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Da Giotto a Gentile. Pittura e scultura a Fabriano fra Due e Trecento: una recensione  

Lara Scanu
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 20 Settembre 2014, n. 727
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La mostra Da Giotto a Gentile. Pittura e scultura a Fabriano fra Due e Trecento, curata da Vittorio Sgarbi, è ospitata presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli del comune di Fabriano (AN).

L’edificio dello Spedale di Santa Maria del Buon Gesù, sede attuale del museo, costruito a partire dal 1456 per riunire le precedenti strutture ospedaliere ed utilizzato, in seguito, come brefotrofio femminile, accoglie il visitatore con un chiostro, al centro del quale è posto un pozzo ottagonale del 1483.

L’esposizione temporanea, che si sviluppa per un totale di sei sale al secondo piano della struttura, esamina l’evoluzione artistica delle regioni centro italiane tra XIII e XIV secolo, con particolare attenzione all’area umbro-marchigiana.

La città di Fabriano, dalla particolare posizione geografico-politica, vicina al Ducato di Spoleto, ha subito, fin dagli albori, la significativa e quanto mai fondamentale influenza degli affreschi giotteschi del ciclo francescano di Assisi: il centro marchigiano artigiano per eccellenza1 tra Duecento e Trecento ebbe una straordinaria fioritura di artisti, oggi per noi una schiera di anonimi, che fornirono ad un artista come Gentile da Fabriano un humus culturale ed artistico adeguato allo sviluppo della realizzazione delle proprie opere.

Uno degli artisti di cui conosciamo il nome e di cui riconosciamo la forte influenza esercitata sui contemporanei e sui posteri è, di certo, Allegretto Nuzi, nato a Fabriano intorno al 1320 e morto sempre nella sua città natale nel 1373. Egli è riconosciuto come la figura-chiave della pittura marchigiana del XIV secolo, probabile allievo del Maestro di Campodonico2 in una fase giovanile, soggiornò in Toscana, presso Siena e Firenze, a cavallo tra il 1346 e il 1348, anno in cui tornò nel suo paese originario a causa della terribile pestilenza che afflisse queste zone. Nella regione di Dante, dove si trattenne per ben due volte, apprese l’arte da Ambrogio Lorenzetti3, Bernardo Daddi4, Maso di Banco5 e dall’Orcagna6: grazie alla conoscenza delle tecniche artistiche toscane diede luogo ad uno stile del tutto personale, che virò in chiave decorativa e lineare, tendendo ad una forte semplificazione delle figure.

La personalità artistica di Allegretto è il fil rouge che conduce il visitatore dall’egemonia giottesca alla decoratività del Gotico Internazionale, ottimamente rappresentato dall’artista Gentile da Fabriano, pittore marchigiano nato nel 1370 che scavalcò il secolo, morendo a Roma nel 1427, appena un anno prima di un altro forte quanto innovativo personaggio, il grande maestro rinascimentale Masaccio: la personalità gentiliana rappresenta a pieno il modello di artista itinerante, che viaggia di corte in corte diffondendo il suo linguaggio, che, attraverso la mediazione dell’Umanesimo fiorentino, darà origine ad uno stile del tutto originale, improntato al decorativismo, che sarà il mezzo importante e necessario che condurrà le istanze del Tardo Gotico alla basilarità del Rinascimento.

Nel percorso espositivo è possibile rintracciare una tipologia iconografica che svolge la funzione di trait d’union: si tratta della Madonna dell’Umiltà.

Dipinti di questo soggetto iniziano a diffondersi in Italia a partire dagli anni Quaranta del XIV secolo, inizialmente nell’area umbro-marchigiana, per poi espandersi alla Toscana, dove se ne rintracciano degli esemplari all’interno delle produzioni di Beato Angelico7, Donatello8, Filippo Lippi9, Masaccio10 e Masolino11.

La Madonna dell’Umiltà è un soggetto legato all’ordine francescano, che voleva la Chiesa umile, rispettando la regola di Francesco d’Assisi, servendosi pertanto di Maria come metafora del popolo di Dio.

L’alfa di tutti i dipinti in cui viene rappresentata questa tematica iconografica è un’opera di Bartolomeo di Camogli, databile al 134612.

Dall’osservazione di questa opera siciliana, la cui peculiarità è il fatto che la Vergine sia seduta su di un cuscino a terra, anziché essere assisa in trono, così come era stata canonizzata nella Maestà senese di Duccio di Buoninsegna13, scaturisce la realizzazione dell’opera del Nuzi, che mostra una Maria mentre allatta il piccolo Gesù, avvolta da un manto blu profondo, decorato con dei tralci di vite e dei grappoli d’uva in oro. Sulla base, un’iscrizione14 indica l’autore e la data.

