Secondo
la definizione dell’ICOM -International Council of Museum- UNESCO,
«Il Museo è
un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della
società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che effettua
ricerche sulle testimonianze materiali e immateriali dell’uomo e
del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica e
specificamente le espone per scopi di studio, istruzione e diletto».
Un
Museo, pertanto, è tale se al suo interno è presente un visitatore
e se è capace di rendere fruibile il suo contenuto a quest’ultimo.
Questo
articolo racconta e raccoglie brevemente i dati emersi dal lavoro di
tesi magistrale in Museologia sul tema dell’accessibilità museale
alle persone sorde, svolto e concluso nel settembre 2017, e aggiunge
un rapido aggiornamento sullo stato dell’arte in questo campo fino
a marzo 2019.
Partendo
da un’analisi terminologica della questione, quando utilizziamo la
parola sordo,
dobbiamo tenere presente che questa è molto ampia e generica e
racchiude al suo interno realtà molto diverse. È importante infatti
fare una distinzione tra i sordi in base al grado di sordità, ai
fattori che l’hanno determinata, all’età in cui questa è stata
diagnosticata ecc.
In realtà queste categorie esistono più nella teoria che nella
pratica, in quanto spesso i confini tra una categoria e l’altra
sono molto sfumati e le eccezioni numerosissime. In Italia, circa l’1
per mille della popolazione nasce sorda, ovvero colpita da sordità
congenita prelinguale. A questi, vanno aggiunti tutti coloro che
perdono l’udito dopo la nascita.
La
legislazione vigente sul tema disabilità -e in particolare riguardo
all’accessibilità della cultura da parte di queste persone- è
assai corposa. Ci limiteremo qui a citare solo le leggi più
importanti, quelle dalle quali non si può prescindere, il cui
rispetto rappresenta la base per la costruzione di una società
civile.
Prima
fra tutte, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata il
10 dicembre 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In
particolare, l’art. 27.1 sottolinea come “Ogni
individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita
culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al
progresso scientifico ed ai suoi benefici.”
Assai
significativa poi è quella del 5 febbraio 1992 n°104, detta anche
legge 104,
o “legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i
diritti alle persone handicappate”. Nello specifico, l’Art. 25
riguarda proprio l’accesso all’informazione e alla comunicazione.
Più
recente è invece la risoluzione del Consiglio Europeo del 2003
relativa all’accessibilità alle infrastrutture e attività
culturali per le persone con disabilità: essa invita gli Stati
membri e la Commissione, nell’ambito delle rispettive competenze,
ad esaminare i metodi atti ad integrare le persone con disabilità
nei settori artistici e culturali e a sostenere la parità di
opportunità nella produzione e promozione del loro lavoro, a
continuare gli sforzi per eliminare gli ostacoli esistenti e studiare
ulteriori metodi e mezzi appropriati atti a facilitare e migliorare
l’accesso delle persone con disabilità alla cultura.
Degna
di nota è anche la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle
persone con disabilità, approvata il 13 dicembre 2006 e
successivamente ratificata dall’Italia: scopo di questa è
promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di
tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte
delle persone con disabilità, nonché promuovere il rispetto per la
loro intrinseca dignità.
Sempre
del 2006, infine, è il Decreto Ministeriale n°239 del 20 aprile:
questo, importantissimo, prevede l’entrata gratuita ai musei
statali per tutta una serie di categorie di persone, tra le quali i
cittadini europei portatori di handicap.
Ponendo
la legislazione vigente come roccaforte per i diritti delle persone
con disabilità, tale studio ha proseguito la sua indagine
chiedendosi quanto queste leggi vengano applicate e rispettate in
ambito museale, nonostante negli ultimi anni l’attenzione volta a
migliorare e incrementare l’accessibilità sia sicuramente
aumentata. Progettare l’accessibilità non vuol dire soffermarsi
solo sugli aspetti tecnici e formali, ma porre al centro
dell’attenzione l’uomo, con le sue necessità e le sue
peculiarità.
Parlando di persone sorde, dobbiamo tenere presente che questo è un
pubblico molto variegato, pertanto, quelle che potrebbero sembrare
soluzioni e strumenti di accessibilità per alcuni, per altri
risultano totalmente inefficienti.
Prendiamo
come primo esempio quello delle didascalie, strumento tanto
utilizzato come ponte tra il contenuto dell’opera e l’utenza,
quest’ultima spesso grossolanamente raggruppata senza distinzione
di età, ceto sociale o peculiarità. Laddove per i teorici questo
strumento serve a esplicitare l’opera e a semplificarne la
fruizione, riscontriamo invece nella pratica una frequente difficoltà
nel decifrarne la forma e i contenuti, per di più se il lettore è
sordo e, per sua natura, spesso inciampa nella comprensione del
lessico e delle terminologie specifiche.
