Al Musée du Luxembourg di Parigi si è superato il mezzo milione di visitatori (23 ottobre 2002 - 2 marzo 2003). I dati definitivi della mostra milanese non sono ancora noti, ma il solo numero di prenotazioni è sufficiente per parlare a buon diritto di successo oltre ogni aspettativa. Non bisogna comunque incorrere nell'errore di pensare alla mostra di Palazzo Reale come a una mera tappa di un itinerario iniziato nella capitale francese: l'allestimento italiano ha notevoli peculiarità, soprattutto per l'esposizione dello straordinario Fondo Hébuterne. Nel complesso, le opere - esposte nelle medesime sale che ospitarono Modigliani nel lontano 1958 - sono centoquarantaquattro, compresi quarantadue disegni non presenti a Parigi, oltre a una settantina di opere firmate da Jeanne Hébuterne.
Era il 6 maggio 1913 quando Modigliani scriveva a Paul Alexandre: «La felicità è un angelo dal volto severo. Il resuscitato». Una frase criptica e una firma che non avrebbe trovato ulteriore riscontro sette anni dopo, quando il giovane Modì si spegneva a causa della tubercolosi: era il 24 gennaio 1920. Alle tre del mattino del 26 gennaio, la sua compagna Jeanne si sarebbe gettata dalla finestra dell'appartamento dei genitori, morendo appena ventiduenne e incinta del loro secondo figlio.
Questa parabola troppo breve era iniziata il 12 luglio del 1894, quando Amedeo Clemente Modigliani, detto Dedo, era nato in una Livorno attiva e combattiva. Lì era cresciuto intellettualmente grazie al nonno materno Isaac e alla frequentazione dell'atelier di Guglielmo Micheli. Dopo aver trascorso l'adolescenza, travagliata da gravi problemi di salute, percorrendo lungamente l'Italia intera, Modì giunge a Parigi nel 1906, già minato dalla tubercolosi polmonare che lo affliggeva dall'età di sedici anni.
Fino al 1914, lo scopo principale della sua ricerca artistica è volto alla progettazione di un visionario Tempio della Voluttà sorretto da cariatidi. Tuttavia, per evitare lo sforzo ormai insostenibile dell'intaglio diretto e con la complicità di Paul Guillaume, Modigliani abbandona la scultura. Lo scoppio della prima guerra mondiale coincide con il ritorno alla pittura e gli anni della pienezza sono talmente brevi da far pensare a una "meteora" che alla propria morte non ha ancora riscosso alcun significativo successo. Ciò a fronte di una produzione straordinaria: in quattordici anni (e soprattutto fra il 1914 e il 1918), quasi quattrocento tele, un numero indefinito di disegni, una ventina di sculture.
La presente mostra si pone, tra gli obiettivi più condivisi e importanti, di sfatare il mito di un Modigliani pittore maudi, ma in fondo poco innovativo. La domanda è dunque: era un artista d'avanguardia ? Ammesso che sia chiaro cosa si intende con questo termine, la risposta non può che essere sfaccettata. Un solo esempio: Picasso scopre l'"arte negra" nel 1907, su consiglio di Derain; Modigliani si reca al Trocadéro già nel 1906 e ne ricava l'icona della cariatide. Ora, se da una lato l'esito delle esplorazioni del livornese non consiste in sperimentazioni affiliabili alle consuete etichette dell'avanguardia storica, d'altro canto non si può negare lo sperimentalismo colto di uno scultore-pittore che in questo frangente precede addirittura il simbolo dell'avanguardismo europeo.
Venendo alle sezioni nelle quali è suddivisa l'esposizione, apriamo con il periodo intitolato dal curatore L'avventura del Delta (1906-1911): simboleggiato dalla Mendicante (1909), potrebbe comporre un dittico ideale con il coevo Il mendicante di Livorno, realizzato durante un soggiorno italiano, ove l'influenza di Cézanne è evidente specie nella scelta cromatica.
Il "Tempio della Voluttà": le Cariatidi (1911-1913) è esemplarizzato dalla figura del 1913, ove è evidente come le influenze di Modigliani siano eclettiche: dalle cosiddette "arti primitive" alla statuaria arcaica greca ed etrusca, fino alla ieraticità di un Brancusi. La complessità che questo tema assume è evidente in Cariatide o "Mademoiselle Grain de Café" (1911-12): il trattamento complesso delle articolazioni di ginocchia e gomiti è pregevolissimo (si veda anche il disegno a matita grassa Cariatide genuflessa sul ginocchio destro, con una collana a tre file di perle e Cariatide, penna, inchiostro e lapis su carta), mentre alle spalle della figura femminile e sulla sua coscia destra emergono presenze inquietanti. [Fig. 1]
La sezione Il difficile ritorno alla pittura (1914-1915) si pregia di opere come il ritratto di Diego Rivera: gran parte del supporto è lasciato intonso, mentre il placido volto del pittore è reso con una giovialità atipica in Modigliani. Il cubismo (1915) comprende alcune opere notevoli per l'emergere delle cifre stilistiche più note di Modigliani: la "cecità" parziale o totale dei soggetti ritratti, il "collo di cigno" pierfrancescano, i tratti scultorei del viso e specie del naso, l'equilibrio tra mimesis e iconicità, la "freddezza" nei confronti del soggetto, lo studio cromatico dei fondi, il dissesto discreto del volto. Caratteristiche che sono riassunte nel magnifico Raimondo, che probabilmente ritrae il giovane Raymond Radiguet.
