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Via del Corso : una strada lunga 2000 anni Roma,
Museo del Corso
Dal 8 maggio al 30 Settembre 1999
Andrea Giovannetti
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 189 (21 luglio 1999)
http://www.bta.it/txt/a0/01/bta00189.html
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Area Mostre

Fra tante strade, piazze e monumenti di Roma via del Corso è quella che ha ispirato maggiormente artisti e viaggiatori di ogni tempo e nazione. Già alla metà del Quattrocento il Corso era centro della vita quotidiana. Era lì che avvenivano i fatti della cronaca cittadina, la sfilata delle carrozze, i cortei dei personaggi famosi, le feste e soprattutto il tanto atteso carnevale.

Qui al centro di Roma, su una delle strade più famose della città, si affaccia Palazzo Cipolla - di proprietà della Cassa di Risparmio di Roma e sede del Museo del Corso - che in questi giorni ospita la mostra "Via del Corso: una strada lunga 2000 anni".

La prima opera in mostra è il palazzo stesso, costruito tra il 1869 e il 1874 dall’architetto Antonio Cipolla. Questi, riunendo due stili e due epoche, il quattrocento fiorentino ed il cinquecento romano, tentò per primo di creare - come scrive Marcello Piacentini - uno stile italiano, ispirandosi a schemi del passato, secondo la migliore tradizione accademica.

La particolare caratteristica strutturale del Museo – la ripartizione in due ambienti: uno espositivo tradizionale ed uno virtuale (il cd. "Teatro virtuale") - permette al visitatore di percorrere due tipi di visite: una visita "reale" ed una visita "virtuale".

La visita reale - divisa in due sezioni, una artistica ed una numismatica - vuole raccontare la storia della prestigiosa strada attraverso numerosi "oggetti". Dipinti, statue e stampe ci illustrano la vita sociale ed artistica che si svolgeva all’interno ed all’esterno dei maestosi palazzi che si affacciano lungo via del corso.

Le opere in mostra nella sezione artistica non sono presentate in ordine cronologico, ma tematico.

Vediamo quindi via del corso come luogo di incontri, di scambi e di chiacchiere soprattutto nei suoi famosi caffè. Il più antico, nato come bottega di un acquacetosaio nel 1725, era il Caffè del Veneziano (disegno di P. L. Ghezzi) nella piazzetta Sciarra; poi il celebre Caffè Nuovo, a palazzo Ruspoli, del quale possiamo visitare la sala boscareccia (acquerello di K. J. Lindstrom). Ma il caffè più "scritto", che si associa immediatamente all’idea del Corso, appartiene alla moderna Roma: Aragno (foto di E. e A. Canè), punto di incontro privilegiato di almeno tre generazioni di politici, giornalisti, letterati ed artisti. "Scritto" perché raramente un caffè italiano ha suscitato un tale numero di articoli, saggi e memorie. Alla "Terza Saletta di Aragno" e’ stato dedicato persino un libro.

Alla vita quotidiana si collegano anche i concerti bandistici del maestro Vessella, eseguiti a Piazza Colonna dal 1885 al 1925. Vessella trascrisse e diffuse, pur tra mille polemiche, la musica di Wagner, educando e affidando il gusto musicale dei romani.

Un disegno di D. Paolocci, del 1889, ci ricorda del rito dell'esatta ora del mezzogiorno, che si teneva ogni giorno a piazza Sciarra mediante la calata della "palla di S. Ignazio". I romani di allora usavano regolare i loro orologi.

Altro aspetto illustrato nella sezione artistica e’ il Corso come sede del tanto sospirato carnevale, festa che ha ispirato numerosi artisti italiani e stranieri dal '500 all'800 per la sua pittoresca spettacolarità. I preponderanti argomenti che compongono lo spettacolo dei carnevale sono le feste per la strada sotto i nobili palazzi sul Corso, i balconi affollati ed addobbati, le carrozze, i carri allegorici, le maschere ed i venditori di mazzetti di fiori, il tutto in un'aria di scatenata allegria, di trasgressione e di baldoria, nella consapevolezza che terminato il carnevale comincia la rigorosa e amara quaresima. Numerosi gli artisti che, con le loro opere, hanno documentato i vari momenti della grande festa: J. Miei, G.B. Pannini, R. Bridgens, P. Sandby, I. Caffi, N. Oriov, W. Wider, F. Muccinelli, J. Benilieure.

