I musei moderni nascono con una prevalente funzione didattica, come
il patrimonio del primo nucleo della Pinacoteca di Brera costituito da
Collezioni donate dal Cardinal Federico Borromeo nel 1618 e
dall’Imperatrice Maria Teresa D’Austria nel 1771 come riferimenti
didattici per i giovani artisti. La stessa Maria Teresa D’Austria
contribuirà al primo nucleo della collezione di minerali del museo
universitario di Storia Naturale di Pavia.
E’ importante ricordare che le collezioni museali, oltre che per
merito di donazioni, nascono per lo più in ambienti educativi come
la scuola e le Università. Basti pensare alle cere anatomiche
realizzate tra la fine del XVIII e la metà del XIX secolo come
trattato per lo studio dell’anatomia per i medici dell’epoca e
conservati in diversi musei universitari Per quanto riguarda le
scuole ne sono testimonianza a Roma, ad esempio, il Liceo E. Quirino
Visconti, in cui possiamo trovare un piccolo museo che conserva
ancora parti di collezioni scientifiche e naturalistiche raccolte
come Collegio Romano, ricollocate dopo il 1870 tra l’attuale Museo
Pigorini e i Musei Universitari della “Sapienza” e il Liceo
“Terenzio Mamiani” che comprende strumentazione scientifica e
collezioni naturalistiche risalenti ai primi del ‘900.
Da luogo didattico e di ricerca il museo ha assunto con la
nascita del Museo Moderno una funzione di tutela e conservazione
anche se ormai dagli anni 90 del secolo scorso
si è ritenuto importante riconoscerne un ruolo educativo con
l’indicazione, anche da parte Ministeriale, di costituire sezioni
didattiche all’interno dei musei e l’istituzione di centri per il
coordinamento di tali attività insieme agli organismi dirigenti
delle istituzioni scolastiche. Il rapporto scuola museo si è evoluto
anche in riferimento alle teorie per l’apprendimento applicate
negli ultimi anni in campo educativo.
Si è passati quindi da un rapporto, che potremmo definire
unidirezionale, ossia dalla costruzione di programmi, da parte della
direzione dei musei, orientata al contesto formativo in accordo con i
contenuti delle programmazioni curricolari, a un rapporto
bidirezionale con la realizzazione di percorsi frutto di una stretta
collaborazione tra istituzioni museali e scolastiche
.
Il dibattito intorno ai musei negli ultimi anni si è, quindi,
arricchito: accanto al valore attribuito ai temi della tutela e della
conservazione, si è affiancato il riconoscimento dell’importanza
dei servizi educativi e dell’attenzione alle diverse tipologie di
pubblico.
A livello internazionale ICOM e UNESCO hanno
condiviso la necessità di superare la figura del “curator”
museale per ampliarne le funzioni in
prospettiva educativa e divulgativa e per offrire una offerta
formativa o didattica all’interno degli ambienti museali.
Una delle
indicazioni importanti in questo ambito è rappresentata dalla
Raccomandazione del Consiglio d'Europa agli Stati membri
sull'educazione al Patrimonio (98) approvata il 17 marzo 1998:
«educazione al patrimonio» vuol dire una modalità di insegnamento
basata sul patrimonio culturale, che includa metodi educativi
attivi, una proposta curriculare trasversale, un partenariato tra i
settori educativo e culturale che impieghi la più ampia varietà di
modi di comunicazione e di espressione;
l’educazione al patrimonio, che è per sua natura trans-
curriculare, dovrebbe essere promossa con la mediazione di diverse
discipline ad ogni livello e per ogni tipologia di insegnamento .
Spesso quindi i Musei, in particolare quelli scientifici, hanno
adottato un approccio attivo, producendo all’interno dello spazio
museo percorsi in grado di coinvolgere maggiormente il pubblico
legando la funzione di intrattenimento ed esperienziale a quella
didattica. Come in ambito scolastico anche nel Museo è stato quindi
applicato l’approccio socio-costruttivista la cui teoria che ha
tra i riferimenti Jean Piaget, individua nel processo di
apprendimento quale soggetto non più l’insegnante ma il discente
.