Il viso come maschera dell'anima (1916-1917) permette di osservare il ritratto di Manuel Humbert Estive: il volto austero del presidente del Salon de Monjuic, le sue mani posate sulle cosce, il candido colletto della camicia - pochi tratti cromo-somatici che identificano un essere umano sulle tonalità cupe rosso-nere del vestito e del fondo. [Fig. 2].
La "pienezza" (1917-1918) ha un suo capolavoro nella Donna con giubbetto bianco: il ritratto di Mariette Duc rappresenta una doppia complementarietà: da un lato, tra la dinamica curvilinea della composizione e la ruvida spigolosità del naso, delle labbra e del mento; dall'altro, fra il tono bruno del fondo e della capigliatura e la carnagione chiara e l'ocra gialla del giubbetto.
Fa parte del Soggiorno a Nizza (1918-1919) l'olio intitolato Il giovane apprendista [Fig. 3]: i monocromi macchiaioli spirano sobrietà e calma, supremamente sul volto pensoso, le gote arrossate con un tocco spruzzato.
La fine di una "meteora" (1919-1920) gode ancora due dipinti assoluti. Il ritratto di Lunia Czechowska è una cariatide addolcita da una naso leggermente curvo e da una fossetta sul collo allungato: l'etereo pallore del volto ha il suo contraltare cromatico e il suo parallelo tematico nello scialle nero profondo. La Maternità è un sintomo già capolavoro: quale "ritorno all'ordine" sarebbe scaturito dal pennello di Modigliani se non fosse intervenuta prepotentemente la morte ? La tavolozza è ricca di colori ma quasi priva di tonalità; le dimensioni e il tema sono quasi unici; l'equilibrio è assoluto, senza cedere ad alcuna intimità: l'estetica surclassa come mai prima in Modigliani il sentimento, la psicologia. [Fig. 4]
Un trattamento a parte meriterebbe il tema del nudo, o forse l'ispirazione iberica: un ideale filo rosso si intesse fra un disegno del 1916 intitolato Donna addormentata, di estrema dolcezza; il Nudo seduto del 1917, che rappresenta la ripresa del genere dopo molti anni di interruzione: le forme abbondanti della giovane sono parzialmente coperte da una camicia, la sobrietà della composizione è contraddistinta dallo stagliarsi della figura sul fondo neutro e scuro [Fig. 5]; terza tappa, La giovane lattaia, ove una serie di motivi preesistenti si accentuano e si rendono organici gli uni con gli altri; infine il Nudo disteso, con il braccio destro sotto la testa (1919), quando esplode l'influenza di Goya: una candida Maya desnuda giace abbandonata, dormiente o con le palpebre abbassate per civetteria.
La Mostra
Amedeo Modigliani. L'angelo dal volto severo
A cura di Marc Restellini.
Palazzo Reale, Milano
21 marzo - 6 luglio 2003
http://www.amedeomodigliani.it
Il Catalogo
Catalogo Skira, Euro 35 (pbk.) e 55 (hc)
(Testi di Francis Berthier, Pierre Daix, Marie-Cristine Decrocq, Bernard Dorival, Billy Klüver, Jacqueline Munck, Marc Restellini, Werner Schmalenbach, Mariastella Margozzi).
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fig. 1
Amedeo Modigliani,
Cariatide o "Mademoiselle Grain de Café", 1911-12
olio su tela, cm. 72,5 x 50,
Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, Düsseldorf
fig. 2
Amedeo Modigliani,
Manuel Humbert Estive, 1916
olio su tela, cm. 100,2 x 65,5
National Gallery of Victoria, lascito Felton (1948), Melbourne.
fig. 3
Amedeo Modigliani,
Il giovane apprendista, 1918
olio su tela, cm. 100 x 65
Musée de l'Orangerie, collezione Walter-Guillaume, Paris.
fig. 4
Amedeo Modigliani,
Donna con bambino seduta o Maternità, 1919
olio su tela, cm. 130 x 81
Musée National d'Art Moderne, Centre de Création Industrielle, Paris, già donazione Geneviève et Jean Masurel, in deposito al Musée d'Art Moderne de Lille- Métropole, Villeneuve d'Ascq
fig. 5
Amedeo Modigliani,
Nudo seduto, 1917
olio su tela, cm. 92 x 67,5
Musée d'Art Moderne de Lille-Métropole, donazione Geneviève et Jean Masurel, Villeneuve d'Ascq
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