Si aprirà a Treviso il 29 gennaio2000 (fino al 28/2), alla Casa dei Carraresi, la XVII Mostra Internazionale d'Illustrazione per l'Infanzia, presente precedentemente a Sàrmede, lo scorso novembre-dicembre, e che successivamente, nei prossimi mesi, si sposterà a Belluno (4/3-2/4), Siena (8/4-7/5), Bolzano (14/5-11/6) e in altre città europee.
Per chi non la conoscesse è una mostra che negli ultimi anni ha privilegiato un personaggio o un tema specifico delle fiabe: due anni fa il drago, lo scorso anno le streghe e quest'anno è toccato al folletto.
E sul folletto se ne dicono e dipingono di tutti i colori e forme, è un personaggio ricorrente in tutto il mondo e si sono cimentati, per questa occasione, ben 41 artisti di 22 nazionalità diverse. In mostra saranno presenti 250 opere e da queste si rileva quanto sia importante, salvaguardando la libertà di stile ed espressione individuale, il rapporto con la parola scritta. Ogni artista ha portato con sé i colori e le forme caratteristiche della propria cultura e nazionalità: dai rossi accesi dei messicani ai pallidi azzurri dei paesi nordici, in una moltitudine di colori e forme che esaltano e amplificano il testo, rendendo così visibile l'importanza del ruolo dell'illustratore.
Ma torniamo al nostro caro folletto, la cui credenza, come dice Carlo Lapucci, è antichissima e diffusa in forme diverse. C'è chi li crede generati da demoni che sfuggirono alla cacciata dell'Arcangelo Michele, chi anime di bambini defunti: fatto sta che nell'immaginario collettivo sono da sempre considerati spiritelli incorporei dal temperamento bizzarro, malizioso, malandrino e burlone quasi sempre legati al quotidiano e alla casa, di cui molte volte sono benigni protettori. In genere non si fanno vedere ma lasciano sempre una traccia del loro percorso o dispetto: nascondere arnesi, bisbigliare nelle orecchie, far trovare tutto pronto e pulito, sollevare le gonne alle ragazze e così via.
In Italia è presente in varie regioni con le stesse caratteristiche ma con nomi diversi: Munaciello in Campania, Farfaredda in Sicilia, Mazzapegul in Romagna, Linchetto in Toscana, Salvanello o Mazzariol nel Veneto. E Dino Coltro ci presenta quest'ultimo come un piccolo selvatico, birbante e pieno "de morbin", per dirla alla veneta, brioso e che si diverte a combinar scherzi. Prende in giro le persone, entra di notte e si mette a dormire tra gli sposi, appare e scompare, se ti manca la parola è lui che te l'ha rubata, se trovi i cavalli con la coda inanellata o la criniera arruffata è sempre stato lui, Mazzariol! Del suo aspetto fisico sappiamo che è alto poco più di due o tre spanne, è tarchiatello e robusto, vestito di rosso e di verde, con un cappuccio che gli arriva fin sugli occhi e con le scarpe infiocchettate.
Com'è tradizione, alla Mostra Internazionale c'è un ospite d'onore: e quest'anno è Jozef Wilkon, polacco, famosissimo e conosciutissimo artista; nato nel '30 a Bogulice, nei pressi di Cracovia, diplomatosi all'Accademia in Pittura e in Storia dell'Arte all'Università, dal 1957 lavora come illustratore per case editrici polacche e straniere. Ha pubblicato circa 200 libri in varie lingue, ha ottenuto 23 premi internazionali, è in corso in Giappone una mostra antologica e i suoi originali sono esposti in vari musei e gallerie da Parigi, Vienna, Berlino, Zurigo, Monaco a Mosca e Chicago.
Perciò, quando lo vedo arrivare, come al solito mi vengono in mente delle domande da fargli e, dopo aver concordato di parlare in francese, eccomi pronta:
Qual è stata la motivazione che l'ha spinta verso questo tipo particolare di arte ?
Per prima cosa io sono un pittore, ho studiato all'Accademia di Cracovia e qui ho deciso di lavorare nel campo dell'illustrazione. Il motivo che mi ha spinto a illustrare il mio primo libro è stato quello di guadagnare, ma poi con i libri successivi c'è stato l'amore e ho intuito e capito che era molto interessante ma anche molto difficile. Ho capito che potevo trovare, in questo campo, l'espressione più vicina alla pittura dal punto di vista tecnico: "mélange", "tache", "gouache" ecc e poter pubblicare con le diverse tecniche era molto stimolante. Allora ho deciso di creare, di fare pittura nei libri, di restare illustratore.
Quindi si può ritenere molto soddisfatto data la grande diffusione che hanno avuto i suoi libri ?
Sì, sono molto soddisfatto soprattutto di vedere pubblicati nel mondo e in molte copie i miei libri, ma il mio amore rimane sempre la pittura. Ho fatto sempre qualcosa per mettere la pittura nei libri e soprattutto nei paesaggi.
