Lei è il
Capo Curatore per lo Sviluppo del Nuovo Rijksmuseum e Segretario della
Commissione di Coordinamento per la progettazione museale.
Sì, è corretto. Durante gli ultimi cinque
anni ho coordinato un gruppo di esperti incaricati di realizzare il Nuovo Rijksmuseum.
Rappresento una sorta di memoria storica del Museo.
Nel progetto di rinnovamento del Rijksmuseum
abbiamo tracciato le linee di sviluppo; in particolare il mio compito è quello
di controllare che le variazioni del museo siano in linea con le direttive
previste e nell’orientare le idee dei curatori dei vari dipartimenti nella
medesima direzione.
Il Nuovo Rijksmuseum offrirà ai visitatori una panoramica dell’arte e
della storia olandese dal Medioevo fino al 20° secolo e darà anche conto di
alcuni aspetti dell’arte europea e asiatica. Quale era invece il layout
del “vecchio” Rijksmuseum ?
Il precedente museo era diviso in cinque sezioni: tre sezioni contenenti una selezione di dipinti, sculture, arti applicate insieme alla storia dei Paesi Bassi; infine il dipartimento delle stampe e disegni che ospitava mostre temporanee, e una piccola ma eccellente sezione di arte asiatica. Le opere esposte nei primi tre
dipartimenti datano dal Medioevo a circa il 1990. Nel precedente layout del Museo, quindi, i
visitatori dovevano chiedersi se fossero più interessati ai dipinti o alla
storia e così via. Inoltre, le tre sezioni non erano coerenti fra loro, infatti
il dipartimento di storia e quello di pittura riguardavano fondamentalmente i
Paesi Bassi; mentre la sezione di scultura e arti applicate avevano un approccio
più internazionale. Le arti applicate avevano, ad esempio, tre stanze dedicate
alle porcellane Meissen, raffinatissime porcellane tedesche del 18° secolo, che
i visitatori non si aspettavano di vedere nel Rijksmuseum.
Nel precedente museo si evidenziava continuamente una carenza di spazio
dovuta al progressivo ampliamento della collezione, per cui uno degli obiettivi, nell'ampliamento del museo, è stato quello di riorganizzare lo spazio in maniera più
chiara. Dapprima abbiamo eliminato tutte le addizioni che erano state costruite
durante gli anni precedenti, il cortile interno ad esempio era stato chiuso per
creare altro spazio. Successivamente, abbiamo conferito una funzione pubblica a
tutti gli spazi non aperti ai visitatori, come uffici, studi, magazzini e così
via.
Quali sono le linee di condotta alla base della ristrutturazione del
Rijksmuseum ?
Vogliamo presentare al pubblico un museo
migliore, che non significa necessariamente più grande. Sarà un museo con un
buon layout e un’esposizione
chiara.
Come pensate di raggiungere questo
obiettivo ?
Ci sembra che la soluzione migliore sia
fondere i tre dipartimenti, quello di pittura, arti applicate e scultura e utilizzare
la storia come sfondo, per dare un resoconto delle condizioni generali di quel
dato periodo. In ogni caso, saremo flessibili rispetto alla fusione dei tre
dipartimenti. Ad esempio, abbiamo molti dipinti del 17° secolo, che
costituiscono una parte pregevole della nostra collezione e siamo convinti che
il visitatore, con un particolare interesse per queste opere, non debba essere
confuso da dettagli sulla storia della Repubblica olandese.
La collezione sarà esposta secondo un ordine cronologico. Quale è la
ragione di questa preferenza, perché, ad esempio, non avete pensato a un ordine
tematico ?
