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La rivoluzione educativa dell'arte, un apprendimento alla conquista di se stessi e del tempo  
Mercedes Auteri
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 17 Agosto 2011, n. 620
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Area Musei

Il ministro della cultura francese, Frédéric Mitterand, in occasione del primo Festival de l’Histoire de l’Art a Fontainebleau lo scorso maggio, pronuncia un discorso epocale sull’importanza della Storia dell’arte. Già dal settembre 2008 era nato un nuovo insegnamento in tutte le scuole di ogni ordine e grado di Francia, la Storia delle arti, che negli anni successivi ha visto una continua valorizzazione attraverso la realizzazione di iniziative ed eventi correlati. La cosa più stupefacente a dirsi oggi, nell’annus horribilis per l’insegnamento della Storia dell’arte in Italia (mai come dopo questa ultima riforma della scuola c’erano stati tagli, accorpamenti e povertà in materia), è che i francesi proprio agli italiani si sono ispirati. Lo ricorda Mitterand dalla roccaforte di Fontainebleau, dove il rinascimento italiano ha abbracciato l’arte francese, è grazie alla forza delle convinzioni dei suoi storici dell’arte, di coloro che hanno saputo riflettere sul suo patrimonio che l’Italia ha saputo distinguersi nella Repubblica dei saperi. Se non fosse che troppi in Italia, ormai, la Repubblica dei saperi sembrano disconoscere cosa sia.

Provando a sintetizzare il messaggio del ministro: la materia va insegnata perché è centrale nella vita civile, aiuta a dare un senso all’avvenire e a rendere più comprensibile il nostro tempo; l’arte è anche un apprendimento alla conquista di se stessi; purché le sue conoscenze siano condivise, l’arte regala identità, libertà, uguaglianza. I sociologi chiamano vera e propria rivoluzione educativa quella francese, che comincia dietro ai banchi di scuola e continua dentro ai musei, alle case, alle strade. Così i francesi, esperti in rivoluzioni, tornano a farci sperare seppure nell’annus horribilis, ricordando l’insegnamento di André Chastel. La storia dell’arte deve essere una disciplina attiva nella Cité, deve favorire una conoscenza, una presa di coscienza storica che cambi le prospettive del presente. La ricchezza della storia dell’arte si nutre di tanti apporti: primo fra tutti la storia dell’oggetto visivo, della sua materialità, ma anche letteratura, filosofia, antropologia o pscicoanalisi, e proprio questa pluralità di apporti le permette di inserirsi nel dibattito pubblico. La storia dell’arte aiuta a vivere titola la pagina della cultura del 19 giugno 2011, a firma Salvatore Settis e Frédéric Mitterand, il Sole 24 Ore.

Se, com’è vero, l’arte aiuta a vivere, dunque, i musei, che la tutelano e la conservano, servono per i presenti e per il presente, non più deposito di cose morte e passate, come ancora qualcuno si ostina a vederli, ma di opere sempre vive per i vivi che vedono nel risveglio di una coscienza storica e critica, d’immaginazione, di fertilità di pensiero la loro principale scelta etica. Perciò, la forza dei musei è nei rapporti con il territorio, nella rete che crea con le scuole e con le altre istituzioni attive, nella capacità di diventare spazio altro ma integrato dell’educazione. La forza dei musei è nella rivoluzione educativa attraverso il maggiore coinvolgimento della società.

Come scrive Hans Martin Hinz, Presidente Icom, l’integrazione e l’accessibilità a pubblici non tradizionali sono il principale obiettivo da raggiungere in ogni museo del mondo. Portatori di handicap, categorie socio-economiche svantaggiate, gruppi etnici e classi d’età marginalizzate, pubblici sfavoriti da barriere fisiche e comportamentali necessitano di nuovi approcci che permettano di influire positivamente attraverso programmazioni, formazione, attività specifiche. Ecco la risposta di tre Fondazioni siciliane nella realizzazione di tre luminosi esempi.

 

Luce è Libertà alla Fondazione Horcynus Orca (Messina).