Questa pala sarà un importante punto di partenza per l’omonima opera di Francescuccio di Cecco Ghissi15, databile al 1359 su base dell’iscrizione posta in basso, e di altre opere dello stesso autore e di uguale tematica, ma con piccole varianti iconografiche rispetto all’opera di Allegretto.

A terminare il percorso espositivo vi è l’opera di Gentile, che interpreta ancor di più la tematica religiosa in chiave decorativa: la Vergine, persi i suoi connotati di Madonna del Latte e di Signora dell’Apocalisse, è assisa su di un ricco cuscino posto, a sua volta, su un tappeto a motivi floreali, così come il finto arazzo di fondo. Il manto blu, riccamente rifinito con un bordo dorato su cui si legge la salutazione evangelica dell’Annunciazione, trascritta in caratteri gotici, è in atteggiamento di orante, con le mani incrociate e i palmi rivolti verso il cielo, mentre osserva il Figlio, adagiato sulle sue ginocchia sopra un ricco telo decorato, le nudità coperte da una velatura semi trasparente.

L’esposizione consta anche di un notevole numero di sculture lignee dei più disparati soggetti, dai tradizionali Crocifissi ai diversi personaggi facenti parte della rappresentazione di una Epifania, tra i quali si notano i Magi ed un pensoso e malinconico San Giuseppe, realizzati da Fra’ Giovanni di Bartolomeo16, anticipando, di fatto, le realizzazioni dei Sacri Monti17.

A coronamento della visita vi sono tre luoghi vicini all’esposizione temporanea che completano il percorso estetico e culturale del visitatore: la Cattedrale di San Venanzio, dove si trovano due cappelle affrescate, dedicate a San Lorenzo e alla Santa Croce, la Chiesa di Sant’Agostino, le cui cappelle giottesche risuonano gli echi degli affreschi francescani assisiati, la Cappella di Sant’Orsola in San Domenico, con affreschi di Allegretto Nuzi.

Il catalogo, edito da Mandragora, consta di sei saggi introduttivi, che analizzano il clima artistico e socio-culturale dell’epoca in cui operarono gli artisti di cui si possono ammirare le opere, e delle schede delle opere esposte, realizzate con dovizia nei riguardi di tutti i particolare interessanti, offrendo un interessante spunto di ricerca dal punto di vista iconografico, oltre che un nutrito apparato bibliografico e una marcata attenzione all’elemento critico.






NOTE

1 Questo territorio comunale, che si estende per circa 268 km2, è conosciuto per le sue attività artigianali ed industriali, in particolar modo per la produzione di carta, attività della quale si hanno documenti nell’archivio comunale a partire dal 1273. Ma questa non è l’unica attività praticata fin da epoche remote: tra l’XI e il XIV secolo si segnalano produzioni disparate, tra cui quella dei cappelli, delle ceramiche, delle conce, della lana.

2 Pittore anonimo attivo nelle Marche a metà del XIV secolo noto anche come Maestro di San Biagio in Caprile e come tale conosciuto da Lionello Venturi (si veda VENTURI 1915).

3 Pittore toscano, Siena, 1290 ca – 1348, appartiene ad una famiglia di pittori: insieme al suo fratello minore, Pietro, sarà tra i più importanti maestri del Trecento italiano. Morto probabilmente a causa della peste, la sua opera è caratterizzata dalla forte componente allegorica e simbologica: famosi i suoi affreschi rappresentanti le Allegorie e gli Effetti del Buono e del Cattivo Governo presso il Palazzo Pubblico di Siena (1338-1339).

4 Pittore fiorentino, Firenze, 1290 ca – 1348, appartenente agli allievi di Giotto, sarà uno degli interpreti dello stile tardo del grande maestro. Si occupò di dipinti di carattere prettamente religioso.

5 Pittore fiorentino dall’ignota data di nascita e morto probabilmente nel 1348, a causa della peste. Poche sono le notizie biografiche su di lui, del quale non possediamo opere firmate: la sua attività è quindi ricostruibile attraverso l’attribuzione di opere stilisticamente vicine alle notizie da noi possedute.

6 Nato Andrea di Cione di Arcangelo, 1310 ca – 1368. Pittore, scultore e architetto, allievo di Andrea Pisano e di Giotto, attivo a Firenze dagli anni Quaranta del Trecento. Faceva parte di una famiglia di artisti.

7 Fra Giovanni da Fiesole, al secolo Guido di Pietro, Vicchio, 1395 ca – Roma, 1455. La sua Madonna dell’umiltà, oggi custodita al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, è stata realizata tra il 1433 e il 1435.

8 Nato Donato di Niccolò di Betto Bardi, Firenze, 1386 – 1466. La Madonna delle Nuvole o dell’Umiltà, custodita al Museum of Fine Arts di Boston, è degli anni Trenta del XV secolo.

9 Fra Filippo di Tommaso Lippi, Firenze, 1406 – Spoleto, 1469. La sua Madonna dell’Umiltà, nota anche con il nome di Madonna Trivulzio, databile al 1429 – 1432, è oggi conservata alla Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano.

