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Chiesa della Madonna delle Grazie di Pietrasecca di Carsoli: analogie con il ciclo di S. Maria in Villa di Marcetelli  
Francesco Panetti
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 6 Dicembre 2009, n. 545
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La chiesa di S. Maria [1] , successivamente intitolata S. Maria delle Grazie, è nel centro di Pietrasecca di Carsoli, un borgo posto su uno sperone roccioso poco distante dalla Tiburtina-Valeria e dai transiti per il Reatino. 

Nel tardo Quattrocento il centro passò dal governo Orsini di Tagliacozzo a quello dei signori di Collalto, che dominavano parte del Cicolano, rivendicando un’autonomia dal papa e dal re di Napoli [2] .

Con l’arrivo degli Aragonesi, i signori della baronia di Collalto persero definitivamente il potere nel 1497, sostituiti successivamente  dai Savelli [3] , mentre nella limitrofa Pereto i Maccafani, nonché vescovi dei Marsi, mantenevano sul territorio la giurisdizione ecclesiastica.

Nella chiesa di Santa Maria delle Grazie è stato parzialmente recuperato un ciclo pittorico, simile, dal punto di vista stilistico ed iconografico, a quello della chiesa di Santa Maria in Villa in Marcetelli [4] .

Nella profonda abside è raffigurata l’Incoronazione della Vergine, contornata da una gloria di serafini dalle tinte rosse e verdi: Maria è seduta vicino al Cristo che le porge la corona sul capo e in mezzo ai due, appena più in alto, compare l’Eterno.

L’evento mariano è racchiuso in un’ampia cornice circolare bordata a sua volta da una doppia fascia, la quale è dipinta con vari colori che simboleggiano i gradi angelici, ossia cherubini a sei ali su fondo giallo, putti isolati, raccolti in preghiera  o con le palme in mano che rimandano alla Resurrezione; seguono angeli abbigliati che portano libri aperti ed infine putti musici che accompagnano la maestosa Incoronazione della Vergine; la scena è incorniciata da un nastro alveolato con lunghi raggi serpentinati.

Immediatamente al di sotto, al centro, San Michele Arcangelo, fiancheggiato da due angeli, identificabile dai  suoi attributi iconografici, ossia la spada e la bilancia, mentre è intento a  premiare un defunto adagiato su una lettiga; quest’ultimo poggia il capo su un cuscinetto a rullo, di fattura tipicamente orientale, mentre con una mano stringe uno scettro.

È stato ipotizzato [5] di identificare il San Michele con il re carolingio Pipino che una leggenda locale considerava come il mitico fondatore di Pietrasecca.

Tale identificazione è sorretta anche da una tradizione iconografica che riguarda la presenza del re franco nelle scene del Giudizio o dell’Incoronazione.

Proseguono la scena due figure allegoriche alate verso le quali convergono due angioletti: sono a sinistra la Fede adornata da un serto vegetale e a destra la Carità che sta allattando un bambino.

Sotto le due raffigurazioni compaiono due personaggi maschili, in relazione iconografica con le rispettive virtù [6] .

La raffigurazione termina con tre angeli che recano nelle mani i simboli della Passione di Cristo, visibili alle estremità della calotta absidale [7] .

Al centro del registro immediatamente inferiore si può intravedere, al disotto di un baldacchino sorretto da due angeli, la Vergine con il Bambino, assisa in trono, che nelle mani reca un calice e un candelabro, emblemi che riecheggiano il mistero della salvezza e la luce della vita; ai suoi piedi compare una figura di difficile interpretazione nella quale si è voluto vedere un vescovo defunto [8] .

A sinistra di Maria, San Pietro introduce una serie di Apostoli e Santi che indicano verso la scena principale, ovvero l’Incoronazione, tra i quali è possibile riconoscere San Matteo, grazie ad un’iscrizione assai logora, San Bartolomeo con il coltello del martirio e San Giacomo con il bastone da viandante; a destra San Paolo a capo di un’ulteriore gruppo di Santi e Apostoli, che indicano sempre verso l’alto,  tra cui San Giovanni Battista con il cartiglio dell’Agnus Dei e San Rocco, reso in una posizione ravvicinata verso i fedeli, che indica la piaga della peste.

Nel registro inferiore pregevole è anche l’alta zoccolatura della parete a finte specchiature marmoree policrome, in particolar modo per il suo effetto illusionistico. 

Il paesaggio, che ripete l’atmosfera lacustre di Santa Maria in Villa a Marcetelli, nel ciclo pittorico di Pietrasecca si arricchisce di alcuni dettagli che danno una notevole vivacità alla scena, come un contadino che ara i campi con i buoi al giogo.

L’iconografia dell’ Incoronazione della Vergine [9] è il tema che ricorre nella parte terminale degli edifici, qui sopra citati, precisamente nella calotta absidale.