La Fondazione Horcynus Orca di Messina gestisce l'omonimo Parco in partecipazione con oltre 50 soggetti che hanno scelto di collaborare alla creazione di un sistema socio-economico eticamente orientato. Singole persone, soggetti sociali e dell'economia di scambio, soggetti dell'economia mutualistica, soggetti dell'economia di mercato e di realtà istituzionali si sono riuniti scegliendo rapporti di reciprocità con la comunità ed il territorio. L'obiettivo è quello di sviluppare un'economia sostenibile che stia dentro la comunità, che lotti contro le mafie e che dia spazio agli esclusi dallo sviluppo. Attorno all'idea del Parco si lavora per sviluppare economie che si alimentano e si rafforzano nella collaborazione, vivono della sinergia di diversi soggetti istituzionali. Si creano forme di lotta al racket e più in generale al controllo mafioso del territorio, si cercano nuovi modelli di sviluppo locale che propongano sistemi di soggetti come alternativa, concreta e possibile. Il progetto coinvolge un sistema complesso di saperi (biologia, fisica, scienze naturali, archeologia, arte, scienze della terra, letteratura, antropologia, ecologia, sapienza delle tradizioni locali) che costituiscono uno spazio millenario: lo Stretto di Messina, tra le Scilla e Cariddi del mito omerico.

Come scrive Stefano D'Arrigo, (autore nel 1975 di Horcynus Orca, l’omonimo romanzo da cui il Parco prende il nome), attraverso la costruzione di una palamitara (una barca per pescare palamiti) che permette ai pescatori di tornare al loro onesto mestiere, piuttosto che arrangiarsi con la speculazione nel commercio del pesce, è ancora possibile per 'Ndrja, il protagonista, trovare il suo mondo. Il mondo di Horcynus Orca era allora dilaniato dalla guerra come oggi lo è da altre miserie. Così la Fondazione ha pensato di offrire lavoro, esperienza, alternative ad alcuni soggetti ai margini della società. Il 13 luglio 2011 si è svolta a Lipari alle Terme di San Calogero, la Giornata delle Arti, evento d’arte contemporanea realizzato ogni anno dalla Fondazione a cura di Martina Corgnati (Responsabile del Settore Arti Visive e membro del Comitato Scientifico). Dopo 30 anni di abbandono il Comune di Lipari ha affidato in comodato le Terme alla cooperativa sociale FSC Group. Il processo di risanamento, coordinato dalla Fondazione di Comunità di Messina – Distretto Sociale Evoluto, è da considerarsi esito di due progetti di welfare estremamente innovativi: Luce è Libertà e Cercando bellezza e liberazione (Azione 9 del Piano di Zona Isole Eolie). Entrambi i progetti coinvolgono ampie partnership locali, nazionali e internazionali e nascono dall’idea che le libertà fondamentali degli esseri umani debbano essere sempre garantite e quindi poste come vincoli esterni agli equilibri economici. I progetti si sviluppano nella convinzione che ciascuna persona sia una risorsa insostituibile per la comunità e sperimentano modalità innovative capaci di ri-orientare i costi del sociale in investimenti economici e relazionali, valorizzando le competenze, le sensibilità, i territori, i legami.

La Fondazione Horcynus Orca si è resa perno del progetto Luce e Libertà coinvolgendo un gruppo di 12 ex internati dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario, mescolando ed integrando le loro capacità e professionalità con altri compagni di lavoro, operatori e tecnici, allestendo presso le terme uno spazio per l’arte contemporanea, restituendo alla collettività un frammento di territorio di grande pregio e dando l’opportunità a persone con fragilità di sperimentarsi nel lavoro e nella gestione degli ambienti d’arte. Riportando l’attenzione su quanto Franco Basaglia aveva più volte ribadito, restando ancora troppo spesso inascoltato, sulla relazione fra il nostro corpo organico e il corpo sociale nel quale viviamo, al problema dell’oppressione che non riguarda solo il malato mentale ma la struttura sociale nel suo complesso, il mondo del lavoro in tutte le sue articolazioni.

D’acqua e di storia è il titolo della Giornata internazionale delle Arti 2011, una mostra d’arte contemporanea in cui artisti diversi per linguaggi, formazione e obiettivi, sono stati uniti dal comune interesse per l’acqua e la storia, due elementi che nelle antiche Terme di san Calogero (le cui sorgenti furono utilizzate a partire dall’età del bronzo) si prestano per definizione ad ancestrali suggestioni. Da qui l’idea di Martina Corgnati, in occasione della storica riapertura al pubblico di questo spazio, di mettere insieme le opere di Luciano Bartolini, Ronald Nicolaysen, Ahmad Alaa Eddin, Suha Shoman, Claudio Beorchia, Agnese Purgatorio in un evento che ha previsto istallazioni, esposizioni e performance.

