Molti
speravano di poterli visitare quest'estate, ma solo ora, finalmente con l'autunno, alcuni
dei musei più noti di Sicilia riaprono al pubblico. Il 17 ottobre il Bellomo e prossimamente (la data sembra essere quella del 12 novembre) l'Abatellis, i
musei dove risiedono le due Annunciate più famose della storia
dell'arte, le celeberrime Vergini di Antonello da Messina.
Riapre
la Galleria Regionale di Siracusa, dopo più di cinque anni, ritornano
completamente restaurate e riallestite le sale del complesso monumentale che
comprende l'antico palazzo svevo appartenente alla famiglia Bellomo e l'altro,
in stile catalano, prima proprietà dei Parisio e poi monastero di San
Benedetto. E ritornano anche, agli occhi dei visitatori, l'Annunciazione
di Antonello, la Madonna col Bambino del Gagini, l'Immacolata e Santi
del Borremans... per dirne tre.
L'inaugurazione
è stata soprattutto occasione politica per l'assessore ai Beni Culturali Nicola
Leanza e per la ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo di raccontare i
loro programmi per la Sicilia tutta. L'assessore ha magnificato la restituita Annunciazione
di Antonello come «annunciazione di una nuova gestione dei Beni Culturali in
Sicilia» e la ministro ha assicurato il ricorso all'ingegneria naturalistica
per sventare altri disastri come quello di Giampilieri (racconta come, sempre
in quella zona, ne abbia già impedito uno bloccando la costruzione di uno
svincolo dell'autostrada a pochi passi dal letto di un torrente... e il mio
auspicio, stando così le cose, è che l'ingegneria naturalistica sventi anche
quello che potrebbe causare un pilone del Ponte sullo Stretto previsto a pochi
passi dal Mediterraneo...). Intervengono i politici ma non i tecnici, il
Direttore del museo e i curatori dell'allestimento. Al Palazzo mancano ancora i
pannelli didattici e, nella sua sala principale, quella dove la neorestaurata
tavola di Antonello si presenta di spalle, al centro, in una teca progettata
per l'occasione, anche i cartellini a fianco delle opere. Nell'intento di
suggerire una stretta relazione tra contenuto e contenitore, l'ordinamento di
Palazzo Bellomo è stato concepito in base a un criterio che lega le opere alle
fasi storiche dell'edificio, infatti, nell'ampio salone quattrocentesco,
insieme a Antonello, un Libro d'Ore fiammingo del secolo XV aperto in
una pagina che riporta proprio un'Annunciazione, allude alle
acquisizioni stilistiche e formali ricevute dal pittore dalle Fiandre, e un Piatto
ispano moresco del XV rimanda al vaso maiolicato in azzurro presente nel
dipinto. Tutto questo mi spiega Franca Campagna Cicala, ex direttrice e attuale
ordinatrice delle collezioni di entrambi i musei regionali di Siracusa e
Messina, amica di Federico Zeri e collaboratrice di Carlo Scarpa nel periodo in
cui si trovavano nella città dello Stretto. Ne approfitto per chiederle che
tempi si prevedono per l'apertura dei nuovi spazi del museo Regionale messinese
che, da ormai più di vent'anni, dovrebbe trasferire i suoi capolavori più
conosciuti, insieme a alcuni già trasferiti e altri giacenti nei depositi, dai
locali dell’ex-filanda Mellinghoff al
complesso nell'area della spianata di San Salvatore dei Greci (vicina alla sede
storica). La studiosa mi risponde che non si sa ancora, che gli spazi sono
pronti ma chiusi da anni e «si rischia di consegnare già vecchio un museo nuovo». Le attese per i regionali, così, continuano.
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