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Animazione tecnologica interattiva. Il sistema di presentazione delle informazioni del castello del Buonconsiglio di Trento  
Maria Filippone Colonna
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 1 Agosto 2012, n. 658
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Area Multimedia

Nel secolo scorso l’entusiasmo per le tecnologie avanzate si è manifestato inizialmente come una sorta di ubriacatura investendo per intero l’èlite culturale del pianeta: anche nel nostro paese sui giornali e nelle tavole rotonde non si parlava che delle meraviglie della tecnica che in breve tempo avrebbero radicalmente trasformato la vita sociale e promosso la diffusione della cultura grazie ai nuovi sistemi di formazione e informazione on-line. Leader in questo settore: l’Università di Pretoria in Sud Africa. Era un’epoca in cui ancora si sognava il futuro, nella consapevolezza di preparare il cammino alle nuove generazioni, di gettare semi di cui altri avrebbero raccolto i frutti. Ma presto all’entusiasmo è subentrato l’interesse economico e commerciale: perfino con la crisi europea e planetaria in atto in Italia oggi si realizzano vendite record di telefonini, I-Phone, I-Pad, Tablet e accessori vari in cui le persone, soprattutto giovani, hanno a portata di mano e credono di poter fruire, in una gara collettiva di velocità, l’intera vita: cultura, sentimenti, lavoro, sesso e così via. E’ chiaro che, trattandosi di una vita ridotta a consumo di tutto ciò che i media e la pubblicità ci inducono a considerare buono e desiderabile, la conseguenza in chi si lascia condizionare dalla propaganda è un pericoloso e riduttivo allontanamento dalla vita reale.

Ma non penso sia il caso di parlare, come alcuni fanno, di “era post-tecnologica” o di insistere nel condannare i progressi della tecnica per il cattivo uso che ne ha fatto e ne fa il mondo occidentale. Ci sono invece molte cose buone e nuove che stanno nascendo dall’integrazione e fusione tra tecnologia ed Arte-creatività.

Sul sito “NAVIGANDOLARTE” ho trovato la descrizione di un progetto che ritengo davvero interessante; autori l’architetto Franco Dossena per l’ideazione e progettazione del modello multimediale e il dott. Adriano Freri per la configurazione dei percorsi multimediali, i testi e la regia. Il progetto, la cui metodologia di attuazione nasce da un’esperienza di ricerca quadriennale all’interno del PEACH (Personal Experience with Active Culturel Heritage) dell’ITC-irst di Trento, promosso e diretto da Oliviero Stock, realizza sul modello dello storico Castello del Buonconsiglio di Trento la nuova modalità di fruizione di un prodotto artistico ideata da Dossena-Freri.

Il Castello del Buonconsiglio è il più grande e importante complesso monumentale della regione Trentino-Alto Adige. Dal sec. XIII alla fine del XVIII residenza dei Principi-Vescovi di Trento, è composto da una serie di edifici di epoca diversa e circondato da mura. Tra i singolari di affreschi che lo decorano ricordiamo, nella Torre Aquila, il ciclo dei Mesi, uno dei più interessanti tra quelli di tema profano del tardo Medioevo. Il direttore del Castello, il dottor Franco Marzatico, molto impegnato nella tutela e nella promozione del prezioso complesso architettonico e delle opere in esso contenute, ha spinto verso la realizzazione del progetto oltre il solo prototipo perché lo ha, con ragione, considerato un suggestivo richiamo per il pubblico e uno strumento ideale per risvegliare nei giovani un interesse più vivo per l’Arte e la ricerca storica.

In un mondo che si propone di organizzare l’automazione in ogni settore dell’attività umana sostituendo la macchina all’uomo appare almeno singolare la proposta di  usare la  tecnologia come  provocazione  non  solo  ad   entrare  in prima persona dentro il processo creativo, ma anche ad esservi coinvolti con risposte così immediate da precedere le stesse domande. E’ quello che accade al visitatore che entra nel circuito della comunicazione interattiva del sistema di presentazione delle informazioni del castello di Trento: invece di essere assalito da una voce che lo inonda di notizie, lasciandolo perplesso e talvolta annoiato, è invitato a “de-costruire  e ricostruire man mano, per approfondimenti graduali, il Castello in ogni sua parte e a comprenderne i cambiamenti durante le varie epoche.

Dunque la visita è una sorta di viaggio sperimentale con il sapore del gioco (spiega Franco Dossena) perché mentre si entra nei percorsi del Castello, il software interattivo induce a penetrare il mistero del suo passato. Così chi visita il Castello viene gradualmente coinvolto ed è conseguenza naturale che in lui si ravvivi sempre più l’interesse all’originale composizione architettonica, a capirne la storia e a conoscere le opere degli artisti che, nel corso dei secoli, hanno contribuito a configurarne lo stile e la complessa struttura, anche in relazione alla vita dei personaggi che l’hanno abitato e all’uso che ne hanno fatto. Questo metodo, che definirei “animazione tecnologica interattiva”, sollecita l’immaginazione del visitatore: richiama in lui, in un certo senso, l’atteggiamento avventuroso del bambino che vuole scoprire cosa c’è dentro il giocattolo e lo esamina separando ogni parte e poi tentando di ricomporla in un tutto che, da quel momento in poi, diventa anche una “sua creazione”.