Infatti il soggetto che apprende è posto al centro del processo
formativo (learning centered) in alternativa all’insegnante
(teaching centered) quale depositario indiscusso di un sapere
universale. Il processo di apprendimento si basa su precedenti
esperienze, conoscenze e interessi e questo si sviluppa dalla
collaborazione sociale e dalla comunicazione interpersonale.
L’individuo
si forma attraverso il percorso di scoperta del sapere e non soltanto
attraverso il trasferimento di contenuti formativi. A
partire anche da questi studi, David Kolb elabora la teoria
dell’Experential
Learning, conferendo all'esperienza concreta e all'osservazione
riflessiva il ruolo centrale nel processo di apprendimento, nonché
l’attenzione ai diversi stili di apprendimento .
Tale teoria sembra bene adattarsi a ciò che avviene in un museo dove
i visitatori attivano diverse modalità all’interno degli spazi
espositivi .
Diventa importante, nel contesto museale, non solo la conoscenza
acquisita durante la visita ma anche il modo in cui il visitatore si
accosta a tale esperienza e lo stile con cui si approccia.
Molto
importante in questo contesto è la definizione e il significato che
possono acquisire gli oggetti museali. Tali oggetti, in
relazione alla specificità del museo in cui sono inseriti o alla
specificità della disciplina cui sono collegati o al loro scopo o
finalità, possono essere declinati in: cose, manufatti, artefatti,
macchine, opere, beni, arnesi, macchinari, exhibits,
materiali, apparati, attrezzi, capolavori, strumenti, utensili,
congegni, apparecchiature, dispositivi, marchingegni, reperti.
L’oggetto museale ha una notevole potenzialità informativa: per le
sue caratteristiche fisiche e materiali, per la sua collocazione
geografica, per il suo scopo o funzione, per il contesto nel quale è
inserito, per la sua relazione con diverse discipline di studio o di
ricerca. Inoltre l’oggetto museale può essere utilizzato come
immagine associata a un concetto, ad esempio all’interno di una
lezione .
Il museo si configura quindi come un vero e proprio
ambiente di apprendimento dove poter condurre gli studenti alla fine
di un percorso formativo iniziato e sviluppato in classe. I popoli,
le vicende del passato, gli strumenti, le invenzioni diventano
concreti attraverso le collezioni, gli oggetti, le testimonianze
custodite nell’ambiente museale. L’alunno, attraverso i percorsi
tematici e le spiegazioni della guida, viene coinvolto nella scoperta
della storia antica, delle scienze, dell’arte e della tecnologia in
un contesto sicuramente accattivante rispetto all’aula. Arrivare al
museo con un bagaglio culturale già sviluppato può sicuramente
attivare ulteriori curiosità stimolando la ricerca di conoscenza
utile all’apprendimento. L’insegnante nel contempo, durante la
visita, ha un punto di vista privilegiato nell’osservazione dello
studente e potrà verificarne lo sviluppo cognitivo, affettivo e
dell’identità.
L’introduzione delle tecnologie nell’ambito dei beni culturali ha
promosso una “rivoluzione” comunicativa che ha supportato anche
nel settore dei servizi educativi nuove modalità facilitando la
divulgazione e la disseminazione del patrimonio culturale e
scientifico.
Divenuto promotore diretto di cultura, il museo ha consentito che
l’aspetto della funzione comunicativa e trasmissiva acquistasse la
stessa rilevanza o, in alcuni casi, superasse quello della funzione
puramente conservativa. L’applicazione dell’ICT caratterizza il
museo non più come luogo fisico, con servizi e approfondimento di
contenuti che possono essere fruiti prima della visita e utilizzati
successivamente stimolati dalla medesima. Non solo i percorsi di
visita vengono ripensati in luogo delle curiosità, dell’età e
della conoscenza del pubblico ma anche le applicazioni e le utility
come sistemi di virtual reality o di realtà aumentata per
coinvolgere il visitatore all’interno e fuori dallo spazio museale.
