IL TRENO
A giugno del 2008 nelle prime notti del mese a piazza Navona, c'è stato parecchio trambusto. Globalmente conosciuta come la sede della celeberrima Fontana dei Fiumi, appena restaurata, la cui collocazione, di fronte alla facciata di Sant' Agnese in Agone, ha fissato nella storia la traccia dell' antagonismo tra i due genî del XVII secolo, Bernini e Borromini, ospita meravigliosi palazzi, tra i quali, sul lato rivolto verso corso Vittorio, tra vicolo della Cuccagna e vicolo San Pantaleo, si trova Palazzo Braschi, sede del Museo di Roma.
Il Museo sta per essere sottoposto ad interventi di ammodernamento e di restauro degli spazî espositivi, ma prima di procedere con i lavori, c'è stato bisogno di fare "un po' " di spazio.
Infatti i locali che esternamente affacciano su piazza Navona, chiusi al pubblico già dal 1987, ma che era possibile visitare su richiesta e poi definitivamente chiusi dal 1998 per inagibilità, ospitano dagli anni '50 il treno di Pio IX.
Si tratta del primo treno ad aver circolato in assoluto nel Lazio, interamente di legno massiccio, cimelio storico di indiscutibile valore tecnologico e artistico, composto da tre vetture donate a Papa Mastai Ferretti, per i suoi viaggi sulle linee ferroviarie dello Stato pontificio. L'inaugurazione della prima linea Roma-Frascati (linea Pio Latina) avvenne il 7 luglio 1856. Il percorso dei 19 km era coperto in poco più di mezz'ora. Seguirono nel 1859 la linea Roma - Civitavecchia (Pio-Centrale) lunga 73 km e nel 1862 la linea Roma - Velletri - Ceprano.
La compagnia francese che gestiva la linea Roma - Civitavecchia fece dono a Pio IX di due vagoni, a due assi, progettati in modo da viaggiare sempre accoppiati, costruiti a Parigi nel 1858 dalla Ditta Delettrez 1: il primo, detto volgarmente balconata, serviva come loggia per le benedizioni papali; esternamente,è un vagone terrazzato balaustrato da entrambi i lati con colonnine tortili dorate e decorato nella parte superiore da un fregio e da una cornice di foglie di quercia e di alloro, sormontata da girali di fiori in rame cesellato con al centro le armi pontificie. L' interno è adorno di dorature e velluti e la volta è decorata da un finto velario dipinto cosparso di stelle.
La sala del trono
La seconda vettura, collegata alla prima da una piccola piattaforma di raccordo con ringhiere e cancelletti in ferro battuto finemente, definita ponte di congiungimento, è costituita da una Sala del trono con piccolo appartamento annesso, ad uso privato del Pontefice, rivestito di stoffe porpuree. Dalla balconata si accede alla Sala del trono, tramite una porta a due battenti ornata da cristalli a tortiglioni. L'interno è dominato dalle tonalità papali del bianco e del giallo dorato: le pareti e le stoffe delle tappezzerie dei grandi canapè, del trono e delle tende, hanno filamenti d'oro e d'argento e rendono l'ambiente molto prezioso. Il trono è sormontato dalle armi del Papa, mentre le cornici dorate dei canapè recano le insegne pontificie.
La Cappella
La terza vettura posseduta dal Museo, la Cappella, è ancora più sontuosa; offerta dalla società francese che gestiva la linea Pio Latina, per i viaggi sulla linea Roma-Frascati, costituisce uno dei primi esempi di vettura poggiata su due carrelli snodati a perno, a quattro ruote ciascuno. È una cappella consacrata nella quale il papa tenne messa durante uno dei suoi viaggi. Fu costruita a Parigi su progetto di Emile Trelat, professore dell' Imperiale Conservatorio parigino di arti e mestieri, e realizzata ad opera della Compagnie Gènèrale de Matèrièls del Chemis de Fer di Parigi nello stabilimento di Clichy. Il costo complessivo, compreso il trasporto fu piuttosto elevato per l' epoca (circa 140.000 franchi). Il trasporto avvenne per via d' acqua dal Quai d'Orsay a Ripa Grande, seguendo i canali, la Saona, il Rodano fino a Marsiglia; da lì per mare raggiunse Civitavecchia e infine per via fluviale Ripa Grande.
