La Stadthalle di Balingen (http://www.stadthalle.balingen.de), una cittadina del Baden-Württenberg che si è dotata di un'organizzazione e di una struttura architettonica espositiva all'altezza di centri ben più grandi, ha ospitato per quest'estate 2001 una notevole mostra di opere di Paul Klee. Molti quadri provengono da collezioni private e non sono quindi sempre visibili, ad ulteriore merito e conferma della qualità non usuale del lavoro degli organizzatori e degli amministratori di Balingen.
La storia, la vita e l'attività di un personaggio come Klee sono ben note e non necessitano certo in questa sede di ulteriori indagini (in una nota di tipo bibliografico al termine del presente articolo, ho comunque raccolto alcuni indirizzi Internet utili per conoscere al meglio il pittore bernese). Sembra possibile, semmai, sottolineare un'impressione, quasi una sensazione, e cioè che col passare degli anni Paul Klee cresca e continui a crescere nella stima degli storici, dei critici e anche dei mercanti d'arte, risultando insieme a Picasso, Kandinskj, Mondrian, Pollock e pochi altri, uno dei massimi interpreti del Novecento pittorico. E forse, finalmente, sta abbandonando Klee quella specie di sudditanza, o di secondarietà, dovuta alla straordinaria frequenza del suo essere abbinato a Kandinskj, ma spesso quasi come un'ombra alle spalle del grande amico e collega. Forse, finalmente, la figura di Klee sta entrando in una fase di totale autonomia.
Le opere esposte a Balingen, che oltrepassano il periodo 1917-1933 indicato dal titolo della mostra e giungono fino al 1939, sono di grande interesse, perfettamente adeguate ad illustrare non tanto lo stile di Klee, quanto le infinite variazioni di quello stile. Non sembri un dettaglio: Klee, da appassionato di musica e buon violinista, tratteggia nelle sue opere motivi e idee che alla musica sono legati; a tal punto che forse nessuna sua opera può dirsi isolata, perché sembra appartenere a una più lunga e articolata composizione. Dal 1917 in avanti il pittore, che era nato nel 1879, conosce la fase più produttiva e eccelsa della propria creatività, mentre vive la storia stessa di quella Germania di cui era diventato cittadino: dapprima come soldato nella Grande Guerra (nella quale morirono i suoi amici e colleghi August Macke e Franz Marc), poi come insegnante della Bauhaus a Weimar e a Dessau, e infine, dopo la radiazione dall'insegnamento per opera dei nazisti, proprio nel 1933, come esule nella natia Svizzera.
Nelle opere di Balingen, Klee rivela la consueta particolare sensibilità e la consueta particolare intimità del suo gesto pittorico in quadri di dimensioni limitate, dai raffinati colori tersi ma non smaglianti, non accesi. La sua pittura è specchio certamente del carattere schivo, ma anche di una ricerca artistica ossessiva, meticolosa, che si manifesta nelle scelte tecniche: l'olio, l'acquerello, la matita, il guazzo, la penna, su carta, cartone e supporti misti appositamente trattati. Il titolo e la firma sono spesso scritti a penna in una striscia in basso. L'effetto è di opere chiuse, complete come le illustrazioni di un libro e allo stesso tempo confinanti e collegate con altre, come le tessere cangianti di un mosaico.
È certamente una pittura contenuta, ma mai dimessa; il segno sottile di Klee la condiziona, rapido e curvo, ma anche teso e espressivo come una corda vibrante. Così si intuisce come non possa esserci espansione, esternazione, esaltazione o esplosione in questa idea di Arte, ma soltanto Espressione, l'espressione che porta Klee a manifestare e a dimostrare la compiutezza di un'opera nell'armonia assoluta di linee e di forme. Noi sentiamo che il pittore ha vissuto ogni dettaglio del suo quadro e che ogni dettaglio è frutto di una paziente e lunga ricerca, testimoniata dagli infiniti schizzi e studi. Nessuno lo ha scritto meglio di Argan: "Di un quadro, di un disegno [Klee] riesce a fare un evento, qualcosa che accade sotto gli occhi dello spettatore, e lo sorprende, e costituisce un problema, che ciascuno risolverà a modo suo e dunque non sarà mai risolto, rimarrà sempre un problema: come gli eventi della vita ... "
I rapporti di Klee con le avanguardie a lui contemporanee, con i gruppi di fin Ottocento e con quelli che invece nascono verso la fine della sua attività o anche dopo, sono ampiamente descritti nei manuali e nei libri di storia. Tuttavia, troppo spesso è stato posta un'enfasi particolare sulla diretta derivazione di Mirò e di molti surrealisti dall'opera di Klee, e questo dato ha finito per limitare l'analisi storica del pittore a un solo aspetto, quello trasognato e sognante di figure fantastiche, lievi, di immagini che sembrano fatte di aria e che ci riconducono alla matrice psicologica e simbolica. Ma Klee non può certo essere ridotto a una sola dimensione e non è soltanto un precursore, da citare quando si parla di Surrealismo. Al contrario, Klee rappresenta chiaramente un punto cardine, che non può essere ignorato, nel lungo e complesso percorso che porta l'arte moderna dagli impressionisti fino alle tendenze attuali.
