci scritti come "Io sono qui", "Muri e
alberi parlanti", scritti che spesso interagiscono e
dialettizzano con le opere.
Patella non costringe la sua arte nella semplice
ricerca ed evoluzione di uno stile, di un'unica matrice
"risolutiva-ripetibile", la sua analisi procede attraverso
una pluralità di mezzi e di linguaggi, che dopo essere
stati studiati e praticati fino in fondo, vengono
accantonati ("scantonati") in favore di una ricerca e di
un apprendimento continui.
L'originalità di questo artista non sta solo nei
molteplici mezzi usati per la sua ricerca o nello studio
di segni attraverso i quali avviene la comunicazione, ma
soprattutto nella valenza psichica, mentale e culturale
che egli imprime alla sua analisi.
La raccolta di opere più significative del Patella si
intitola "DEN & DUCH dis-enameled" (DENis Diderot &
Marcel DUCHamp sverniciati); più di trecento opere,
esposte presso il "MUHKA museum" di Antwerpen nel 1990,
spiegano (e "ri-velano") il lavoro di analisi psichica che
l'artista svolge, "sverniciando" l'inconscio di DUCH
attraverso le sue opere e soprattutto tramite la grande
invenzione linguistica duchampiana dei "ready-made".
La mostra al "Museo Laboratorio di Arte
Contemporanea", presso l'Università di Roma "La Sapienza",
presenta una nuova versione dei "Letti proiettivi" di
origine duchampiana: un "Letto Wrong" e un "Letto Right".
L'opera presa in esame è una piccola targa pubblicitaria
sulla quale Duchamp ha operato limitate modifiche:
nell'immagine, intitolata "Apollinère enameled"
(originariamente una pubblicità di vernici), compare un
letto dove un corrente non arriva a toccare il suo
montante, ma è inchiodato al montante errato, passando
così in diagonale nel letto; il riguardante non si
accorgerà di tale errore collocandosi in un unico punto di
osservazione, lo "Stand here, and look at the Bed".
Il secondo errore individuato da Patella è cromatico,
infatti le stecche delle due spalliere rispecchiano le
quattro "Funzioni psichiche" associabili, secondo Jung a
quattro colori: azzurro, rosso (sentimento, Funzione
inconscia), verde e giallo (intuizione, Funzione
seminconscia). Nella colorazione del Letto la tonalità
mancante è il giallo e al suo posto compare un violaceo,
colore scuro e somma dei colori presenti nel letto.
Nell'immagine duchampiana in basso a sinistra compare
la scritta "[from] Marcel Duchamp 1916-1917"; Patella
interpreta quel "[from]" come un tentativo di
"sverniciare", tirare fuori quel sentimento proprio dei
poeti (come Apollinaire), una ricerca inconscia che arrivi
a comprendere la totalità.
Accanto al Letto c'è una bambina che sta verniciando
un pomello di bianco con in mano un secchiello giallo (il
colore mancante) e rosso (Funzione inconscia).
Questa azione verrebbe a spiegare la frase scritta in
basso a sinistra: "any act red by her ten or epergne",
traducibile in "ogni atto rosso di lei (la bambina:
l'Inconscio) dieci o centrotavola, ovverosia: qualsiasi
spinta dell'Inconscio arriva nel centro, alla totalità.
Patella riporta gli "errori" nel "Letto Wrong",
mentre il "Letto Right" si presenta con la giusta cromia,
quindi con i colori associabili alle quattro "Funzioni
psichiche" junghiane.
Tale interpretazione è spiegata da Patella tramite
l'"animazione digitale", una sequenza di immagini che
spiegano il suo studio psicoanalitico, intervallato dalla
sempre presente ironia dell'artista.
Patella ha esposto le sue opere e invenzioni a Roma,
Torino, New York, Philadelphia, Tokio, Sao Paulo, Parigi,
Londra, Liverpool, Mannhein, Dortmund, Humlebaeck, L'Aia,
Bruxelles, Antwerpen, Ginevra, Berna, Vienna e partecipa a
cinque edizioni della "Biennale Internazionale d'Arte di
Venezia".
Le sue opere si trovano in collezioni di musei,
quali: lo "Stedelijk Museum" di Amsterdam, il "MoMA" di
New York, la "Bibliotèque Nationale" di Parigi, la
"Polaroid Corporation" di Boston, e la "Galleria Nazionale
d'Arte Moderna" di Roma.
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