Every child is special
Taare
Zameen Par [1] , ovvero Stelle sulla Terra, è un
film del 2007 diretto e interpretato da Aamir Khan. Appartiene alla cultura
bollywoodiana ed è conosciuto per numerosi premi tra i quali il Filmfare 2008 Miglior Film Award e il National Film
Award 2008 come miglior film sul benessere della famiglia.
Il film narra la storia di Ishaan Nandkishore Awasthi, un bambino
di otto anni con grandi difficoltà nell'apprendimento [2] .
Dopo un incontro con gli insegnanti, i genitori decidono di mandare il piccolo
in un collegio: Ishaan vive questo trasferimento come una punizione ed è
sofferente per il distacco dalla famiglia. La sua solitudine cresce
avvolgendolo in un profondo silenzio che è sintomo della sua depressione.
Tutto cambia all'arrivo di Ram Shankar Nikumbh o “Nikumbh Sir”: è
il nuovo insegnante di arte.
Ram riconosce se stesso in Ishaan e si accorge che il bambino è
dislessico. Gli errori dell'alunno seguono uno schema ricorrente quasi ossessivo.
Le sue capacità creative, invece, sono eccezionali.
Il docente decide di prendersi cura del bambino riabilitandolo
alla lettura e alla scrittura [3]
valorizzando, allo stesso tempo, le sue abilità artistiche proponendo giochi,
caccia agli oggetti, assemblage, mostrando al bambino e alla classe i
progetti di Leonardo da Vinci che Ishaan riesce a trasformare in opere
tridimensionali perfettamente funzionanti [4] .
Per coinvolgere studenti e docenti, Ram indice una gara di pittura
per dimostrare a tutti il talento del bambino che si contenderà il podio con il
suo insegnante.
Il film, incentrato sul problema della dislessia, si propone di
rappresentare il funzionamento del pensiero: i dislessici sono “pensatori per
immagini” che associano simboli e parole [5] .
La grande creatività è data dalla capacità di sfruttare questo
particolarissimo meccanismo.
“La dislessia è una disabilità dell'apprendimento di origine
neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà a effettuare una lettura
accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura (ortografia). Queste
difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del
linguaggio, che è spesso inatteso in rapporto alle altre abilità cognitive e
alla garanzia di un'adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie
possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta
pratica nella lettura che può impedire una crescita del vocabolario e della
conoscenza generale” [6] .
Se, in passato, la dislessia era considerata un difetto, è stata
poi rivalutata come dono [7] .
Gli studi di Ronald D. Davis [8]
hanno messo a fuoco i pregi del disturbo come se, in realtà, si trattasse di
una chiave per qualcosa di più elevato.
La particolarità dei dislessici è nella propensione per il
pensiero visivo e spaziale: si tratta di una tipologia di connessione sintetica
e che procede per analogie ed è potenzialmente creativa.
Come scrive Soren Pettersen [9] sull’Huffington Post, le persone dislessiche
faticano maggiormente nell'apprendimento, di conseguenza imparano ad essere
motivati, perseveranti e sperimentano strade e strategie alternative. Il loro
pensiero segue tracce differenti e, proprio grazie a questa caparbietà, riescono
produrre soluzioni più originali [10] nel problem solving.
La differenza, inoltre, è nella capacità di sfruttare una visione
periferica globale: i dislessici, cioè,
possiedono una maggiore abilità nell'image processing [11] .
Il film offre uno spunto di riflessione
su come l'arte possa fornire a queste persone speciali gli strumenti per
esprimere non solo la propria creatività, ma semplicemente il proprio modo di
vedere e pensare, per mostrare al mondo un nuovo punto di vista.
Non è un caso che Ram sia un insegnante
di arte: nelle scuole di discipline artistiche ci sono le più alte percentuali
di dislessici. La loro attenzione, inoltre, riconosce le similitudini degli
approcci cognitivi e può aiutare a trovare familiarità con metodologie di
lettura ed elaborazione con più facilità.
L'arte in particolare ha una lunga
tradizione legata al concetto di terapia [12] : viene
applicata all'interno di “molteplici realtà dagli anziani ai bambini, in
contesti educativi, sociali, riabilitativi, legali, con finalità di recupero,
superamento di traumi, sostegno emotivo ed affettivo, ma anche sviluppo delle
facoltà creative” [13] .
La sua funzionalità non si limita ad incanalare la
creatività, ma può essere trasposta alle necessità relazionali e comunicative
del quotidiano.
Il concorso di pittura istituito nella pellicola
rivela non solo la creatività del bambino, ma come i pensieri si vivifichino
sul foglio, sulla tela, mostrando i movimenti cerebrali delle immagini, animate
da una prospettiva nuova, ma reale. La regia, in quei tratti, ha messo in luce
chiaramente come quella tipologia di pensiero si sposi quasi magicamente con la
fantasia e l'atto creativo.
Il dislessico sviluppa un sistema di elaborazione
della percezione che equivale a quella di uno stratega: le immagini diventano
un gioco di associazioni multiple, segrete connessioni che sviluppano un
pensiero.
Quel particolarissimo dono, come viene definito da
Davis, ha permesso l'elaborazione di nuove tecniche espressive e del pensiero
di personalità come Walt Disney, Leonardo Da Vinci, Pablo Picasso, Lewis
Carroll, Hans Christian Andersen, Agatha Christie, Gustave Falaubert, F. Scott
Fitzgerald, Fannie Flagg, Albert Einstein, Cher, John Lennon, Thomas Edison,
Ansel Adams, Robert Rauschenberg, Michelangelo, Mark Twain, Thomas Toreau,
William Butler Yeats, Edgar Allan Poe, Jules Verne, John Irving, Mozart, Beethoven,
Steven Spielberg, Whoopie Goldberg, Quentin Tarantino, Ingvar Kamprad...
L'arte
può essere un mezzo eccezionale per sviluppare abilità creative secondo
processi cognitivi diversi: seeing different, thinking different è
stato, è e può essere ancora un grande codice creativo in grado di sviluppare
nuove idee, ma anche di avvicinare linguaggi diversi per fondere esperienze e
pensiero.
“Sulla nostra
Terra sono spuntate piccole stelle che con la loro luce hanno illuminato il
mondo perché sono riuscite a farci guardare le cose con i loro occhi. Pensavano
in maniera diversa e le persone vicine non le accettavano e le hanno
ostacolate. Ma loro ne sono uscite vincenti, al punto che il mondo è rimasto a
bocca aperta”. Queste parole del giovane maestro Nikumbh racchiudono il senso
di tutto il film.
NOTE
BIBLIOGRAFIA
AA.
VV., Il corsivo dalla A alla Z, Trento 2004.
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lavoro,
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2003.
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(materiali di recupero e sostegno),
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e i Disturbi Specifici di Apprendimento, Trento 2006.
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G., In classe con un allievo con disordini dell’apprendimento, Milano
2001.
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G., Sviluppo cognitivo, Milano 2000.
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P.E. e VIO C., Diagnosi dei disturbi dell’apprendimento scolastico,
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SITOGRAFIA
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