Fotografo, progettista grafico e designer. Personaggio curioso, Arno Hammacher: nato in Olanda nel 1927, dopo gli esordi come fotografo paesaggista si è trasferito a 30 anni a Milano per lavorare con grandi aziende come Pirelli, Bassetti, Italsider, per le quali ha realizzato servizi che ritraggono sia gli operai al lavoro che gli edifici o i macchinari ripresi da originali angolature. E adesso che ha 82 anni, gli viene dedicata una grande mostra monografica che comprende una selezione delle sue opere realizzate dal 1946 ad oggi.
Il Museo della Scienza e della Tecnologia non poteva che essere la sede ideale, vista la fortissima affinità presente nei suoi scatti tra fotografia e tecnologia. Anche perché Milano - ma questo lo sanno in pochi - custodisce un tesoro preziosissimo: nel 1992 la Regione Lombardia ha acquisito l'archivio fotografico di Hammacher costituito da oltre 90mila immagini aventi per soggetti paesaggi e architetture, ma anche coltivazioni agricole e produzioni industriali nelle province lombarde: pellicole, diapositive, negativi che vanno così ad aggiungersi agli altri fondi di fotografie storiche che documentano lo sviluppo delle campagne padane nell'ultimo cinquantennio.
Tornando alla mostra, è difficile non ammirare lo sguardo originale di Arno - il nome gli venne dato dai genitori mentre erano in vacanza a Firenze, in omaggio al fiume - su tutto ciò che riguarda sia la natura, come pure i centri abitati o il paesaggio industriale. Dalla prima fase in cui ritrae le vedute della sua terra, si passa alle impegnative commissioni dalla fine degli anni '50, quando, su incarico della Pirelli, eseguì centinaia di scatti nel cantiere del celebre grattacielo dai primi scavi ad ogni fase costruttiva. Qui, come in altri casi, Arno si è sempre sentito libero di scegliere i particolari che più lo colpivano, conferendo così un aspetto quasi "artistico" a tubature, cavi, materiale edili.
Un'altra sua passione riguarda poi la cartellonistica pubblicitaria: molte foto ritraggono manifesti, a volte anche locandine stracciate tanto da ricordare artisti italiani di diversa formazione come Mimmo Rotella. Il suo sguardo "onnivoro" ha catturato immagini di tutti i tipi: sculture africane, servizi e copertine per la rivista di architettura Domus, murales e messaggi di propaganda comparsi su muri o manifesti in occasione della Rivoluzione dei fiori portoghese del 1974 - durante la quale strinse amicizia con lo scrittore José Saramago -, il progetto museografico curato da Carlo Scarpa nel 1982 per il Museo di Castelvecchio di Verona, restaurato proprio in quegli anni.
Rientrato ad Amsterdam nel 2003, dove tutt'ora risiede, Arno continua a lavorare "in analogico", ovvero con pellicole - negativi in bianco e nero o a colori o positivi su pellicola - utilizzando poi lo scanner per calibrare il colore: a video corregge e modifica ogni singolo particolare dell'immagine. Il fotografo è sempre presente durante queste operazioni, non delegando la sua presenza in nessuno dei momenti di produzione dell'opera e lavorando ad ogni dettaglio, con più prove, fino al raggiungimento del risultato voluto. Ogni stampa diventa dunque un'opera unica, irripetibile, una fotografia che sembra quasi un olio su tela o un'opera di un "iperrealista" americano.
LA MOSTRA
Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Via San Vittore 21, Milano
20 novembre 2008 - 22 febbraio 2009
Dal martedì al venerdì, ore 9.30 - 17; sabato e festivi, 9.30 - 18.30
Chiuso il lunedì
Ingresso intero 8 euro, ridotto 6 euro
http://www.museoscienza.org
|