Il cinque aprile 1995 nel salone della Galleria Nazionale d'Arte
Antica, a Palazzo Barberini, è stata innaugurata la mostra:
"Caravaggio e la Collezione Mattei".
La mostra offre la possibilità di veder riuniti ed ammirare, dopo
circa due secoli, i dipinti collezionati da Asdrubale e Ciriaco
Mattei nei primi decenni del 1600, collocati nella galleria di
Palazzo Mattei in via Caetani. Nel 1802 gli eredi smembrarono la
collezione per motivi economici, vendendo la maggior parte dei
quadri a William Hamilton, aristocratico scozzese. Le opere della
galleria ricoprono un ruolo fondamentale nell'arte seicentesca,
quando, in pieno manierismo barocco, la folgorazione del
naturalismo di Caravaggio rivoluzionò l'arte "europea" aprendo
nuove strade alla ricerca pittorica.
La famiglia Mattei apprezzò a tal punto la nuova concezione della
pittura caravaggesca che impostò su tale gusto la propria
collezione, piegando anche il massimo esponente della pittura
barocca Pietro Da Cortona, che dipinse "CRISTO E L'ADULTERA" e
"L'ADORAZIONE DEI RE MAGI".
Oltre a Pietro da Cortona è possibile ammirare due paesaggi di
Paul Brill ("Diana e Atteone", "Venere e Adone") dove il soggetto
mitologico è subordinato alla maestosità della natura; tre
quadri di Passarotti ("Macelleria", "Pescheria", "Pollivendole") che si inseriscono nel gusto seicentesco di vita quotidiana e natura
morta, Serodine ("Disputa Di Gesù coi Dottori", "Tributo Della
Moneta") e molti altri. Ma la mostra che con una precisa
ricostruzione storica ci permette di ammirare la raccolta seguendo
anche la disposizione originaria della galleria, punta i suoi
riflettori su tre opere di Caravaggio dei primi anni del seicento.
È il 1599, e Caravaggio con la commissione della Cappella
Contarelli in San Luigi Dei Francesi abbandona i quadri di piccole
dimensioni raffiguranti giovani e nature morte, a favore di temi
religiosi nei quali accentua il culmine drammatico dell'evento.
Nel 1902 realizza la "Cena di Emmaus", acquista dalla famiglia
Mattei, poi ceduta a Scipione Borghese ed ora alla National
Gallery di Londra; tema che Caravaggio ripeterà a distanza di
pochi anni, privandolo della natura morta sul tavolo e dei gesti
ricchi di pathos che questa versione offre.
Il "San Giovanni Battista" dei musei Capitolini, fu acquistato
nello stesso periodo della cena da Ciriaco, poi passato a Giovanni
Mattei, e nel 1624 al Cardinal Del Monte. Nel 1749 fu ceduto a
Benedetto XIV e trasferito negli attuali musei. E' evidente qui lo
studio della torsione dei corpi della Cappella Sistina, ma
Caravaggio non si limita ad una mera riproduzione ed arricchisce
la figura del giovane Santo con brillanti passaggi tonali.
Ma il riflettore più luminoso è puntato sulla terza
tela
dell'artista presente alla mostra: "La Cattura Di Cristo" da poco
ritrovato da Sergio Benedetta nella Biblioteca della Comunità dei
Gesuiti di Dublino e conservato nella National Gallery della
stessa città.
Tale opera fu commissionata da Ciriaco Mattei e pagata 125 scudi
il due gennaio 1603. Dopo la morte di Ciriaco, passò a Giovanni e
fu venduto nel 1802 con gli altri quadri; da allora scomparve e
solo due anni fa è stato scoperto ed attribuito al Caravaggio. Con
l'eccezionalità di quest'opera si conclude il nostro viaggio nel
passato, ed alzando gli occhi al cielo il nostro animo,già
sublimato dalla luce caravaggesca, non può fare a meno di essere
rapito dal vortice luminoso del soffitto di Pietro Da Cortona.
LA MOSTRA E' APERTA FINO AL 30-5-1995
ALLA GALLERIA NAZIONALE D'ARTE ANTICA
VIA QUATTRO FONTANE 13. TEL.4814591
ORARI:9.00-14.00 / MART.-GIOV.-SAB.9.00-
19.00 /DOM. E FESTIVI:9.00-13.00
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