Professore, l'ozio creativo di cui lei parla nel suo volume di
recente pubblicazione non ha nulla a che vedere con la "vacanza" o un
atteggiamento disimpegnato e passivo: è un lavoro ... Ci vuole spiegare di
che tipo di lavoro si tratta ?
La nostra mente è sempre in attività: di giorno e di notte,
nell'infanzia come nella vecchiaia. Alcune attività mentali ci servono per
produrre ricchezza, e le chiamiamo "lavoro"; altre ci servono per produrre
sapere, e le chiamiamo "studio"; altre ancora ci servono per produrre
allegria, e le chiamiamo "gioco". Nella società industriale, che ha
caratterizzato gli ultimi duecento anni del nostro sviluppo, noi abbiamo
separato nettamente queste tre attività mentali: alcune fasi della vita,
alcuni mesi dell'anno, alcuni giorni della settimana, alcune ore del
giorno erano dedicate al lavoro; altre allo studio, altre ancora al gioco.
Io propongo di riunire, ibridare queste tre attività e di imparare a
lavorare giocando e studiando, proprio come fanno gli attori quando
recitano, i giornalisti quando scrivono, i professori quando insegnano.
Chiamo "ozio creativo" l'attività che fornisce contemporaneamente
ricchezza, sapere e allegria.
Se l'ozio creativo è, comunque, lavoro "liberato" dal peso
dell'omologazione e dei meccanismi ripetitivi in quali forme, secondo
lei, si potrà realizzare nell'era "postindustriale" dell'automazione e,
ancor più, nella civiltà della comunicazione ?
Nell'era industriale era impossibile ibridare studio, lavoro e gioco.
Il lavoro era prevalentemente fisico e ripetitivo; le macchine usate per
lavorare (altiforni, torni, ecc.) impedivano che il lavoro fosse giocoso e
istruttivo. Nell'era postindustriale noi possiamo finalmente delegare alle
macchine tutto il lavoro faticoso, ripetitivo, noioso e riservare a noi
stessi le attività flessibili e creative, che consentono l'ibridazione di
studio, lavoro e gioco.
Si possono conciliare tecnologia e creatività? E in quali
modi possono entrare in sinergia ?
La creatività consiste nella sintesi tra fantasia (emozioni,
sentimenti, inconscio) e concretezza (conoscenze, abilità, conscio). La
tecnologia può essere di prezioso supporto alla concretezza. Ma può
stimolare enormemente anche la fantasia. La tecnologia, in altri termini,
può essere un lievito e un moltiplicatore per la nostra creatività.
Arte e ozio creativo on-line: una grande occasione per evadere nel virtuale o per approfondire e completare le dimensioni della realtà ?
R. Il computer può offrire dimensioni nuove all'arte, forse oggi ancora
impensabili. Il computer, infatti, è il più prodigioso di tutti i pennelli
fin qui mai inventati dall'uomo. Inoltre, con Internet, la creazione
artistica può diventare opera collettiva e trans-nazionale, tangibile e
virtuale, presente ed ubiqua.
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Domenico De Masi
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