I diversi tipi di tecnologia, applicate all’interno delle strutture
museali e nello spazio virtuale, permettono infatti la definizione di
diversi contesti in cui l’oggetto può essere inserito modificando
ogni volta il suo significato o valore, supportando così la
realizzazione della divulgazione della cultura e quindi la promozione
della conoscenza.
Come in ambito scolastico anche in quello museale possiamo definire
l’ambiente di apprendimento come un contesto di attività
strutturate secondo modalità che possano prevedere un ambiente come
spazio di azione reale o virtuale costruito per supportare la
costruzione di conoscenze, abilità, motivazioni.
L'evoluzione
tecnologica, permettendo un nuovo modo di comunicare e quindi di
divulgare le informazioni, ha contribuito anche al cambiamento delle
istituzioni museali. Tali strutture si propongono, tra l'altro, come
uno spazio per l'apprendimento attivo. Nasce il concetto di "museo
virtuale" come una rappresentazione alternativa al museo.
Ogni
Museo ha “attrezzato” un proprio sito WEB, una finestra virtuale
sulle collezioni con la possibilità di sviluppare molteplici
connessioni con altre unità informative.
Negli
ultimi anni è stata attivata una digitalizzazione massiva dei
contenuti e diverse attività educative con la predisposizione di
apposite sezioni on-line.
La didattica online può essere un utile strumento per stimolare la
visita ai musei da parte di docenti e studenti e per supportare lo
sviluppo dell’apprendimento.
Arrivare al museo con un bagaglio culturale già sviluppato può
sicuramente attivare ulteriori curiosità stimolando la ricerca di
conoscenza utile all’apprendimento. La tecnologia offre diverse
opportunità con la realizzazione di giochi online, la
personalizzazione dell’accesso ai contenuti o lo sviluppo di
ambienti collaborativi. Uno dei più significativi campi di studio
riguarda la personalizzazione dei contenuti da parte dell’utente
applicando un approccio user-centered per l’accesso online o per
l’implementazione di contenuti mediante tool di annotazione. Una
delle ultime ricerche nel settore riguarda la possibilità di
riutilizzare i contenuti online tenendo conto della vastità del
materiale sulla rete. La molteplicità e l’eterogeneità dei
cataloghi accessibili mediante internet ha suggerito la possibilità
di riutilizzare gli stessi in contesti diversi dal loro ambito
disciplinare.
L’Agenda Digitale Europea ritiene molto importante il riuso dei
contenuti digitali. In questo contesto molte sono le indicazioni che
intendono stimolare il riuso del patrimonio
Infatti la Raccomandazione della Commissione
Europea fornisce le seguenti indicazioni: “The
online accessibility of cultural material will make it possible for
citizens throughout Europe to access and use it for leisure, studies
or work. Moreover, the digitised material can be reused – for both
commercial and non-commercial purposes – for uses such as
developing learning and educational content, documentaries, tourism
applications, games, animations and design tools, provided that this
is done with full respect for copyright and related rights“[EU
Commission Recommendation, 2011] .
In questo contesto i musei hanno sviluppato un modello di
presentazione dei contenuti sia all’interno degli spazi espositivi
che online per permettere di:
comunicare in modo efficiente con il loro pubblico;
raccogliere informazioni e feedback con il pubblico di riferimento;
fornire modelli per gestire e risolvere problemi.
Inoltre queste istituzioni culturali hanno articolato le loro
funzioni in relazione al territorio e ai visitatori e hanno tra i
loro obiettivi quello di sviluppare modalità per promuovere la
cultura scientifica secondo la necessità di incrementare la
richiesta di interdisciplinarietà nell’insegnamento basata su
nuove forme di apprendimento e comunicazione con il supporto della
tecnologia.