In principio avevamo deciso di esporre la collezione secondo un ordine
cronologico, a partire dal Medioevo fino al 20° secolo, ma poi abbiamo
riconsiderato questa decisione. Cosicché nell’ultima versione del layout del Museo, l’arte del 17° secolo sarà esposta
nell’ultimo piano, nel piano intermedio ci saranno opere del 18° e 19° secolo e
una sala separata sarà dedicata all’arte del 20° secolo. Questa organizzazione
della collezione evita una disposizione serpentinata, risultante da un ordine
cronologico, che avrebbe fatto sentire il visitatore in obbligo di vedere tutto il museo e alla fine gli avrebbe lasciato la delusione di non essere riuscito a completare la visita come avrebbe dovuto. Invece, secondo la più recente formula, l’ascensore
è “la spina dorsale” della sistemazione, così da permettere al visitatore di
scegliere con maggiore flessibilità il proprio percorso attraverso il Museo.
Lei ha menzionato una sorta di mancanza di consistenza tra le tre
sezioni, dipendente dal fatto che alcuni erano concentrati più sull’arte
olandese, altri erano invece orientati verso un approccio internazionale.
La società olandese è internazionale di per sé, i Paesi Bassi sono
sempre stati una sorta di crocevia, dove diverse culture si sono incontrate. Inoltre,
noi abbiamo sempre guardato oltre i nostri confini, riteniamo quindi necessaria
l’integrazione dell’arte-storia nazionale e internazionale.
Il Louvre, ad esempio, proclama la Francia; il Rijksmuseum non
glorifica i Paesi Bassi. Naturalmente, sono ora esposte prevalentemente opere
olandesi del 17° e 19° secolo, ma è comunque nostra intenzione creare una sorta
di ritmo tra l’arte nazionale e quella internazionale, proprio per evitare di
essere troppo nazionalisti.
Marcel Duchamp affermava
di non amare i musei in quanto aveva dubbi sul giudizio di chi decide quale
dipinto esporre, al posto di altri che non sono presi in considerazione ma che
avrebbero dovuto esserlo. Quale è la tua opinione riguardo questa affermazione ?
E’ una domanda complessa. Ti rispondo con un esempio: una volta sono
stato intervistato insieme al curatore di arte olandese del Louvre a Parigi
circa questo argomento. Il Rijksmusem ha 5000 dipinti, dei quali abbiamo fatto
una selezione ed esposto solo 600. E' compito del curatore selezionare le opere per il pubblico. Ritengo peraltro che 600 dipinti siano ancora troppi
per il visitatore medio. Al contrario, il curatore del Louvre asseriva che loro
preferivano mostrare l’intera collezione e considerava questa scelta più
democratica. Mi chiedo: perché dovrebbe essere democratico sovraccaricare il
pubblico con un’opera d’arte? Ritengo che sia molto più interessante presentare
un'esposizione chiara, permettendo allo spettatore di fare accostamenti e
comparazioni.
Inoltre, la selezione viene fatta già con l’acquisto dell’opera d’arte
da parte del museo.
Esattamente. Infatti, da anni sono curatore della sezione dei dipinti
nel Rijksmuseum, ed ho sempre adottato una regola d’oro: quando si acquista un'opera d'arte, è sempre necessario pensare quale andrà a sostituire. Al
Rijksmuseum sono esposti rigorosamente 600 dipinti, mai sono diventati 601.
Nonostante la presenza di alcune opere internazionali, il Rijksmuseum
valorizza prevalentemente il patrimonio storico-artistico olandese. In questo
contesto, come si inserisce la scelta di esporre For the Love of God (2007) di
Damien Hirst ?
Innanzitutto ci siamo proposti di ampliare la nostra collezione con
opere contemporanee e poi Damien Hirst era interessato al Rijksmuseum.
L’artista inglese ha selezionato circa 20 dipinti del Rijksumuseum per
accompagnare il suo teschio di diamanti a platino, che davvero solleva quesiti
essenziali sull’arte, e la relazione tra l’arte e denaro.
E’ mai successo che un collezionista privato abbia aiutato il
Rijksmuseum nella selezione delle opere da acquistare ?
Questa è una tendenza tipicamente americana.