Come la mostra di Balingen dimostra, Klee affronta e ricostruisce, in un continuo alternarsi, tecniche e studi della pittura che lo precede; di volta in volta si trasforma in divisionista, simbolista, secessionista, fauve, cubista, ed espressionista naturalmente. Guardando le sue opere, di volta in volta possiamo intravedere le sue radici insieme alle radici di chi verrà dopo di lui: Dada, i surrealisti, gli espressionisti astratti, gli informali. E un'approfondita analisi del ruolo di Klee nella pittura del Novecento porterebbe, io credo, a risultati ancor più sorprendenti per entità e per importanza dei contenuti artistici. Lo sapevano bene, o lo intuivano, Picasso, Kandinskj, Braque e tanti altri, quando alla fine degli anni '30 si recavano a visitarlo, ormai malato, nella sua Berna, rendendo omaggio all'amico e al maestro insieme.
Una breve e provvisoria analisi, in ordine cronologico, di cinque tra le opere esposte a Balingen, tutte proprietà della collezione Rosengart di Lucerna e visibili anche presso il sito web della Stadtahalle Balingen, dovrebbe consentire di delineare e dimostrare la qualità di questa notevole mostra.
Bild mit dem Hahn und dem Grenadier (1919)
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http://www.stadthalle.balingen.de/paulklee/e_fs_2.htm>
Colori ad olio, su cartone impregnato d'olio sul retro
Collezione Rosengart, Lucerna (CH)
Quadro con il gallo e il granatiere
Sintesi felicissima di spunti espressionisti e cubisti, secondo la formula più geniale (e più importante in chiave storica) tra quelle create da Klee, il quadro è tra i suoi più memorabili. Figure primitive, segni, simboli, si mescolano a forme e aree geometriche, in un continuo e vario alternarsi di confini pittorici. L'estrema ricchezza del dettaglio non influisce sull'immagine finale, che riesce incredibilmente ad essere globale e minuziosa insieme.
Herzdame (1922)
<http://www.stadthalle.balingen.de/paulklee/index.htm>
Acquerello e matita, su carta
29,5 x 16,4 cm
Collezione Rosengart, Lucerna (CH)
La dama di cuori
È un'opera tipica di Klee, che mescola un dato iniziale (la dama di cuori delle carte da gioco), con una serie di varianti compositive e cromatiche. Diviso in scomparti geometrici, con chiari riferimenti al cubismo sintetico, il quadro ha tuttavia un impatto anche simbolico, con quel cuore, che rappresenta il seme delle carte, disposto nella sua sede anatomica e quindi trasformato in un oggetto ambiguo e spiazzante, e con il volto femminile, ugualmente a forma di cuore, disegnato su uno sfondo vermiglio.
Feuerwind (1922)
<http://www.stadthalle.balingen.de/paulklee/e_fs_2.htm">
Colori ad olio, su carta squadrata ad olio e montata su cartone
37,9 x 45,5 cm
Collezione Rosengart, Lucerna (CH)
Vento di fuoco
Le frecce rappresentano una elementare ed efficace forma pittorica del Klee geometrico. La figura della piramide, del triangolo e appunto della freccia hanno un significato visivo e simbolico di evidente efficacia. Qui le frecce da sinistra forse indicano il verso del vento, ma ancora una volta nel contesto semplice della composizione intervengono anomalie o elementi atipici, come i piani sinuosi in prospettiva, in controtendenza rispetto alle frecce e comunque non mossi da alcun effetto dinamico.
kristallinische Landaschaft (1929)
<http://www.stadthalle.balingen.de/paulklee/e_fs_2.htm>
Acquerello con sfondo nero, su carta montata su cartone
33,3 x 42 cm
Collezione Rosengart, Lucerna (CH)
Paesaggio di cristallo
Astrattismo geometrico, ma quanto lontano dal neoplasticismo! Si avverte semmai un'eco del futurismo, della dinamicità di certi studi ottici cari a tutta le avanguardie che derivano dal cubismo, da Cezanne e dalle sue ricerche spaziali. Notevolissima l'attenzione cromatica, che riesce a rendere voluminose alcune figure composte da superfici semplici.
ABC für Wandmaler (1938)
<http://www.stadthalle.balingen.de/paulklee/e_fs_2.htm>
Colori ad olio, esecuzione a graffio su tela di juta impregnata di gesso e montata su cartone
Collezione Rosengart, Lucerna (CH)
ABC per pittore murale
Un'opera esemplare per capire l'ultimo Klee, che cerca alfabeti nuovi per la pittura e trova nelle lettere una forma pittorica lineare che gli è congeniale. Qui si rivolge ai pittori di muri, in pratica agli affrescatori, e fornisce un modello singolare di pittura simbolica: infatti, le lettere dell'alfabeto si delineano sulla tela impregnata di gesso e scompaiono soffuse nelle macchie di luce che le circondano. È un quadro di strana e suggestiva potenza, fatto di niente, ma pieno di una singolarissima precisione, come se non potesse esserci altro al mondo, in questo momento, che queste lettere evanescenti, incise su una parete che sembra quasi l'interno di una grotta paleolitica.
Stadthalle Balingen,
Paul Klee Jahre der Meisterschaft 1917-1933,
dal 28 luglio al 30 settembre 2001.
Breve bibliografia di riferimento, su carta e su Internet
Doschka, Roland, Paul Klee. Jahre der Meisterschaft, catalogo della mostra, Prestel, Monaco di B., 2001
Düchting, Hajo, Paul Klee. Malerei und Musik, Prestel, Monaco di B., 1997
Giedion-Welcker, Carola, Paul Klee. In Selbstzeugnissen und Bilddokumenten, Rowohlt, Ratisbona 1976.
Hans L. Jaffé, Paul Klee, Sansoni, Firenze, 1977
(contiene una preziosa bibliografia, anche se in parte datata).
Klee nel Web
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