Pierre
Bordieau affronta questo complesso problema della mancanza di
materiale informativo adeguato e sottolinea come un’opera d’arte
abbia significato e interesse solo per qualcuno che sia in possesso
delle competenze culturali adeguate, o meglio del codice in cui
l’opera è espressa; viceversa coloro che non possiedono tale
codice si sentono perduti.
Perché un sordo non si senta smarrito dinnanzi ad una didascalia,
questa dovrebbe essere formulata in un italiano semplice e chiaro,
con frasi brevi e pochi periodo subordinati (che, solitamente, lo
mettono in difficoltà nel tenere il filo del discorso). La
didascalia, ad ogni modo, non è l’unico strumento di cui un museo
si serve per rendersi comprensibile e aperto nei confronti
dell’utenza. Per quanto riguarda quella sorda, ad esempio, numerosi
sono gli strumenti tecnologici volti a questo scopo. La mancanza di
un ordine scientifico su cosa però già esista e su cosa ancora
manchi mi hanno spinta a continuare l’indagine proprio in questa
direzione: ho tentato di riordinare i servizi esistenti di
accessibilità museale sul territorio nazionale in una semplice
lista, in modo da mappare quello che già c’è, e da qui partire
per colmare i vuoti.
Stilando
questo elenco, è emerso che i servizi di accessibilità museale per
i sordi sono in qualche modo raggruppabili per tipologia: si va dalla
semplice visita guidata in Lingua dei Segni con la presenza di un
interprete, a
brevi video
in LIS trasmessi da
monitor o totem solitamente posizionati all’entrata del museo (a
scopo introduttivo) e disseminati lungo le sale per una spiegazione
più approfondita. Un esempio emblematico relativo a questo strumento
è rappresentato dal progetto Museo
Facile messo a
punto dall’Università degli studi di Cassino. Si tratta di un
progetto didattico-sperimentale di comunicazione ed accessibilità
culturale, nato nel 2012 ed elaborato nell'ambito della convenzione
tra l'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale ed
il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Luogo di
sperimentazione del progetto è stato il museo Hendrik Christian
Andersen di Roma: grazie ad un sistema di comunicazione integrata, il
percorso realizzato ha favorito l'accesso culturale di quanti
presentano difficoltà specifiche - a vari livelli - nel partecipare
attivamente alla conoscenza del patrimonio culturale nazionale.
Senza entrare troppo nei dettagli ci limiteremo qui a dire che per
accedere ai video esplicativi è necessario scaricare una delle
numerose applicazioni gratuite disponibili online (e tramite le
quali, inquadrando il QR Code, è possibile collegarsi, attraverso la
pagina web, direttamente ai contenuti). Tra questi è interessante
sottolineare anche la presenza di un piccolo glossario video, che
traduce in lingua dei segni i termini più specifici dell’arte.
Ancora,
rari ma assai funzionali, sono i tablet
di cui alcuni musei
dispongono con video descrizioni in LIS/ASL che permettono all’utente
di visitare il museo in totale autonomia senza vincoli di tempo e
spazio. Un esempio ben riuscito è quello di Palazzo Massimo alle
Colonne di Roma. Palazzo
Massimo in Lingua dei Segni
è uno strumento promosso dal Servizio Educativo della Soprintendenza
Speciale per i Beni Archeologici di Roma in collaborazione con la
Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi Roma Tre e
l’Istituto Statale per Sordi di Roma. Scaricabile sia su smartphone
che su tablet, è costituito da una doppia versione, in LIS e in ASL.
Oltre alla video spiegazione di parte delle opere, sono presenti
anche foto e testi esplicativi in italiano e in inglese. Peculiarità
di questa applicazione è, inoltre, la presenza di un glossario in
lingua dei segni per spiegare il significato di alcuni lemmi tecnici
e scientifici che non fanno parte del vocabolario LIS.
Infine,
anche se pratica ancora poco diffusa, alcuni musei offrono una guida
sorda che
accompagna i visitatori lungo il percorso espositivo aggirando così
sia il problema dei costi dell’interprete LIS, sia l’impersonalità
di uno schermo o di un tablet a cui non potere fare domande.
Ricordiamo a proposito di questo servizio, il caso eccellente del
Castello di Rivoli, primo museo di arte contemporanea ad affidare la
conduzione di attività, guide, laboratori e simili, a persone
sorde.
