Il 4 luglio 2003 si è inaugurata a Roma la mostra Nike. Il gioco e la vittoria nelle aree espositive ricavate al secondo piano dell'Anfiteatro Flavio, inserite nel progetto di restauro del monumento. La mostra, curata dal sovrintendente Adriano La Regina e organizzata dalla Sovrintendenza archeologica di Roma, ha come tema lo sport e l'ideale che lo animava nel mondo greco-romano.
L'esposizione segue un percorso ideale che, dopo l'excursus sull'origine mitologica dei giochi in Grecia, illustra le varie fasi dell'attività atletica dall'allenamento nei ginnasî, dove l'esercizio fisico affiancava le discipline dell'intelletto, alla premiazione dei vincitori dopo le gare. L'atleta vincitore veniva incoronato dalla Nike, la Vittoria, spesso rappresentata alata a significare che la vittoria è momentanea ed è pronta a volare sul capo di un altro vincitore. Dopo era la consacrazione, all'atleta veniva dedicata una statua esposta nelle agorà cittadine; per la realizzazione di queste opere erano impegnati i maggiori artisti che, nella figura dell'atleta, vedevano la forma migliore per rappresentare l'uomo e le sue imprese.
Lo sport nell'antica Grecia era legato ad un ideale di virtù, necessaria alla formazione del cittadino soldato: la perfezione del corpo corrisponde ad una perfezione morale; la superiorità nelle gare è vista come superiorità del guerriero in battaglia. L'atleta era spinto a dare il meglio non per spirito di competizione con altri, ma per dimostrare la propria virtù (aretè). La Vittoria, quindi, diveniva il simbolo fugace, ma ambitissimo, della preparazione dell'individuo e della sua personale vittoria sui propri limiti, un'affermazione della propria disciplina e del proprio impegno. Proprio per questo significato individuale delle competizioni sportive, in Grecia non esistono sport di squadra, ma solo gare individuali. La vittoria sul proprio io, non può essere condivisa. Questo ideale eroico di perfezione si ritrova già nel mondo omerico.
La mostra si apre con il racconto delle principali manifestazioni sportive in Grecia: i giochi panellenici e le feste in onore di Atena. Attraverso le opere esposte abbiamo una panoramica delle principali discipline sportive praticate in queste manifestazioni: il pugilato, la corsa, la lotta, il lancio del disco e del giavellotto, la corsa dei carri.
Lo spirito di Roma è ben diverso: i ludi avevano un carattere spettacolare. Il cittadino romano amava assistere, più che partecipare, alle gare sportive: le discipline preferite erano la corsa dei carri al Circo e i giochi gladiatori nell'Arena, i giochi "alla greca" tardarono ad affermarsi. Gli atleti erano più che altro professionisti, reclutati nelle classi meno elevate e i lori ritratti rudi e massicci, in confronto all'eleganza delle figure atletiche greche, dimostrano ancora di più come nel mondo romano le manifestazioni sportive avevano un carattere di divertimento e tifo a volte sfrenati, come ci tramandano gli scrittori latini . L'organizzazione dei ludi era anche un modo per accattivarsi il favore del popolo e ben presto diventò uno strumento di propaganda politica per Senato e Imperatori.
La mostra è visitabile fino al 7 gennaio 2004.
Fotografie
Pelike attica a figure rosse del pittore di Peleo: incoronazione dell'atleta vincitore
Proveniente da Taranto, v. D'Alò Alfieri ang. v. Leonida, tomba
Terracotta, 450-430 a.C.
h. ricostruita 34 cm
Taranto, Museo Nazionale Archeologico
© Soprintendenza Archeologica della Puglia
foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra
Mosaico con pugile
Proveniente dalle Terme di Caracalla
Mosaico, III d.C.
1,19 x 1,40 m.
Roma, Terme di Diocleziano
© Soprintendenza Archeologica di Roma
(fronte-mani-profilo-retro)
Statua bronzea del Pugile delle Terme
Proveniente dalle pendici del Quirinale, dall'area del Convento di San Silvestro, 1885
Bronzo, IV secolo a. C.
h. 128 cm
Roma, Terme di Diocleziano
© Soprintendenza Archeologica di Roma
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