L'8 giugno ha aperto al pubblico la nuova
Fondazione Bisazza per il Design e l'Architettura Contemporanea a Montecchio
Maggiore, nei pressi di Vicenza.
L'istituzione culturale nasce come spazio
espositivo per raccogliere opere ed
istallazioni di designer e architetti contemporanei che, nel corso degli ultimi
vent'anni, hanno pensato ad applicazioni inedite del mosaico per l'azienda
Bisazza, leader mondiale del mosaico in vetro. Un progetto di museo e
istituzione privata dal respiro internazionale che intende promuovere
l'architettura e il design. Per il suo esordio la fondazione presenta la
propria collezione permanente e ospita la mostra “John Pawson - Plain Space”
dedicata al lavoro del designer inglese, conosciuto per il suo approccio
minimalista al design e all'architettura.
La Fondazione Bisazza ha sede negli
storici stabilimenti dell'azienda Bisazza, un classico esempio di eccellenza
italiana nel mondo che opera nel campo del mosaico in vetro. Oggi Bisazza è uno dei brand di
lusso più autorevoli nell'ambito del design e leader mondiale nella produzione
del mosaico in vetro per la decorazione di interni ed esterni. Fondata nel 1956
da Renato Bisazza, ingegnere con la passione per il vetro di Murano che, dopo
un'esperienza nel campo dell'artigiatato e del mosaico, intuisce le
potenzialità del settore e trasforma la produzione del mosaico dalla scala
artigianale a quella industriale. La fortunata intuizione, anche grazie al boom
economico degli anni Sessanta, porta a far conoscere l'azienda anche all'estero
e iniziano le prime importanti commesse per il rivestimento di interi palazzi
in Italia, Francia e Giappone. Negli anni Settanta l'azienda affina la tecnica
di produzione del mosaico, ma la svolta importante sarà poi negli anni Ottanta
quando viene introdotta la figura del direttore artistico che inserisce l'uso
del mosaico decorativo nel design. Una scelta innovativa che ha affidato la
direzione artistica dell'azienda a designer, architetti e aritsti come
Alessandro Mendini, Fabio Novembre, Ettore Sottsass, Jaime Hayon, Marcel
Wanders, Sandro Chia, Mimmo Paladino, Studio Job, Patricia Urquiola, Tord
Boontje.
Inizia da Mendini il primo nucleo di opere che
andranno nel tempo a costituire la collezione permanente dell'azienda. Uno
spirito che ha portato come naturale conseguenza all’istituzione della
Fondazione Bisazza che negli oltre 6000 metri quadrati
di spazio industriale, riqualificato dall’architetto Carlo Dal Bianco, ospita
la sua collezione permanente e in 1000 metri quadrati
ospita esposizioni temporanee. Non necessariamente legata al mosaico, la nuova
fondazione, interamente finanziata dalla generosità dell'azienda Bisazza, si
affaccia nel panorama nazionale con l'intento
di interagire con prestigiose istituzioni internazionali ed offrire una
proposta culturale di livello legata al design e all’architettura.
In un momento non esattamente felice dal punto
di vista economico, sorprende sempre l'affacciarsi di nuove istituzioni
culturali, tanto meglio private, in un nordest fortemente caratterizzato dallo
sviluppo industriale, quasi incontrollato, molto spesso visto carente di valori
culturali e schiavo del “Dio Denaro”. Ma quali motivi hanno spinto
un'azienda ad investire nella cultura con il proprio know how, lontano
dai grandi asset nazionali della cultura ? Sicuramente il tutto è
riconducidbile ad una propensione al fare cultura come momento di
sviluppo aziendale e di crescita comune del territorio. La famiglia Bisazza
aveva da tempo nel cuore la creazione di questo progetto sapendo bene come la ricerca e la cultura possano
diventare uno stimolo anche economico,
dell'azienda e del territorio.
Una scelta che si allontana dai grandi flussi
turistici e culturali nazionali per scegliere una città di provincia con un
progetto dal valore sicuramente internazionale che si rivelerà una scelta
vincente.
Una scelta che lega l’istituzione alla sede storica degli stabilimenti Bisazza
senza snaturare la nuova istituzione dal suo contesto, dando così senso e
consenso all’istituzione e allo stabilimento in un rapporto simbiotico.
Una scelta che preavvisa il fiorire di nuove iniziative culturali nella città
di Vicenza anche grazie al recupero della Basilica Palladiana e alla sua
trasformazione in spazio espositivo che già da quest’anno ospiterà importanti
mostre, nonché alla realizzazione del Museo del Palladio.
Una scelta per nulla insensata che si inserisce in un territorio e nella città
di Vicenza, patrimonio dell'Unesco, che racchiude mille tesori che recano la
firma del grandioso architetto Andrea Palladio, inestimabili tesori di
architettura che ben potranno dialogare con le proposte culturali della
fondazione.