L’epifania mariana viene espressa attraverso la fusione di due momenti narrativi distinti, quello dell’Assunzione [10] con l’altro dell’Incoronazione al cielo. In basso, nella tribuna, partecipano al cerimoniale regio gli Apostoli a Pietrasecca; mentre compaiono Sante Vergini e Martiri a Marcetelli, accompagnate dai committenti posti ai lati del pannello centrale, a mani giunte e genuflessi.

La scena dell’Incoronazione, nelle absidi delle suddette chiese, è posta all’interno di un grande clipeo solitamente decorato da glorie di angeli e putti che ricorrono in ogni ciclo pittorico preso in esame.

I tre protagonisti principali, la Vergine che, con umiltà riceve la corona, il Figlio e il Padre, sono disposti in maniera dissimile.

Nella chiesa di Santa Maria in Villa vediamo la Vergine inginocchiata a mani giunte, al centro ed in posizione frontale, con il volto rivolto verso i fedeli, fiancheggiata, a sinistra, dall’Eterno, sprovvisto del globo, e a destra dal Figlio con lo scettro in mano, mentre insieme le porgono la corona sul capo; questi due ultimi personaggi sono posti in posizione leggermente sopraelevata rispetto alla figura di Maria. Inoltre la loro posizione delinea uno schema piramidale con all’apice un clipeo raffigurante la colomba dello Spirito Santo.

Nell’Incoronazione realizzata nella chiesa di Pietrasecca, invece, Maria è seduta accanto a Cristo che le pone la corona sul capo, e al di sopra dei due si staglia l’Eterno che partecipa all’evento con una teoria di Angeli e Cherubini.

Al completare la scena principale, in basso e ai lati si dispongono diversi personaggi: l’Arcangelo Michele con due figure allegoriche, ovvero la Fede e la Carità e poi due gruppi di tre Santi ciascuno, mentre a Marcetelli schiere esigue di putti musici alle due estremità, con allegorie della Temperanza a sinistra e della Giustizia a destra.

Anche nel registro mediano i due cicli pittorici si diversificano nel soggetto: a Pietrasecca i Santi Apostoli, che partecipano all’Incoronazione indicando verso l’alto, sono disposti ai lati di un’edicola raffigurante la Vergine con il bambino assisa in trono, un motivo iconografico legato al tema dell’Assunzione in cielo di Maria.

A Marcetelli, invece, nel pannello centrale del registro mediano trova posto la Vergine della Misericordia, fiancheggiata da S.s Pietro e Paolo, che introducono una teoria di Sante Vergini e Santi Martiri.

Infine nel registro inferiore la chiesa di Pietrasecca presenta un’alta zoccolatura a specchiature marmoree policrome mentre, nella chiesa di Santa Maria in Villa in Marcetelli, compare un nastro geometrico impreziosito da una punta di diamante, posta al centro in modo illusionistico con sopra un’iscrizione logora in cui vengono citati alcuni versi del Cantico dei Cantici.

Dal punto di vista stilistico è evidente l’influsso che i grandi maestri umbro-romani dell’ultimo decennio del Quattrocento, specialmente Pinturicchio, Melozzo e Antoniazzo Romano, esercitarono sul pittore di Marcetelli e di Pietrasecca, che realizza una sintesi, restituita in forme rustiche e approssimate.

Da notare la monumentalità antoniazzesca; la linea che marca i contorni al fine di esaltare la volumetria, agevolando in questo modo la percezione alla vista dal basso, tipica di Melozzo ed infine le decorazioni a grottesca con dolci fisionomie ci rimandano all’arte del Pinturicchio.

La storiografia recente, nonché la studiosa Nardecchia assegna il ciclo di Pietrasecca al Maestro di Cori, autore anche della decorazione pittorica di Marcetelli e colloca gli affreschi fra la fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento. L’ipotesi avanzata dalla Nardecchia sembra al quanto forzata poiché mancano fonti e documenti che attestano la presenza del pittore nell’alta sabina è certa invece l’ipotesi che i due cicli sono stati eseguiti da una sola maestranza per le evidenti analogie stilistiche e iconografiche, anche se la decorazione absidale della chiesa di Santa Maria delle Grazie di Pietrasecca è qualitativamente superiore poiché nel ciclo di Marcetelli compaiono sgrammaticature stilistiche apportate da un vasto aiuto di bottega.

 

 

NOTE

[1] L’edificio fu citato nella bolla di Clemente III del giugno 1118 e nelle decime da pagare al vescovo dei Marsi del 1308 e nel 1324 (v. Sella, Le decime dei secoli XIII e XIV. Rationes decimarum Italiae. Aprutium-Molisium, Città del Vaticano 1936. P.25 n. 504 e p.52 n. 913).