Da una parte, in questo momento non ci sono molti collezionisti
olandesi importanti; dall’altra il
sistema fiscale nei Paesi Bassi è completamente diverso da quello americano.
Gli americani si sentono di dover contribuire alla società con una donazione a
un ospedale o a un museo. Gli olandesi supportano i musei attraverso le tasse,
quindi accade davvero occasionalmente che un museo riceva donazioni da un
collezionista privato. Peraltro noi siamo molto selettivi nella scelta delle
opere, vogliamo migliorare la nostra collezione solo a un livello molto alto.
Il Rijkmuseum riceve finanziamenti privati ?
L’ala sud del museo ha il nome della compagnia
olandese Philips, che ci ha dato un’importante donazione in vista della
ristrutturazione del museo. Ma questa sovvenzione è un’eccezione.
Il museo dà
frequentemente in prestito opere della sua collezione ?
Attualmente è necessario che il museo
mantenga la sua visibilità. Una mostra permanete ha luogo a Maastricht e una
mostra temporanea sulla collezione del Rijksumeum a Vancouver, e ce ne sarà
un’altra in Giappone. Quando abbiamo iniziato a rinnovare il Rijksmuseum,
abbiamo deciso di esporre nell’ala Philips i “Capolavori” della collezione, una bellissima selezione di opere importanti del 17° secolo, e questa scelta ha
avuto un grosso successo. Abbiamo recentemente 800.000 visitatori l’anno, 1
milione prima dei lavori di rinnovamento del Rijksmuseum. Nel futuro, ci
auguriamo che i visitatori tornino più volte nel Museo e che si interessino a
tutta la collezione e non solo all’arte del 17° secolo. C’è un meraviglioso
detto secondo il quale gli olandesi vanno al Rijksumuseum solo una volta nella
loro nella loro vita per vedere La
Ronda di Notte (2007) di Rembrandt e non per piacere ma perché lo sentono come
un obbligo.
Nell’acquisto di opere d’arte tenete in conto le aspettative del
pubblico ?
Il curatore cerca sempre di colmare delle lacune, di migliorare le aree
in cui il museo è più debole. In ogni caso, io considero sempre il punto di
vista economico di ogni acquisizione: è sempre meglio spendere una consistente
somma di denaro che acquistare un opera d’arte economica. Al pubblico piace sapere
che il curatore ha ottenuto per il museo un’opera importante.
Inoltre, è certamente possibile fare scoperte, ma ciò accade raramente,
generalmente il curatore segue la moda. Goltzius, ad esempio, è attualmente considerato
un grande maestro del Manierismo olandese, ma circa 40 anni fa non era neppure
considerato un bravo artista. Quando l’opinione è cambiata, abbiamo scoperto di
avere una lacuna nella nostra collezione e abbiamo acquistato suoi dipinti per
consistenti somme di denaro, mentre 40 anni fa avremmo potuto averle a basso
prezzo. Da una parte, il curatore deve essere al di sopra della massa,
dall’altra la deve seguire. Non ha infatti senso prendere decisioni che
sarebbero completamente fraintese dal pubblico.
Noi teniamo sempre in gran conto i visitatori del Museo e stiamo elaborando,
a tal proposito, un nuovo sistema che permetta di pianificare un personale
itinerario nel museo attraverso il sito web. In passato, le persone entravano
nel Rijksmuseum, iniziavano a cercare La
Ronda di Notte di Rembrandt e il resto del museo era una sorpresa. Secondo
la nuova linea politica, invece, vogliamo rendere i visitatori consapevoli che
il Museo possiede non solo un’importante sezione di dipinti del 17° secolo, ma
anche un’interessante sezione di opere del 18° e 19° secolo, e una di arti
applicate pregevole e internazionale.
Inoltre, noi abbiamo sempre esposto le opere originali, e questo è un
rilevante punto di forza. Non abbiamo mai pensato di includere copie a scopo
didattico, per aiutare il visitatore a comprendere la collezione.
