Nel II secolo a.C. la vita economica, che nei primi secoli della repubblica
aveva visto come sede il Foro Boario, sposta il suo epicentro verso la pianura
meridionale dell'Aventino dove vengono costruiti il nuovo porto fluviale
(Emporium), la Porticus Aemilia, i grandi magazzini e depositi
alle spalle di questa (Horrea Galbana, Lolliana, Aniciana,
Seiana, Fabaria) e il mercato del pane, il Forum
Pistorium. Il nome di Marmorata che è ancora rimasto a tutta la zona
ricorda uno dei più importanti prodotti che proprio qui venivano
sbarcati: il marmo. Alle spalle di questo insieme di edifici si eleva in
tutta la sua magnificenza, per un'altezza di 30 metri, il Mons
Testaceus, più noto come la collina dei cocci. Trenta metri
di altezza dovuti all'accumularsi degli scarichi di anfore, provenienti dal
vicino porto e che costituiscono senza alcun dubbio l'archivio della storia
economica di Roma. Un archivio, dunque, di estrema importanza ma che giace
ancora inesplorato ed in uno stato di totale degrado. Ecco il nodo della
questione: come procedere, in maniera scientifica, ad un'eventuale esplorazione
dell'area e come renderla di conseguenza fruibile. È ovvio che prima di una
sistemazione o meglio risistemazione o riassetto del nostro Mons, si rende
necessario uno studio approfondito, un'indagine sistematica dell'immensa mole
del materiale ivi conservato.
Indagine attuabile solo in seguito ad uno "smontamento" del sito, per giungere
sino alle radici del nostro archeologico archivio. Ma sarebbe utile un tale
procedimento sia dal punto di vista scientifíco che estetico? A mio
avviso, e parlo sia come archeologa sia a nome dell'Associazione Culturale
Festina Lente, causerebbe una totale dispersione ed un'ulteriore caos nella
già difficile classificazione dei cosiddetti "cocci", ed in più
il Testaccio perderebbe la sua precipua caratteristica di monte che si
è conservata sino ai nostri giorni.
La soluzione ottimale sia a livello di rivalutazione archeologica che
ambientale sarebbe quella di procedere comunque ad uno studio approfondito: ma
solo ed unicamente dei materiali che giacciono a livello di superficie, senza
intaccare i 30 metri di accumulo stratigrafico. Il successivo passo sarebbe poi
quello di fornire l'area di tabelle, di legende che illustrino in maniera
divulgativa e soprattutto scientifica l'importanza del sito e gli eventuali
risultati dell'indagine di superficie. Questa, dunque, la proposta: il Monte
Testaccio deve essere rivalutato e, mi scuso per la ripetizione, risistemato
come monumento fruibile a tutti: e non parlo solo di stranieri, ma anche
dei cosiddetti "rominidi" che per forza di cose, ignari dell'importanza del
sito archeologico, non se ne curano minimamente sino ad arrivare a fenomeni di
puro "vandalismo". Vorrei sottolineare che si tratta di una proposta, di
un'idea aperta rispetto alla quale Festina Lente cerca altre associazioni
culturali disposte a collaborare sullo stesso terreno. Ho l'impressione
concreta, infatti, che ci troviamo attualmente in una situazione culturale in
movimento e che ci siano varie forze, e parlo di giovani studiosi armati di
profondo entusiasmo, disponibili e interessate. L'intento di Festina Lente, che
è come ripeto più che mai aperta a collaborazioni esterne,
è quello di andare oltre l'intervento didattico, la visita guidata che
nella sua estrema importanza è comunque un punto di partenza per un
íntervento permanente sul territorio. Ed il progetto "Monte Testaccio"
rappresenta senza dubbio un'ottima occasione per raggiungere un tale
obbiettivo.
Comunicato Stampa di:
FESTINA LENTE Centro Internazionale di Ricerca Storico-Artistica
(Associazione Culturale senza fini di lucro)
Sede legale: via F.Ferrara, 8 - 00191 ROMA
Conferenza Stampa congiunta Italia Nostra / Festina Lente - C.I.R.S.A. / Sesto Acuto. Organizzata dal Consigliere Regionale di Italia Nostra Alfredo Barbagallo
ITALIA NOSTRA
ASSOCIAZIONE NAZIONALE
PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO
STORICO ARTISTICO E NATURALE
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