Una nuova realtà è nata nel panorama culturale italiano che indaga la ricerca
legata all’architettura e al design, che ha saputo investire sul proprio
capitale aziendale e patrimonio concreto: la creatività.
John Pawson - Plain Space
Per l'inaugurazione del proprio centro espositivo temporaneo la Fondazione Bisazza
presenta per la prima volta in Italia la mostra che ripercorre la carriera dell'architetto e designer inglese, proveniente dal Design Museum di Londra.
La mostra, “John Pawson - Plain Space”, si
compone di tre sezioni. La prima sezione raccoglie una selezione di
gigantografie di alcuni dei lavori più significativi di John Pawson, quali il
Sackler Crossing a Londra e il Monastero Cistercense di Novy Dvur nella
Repubblica Ceca. Una panoramica completa e esaustiva sui progetti di John
Pawson dagli anni Ottanta ad oggi, attraverso bozzetti, prototipi e oggetti
personali provenienti dai suoi archivi e disposti su due lunghi tavoli
paralleli di sedici metri ciascuno. La seconda sezione è composta da video
dedicati ai suoi maggiori progetti tra cui anche la scenografia per la Royal Opera House di
Londra nel 2006. La terza ed ultima sezione presenta l’installazione “1:1”
(“One to One”), l'opera site-specific disegnata da Pawson per la Fondazione Bisazza
che andrà ad arricchire la collezione permanente.
1:1 è una struttura di forma ovale di grandi dimensioni rivestita
completamente da migliaia di piccole tessere di mosaico di vetro componendo uno
spazio fisico e mentale dove fermarsi e meditare, illuminati da un fascio di
luce che penetra da una fessura netta nel soffito.
Con questa opera Pawson si è confrontato per la
prima volta con il mosaico attingendo alla tradizione storica del mosaico:
piastrelle di colori in gradazione creano sfumature di luce e ombra utilizzando
il bianco in tutte le sue varianti, cambiando la percezione visiva di uno
spazio tridimensionale. Uno spazio che i visitatori possono godere per la
semplice percezione della luce e delle proporzioni. Pawson basa il suo lavoro
sull'assunto che il primo legame che si instaura con un'opera o una mostra è di
carattere emozionale e quindi dovrebbe essere in grado di suscitare dei forti sentimenti.
Come conseguenza di questa autentica esperienza, i visitatori
dovrebbero poter uscire dallo spazio espositivo con una più chiara comprensione
dei temi che hanno motivato e strutturato il lavoro di Pawson negli ultimi
trent'anni.
Fondazione
Bisazza
Viale Milano, 56
36075 Montecchio, Vicenza
http://www.fondazionebisazza.it
John Pawson - Plain Space
8 Giugno – 29 Luglio 2012
mercoledì – domenica, ore 11-18
Ingresso gratuito
Comitato Direttivo Fondazione Bisazza
Presidente: Piero Bisazza
Vicepresidente: Rossella Bisazza
Direttore esecutivo: Maria Cristina Didero
Advisory Board Fondazione Bisazza
Alessandro Mendini – Architetto e Designer
Alexander von Vegesack - Chairman di Vitra Design Museum
Hervé Chandès – Direttore della Fondation Cartier pour l'Art Contemporain
Guta Moura Guedes – Direttrice di Experimenta Design
Stefano Casciani – Direttore/Editore Disegno: la nuova cultura industriale
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Fig. 1
Fondazione Bisazza, Entrata
Foto Alberto Ferrero
Fig. 2
Fondazione Bisazza, Patio
Foto Ottavio Tomasini
Fig. 3
Fondazione Bisazza, Patio
Foto Andrea Resmini
Fig. 4
ALESSANDRO MENDINI, Mobili per Uomo, 1997-2008
Foto Ottavio Tomasini
Fig. 5
ALESSANDRO MENDINI, Poltrona di Proust Monumentale, 2005
Foto Alberto Ferrero
Fig. 6
ETTORE SOTTSASS, Ritrovati frammenti di Mosaico, 2005-2006
Foto Ottavio Tomasini
Fig. 7
JAIME HAYON, Jet Set, 2008
Foto Ottavio Tomasini
Fig. 8
JAIME HAYON, Pixel Ballet, 2007
Foto Alberto Ferrero
Fig. 9
MARCEL WANDERS, Bisazza Motel, 2004
Foto Alberto Ferrero
Fig. 10
SANDRO CHIA, Bagnanti intelligenti, (2002) e Divano a mare (2003)
Foto Ottavio Tomasini
Fig. 11
MIMMO PALADINO, Buon Viaggio e Buona Fortuna, 2006
Foto Ottavio Tomasini
Fig. 12
STUDIO JOB, Silver Ware, 2007
Foto Alberto Ferrero
Fig. 13
PATRICIA URQUIOLA, By Side, 2006
Foto Alberto Ferrero
Fig. 14
FABIO NOVEMBRE, Love Over All, 2003
Foto Ottavio Tomasini
Foto cortesia della Fondazione Bisazza
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