 

Il rito della Luce alla Fondazione Fiumara d’Arte (Messina).

Nei giorni del solstizio d’estate (17 – 21 giugno 2011) vengono organizzate diverse manifestazioni e celebrate la Notte della Poesia al Castello dei Ventimiglia di Castelbuono e il Rito della Luce sull’altura della Contrada Belvedere di Motta d’Affermo. Tremila ragazzi di trenta scuole siciliane durante l’anno scolastico hanno incontrato grandi poeti coinvolti nel Grand Tour della Poesia e i componimenti più incisivi, realizzati dagli studenti in gruppi o singolarmente, letti durante la manifestazione e condivisi insieme a scrittori, artisti, musicisti, performers, danzatori e visitatori, spettatori e protagonisti del passaggio di una sfera luminosa gli uni con gli altri, di segni di colore sul territorio, di sculture cotte nel grande forno all’ingresso del percorso, di piante aromatiche da seminare.

Visitare le stanze pensate dagli artisti per l’Hotel Atelier sul mare permette un’esperienza culturale e sinestetica, nella possibilità di vivere pienamente le opere d’arte e di dormire dentro a questo museo in continuo cambiamento. Il Parco di Fiumara, dalla prima all’ultima opera in ordine di realizzazione (La materia poteva non esserci di Pietro Consagra, 1986, e la Piramide di Mauro Staccioli, 2010), crea un percorso che comincia con la porta di Consagra sul letto di un fiume che si apre verso l’immateriale, invita a perdersi dentro al labirinto della terra-madre e della vita (il Labirinto d’Arianna di Italo lanfredini, 1989), ritorna all’acqua come in tutti i battesimi e ritaglia dentro una finestra spalancata sul mare un angolo di cielo a cui aspirare (Monumento per un poeta morto di Tano Festa, 1989) e riserva molte sorprese (di Antonio di Palma, Paolo Schiavocampo, Pietro Dorazio e Cristiano Marini, Hidetoshi Nagasawa). Passo dopo passo, conduce alla cima dove è stata edificata la Piramide, come in un pellegrinaggio, verso la luce.

Le antiche società celebravano il sole periodicamente perché sapevano bene che la rigenerazione è ciclica. Noi invece abbiamo perso quella concezione circolare del tempo che consente di ricominciare trasformando, dice il fondatore Antonio Presti, Vogliono farci intendere che il rito della contemporaneità è essere schiavi di consumismo, globalizzazione, centri commerciali. Parlare di memoria e spiritualità può sembrare sovversivo. La poesia e l’arte sono capaci di contattare particolari stati emozionali. Se penso al rito nel futuro immagino le nuove generazioni che scelgono la cultura e il pensiero come nutrimento, in questo senso voglio istituzionalizzare il rito coinvolgendo grandi poeti nazionali e internazionali. La parola maieutica della poesia e uno sguardo elevato e condiviso vengono offerti ai visitatori di ogni età in un momento di conoscenza e trascendenza attraverso l’arte, la natura, la bellezza, in chiave interreligiosa e interculturale, nei giorni solstiziali, quando la luce trionfa sul buio.

 

Vado al museo per sentirmi bene, esperienze di museoterapia alla Fondazione Puglisi Cosentino (Catania).

