In collaborazione con il Goethe institut di Roma, il Palazzo delle
esposizioni presenta un insieme di lavori di Gunther Uecker, un
artista molto noto in Germania e praticamente sconosciuto in
Italia. In contemporanea, al Goethe Institut in Via Savoia, Uecker
espone una serie di incisioni raccolte sotto il titolo "Pietre
Romane".
Le opere in mostra al Palazzo delle esposizioni sono state tutte
realizzate tra l'autunno 1992 e la primavera 1993. L'uomo lacerato
a cui si allude nel titolo è l'artista stesso che attraverso
l'esposizione di quattordici oggetti (o attrezzi come preferisce
chiamarli), offre un autoritratto spietato di sè e dell'intera
umanità. Le lacerazioni, le ferite che Uecker vede in se stesso
sono le lacerazioni della realtà tedesca contemporanea sempre
più
xenofoba, intollerante e ancora oppressa da un pesante passato.
Gli oggetti esposti sono caricati di un immediato valore
simbolico: sono tutti irti di spine, superfici scabrose di sassi
appuntiti e fitte di lunghi chiodi rugginosi. Oggetti a metà
strada tra idoli primitivi e strumenti di tortura sul cui
funzionamento la mente si interroga non senza morbosità. Ci sono
pali di legno accuminati che formano gabbie a grandezza d'uomo,
pannelli appesi alla parete da cui sporgono minacciosamente pietre
e chiodi ritorti.
Accanto a queste paurose vergini di Norimberga sono esposti anche
una quarantina di fogli in gradevoli cornici di legno chiaro,
fogli che recano scritte in tedesco e in italiano, parole di
sofferenza e di penitenza spesso estrapolate dalla bibbia. Parole
e oggetti, fotografie e schizzi di colore, video-tapes e gabbie di
legno. Forse è proprio qui che la forza della mostra si fiacca. Ad
un titolo pieno di Pathos corrisponde una mostra in cui la
tensione si perde in innumerevoli rivoli, tanti quanti sono i
media che l'artista tedesco cambia senza soluzione di continuità.
Si va dai pannelli parietali in cui parla la materia, la crudezza
della pietra e la ruggine del ferro alla "freddezza" concettuale
delle parole bilngui. Da ancestrali strumenti di supplizio
barbarici a piccole installazioni video che ricordano un Nam June
Paik in bella copia. Uecker è senza dubbio un artista aggiornato e
impegnato; la mostra, a mio avviso, mancando di omogeneità ha
finito per frammentare e indebolire un messaggio che avrebbe
dovuto essere forte e chiaro.
Roma, Palazzo delle esposizioni
dal 22 Febbraio al 10 Aprile 1995
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