« La mia storia personale è quella di essere una donna che è partita da un paese del terzo mondo dopo aver lottato tanto a lungo contro l'oppressione. Mi identifico molto con le donne vittime della violenza.
Ho lottato contro molti demoni per dare a me stessa la libertà di essere l´artista che sono oggi ».
* « Per anni ho avuto dubbi e confusione su come tradurre in un lavoro finito le immagini della mia fantasia e della mia osservazione. A lungo mi sono rifiutata di dare un assetto accomodante alla mia esistenza. Sono stata in costante movimento, cambiando ed
inseguendo le mie fantasie, reinventando continuamente me stessa. Sono
arrivata a credere che il cambiamento dinamico sia uno dei fattori
positivi dell'esistenza contemporanea. »
* « La mia missione di artista è di continuare a sviluppare la mia visione e di trovare un equilibrio quando una maggiore potenza e quella visione si incontrano (Ingrid Madera) ».
Scultrice ed artista multimediale, Ingrid Madera è nata nella
Repubblica Domenicana.
Appena ventenne, Ingrid lascia il suo paese e fugge ...
Lascia il Sud America, con lo zaino in spalla ed un "fagotto" sotto il braccio: suo figlio di poco più di un anno. Va a New York per "guadagnare" ad entrambi un grande sogno di libertà. Frequenta i corsi di "Spettacolo ed Arti Visive", alternandosi all'educazione del figlio e ad un lavoro che le permetta di vivere. Completa i suoi studi presso gli istituti: Academia de Bellas Artes, Art Students League, School of Visual Arts, Southampton College.
Oggi, Ingrid Madera, quando è stanziale vive a Calverton in una casa isolata a 150 kilometri da New York, dove dalle finestre si vedono scorazzare ... liberamente i
bufali.
Ci siamo incontrate a Verona, nel '97, in occasione della Mostra Veronamerica. Ricordo che sopraggiunse a notte inoltrata, dopo un viaggio travagliatissimo, generando un vivace scompiglio. Volitiva
oltre il ragionevole, si era trascinata da New York una delle sue installazioni in un bagaglio a rotelle, a forma di "armadio" ... molto più pesante e ingombrante delle sua esile persona. Una "follia" sopportata con grande allegria: il minimo dovuto ... per l'arte.
Nei giorni di permanenza a Verona la vedevo e la perdevo continuamente. Ingrid è come il vento ... ti cattura, ti avvolge di un grande dinamismo ... e poi, improvvisamente, scompare. Ci riunivamo spesso alla sera nei pranzi
conviviali. In quelle occasioni, nei momenti della confidenza, Ingrid
all'improvviso si "potenziava", gli occhi nerissimi mandavano bagliori; quasi ... tizzoni ardenti anticipavano le memorie di una vita tutta
all'insegna della "lucha" ... la lotta.
Quando infine la vidi al lavoro, nei video portati dall'America, con maschera e fiamma ossidrica ... non ebbi più dubbi: "un angelo era disceso nella tana di Vulcano per una sfida titanica".
Ingrid Madera è una rivoluzionaria pura. Le sue sculture sono corpi
trasparenti fatti di resina intrecciata a fili strutturanti. Corpi librati,
distesi, accoccolati, aggrovigliati ..., divaricati ... Sono corpi e anima.
Intensi, sofferenti, placati ...; racchiusi in se stessi. Sono Vite. Intrecci
di dialoghi, urli, intese ...; abbandoni ...;
Sopportano macigni: il peso spirituale di un martoriato percorso esistenziale. Allora ... Ingrid provoca, disturba, "martella" - con potenza sorgiva tutto e tutti.
Ha assunto le buone regole ma disconosce la "misura" dei prudenti. Spezza con tocchi magistrali pregiudizi, stereotipi, banalità, conformismi ...
Ingrid sfida ogni giorno, ogni ora ... la buena suerte I suoi media sono tossici. Forse Ingrid ... è ancora in guerra. Una guerra iniziata lontano nel tempo, nella prima giovinezza ...; contro le sopraffazioni ... pubbliche e private.
La "cifra" dell'opera di Ingrid Madera è allora dolorosamente semplice: "fuga titanica di energia vitale" Ingrid Madera non va interpretata oltre. Sa parlare della sua opera con largo respiro ed una preziosa capacità di autoanalisi, così come si è presentata alla Mostra Veronamerica Decumano '97.