Apriamo qui una piccola parentesi sulla fruizione dell’opera d’Arte: l’opera di un artista nasce, vive, cresce nel tempo, ha un destino che si realizza nei vari momenti in cui viene compresa e rivissuta da chi si avvicina a lei per comprenderne e fruirne il messaggio: ogni persona prende e dà qualcosa di sé all’opera (e al suo autore) quando la osserva e cerca di capirla. Così, il frutto del lavoro e della sensibilità di un solo artista, nutrendosi della sensibilità e umanità di ogni suo fruitore e critico, si avvia a diventare espressione di una società e di un’epoca.

Nel caso del sistema di presentazione delle informazioni sul castello di Trento la tecnica aiuta e rende possibile questa “crescita” dell’opera attraverso i visitatori del Castello, facendoli avvicinare a più livelli del complesso architettonico e pittorico fino a metterne a fuoco i particolari. E tutto ciò avviene in modo non soltanto semplice e comprensibile, ma anche piacevole e divertente.

Non senza ragione Franco Dossena, a cui ho fatto una breve intervista on-line, ha parlato di gioco: è un termine che ricorre spesso nelle teorie più attuali sugli sviluppi delle attività creative dell’uomo in quel futuro che anche oggi qualcuno ha di nuovo cominciato a sognare, rinnovando in sé e negli altri la speranza in un mondo migliore. Questa è la prospettiva in cui si muove il professore e scrittore Domenico De Masi che propone la suggestiva icona dell’“Ozio creativo”, cioè lavoro-come-gioco e viceversa, ove il lavoro è inteso come attività superiore dell’uomo in una società in cui la tecnologia svolge le azioni faticose e meccaniche e l’uomo quelle creative e ideative: queste ultime sono e possono essere, “gioco”, se chi le compie non si limita ad utilizzare le proprie conoscenze, ma ricorre all’intuito, all’immaginazione e capacità d’inventare il nuovo, ottimizzando e innovando così il proprio lavoro con il risultato di renderlo anche piacevole e, perché no ? ... divertente.

Fare Arte e farla conoscere è un modo non soltanto per dare un senso alla vita, ma anche per viverla e farla vivere ad altri con quella gioia che è rara e incomprensibile per i non appassionati agli eventi creativi: perché, come l’amore, «Intenderla non può chi non la prova».

Perché esista un futuro a misura d’uomo in Italia e nel mondo è necessario rifondare e diffondere il valore della cultura, che oggi, salvo importanti e rare eccezioni, sonnecchia o è custodita a futura memoria nelle biblioteche o nelle banche dati: la tecnologia, applicata alla realizzazione di sistemi come quello del castello del Buonconsiglio potrebbe incentivare l’interesse e la conoscenza dell’Arte portando qualunque opera dell’ingegno umano sul web (so che presto il Castello del Buonconsiglio ci raggiungerà on-line !): così forse a scuola gli studenti potrebbero apprezzare lo studio approfondito di monumenti o creazioni artistiche di paesi o musei che non possono materialmente visitare, per non parlare degli anziani o delle persone che non hanno possibilità di viaggiare. Qualunque epoca o realtà artistica, le città e i luoghi più lontani, grazie ai prodigi della tecnologia, potrebbero essere conosciuti “intimamente” e visti in una forma ravvicinata a tal punto da essere trasformati da virtuali in reali. Per arrivare a questo non basta investire denaro pubblico e privato, ma è necessaria anche e soprattutto una sana volontà politica: che i governanti diano alla cultura posizioni di primissimo piano in una graduatoria di valori non dominata soltanto da interessi economici e finanziari. E che il denaro sia finalmente un mezzo, non il fine in qualunque settore dell’attività umana. So di muovermi nell’utopia, ma da sempre l’utopia è stata, se non altro, il lievito della Storia.

Già oggi questa tecnologia è a disposizione dei visitatori al Castello del Buonconsiglio: aspettiamo i commenti del pubblico per una ripresa del nostro discorso sull’interazione creativa tra Arte Tecnologia ... e Vita.









Immagine digitale del Castello del Buonconsiglio di Trento

Fig. 1
Trento, Il castello del Buonconsiglio (immagine virtuale)

Il Castello del Buonconsiglio nel 1300

Fig. 2
Il castello del Buonconsiglio nel 1300 (immagine virtuale)

Il Cortile dei Leoni

Fig. 3
Il cortile dei Leoni (immagine virtuale)

La sala dei Vescovi

Fig. 4
La sala dei Vescovi (immagine virtuale)

La torre Aquila

Fig. 5
La torre Aquila (immagine virtuale)

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Fig. 6
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Fig. 7
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Foto cortesia Franco Dossena

Contributo valutato da due referees anonimi nel rispetto delle finalità scientifiche, informative, creative e culturali storico-artistiche della rivista

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