Infatti tale metodologia può rendere le collezioni più
significative e rilevanti per gli utenti permettendo, inoltre, la
produzione di nuovi servizi e supporti per un ri-uso creativo dei
materiali con lo sviluppo di prodotti innovativi anche in termini di
attività di tipo collaborativo .
Le risorse digitali possono fornire agli educatori strumenti utili
per stimolare l’ambiente di apprendimento .
Nel
contesto museale i curatori hanno tracciato nuovi percorsi, creato
laboratori e disegnato aree dedicate alla didattica accessibili dal
sito WEB della loro istituzione di riferimento. Queste aree virtuali
forniscono giochi, itinerari personalizzati, oggetti per
l’apprendimento (LO) e servizi educativi. Inoltre, recentemente,
molte istituzioni culturali rendono accessibili e fruibili i loro
materiali in modalità Open Data.
E’ in
atto un dibattito internazionale che guarda alle tecnologie come uno
strumento per portare il museo in aula, ad esempio, offrendo i
contenuti digitali per essere integrati con il materiale scolastico.
Nel panorama nazionale e internazionale diverse sono le modalità
comunicative e le esperienze:
Il
Canadian Museum Center fornisce l’accesso a un’area riservata
per agli insegnati per costruire lezioni online
integrate da contenuti museali .
Il
Museo di Antropologia della Wake Forest University fornisce un
programma didattico per la scuola primaria mettendo a disposizione
online oggetti, fotografie, attività e materiale storico .
Il
Museo Galileo di Firenze ha inserito online giochi interattivi
collegati alla discipline scientifiche .
Il
Rijskmuseum di Amsterdam mette a disposizione un Dimostratore che
permette il download di interessanti immagini delle opere d’arte
del museo; recentemente
ha prodotto una innovativa applicazione che rende disponibili ad
alta risoluzione le immagini delle proprie opere per essere
riutilizzate in forma gratuita da qualunque utente in qualsiasi
modalità .
Il
progetto The Natural Europe a partire da un network di risorse
digitali ha sviluppato un Repository per l’educazione con lo scopo
di condividere un ricco materiale scientifico con gli insegnanti
come supporto alle attività didattiche .
Una
esperienza di open
data
e riuso dei contenuti è rappresentato dal Polo Museale Sapienza
(PMS) che con i suoi 20 musei promuove attività nel campo
dell’educazione
ed
ha avviato una attività di sperimentazione per
connettere
il suo patrimonio culturale alle scuole utilizzando le tecnologie .
In classe, per lo studio della cultura e della storia così come per
le scienze e la lingua, sono utilizzati testi e materiale didattico
supplementare. Anche se tali materiali sono ben organizzati in base
ai loro corrispondenti curricoli, spesso, mancano informazioni
sufficienti per gli alunni per una maggiore conoscenza dei beni
culturali. Le risorse digitali possono permettere all’insegnante di
strutturare la lezione per stimolare l’esperienza
dell’apprendimento e per attivare una significativa conoscenza con
un percorso personalizzato a sostegno dell’impegno collaborativo
dello studente.
In conclusione le indicazioni Europee relative all’utilizzo del
Patrimonio culturale nel contesto educativo e quelle del Ministero
dell’istruzione, che indica fondamentale utilizzare i contenuti del
patrimonio culturale integrato nella costruzione dei percorsi
scolastici, possono essere realizzate mediante l’utilizzo della
tecnologia. Importante non è solo il risultato rispetto
all’apprendimento ma anche la valorizzazione del patrimonio
culturale con lo sviluppo di conoscenza e familiarità da parte degli
studenti che potranno essere consapevoli dell’importanza del
patrimonio e come cittadini del futuro porre in atto azioni
per la salvaguardia e tutela.
NOTE
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