«Il corpo esprime sempre lo spirito di cui è l'involucro. Sono
interessata ad esprimere l'emozionante mistero, la meraviglia della forma umana. Il volume non è solo concetto spaziale. Attraverso lo studio e
l'analisi basati sui due elementi spazio e tempo (il tempo identificato con la luce) lavoro per rivelare le forme.
Devo rimanere fedele alla natura, è la mia sola ambizione.
L'ispirazione è la mia ricompensa.
Il gap esistente fra il soggetto e la percezione intelligente del
soggetto è stato uno dei problemi principali nella
produzione artistica. Per anni ho avuto dubbi e confusione su come tradurre in un lavoro finito le immagini della mia fantasia e della mia osservazione. A lungo mi sono rifiutata di dare un assetto accomodante alla mia esistenza. Sono stata in costante movimento, cambiando ed inseguendo le mie fantasie, reinventando continuamente me stessa. Sono arrivata a credere che il cambiamento dinamico sia uno dei fattori positivi dell'esistenza contemporanea. I nostri pensieri, volontà e azioni concordano con le leggi che governano il movimento delle onde, la combinazione delle sostanze acide e basiche e la crescita delle piante e degli animali. Quando la potenza e la visione si uniscono anche usando strumenti comuni e umili, abbiamo la sensazione di fare delle cose che sono giuste di per sè, dotate di un significato autonomo assoluto. La mia missione come artista è di continuare a sviluppare la mia visione e di trovare un equilibrio fra visione e grande potenza. Ho tentato di cogliere la vera interpretazione delle cose, così come esse sono, piuttosto che sovraccaricarmi di idee o di troppi commenti e interpretazioni. Io preferisco sviluppare una diretta e semplice
comprensione delle cose senza troppi criteri o vincoli. È l'unico modo
per me, il solo modo di collegarmi all'esperienza della condizione umana.
E negli scritti originali presenti nelle sue installazioni:
«La cosa che io voglio innanzitutto è sviluppare un riconoscimento
diretto e semplice. Una vera comprensione delle cose così come esse sono.
Cio che mi attrae verso l'arte astratta è il fatto che essa parla
sostanzialmente di libertà.
Libertà dalle "cure" di questo mondo, dalla sue banalità.
Mi invita ad una meditazione silente e profonda.
Nell'arte astratta incontro una sensazione trascendente di libertà».
Non si può fare scultura senza coinvolgere il nostro corpo
Il centro dell´esperienza scultorea è un processo di identificazione fra
l'opera d'arte e il corpo di chi crea. Si deve raggiungere un
coinvolgimento fisico con una totale consapevolezza muscolare Io non sto
lavorando per essere approvata Ma per esprimere certe cose. Io penso e
credo di dover esprimere le mie lotte e le mie esperienze. E´ importante
per me andare oltre i preconcetti di ciò che si suppone una persona debba
essere; come donna, come artista etc etc e affrontare tutto questo con la
prefigurazione visuale.
Ho un bisogno urgente di spogliare la mia vita fino al suo essenziale.
Sto tentando di ridurre ogni cosa alla sua forma più semplice. Ed è questo per me l'unico modo di condividere l'esperienza della condizione umana. I nostri pensieri, la nostra volontà, le nostre azioni si accordano alla potenza delle leggi che governano il movimento delle onde, le combinazioni degli acidi e delle basi, la crescita delle piante e degli animali ... Molte volte, mi è stato necessario ... autodistruggermi, per potermi rigenerare».
traduzioni Inglese-Italiano
di Jane Toby e Nadia Scardeoni
da Erica Lynn Gambino, Ingrid Madera Crossings´, Oct., 1998:
« ... Ingrid Madera, una espatriata Domenicana, si muove, con il suo
genere di opera, verso una direzione più Post-Moderna, appropriandosi dell'immaginario e del contesto del suo passato religioso e della sua cultura Hispanico-Afro-Cubana. Si ispira ai «miti dei Santi, streghe, icone e dei che sono condivisi collettivamente dai Domenicani, Cubani e Portoricani» lei dice, « e che in massima parte riguardano le promesse e la realizzazione delle speranze, dei desideri»: un tema consueto della letteratura e dell'arte Latino-Americana. Per Ingrid Madera la sua cultura è «piena di incroci e di ambiguità» e questa è la modalitaà ammantata di veli colla quale lei affronta le sue narrative, le più intime e personali per raggiungere la natura universale. La tenacia con la quale lei affronta i suoi media è la stessa che la guida ad esprimere lo sforzo di essere coerente con « l'essere una donna di un paese del terzo mondo dove, per tradizione, le donne hanno contrastato così a lungo ogni
genere di oppressione» ...
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