10 Nato Tommaso di ser Giovanni di Mone Cassai, San Giovanni Valdarno, 1401 – Firenze, 1428. Conservata presso la National Gallery of Art di Washington e databile al 1424 – 1425 è la Madonna dell’Umiltà a lui attribuita.

11 Tommaso di Cristoforo Fini, conosciuto come Masolino da Panicale, San Giovanni Valdarno, 1383- Firenze, 1440. Sono almeno tre le opere di questo autore che hanno come soggetto la Madonna dell’Umiltà, una delle quali, conservata alla Galleria degli Uffizi di Firenze, è databile prima del 1423.

12 Noto come Bartolomeo Camulio o Bartolomeo Pellerano da Camogli, Genova, 1300 ca – post 1348, attivo dal 1339. L’opera è conservata presso Palazzo Abatellis a Palermo.

13 Siena, 1255 – 1318/19. Primo maestro della scuola senese, importante rappresentante del Gotico italiano. La sua Maestà (Tempera su tavola, 211x426 cm, 1308-1311 , Duomo, oggi presso il Museo dell’Opera Metropolitana del Duomo, Siena) è uno dei più alti esempi della pittura italiana trecentesca dove si illustra un soggetto sacro totalmente circondato dalla sua storia.

14 Iscrizione parlante: A[L]LEGRETT[US DE FA]B[R]IANO ME PINXIT AN(N)O D[(OMI)NI MCCC]LXV[I ?].

15 Fabriano, notizie tra il 1345 e il 1374, l’opera citata è oggi custodita presso la Pinacoteca Molajoli di Fabriano.

16 Noto come Maestro dei Magi, fu uno scultore fabrianese attivo nel XIV secolo, probabilmente identificabile con il monaco olivetano, il quale lavorò con Allegretto Nuzi.

17 Percorsi devozionali in cui il pellegrino può vivere l’atmosfera dei luoghi della Terra Santa e degli avvenimenti evangelici e mariani. La realizzazione dei Sacri Monti si diffuse in Italia settentrionale a partire dal XV secolo. Celeberrimo è il Sacro Monte di Varallo, anche conosciuto come Nuova Gerusalemme.





BIBLIOGRAFIA

FRUGONI 2010 – Chiara Frugoni, La voce delle immagini, Einaudi, Milano, 2010.


GODDARD KING 1935 – Georgiana Goddard King, The Virgin of Humility, in The Art Bulletin, vol.17, n°4, 1935, pp. 474-491.


HALL 1983 - James Hall, Dizionario dei soggetti e dei simboli nell’arte, Longanesi, Milano,

2010.


MEISS 1936 – Millard Meiss, The Madonna of Humility, in The Art Bulletin, vol. 18, n°4, 1936, pp. 435-465.


SCHMIDT 2006 – Victor M. Schmidt, Tavole dipinte. Tipologie, destinazioni e funzioni (secoli XII-XIV), in L’Arte Medievale nel contesto. 300-1300. Funzioni, Iconografia e Tecniche, a cura di Paolo Piva, Jaca Book, Milano, pp. 205-244.


GIOTTO GENTILE 2014 – Vittorio Sgarbi (a cura di), Da Giotto a Gentile, catalogo della mostra, Mandragora, Firenze, 2014.


VENTURI 1915 - Lionello Venturi, A traverso le Marche, in L’Arte, 18, pp. 1-28, 1915.








LA MOSTRA

Dove: Fabriano (AN), Pinacoteca Civica “Bruno Molajoli” nello Spedale di Santa Maria del Buon Gesù; itinerario urbano: Chiesa di S. Agostino, Cappelle Giottesche; Chiesa di S. Domenico, Cappella di S. Orsola e Sala Capitolare; Cattedrale di S. Venanzio, Cappelle di S. Lorenzo e della Santa Croce.

Quando: dal 26 luglio al 30 novembre 2014, chiuso il lunedì mattina.

Sito Internet: www.dagiottoagentile.it

Catalogo: Mandragora









Fig. 1
Ingresso della Pinacoteca Civica di Fabriano e Manifesto della mostra

Fig. 2
ALLEGRETTO NUZI, Madonna dell'Umiltà, con particolari del manto della Vergine e dell'iscrizione con il nome dell'autore

Fig. 3
FRANCESCUCCIO DI CECCO GHISSI, Madonna dell'Umiltà

Fig. 4
GENTILE DA FABRIANO, Madonna dell'Umiltà, con particolari del Bambino Gesù e dell'iscrizione sul manto della Vergine

Fig. 5
FRA GIOVANNI DI BARTOLOMEO, San Giuseppe, da Epifania

Fig. 6
Copertina del Catalogo della mostra


	
	
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra

Contributo valutato da due referees anonimi nel rispetto delle finalità scientifiche, informative, creative e culturali storico-artistiche della rivista

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