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Retrospettiva su una Rassegna d'Arte Americana  
Caterina Nobiloni
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 16 febbraio 2002, n. 291
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Area Mostre

Dopo la sede di Bonn e quella di Belgrado, la mostra approda a Roma, nel 1976, alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea; è organizzata dal Baltimore Museum of Art ed è uno dei parecchi eventi, espositivi e non, che si tengono, in America e in Europa, in occasione del bicentenario della Rivoluzione Americana. Il titolo, 200 Anni di Pittura Americana 1, si pone una meta ambiziosa ed estremamente difficile da raggiungere perché duecento anni di produzione artistica, sia pure nel "nuovo mondo", sono un periodo di tutto rispetto che difficilmente potrà essere rappresentato, in modo esaustivo, in una singola esposizione.

La curatrice, Ann Van Devander, lungi dal cedere alla tentazione dell'onnicomprensività, opta per un taglio radicale del corpus da esporre; scelta, seppur dolorosa, quanto mai felice, perché, svincolandosi in partenza da ogni obbligo di completezza, è in grado di ritagliarsi un buon margine di libertà che le permette di dare alla mostra i tratti di un rapido ma illuminante excursus su ciò che "arte fu" nell'arco di tempo preso in considerazione. In un articolo di apertura spiega chiaramente quali sono i criteri da lei adottati nella scelta: « ... era essenziale che ciascuno [degli artisti] fosse altamente rappresentativo in seno allo sviluppo generale della pittura americana. Il numero dei ritratti, dei paesaggi, delle opere storiche [...] riflette proporzionalmente la consistenza di queste categorie di soggetti nel complesso della produzione artistica americana ».

Le premesse sono poste e la mostra si apre con un soggetto mitologico-artistico di Benjamin West Venus and Europa (Venere ed Europa, 1770) per concludersi, anche cronologicamente, con un lavoro di Ellsworth Kelly dal titolo Blue, Yellow, Red (Blu, Giallo, Rosso, 1971). Il periodo che separa i due artisti vede snodarsi un'affascinante sequenza di generi e tendenze che, a volte, sono frutto di influenze - quasi mai dirette e contemporanee - provenienti dall'Europa ma che, altrettanto spesso, derivano da meccanismi del tutto interni al gusto, alle esigenze e agli umori sviluppatisi su suolo americano.

Chiarificatrici, al riguardo, suonano le parole di Joshua Reynolds, autore del testo critico in catalogo: « L'arte americana, per quasi tutta la sua storia, si è dovuta misurare con necessità completamente diverse [rispetto all'Europa] e vi ha provveduto secondo tempi suoi propri ». Il prologo, che si chiude con la frase sopra citata, prelude ad una concisa Storia dell'Arte Americana - dal 1700 al 1976 circa - stilata in una serie di brevi paragrafi, notevoli quanto a chiarezza e completezza, che rendono il testo di Reynolds una perfetta "pezza d'appoggio" per un primo contatto con la pittura americana. A rendere più chiaro il tutto contribuisce la seconda parte del catalogo, concepita come un piccolo "dizionarietto dell'arte", per cui, accanto alla foto di ogni opera esposta, una scheda illustra brevemente la biografia dell'artista, il movimento a cui questo appartiene e qualche cenno storico per meglio ancorare e disporre i dati forniti.

È certamente la razionalità a fungere da filo conduttore della mostra, permettendone, a distanza di quasi trent'anni - seppur privati dal piacere della contemplazione diretta - una comprensione ottimale. E' quella stessa razionalità a far sì che, sfogliando le pagine del catalogo, non si sia portati istintivamente a voltare gli occhi alla ricerca di qualcosa che, da lungo tempo, non è più in esposizione. Sintomo, quest'ultimo, di una grande e intrinseca coerenza che permette al catalogo di esistere, e di "essere", anche indipendentemente dall'evento espositivo.




NOTE

1 Il catalogo (Edizioni De Luca, Roma, 1976) è reperibile presso le seguenti biblioteche: 1) Biblioteca Castello di rivoli. Museo d'Arte Contemporanea - Rivoli (TO); 2) Biblioteca del Dipartimento delle Arti Visive. Università degli Studi di Bologna; 3) Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze; 4) Biblioteca del Museo Civico Giovanni Fattori - Livorno; 5) Biblioteca di Storia dell'Arte Bruno Molatoli - Napoli; 6) Biblioteca del Dipartimento di Lingue e Letterature anglo-germaniche dell'Università degli Studi di Padova.





 
 

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