Il carnevale e il Corso ci appaiono quasi inscindibili se è vero - come è vero - che il nome moderno della strada è derivato proprio dalle corse che vi si svolsero per la festosa occasione. Per gli ultimi dieci giorni di carnevale, nel tardo pomeriggio, è qui sul Corso che veniva tenuta quotidianamente la famosa corsa dei Barberi: la partenza era a Piazza dei Popolo e l'arrivo a Piazza Venezia, attraverso il lungo, stretto e rettilineo Corso. I cavalli correvano a rotta di collo e senza fantino, dacché sui fianchi veniva loro posta una borsa piena di aghi che li rendeva più molesti e nervosi. Uno spettacolo greve nato tanti secoli prima per i grevi palati romani e per il sollazzo popolare. La prima corsa risale al 1466, ed è noto come il cardinale e patriarca di Venezia, Pietro Barbo, nipote di Paolo II, stabilisse per primo le regole di queste corse, destinate a concludersi proprio sotto il suo balcone di palazzo Venezia. Immancabile entusiasmo clamore scommesse, ma altrettanti immancabili incidenti e numerose disgrazie. Le corse vengono abolite nel 1882 quando ormai il carnevale sta morendo, dopo che Roma è diventata Capitale. Nella mostra le fasi principali della incontrollata corsa sono illustrate da valenti artisti dei XVIII e XIX secolo: J. Barker H. Vernet, A. J. B. Thomas, F. Muccinelli, A. Roger.

Via del Corso, infine, oltre al carnevale rivestiva anche funzioni di alta rappresentanza. Nella mostra due grandi quadri di A. Tassi illustrano il solenne sfarzoso corteo in occasione della nomina a Prefetto di Roma di Taddeo Barberini, nipote di papa Urbano VIII, nel 1631.

Nella sezione numismatica viene presentata una particolare storia della celebre via romana e dei monumenti che durante il trascorrere dei secoli sono sorti lungo il suo percorso o nella sua area di influenza, una storia documentata da testimonianze originali: monete medaglie.

La visita virtuale consiste nella ricostruzione dell’area monumentale del Campo Marzio in epoca augustea. E’ possibile ammirare il funzionamento dell'Horologium Augusti, la grande meridiana solare proveniente dall'Egitto e fatta innalzare dall'imperatore Augusto, originariamente collocata nella stessa area dell'Ara Pacis. Questi monumenti, presenti nell'area compresa tra le odierne Piazza di San Lorenzo in Lucina e Piazza Montecitorio, costituiscono il punto di partenza della lunga storia monumentale di Via dei Corso. La Meridiana solare, l'antico Obelisco (gnomone) di Augusto, è rimessa "virtualmente" in funzione dopo 2000 anni di inattività. Grazie ad una simulazione al computer, è possibile osservare l'evolversi dell'ombra dell'obelisco durante le stagioni e le diverse ore del giorno. In tal modo l'applicazione permette di comprendere non soltanto il meccanismo astronomico alla base del funzionamento della meridiana, ma anche il complesso programma iconologico augusteo che includeva l'Ara Pacis, di cui la meridiana era parte integrante. L’Ara Pacis è interamente ricostruita ricollocando nella sua struttura originaria i frammenti dispersi. La ricostruzione tridimensionale è integrata da inserti multimediali che permettono di approfondire ed osservare fin nei minimi dettagli le zone più significative del monumento: il recinto, il lato sud e nord della processione, l'altare.


Via del Corso: una strada lunga 2000 anni

Dal 8 maggio al 30 Settembre

Museo del Corso

Via del Corso, 320 – 186 Roma

Informazioni: 06.67072150 - http://www.museodelcorso.it

Orario di apertura: 10:30/19:30- chiuso lunedì

Biglietto: £ 10.000 (ridotto £ 7000)


 
 

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