E infine, quando sarà
inaugurato il Rijksmuseum ?
Il Museo riaprirà le porte nel 2013. E’ sconcertante il pensiero che la
nuova generazione non abbia mai visto e fatto esperienza della collezione del
Museo nel suo complesso.
Cosa l’ha spinta a mettere insieme la mostra Fiamminghi e Olandesi a
Firenze. Disegni dalle collezioni degli Uffizi (25 giugno - 2
settembre 2008, Uffizi, Firenze), più precisamente quali erano i tuoi obiettivi?
Onestamente, non avevo nessun proposito specifico. Ero giovane la prima
volta che sono andato agli Uffizi e mi aspettavo di trovare disegni di Jan van
Goyen e Rembrandt. Invece ho scoperto che gli Uffizi hanno un’incredibile
collezione di disegni del 16° secolo di alcuni artisti poco noti. Proprio
grazie a questa “scoperta” ho sviluppato un interesse particolare per l’arte
manierista. Sono ora un grande ammiratore di Goltzius.
Posso dire che mi ha fatto molto piacere tornare agli Uffizi per
selezionare disegni di artisti olandesi, e dare conto di un aspetto poco noto
dell’arte olandese.
Lei si è recato a Firenze per la prima volta negli anni Sessanta ?
Sono stato a Firenze tra il 1970 e il 1971 perché un professore olandese riteneva che fosse necessario catalogare alcuni disegni fiamminghi e olandesi
della collezione degli Uffizi. Il catalogo è stato poi pubblicato, garantendomi
l’opportunità di presentare disegni che costituiscono una sorta di tesoro
nascosto degli Uffizi. Nessuno sa che alcuni dei disegni più belli di Van Dyck
sono a Firenze.
In un articolo sul
quotidiano olandese “Trouw” (25 luglio 2008) si sostiene che le mostre a
Palazzo Pitti e agli Uffizi abbiano dimostrato che l’influenza dell’arte
fiamminga è stata di cruciale importanza nello sviluppo del Rinascimento.
L’articolo si riferiva alla mostra Firenze e gli antichi Paesi Bassi. Dialoghi artistici, 1430-1530 ospitata a Palazzo Pitti in Firenze (20 giugno - 26 ottobre 2008). Roger
van der Weyden, ad esempio, è stato fondamentale nello sviluppo dell’arte
italiana. Per il ritratto di Federico da Montefeltro, Piero della Francesca si
è inspirato agli artisti fiamminghi. Al contrario, nel 15° secolo gli artisti
italiani non hanno influenzato l’arte fiamminga. In ogni caso questa non era la
mia idea curatoriale, infatti molti dei disegni esposti agli Uffizi sono opere di artisti olandesi che avevano lavorato in Italia.
Dal 1998 lei è membro di Codart, una piattaforma internazionale di
curatori specializzati nell’arte dei Paesi Bassi. Mi potrebbe raccontare
qualcosa di più ?
Codart è un network, un
gruppo di curatori di musei internazionali che sono interessati all’arte
olandese del 17° secolo. Hanno un ottimo sito internet e un'agenda di indirizzi molto utile. Non solo, la piattaforma è anche il luogo dedicato alla
discussione di problemi condivisi. Internet ha cambiato completamente il nostro
modo di condurre una ricerca o organizzare mostre. Mi ricordo di aver preso parte
ad una mostra su Albert Cuyp. Uno dei suoi dipinti era andato perduto e un
collega è riuscito a trovarlo grazie ad Internet. Il quadro era nel deposito di
un museo a Buenos Aires e nessuno aveva la più pallida idea di quali dipinti
fossero reperibili a Buenos Aires. Siamo stati molto fortunati che fosse
pubblicato sul sito del museo.
Per ulteriori informazioni
consultare il sito web del Rijksmuseum: http://www.rijksmuseum.nl
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