La decorazione esterna è costituita da un rivestimento di rame argentato e dorato, realizzato da Christofle 2 e da rilievi e sculture, eseguiti da Godin, con tre angeli per parte con gli attributi che contraddistinguono le Virtù Teologali: Fede, Speranza e Carità e quattro grifoni agli angoli. L'interno, con la volta riccamente adornata di fregi e pitture, fu decorato da artisti, come i pittori Gerôme e Cambon, e artigiani di fama. Gerôme, contemporaneo di Courbet con cui condivise i successi nei Salon verso la fine della prima metà dell' Ottocento, lavorò anche per una compagnia ferroviaria italiana che aveva un ufficio a Parigi e probabilmente per questo motivo la commissione per la decorazione del vagone ferroviario fu affidata a lui 3. Dipinse su tela le scene che vennero applicate sulle vele della volta della Cappella, i quattro piccoli tondi raffiguranti gli evangelisti, di cui ne rimane solo uno, i due tondi dipinti su rame raffiguranti la Vergine con Bambino e il Buon Pastore, e infine i medaglioni con i Dodici apostoli, oggi perduti 4. Nelle vele sono raffigurate le benedizioni di una ferrovia e di un porto, i moderni mezzi di trasporto, impartite da Pio IX, una sacra allegoria che rappresenta la Religione in trono fra San Pietro e San Paolo, e Dio Padre sostenuto da nuvole, panneggi e da due putti.
Cambon probabilmente realizzò i fregi con gli stemmi che ornano gli angoli e la base della volta.
Dopo il 1870 le tre carrozze vennero ricoverate una rimessa a Termini 5 dove rimasero per lungo tempo e furono soggette e un lento deperimento. Restaurate nel 1910, fecero la prima apparizione come cimelio storico nella mostra del 1911 a Castel Sant' Angelo 6, realizzata per celebrare il cinquantenario del Regno d' Italia, dove rimasero in temporaneo deposito fino al loro trasferimento nel 1930 nella prima sede del Museo di Roma in via dei Cerchi.
Il treno, ceduto dallo Stato al Comune di Roma nel 1930 7, venne esposto nel 1932, in occasione della mostra dell'Ottocento Romano 8, nella prima sede del Museo di Roma in via dei Cerchi. Dal verbale delle deliberazioni del Governatore adottate il 3 maggio 1930, risulta che il trasporto del treno da Castel Sant' Angelo, dove il Ministero lo teneva in deposito, ai nuovi locali del Museo di Roma in via dei Cerchi, fu affidato al commendatore Vincenzo Taburet a seguito della gara delle Imprese di Trasporto. In via dei Cerchi, presso il palazzo dell'ex pastificio Pantanella il treno rimase esposto fino al 1951, anno in cui fu poi trasferito in Palazzo Braschi, nuova sede del Museo di Roma. Il 2 agosto 1951 il convoglio fu trasportato attraverso le vie della città, suscitando stupore e curiosità fra i Romani, su un carrello ferroviario fornito dalle Ferrovie dello Stato, a otto ruote e lungo dieci metri, capace di sostenere un peso di 3000 tonnellate; arrivato a destinazione fu collocato nel museo tramite uno squarcio praticato sulla facciata del palazzo che prospetta su piazza Navona. Di questa operazione si conserva la documentazione fotografica presso l' archivio del museo.
Quest' estate, il muro che divide il treno da piazza Navona è stato abbattuto e il treno ha camminato di nuovo, o quasi. In previsione dei lavori di restauro dei locali che ospitavano il treno, quest'ultimo ha dovuto "traslocare" alla Montemartini e per poche ore nel cuore della notte è stato di nuovo visibile, nel periodo impiegato per farlo uscire, caricarlo, su un carrello di trenta metri con due binari su ruote, e trasportarlo alla Centrale, dove è stato di nuovo "parcheggiato" in una zona off limits ai visitatori del museo. Dal 2003 Zètema è impegnata in un progetto di adeguamento dei locali dell'ex Centrale, la sala delle caldaie n. 2, destinati ad ospitare il treno di papa Pio IX e valorizzare, con l'esposizione al pubblico, le tre carrozze ferroviarie del treno papale. A quanto pare, il treno è stato trasferito, ma resta comunque inaccessibile ai visitatori, speriamo ancora per poco.
