bta.it Frontespizio Indice Rapido Cerca nel sito www.bta.it Ufficio Stampa Sali di un livello english not available
Fernando Maria Paonessa Roma,
L'Agostiniana
Daniela Semprebene
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 73 (29 aprile 1995)
http://www.bta.it/txt/a0/00/bta00073.html
Precedente
Successivo
Tutti
Area 			Artisti

Fernando Maria Paonessa espone le sue sculture in bronzo all'Agostiniana di piazza del Popolo, fino alla fine di maggio. E` una bellissima carrellata di piccole e grandi sculture che attraversano tutta la sua vita. Paonessa considera il tempo come un acido che corrode o abbellisce e se ne serve per modellare le sue idee.

" È la materia m'invade,
mi nutre, mi prende nel suo utero..... Grumi di materia lavica colata in volumi ed equilibri instabili, precari.
Il mio studio d'artista: centro della mia pazzia e della mia libertà "

Il più capriccioso degli scultori per Fernando Mario Paonessa è il tempo ed io credo che lui ne senta profondamente il fascino. Il tempo che corrode, che trasforma e imbruttisce o il tempo che assottiglia, leviga, svuota come un acido che attacca inesorabilmente. Nei tratti della sua scultura è incisa la voglia di dare una forma al tempo. Per questo la scultura di Paonessa è energica, vitale. Lui ama i cavalli e negli splendidi contorcimenti che fa fare a questo animale c'è tutta la ribellione di un artista libero, fuori da ogni schema programmato.

I tori e i cavalli che plasma Paonessa forse vengono dalle montagne della sua Lucania, sono un ammasso di muscoli contratti, di forze che urlano per venire fuori, creando un contrasto tra pieni e vuoti, tra materia liscia e materia accartocciata. Ognuno vede la vita che vuole vedere: le opere di questo grande scultore, si prestano a mille interpretazioni che vanno dalla pazzia alla gioia di vivere o all'angoscia esistenziale. Le sue opere in bronzo, tante volte sembra che ballino, a volte che debbano comunicare un messaggio ad un interlocutore ignoto.

Non ci sono solo tori o cavalli nella vita di Paonessa; bellissime sono le sue opere che io definirei pirandelliane. I volti semicoperti da maschere: è l'eterno dualismo del dire e non dire, del così è se vi pare; il mistero dell'ambiguità che è così forte nell'arte di Paonessa.

Per unire un poco il grande scrittore a Paonessa, potrei dire che in Pirandello era fortissimo il senso del sarcasmo e dell'umorismo, lo stesso che ritroviamo nelle sale della galleria agostiniana di Roma, dove sono esposte le opere "essere e sembrare" del 1990, "Apparenze" sempre dello stesso anno ed una bellissima signora con cane e stivaloni sopra il ginocchio che porta a spasso tutto il falso perbenismo della società moderna.

Paonessa è importante anche per l'arte sacra. E` suo il tabernacolo della chiesa di S. Pietro in Camerellis di Salerno, ma sopratutto è suo il crocefisso bellissimo della chiesa di Santa Croce in Gerusalemme di Roma, Consummatum est. Ovviamente per vederlo bisogna visitare la basilica, ma solo guardando le foto ce ne possiamo innamorare.

E` un crocefisso in stucco alto due metri e mezzo che soffre tutta la cattiveria del mondo, con il viso reclinato, gli occhi gonfi di pianto ed un viso bellissimo che ricorda solo il "contadino", di Donatello.

La mostra è assolutamente da vedere e Fernando Mario Paonessa è un uomo da conoscere con le sue mani sottili, nervose; gli occhi vivi combattenti, se non altro per farsi spiegare la tecnica attraverso la quale forma le sue opere in fonderia e per farsi raccontare se ci si riesce il suo impegno sociale che non ha mai abbandonato.

A stento vi dirà che è stato per molto tempo vice presidente dell'UNICEF negli anni settanta, quando il presidente era Danny Kay e che il suo impegno per l'infanzia non smette ancora.

La mostra è da non perdere.

Roma, L'Agostiniana
Monografica di Fernando Maria Paonessa



	
 

Risali





BTA 
	copyright MECENATI Mail to www@bta.it