Dopo
avere messo ordine all’interno della vasta gamma di servizi di cui
il territorio nazionale dispone per l’accessibilità museale della
comunità sorda, la ricerca si è spostata proprio su quest’ultima,
indagando e valutando al suo interno il grado di soddisfazione in
merito. Si è proceduto quindi con la realizzazione di un
questionario di gratificazione personale, somministrato ad un
campione di cento persone sull’intero territorio nazionale, di età
compresa tra i diciassette e i sessantanove anni. Esso si compone di
venticinque domande a risposta multipla: le prime otto riguardano i
dati personali -età, istruzione, tipo di sordità, etc.- mentre,
delle restanti, una parte riguarda i gusti dei visitatori sordi
-quindi ad esempio quale museo tendenzialmente visitano, con chi e
quante volte in un anno, etc.- e un’altra mira invece a
quantificare la qualità dei servizi offerti -accessibilità alla
comprensione delle opere esposte, efficienza del front office,
segnaletica, luminosità, sicurezza, qualità dell’orientamento
nello spazio e, infine, soddisfazione provata al termine di una
visita. Delle venticinque domande, due (la 17 e la 18) rappresentano
il nocciolo della questione e la sintesi di questa ricerca. Esse
chiedono rispettivamente:
17.
Per visitare
e comprendere il contenuto del museo ti aiuti principalmente con;
18.
Quando visiti un museo, quali servizi ti piacerebbe trovare al suo
interno?
Dalle
risposte (il campione poteva esprimere due preferenze a domanda)
emerge per la prima delle due che il 39% degli intervistati “legge
i pannelli espositivi nelle sale”, seguiti da un 35% che invece
“sceglie di chiamare un interprete LIS che lo accompagni al museo”,
e un 14% infine che “cerca informazioni per conto proprio sui
contenuti della mostra prima di recarsi al museo”. Trascurabili
risultano invece coloro che al 6% “richiedono una guida del museo
che non parla la LIS” o “non scelgono nessuna delle opzioni
precedenti” (5%).
Se
da questa domanda è vero che le didascalie appaiono come il mezzo
più utilizzato dalle persone sorde, non bisogna dedurre
automaticamente che esso sia al contempo il mezzo preferito da
questi. A confermarlo sono i dati emersi dalle risposte date per la
domanda successiva: il 29% ha espresso che “vorrebbe trovare un
interprete LIS offerto dal museo che traduca in LIS le parole della
guida del museo”, mentre seguono subito dopo con un 23% e un 22%
coloro che rispettivamente “vorrebbero un i-Pad contenente video
esplicativi delle opere in lingua dei segni” e “una guida del
museo sorda segnante”. Solo il 10%, contrariamente alle
aspettative, “vorrebbe didascalie facili da leggere”, parimenti a
quelli che “vorrebbero uno sportello informazioni con un operatore
che conosca la LIS”.
Con
le risposte raccolte dal questionario, abbiamo avuto modo di
comprendere innanzitutto quanto variegata e complessa sia la comunità
sorda e, in secondo luogo, quanto altrettanto varie possano essere le
soluzioni adottabili per una buona accessibilità dell’arte. Reputo
personalmente che un museo aperto alla disabilità, alle culture,
alle varietà in generale, dovrebbe fornirsi di mezzi discreti e
realmente funzionali (e per discreti, intendo strumenti che non
vadano a settorializzare la diversità, come percorsi costruiti ad
personam quali
eventi “per sordi”, “per ciechi” e così via). Questo, a mio
avviso, non costituirebbe un terreno fertile per l’integrazione,
quanto piuttosto un contesto fratturato, fatto a scomparti non
comunicanti tra loro. È importante quindi pensare ad uno strumento
che possa bene adeguarsi a tutti, che rispetti e soddisfi le
necessità di chi ne usufruisce, senza saltare agli occhi come “la
soluzione per chi ha un problema”, quanto piuttosto rappresentare
una strada in più per l’apprendimento. Il tablet con video in
lingua dei segni rappresenta, a mio avviso e in quest’ottica,
un’ottima soluzione. Partendo dal presupposto che avere una guida
che conosca la LIS all’interno dell’organico del museo
rappresenti sicuramente un eccellente esempio di buone pratiche
museali, credo che disporre di nuovi mezzi tecnologici declinabili in
base alle tipologie di visitatori possa rappresentare la strada
giusta da seguire verso la meta dell’accessibilità. Si pensi ad un
dispositivo multimediale contenente video esplicativi delle opere
esposte: questi video potrebbero essere in Lingua dei Segni, per i
sordi, ma avere allo stesso tempo dei sottotitoli, per gli udenti o
gli stranieri, e un audio multilingue per coloro che lo preferiscono.
Inoltre, questo strumento potrebbe contenere delle schede di
approfondimento (alle quali si accede sempre tramite tablet), un
glossario, e così via. Un solo strumento per tanti pubblici diversi,
una stessa chiave per porte diverse. Una base comune da cui partire
per eliminare le differenze tra le utenze e allo stesso tempo
valorizzarle. Ribadisco che questa soluzione non dovrebbe escludere
la possibilità di condurre la visita all’interno del museo,
individuale o in gruppo, con una guida che conosca la LIS.