Il progetto speciale, in sinergia tra la Fondazione Puglisi Cosentino e la Scuola Europea di Psicoterapia Funzionale Istituto di Catania, è presentato per la prima volta alle Giornate di incontri e laboratori per funzionari, operatori museali e studenti universitari organizzate dai Musei Civici Tridentini e tenute al Museo delle Palafitte di Ledro (Trento), relazionato da Aldo Musumeci (psicologo e psicoterapeuta, membro della Società italiana di Psicoterapia Funzionale) e da chi scrive (museologa e storica dell’arte, responsabile della Sezione Didattica della Fondazione Puglisi, membro della Commissione Educazione di Icom Italia).
Ci si è posti come obiettivi principali non solo quelli che sperimentano il museo come risorsa della vita quotidiana al servizio della società e della sua educazione estetica, civica, democratica, ma pure quelli che lo vedono anche come uno spazio alla conquista di se stessi e del proprio tempo e, soprattutto, come luogo del benessere emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale dell’individuo (secondo la definizione dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), il benessere è lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società).
Questo concetto sollecita precise riflessioni sulla stessa organizzazione interna al museo, dalla visione e dall’allestimento degli spazi laboratoriali alle dinamiche di gruppo che riguardano il personale, le relazioni, le competenze, la sua formazione, la preparazione degli operatori dei servizi educativi. Senza perdere la sua storica mission di tutela, conservazione e comunicazione delle opere in esso esposte, il museo di domani, per come lo intendiamo, si prende cura del suo pubblico e lo pone al centro del suo interesse.
Questo progetto sceglie come modello la psicologia funzionale proprio per la sua capacità di convogliare altre metodologie precedenti e per la sua visione integrata dei piani, dei bisogni, delle funzioni che riguardano l’individuo nella sua interezza, sostenendo l'idea di un olismo di fondo, una identita' funzionale mente-corpo, una teoria complessiva del Sé, un primo tentativo di superare le limitazioni dei vari approcci clinici verso la costruzione di una teoria integrata ed unitaria.
Trasformando il museo (e le enormi potenzialità comunicative ed estetiche delle opere in esso esposte) in luogo privilegiato per divenire laboratorio in cui sperimentare esperienze basilari dell’individuo-gruppo (che se attraversate positivamente e più volte diventano capacità stabili di sereno vivere), attraverso laboratori funzionali (ispirati ad arte, teatro, performance e linguaggi artistici contemporanei) che integrino l'area Emotiva (che rappresenta i "colori" che la persona da alla propria vita, le emozioni che ci fanno preferire, avvicinare o allontanare da oggetti, eventi e persone, che ci fanno scegliere); l'area Posturale-muscolare (nel linguaggio del corpo con tutta la gamma dei movimenti e dei gesti, le posture importanti nella comunicazione con se stessi e con gli altri, la forza come capacità di intervenire direttamente, muovendo le cose e le situazioni); l'area Cognitivo-simbolica (che comprende i processi mentali che coinvolgono sempre tutta la persona, anche a livello corporeo: pensieri, ricordi, fantasie, progetti, sogni e l’insieme di valori profondi, umani e sociali significativi compresi nella maniera di sentire della persona); l'area Fisiologica (che racchiude tutti quei sistemi che assicurano il funzionamento dell'organismo, dal sistema respiratorio a quello endocrino, il sistema delle percezioni e delle sensazioni, il tono muscolare, dall'apparato immunitario fino ai processi di eccitazione che contribuiscono alla capacità di azione e di movimento, tutti sistemi strettamente interconnessi tra di loro ed in relazione con il mondo esterno).
Il progetto si realizzerà durante l’anno 2011 – 2012 e si articola in più fasi: costituzione dell’équipe (uno o due psicologi psicoterapeuti, uno o due museologi storici dell’arte, uno o due operatori museali, uno o due stagisti tesisti universitari), selezione dell’utenza (gruppi scuola – università, iscritti singoli), incontro conoscitivo col gruppo (scheda di valutazione), laboratori funzionali (scheda di valutazione), incontro finale (scheda di valutazione), analisi e redazione dei risultati di ricerca.




Restauro degli spazi

Fig. 1
Restauro degli spazi, 2011
Fondazione Horcynus Orca, Terme di San Calogero, Lipari

Mostra D'acqua e di storia

Fig. 2
Mostra D'acqua e di storia, 2011
Fondazione Horcynus Orca, Terme di San Calogero, Lipari

Il rito della luce

Fig. 3
MAURO STACCIOLI, Il rito della luce, Piramide, 2011
Fondazione Fiumara d'Arte, Motta d'Affermo

Vado al museo per sentirmi bene

Fig. 4
Fondazione Puglisi Cosentino sede del Progetto Vado al museo per sentirmi bene, Catania


	

Foto cortesia della Fondazione Horcynus Orca, Fondazione Fiumara d'Arte, Fondazione Puglisi Cosentino

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