IL MUSEO DI PALAZZO BRASCHI
La collezione del museo, spazia dalla presenza di manufatti legati alla storia della città dal Medioevo agli inizi del Novecento, alla raccolta di dipinti di grande valore documentario, realizzati tra il '500 e il '700, per celebrare cerimonie ed avvenimenti civili e religiosi.
Questi oggetti, mobili, carrozze, portantine, elementi di arredo architettonico e urbano, mosaici e affreschi salvati dalle demolizioni, ceramiche medievali, stampi lignei per le stoffe delle manifatture del '700 e dell'800, abiti ed arazzi della stessa epoca, sono testimonianza delle trasformazioni topografiche e dei vari aspetti della vita culturale, sociale e storico artistica della Capitale. Di grande valore è la raccolta del Gabinetto Comunale delle Stampe composta da disegni ed acquerelli, stampe, incisioni e libri antichi che testimoniano la storia e l'evoluzione dell'arte grafica e delle sue tecniche dal XVI al XIX secolo. Le opere rivestono prevalentemente un carattere iconografico e documentario relativo alla topografia ed alla storia della città. La collezione di rare fotografie antiche dell'Archivio Fotografico Comunale si pone in continuità con la collezione grafica fornendo un quadro completo della produzione fotografica romana dell'800 e della prima metà del '900.
Gli interventi di ammodernamento promossi in Palazzo Braschi, prevedono il trasferimento dell' ingresso principale da piazza San Pantaleo a piazza Navona, per rendere il cortile interno al palazzo, protagonista di entrate incrociate da piazza e da via San Pantaleo, da vicolo della Cuccagna e da Piazza Navona, davanti Palazzo Pamphili.
NOTE
1
L' Album, Roma 27 novembre 1858, XXV, pp.328-329.
2
Resoconto della mostra tenuta a Palazzo Braschi 2000 anni di materia francese, dal 14 al 28 gennaio 1969, in "Bollettino dei Museo Comunali di Roma", XVI, 1969, n.1-4.pp.52-56.
3
G. M. Ackerman, Three Drawings by Gerôme in the Yale Collection, in "Yale University Art Bulletin", 1976,
pp. 8-11.
4
P. Becchetti, Due nuovi documenti fotografici sul treno di Pio IX, in "Bollettino dei Museo Comunali di Roma", XXIII, 1976, n. 1-4, pp. 62-66, figg. 1, 2.
5
Pianta del censo del 1866 citata da L. JANNATTONI, Il treno in Italia, Roma, Editalia, 1980, p. 28.
6
Guida generale delle mostre retrospettive di Castel Sant' Angelo del 1911, Bergamo, Istituto Italiano per le arti grafiche, 1911, p. 23.
7
Estratto n. 3326 - Governatorato di Roma - Rip. X - A.B.A. 12 maggio 1930, n. 1750.
8
Roma nell' Ottocento, catalogo della mostra, Roma, Istituto di Studi Romani, 1932, pp. 217-218.
BIBLIOGRAFIA
Ragguaglio delle cose operata dal Ministero del Commercio, Belle Arti, Industria, Agricoltura, e Lavori Pubblici dall' anno 1854 al 1864, Roma, Tipografia della Reverenda Camera Apostolica, 1864, Tav. I.
R. DE CESARE, Roma e lo stato del papa, vol. I, Roma, Forzani Tipografi Editori, 1907, XI, pp. 187-193.
A. MUÑOZA, Il Museo di Roma, Governatorato di Roma, XXI Aprile MCMXXXVIII, pp. 63, 64, 66 e 68.
L. JANNATTONI, Cimeli ferroviari alla mostra fotografica a Roma 1840-1915, in "Ingegneria ferroviaria", Roma, 1954, n. 11, pp. 875-894.
L. JANNATTONI, Il Museo ferroviario a Roma Termini, Roma, Ferrovie Italiane dello Stato, 1959, pp.33-36.
P. NEGRI, Le ferrovie nello Stato Pontificio (1844-1870), in "Archivio economico dell'unificazione italiana", 1967, serie I, vol. X, pp. 16-21.
C. PIETRANGELI, Il Museo di Roma, documenti e iconografia, Bologna, Cappelli, 1971, pp. 195-197.
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