Dopo tre anni e tanto girovagare per il mondo, torna a casa la mostra dal titolo La mente di Leonardo. Partita nel 2006 da Firenze dove era stata in esposizione alla Galleria degli Uffizi, è passata poi a Tokyo nel 2007 risultando la mostra più visitata al mondo (900mila visitatori). Nel 2008 arriva in Ungheria e California ed ora, fino al 30 agosto 2009, la si può visitare a Palazzo Venezia. Una mostra molto particolare perché oltre a disegni autentici, due frammenti autografi e pochi altri quadri, di cui due dedicati al tema di Leda, la mostra è tutta incentrata su filmati e riproduzioni ad alta definizione la cui finalità è quella di far vedere i molteplici e differenti studi a cui Leonardo si è dedicato e di come la sua mente abbia spaziato su tutti i campi conoscitivi.
La mostra è divisa in 4 sezioni: la prima Nello studio di Leonardo si possono vedere tra l'altro compassi, tavola pitagorica, penna stilografica; nella seconda La grammatica delle forme: proporzione e analogia si possono trovare vari modelli dall'Ornitottero (uomo-uccello) al Cranio sede dell'anima, al Vascello volante e alle varie figure umane; nelle terza sezione dal titolo Il movimento agente universale troviamo modelli come Le linee di forza del torace, L'orologio planetario di Chiaravalle ed altro; nell'ultima sezione La scienza della pittura troviamo invece tra gli altri, il modello della Camera oscura, L'occhio di Leonardo e I gradi delle ombre.
Modelli funzionanti costruiti basandosi sui suoi disegni, tra cui il prezioso foglio che ci fa vedere il progetto di una magnifica macchina scenica del teatro mobile, ideata per lo spettacolo teatrale dell'Orfeo di Poliziano. Il genio l'aveva concepita come una grande montagna che aprendosi, con l'uso di sistemi di pulegge e cuscinetti a sfere, fa vedere contemporaneamente l'ascesa di Plutone dagli inferi; non si sa però se sia stata veramente realizzata, di sicuro si sa che è stato il primo dramma italiano a cui si ispirarono le opere liriche del secolo successivo, come la favole d'Orfeo di Monteverdi e l'Euridice di Peri.
In mostra ci sono anche progetti originali, postazioni digitali con cui si può interagire, visualizzazioni virtuali di opere alcune andate perdute, come il monumento del cavallo Sforza in bronzo e che doveva essere alto più di 7 metri e che mai si realizzò, ma che occupò per ben dieci anni la mente di Leonardo. In mostra è stata realizzata una sola zampa del cavallo, tanto per avere l'idea della grandiosità del progetto ed è presente anche un modello di assemblaggio della forma dell'impianto per la fusione del cavallo in orizzontale in scala 1:7 sistema di fusione.
Sono circa 50 le macchine funzionanti; tra quelle che suscitano maggior interesse vi sono i galleggianti per camminare sull'acqua, la prova dell'ala, un leone meccanico, il cric e il modello dell'orologio di Chiaravalle.
Il sottotitolo della mostra dà il senso di quello che il visitatore potrà trovare e cercare di capire:
Nel laboratorio del Genio Universale. Proprio perché Leonardo, essendo dotato di grande immaginazione e creatività, concepiva la conoscenza come un sapere unico, universale e quindi in grado di raccogliere, al suo interno, tutte le arti. Ed è proprio quello che fa: abbracciando in modo totale lo spirito rinascimentale, porta la sua curiosità, i suoi studi ad un'attenta ed acuta osservazione; la sua mente scandaglia, analizza, studia, raccoglie qualunque cosa gli viene offerto dal mondo fisico, per poi elaborarla e riproporla passando attraverso tutti i campi del sapere. In sintesi si può dire che la sua è stata una mente speculativa ed applicativa al tempo stesso, il suo metodo di analisi e ricerca lo ha portato ad applicare alle forme sempre nuove trasformazioni.
Nella conferenza stampa di presentazione della mostra, Paolo Galluzzi, ci ha ricordato come Leonardo seguiva sempre i medesimi paradigmi, mai separati tra loro, e i tre concetti basilari a cui si atteneva: la forma, sia essa organica che inorganica che suggerisce costanti e proporzioni; il movimento che è universalmente presente, dai corpi celesti, all'acqua, ai movimenti degli animali agli animali come il cavallo e l'uomo stesso, includendo anche i "moti mentali"; per ultimo la rappresentazione che lo portavano ad una rigorosità scientifica, dall'ottica allo studio delle ombre perché come diceva Leonardo il pittore deve fare più attenzione all'ombra che alla luce.
Mentre Antonio Paolucci parla di Leonardo come un personaggio particolare, una specie di mago merlino o stregone esoterico e poi aggiunge la storica definizione di Picasso che lo ricorda così: «Leonardo ci promette il paradiso, mentre Raffaello ce lo dà». Quindi la supremazia di Leonardo sta proprio nel fatto che lui affronta tutti i campi e gli aspetti del mondo visibile, contestualmente. Leonardo sosteneva che «La pittura è linguaggio universale, quella che si avvicina di più alla natura, quindi scienza suprema. La natura è costretta dalla ragione della sua legge, che in lei infusamente vive», e aggiunge anche che «nessuna umana investigazione si può dimandare vera scienza, s'essa non passa per matematiche dimostrazioni».
Lungo il percorso della mostra, ad un certo punto si legge una frase significativa che voglio ricordare:
«L'occhio del filosofo naturale, che indaga le cause, e quello dell'artista interessato a registrare il variare delle attitudini, appaiono l'espressione del progetto che guida la mente di Leonardo: unificare conoscenza scientifica e raffigurazione artistica della realtà».
L'allestimento romano della mostra, curata dal prof. Paolo Galluzzi, direttore dell'Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, è promosso dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma, dalla Regione Lazio, dalla Provincia di Roma, dal Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione; organizzato da Civita e Opera Laboratori Fiorentini,con il contributo di Ericsson. Il catalogo è edito da Giunti.
LA MOSTRA
Roma, Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
Indirizzo: via del Plebiscito 118
Telefono: 0632810;
Orario: Tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 10 alle ore 19 (la biglietteria chiude alle ore 18.00)
Biglietto: Intero: €9,00 Ridotto: €7,00 (gruppi oltre 15 persone, minori di 18 anni, maggiori di 65 anni, universitari con tesserino, possessori apposite convenzioni e coupons) Ridotto speciale: €4,00 (scuole) Cumulativo Mostra+Museo: €11,00 Gratuito: minori di anni 6, disabili e accompagnatore, guide professionali, giornalisti con tesserino, dipendenti del MIBAC
Prenotazione: 0632810; http://www.ticketeria.it
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