[2] Vedi P. Delogu, Lineamenti della Storia, S. Coccia et alii, Storia e archeologia e restauro nel castello di Collalto Sabino, Torino 1990,pp. 12-14. Difficile ricostruire la storia dell’abitato a causa della perdita di fondi  dell’ archivio comunale e parrocchiale.

[3] Cfr. Archivio Storico Capitolino, Fondo Sforza Cesarini, I parte, etichetta rettangolare, b. 843, perg. 44. Il re Federico I attestava il 22 giugno 1499 la cessione  emessa dal nipote  Ferdinando II e concedeva a Ludovico Eusebio, Antimo Savelli e ai loro legittimi successori i feudi di Macchiademone, Pietrasecca, Poggio Cinolfo, Peschio e Tufo, acquisiti già dagli Aragonesi.

[4] La Nardecchia attribuisce il ciclo di Santa Maria delle Grazie al Maestro di Cori e colloca gli affreschi tra il cantiere abruzzese, e poco prima l’intervento del 1507 a Cori, ove la composizione è più ampia. La studiosa inoltre, colloca gli affreschi fra la fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento. In  Pittori di Frontiera: l’ affresco quattro-cinquecentesco  tra Lazio e Abruzzo, Pietrasecca di Carsoli 2001, pp. 152-155.

[5] NARDECCHIA, I pittori di frontiera, cit., p. 153.

[6] Nardecchia, Pittori di frontiera, cit., p. 153.

[7] Tale supposizione si desume dal fatto che due angeli tengono in mano una croce ed un globo; purtroppo a causa del mediocre stato di conservazione dell’affresco non sono più visibili gli altri strumenti che gli angeli recano tra le mani.

[8] Tale ipotesi è stata avanzata dalla Nardecchia, Pittori di frontiera, cit., p. 154.

[9] Importante lo studio di Verdier che nel suo contributo ribadisce come S. Agostino fosse il primo ad affrontare ed a meditare circa il dibattito dottrinale sulla fisicità dell’Assunzione della Vergine nel suo commento al Cantico dei Cantici.

In Verdier Le couronament de la Vierge. Les origine set les premiers développements d’un theme iconographique, Montreal 1980.

[10] Elemento narrativo precedente alla celebrazione regale della Vergine in cielo, come nella tipologia diffusa agli inizi del Cinquecento soprattutto in ambito umbro.

Cfr. pala degli Oddi di Raffaello (1502-03); pala eseguita da Pinturicchio con Giovan Battista Caparoli (1505 ca.) conservata in Vaticano.





















Pietrasecca, Chiesa di S.Maria delle Grazie, Presbiterio

Fig. 1
Pietrasecca di Carsoli (AQ), Chiesa di S.Maria delle Grazie, Presbiterio

Incoronazione della Vergine

Fig. 2
Incoronazione della Vergine, particolare
Pietrasecca, Chiesa di S.Maria delle Grazie

Incoronazione della Vergine

Fig. 3
La Vergine, particolare
Pietrasecca, Chiesa di S.Maria delle Grazie

L'Arcangelo Michele

Fig. 4
L'Arcangelo Michele
Pietrasecca, Chiesa di S.Maria delle Grazie

La Fede

Fig. 5
La Fede
Pietrasecca, Chiesa di S.Maria delle Grazie
lato sinistro della calotta absidale

La Carità

Fig. 6
La Carità
Pietrasecca, Chiesa di S.Maria delle Grazie
lato destro della calotta absidale

uomo virtuoso

Fig. 7
uomo virtuoso
Pietrasecca, Chiesa di S.Maria delle Grazie
lato sinistro della calotta absidale

angeli con simboli della Passione di Cristo

Fig. 8
angeli con simboli della Passione di Cristo
Pietrasecca, Chiesa di S.Maria delle Grazie
lato destro della calotta absidale

Vergine in trono con Bambino

Fig. 9
Vergine in trono con Bambino
Pietrasecca, Chiesa di S.Maria delle Grazie
centro della tribuna

S. Pietro

Fig. 10
S. Pietro
Pietrasecca, Chiesa di S.Maria delle Grazie
lato sinistro della tribuna

Gli Apostoli Matteo, Bartolomeo e Giacomo

Fig. 11
Gli Apostoli Matteo, Bartolomeo e Giacomo
Pietrasecca, Chiesa di S.Maria delle Grazie
lato sinistro della tribuna

S. Rocco

Fig. 12
S. Rocco
Pietrasecca, Chiesa di S.Maria delle Grazie
lato destro della tribuna

Alta zoccolatura a finte specchiature marmoree

Fig. 13
Alta zoccolatura a finte specchiature marmoree
Pietrasecca, Chiesa di S.Maria delle Grazie
registro inferiore

S. Rocco

Fig. 14
contadino con i buoi al giogo
Pietrasecca, Chiesa di S.Maria delle Grazie
registro inferiore

Fotografie cortesia Francesco Panetti

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