Lei davanti a un testo che deve illustrare lo legge tutto di seguito o a poco, a poco e quando decide di passare dalla lettura al disegno ?
Adoro la letteratura e se è buona e se si tratta di un testo veramente interessante lo leggo con molta precisione, ma deve avere qualcosa di particolare. Lavoro con le illustrazioni parallelamente al testo per poter cogliere l'armonia che c'è tra i due campi. L'illustrazione però non deve essere la copia precisa del testo perché non mi piace: le mie illustrazioni sono un po' a fianco del testo, ma anche insieme, nel senso che lo comprendono appieno.
Come avviene la scelta di applicare una tecnica piuttosto che un'altra ?
Avviene spontaneamente e in modo molto naturale. Cambio tecnica spesso, esploro, la utilizzo intensivamente dalla carta, ai colori, agli acquerelli, alla tempera, al gouache e poi lascio, prendo altre cose, poi mi fermo. Intuisco che è finito. Lavoro da 40 anni e non mi piace fare sempre le stesse cose: è impossibile e, se ho cambiato tecniche, è per questo motivo, ma si tratta sempre di pittura.
Qual è la tecnica che preferisce ?
Quella attuale, che è una tecnica mista, ma adoro anche le vecchie illustrazioni dipinte ad acquerello con molta acqua o "mélange". Nelle illustrazioni che richiedevano più forza ho utilizzato la tempera, poi anche i pastelli. Ho realizzato illustrazioni spaziali, sculture come uccelli o insetti in metallo o legno.
Ha creato scuole per giovani artisti ?
No, non ho tempo per questo. Ho soltanto tenuto dei "work shop" con bambini in Germania, Polonia e Giappone, ma non scuole.
Avrei voluto continuare a lungo a far domande e a chiedere tale era la gentilezza e disponibilità di Wilkon e la gioia di trovarmi davanti a questo "grande" illustratore ma, a questo punto mi sono autocensurata perché mi sembrava di aver già troppo approfittato ... E lui è un po' come i suoi disegni, un poeta che con le sue immagini ci conduce in un mondo dove si percepisce che la natura, i paesaggi, gli animali sono le uniche essenze della vita e che noi, poveri esseri umani, abbiamo dimenticato la bellezza, la tenerezza di un "abbraccio": e lui ce lo ricorda con la dolce immagine di una tigre con una pantera nera, o lo sguardo della tigre ingabbiata che con i suoi occhi ci ricorda cos'è la mancanza di libertà e la sofferenza della sua situazione. E attraverso gli animali e la natura Wilkon ci fa riflettere sulle atrocità che l'uomo compie ogni giorno nei loro confronti, ci ricorda che troppo spesso dimentichiamo i veri sentimenti che sono alla base di ogni rapporto. E i bambini, i veri destinatari delle sue opere, si riconoscono in tutto questo, mentre sta a noi adulti ritornare a vedere, a vivere gli accadimenti con gli occhi di un bambino.
Una sezione della Mostra è dedicata al maestro Stepan Zavrel, ideatore della mostra e grande artista, precocemente scomparso lo scorso anno. È suo il merito di aver ideato e voluto questa Mostra Internazionale d'Illustrazione per l'Infanzia che, a partire dal 1983, ogni anno si ripresenta e raccoglie artisti di tutto il mondo. È lui che ha voluto dare una ri-qualificazione al ruolo dell'illustratore che prima di allora era considerato secondario, perché - come disse una volta -"
l'incontro tra editore, autore e illustratore deve avvenire in un clima di amicizia e di franchezza
non bisogna mai dimenticare il destinatario che è il bambino a cui bisogna trasmettere un messaggio". Un messaggio che lo porti a capire, riflettere, a chiedersi il perché.
Ora questa mostra è conosciuta non solo in Italia ma anche all'estero. E non bisogna dimenticare che proprio grazie a Zavrel abbiamo conosciuto la grande tradizione iconica slava: lui scappato nel '59 dalla sua Praga invasa, girovago del mondo e che dal '68 si stabilirà a Rugolo (TV), dove poi aprirà anche una scuola estiva di illustrazione.
Mentre ora, nella piccola piazza di Sàrmede, paese delle fiabe, ci ha lasciato i suoi affreschi, che si possono ammirare ogni volta che vi si torna per una nuova Mostra.
XVII Mostra Internazionale di Illustrazione per l'Infanzia. "Le immagini della fantasia"
Treviso, Casa dei Carraresi, dal 29 gennaio al 28 febbraio 2000.
Orario: Feriale 9.00-13.00 /14.00-19.00
Festivi 10.00-13.00/14.30-19.00
Ingresso gratuito - Informazioni e prenotazioni tel. 0422-654382
Gli interventi di Dino Coltro e Carlo Lapucci, sono stati presi dal Catalogo edito dal Comitato Organizzatore della Mostra.
|