Rappresenta solo una possibilità, un
modello di museo accessibile,
anche alle persone sorde, che limiterebbe i numerosi inciampi ancora
compiuti quando si parla di accessibilità museale.
A
due anni dalla stesura di questo lavoro di ricerca, vorrei con
piacere riportare brevemente l’idea, affine a quanto finora detto,
realizzata all’interno di un progetto ideato dalla sede centrale
dell’Ente Nazionale Sordi. M.A.P.S. -questo il suo acronimo- «ha
nel suo nome lo scopo per cui è nato; rendere i Musei nel territorio
italiano realmente Accessibili per le Persone Sorde».
Esso si compone di varie fasi che mirano a raggiungere questo
obiettivo attraverso la messa in opera di alcuni passaggi, tra i
quali mettere ordine nel mare
magnum
dell’accessibilità museale per i sordi e creare, tramite la
formazione, nuove figure esperte in questo ambito di servizi.
Il
sito internet (www.progettomaps.it) è incentrato su tre sezioni:
Portale, Formazione e Network. Esso contiene informazioni riguardo al
progetto, al gruppo di lavoro, alla rassegna stampa, ecc., assieme
alle testimonianze dirette dei progressi che in diciotto mesi di
lavoro, fino al dicembre 2018, hanno portato alla realizzazione della
mappatura dei musei italiani accessibili alle persone sorde. Questa è
consultabile su un altro sito internet (https://www.accessibitaly.it)
nel quale, in modo molto semplice e intuitivo, l’utenza sorda è
orientata sui servizi museali nazionale accessibili loro. Tradotto in
due lingue, italiano e inglese, con le rispettive lingue dei segni,
presenta una search
box tramite la
quale la ricerca può avvenire per museo o per città. Così facendo
l’utente sordo si ritrova davanti ad un breve testo descrittivo del
museo e del servizio per sordi che questo offre (ovviamente il tutto
è affiancato da un video in LIS/IS per coloro che lo preferiscono).
Vengono poi date indicazioni pratiche sul museo -dal sito internet
ai vari contatti- con annessa mappa della città e la posizione del
museo in questione. Un sito prezioso, pratico e funzionale.
Per
quanto lenta e faticosa sia oggi la ricerca e l’innovazione in
questo ambito, c’è da augurarsi infine che in nome di queste
possano nascere nuove e più prolifiche sinergie tra gli attori di
queste storie, al fine di rendere ancor più salde le mete già
conquistate e più numerosi i mezzi per conquistarne altre ancora.
NOTE
BIBLIOGRAFIA
DESANTIS
2003 Paola
Desantis, Il museo
comunica al pubblico: dall’allestimento alle attività educative,
in Margherita Sani e Alba Trombini (a cura di), “La qualità nella
pratica educativa al museo”, Editrice Compositori, Bologna, 2003,
pp.42-55. Linee
guida per il
superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse
culturale, G.U. n.114, 16 maggio 2008.
MARZIALE
2009 Benedetta
Marziale, Deficit,
handicap e disabilità. La sordità in diverse prospettive,
in “La sordità, prima informazione e consulenza. Una guida ai
servizi”, a cura di B. Marziale, P. Missoni e M.C. Caselli, Kappa,
Roma, 2009, pp.23-30.
MILICCHIO
2015 Franco
Milicchio, Disabilità
e turismo: un caso di creatività digitale in Italia,
in “Turismo creativo ed identità culturale”, Marinella Rocco
Longo e Maddalena Pennacchia (a cura di), Roma TrE-Press, 2015,
pp.97-102.
Sitografia
-
Redazione, Vita, La voce delle
mani: al Castello di Rivoli si parla la LIS,
http://www.vita.it/it/article/2015/09/29/la-voce-delle-mani-al-castello-di-rivoli-parla-la-lis/136716/,
consultato il 18.3.2019
APPENDICE
Elenco
dei musei italiani con servizio di video guida in LIS per le persone
sorde divise per regione e città. •
VALLE D’AOSTA GIGNOD -
MAIN - Maison de l'Artisanat International
•
PIEMONTE TORINO -
Reggia Venaria Reale -
Castello di Rivoli -
Museo Egizio -
Palazzo Madama -
Museo Nazionale del cinema
•
LOMBARDIA MILANO -
Museo Bagatti Valsecchi VARSESE -
Villa Panza
•
TRENTINO ALTO ADIGE TRENTO -
Muse -
Città di Bolzano
•
VENETO VENEZIA -
Museo Archeologico Nazionale -
Palazzo Grassi
•
FRIULI VEEZIA GIULIA UDINE -
Musei Civici
•
LIGURIA GENOVA -
Castello d’Albertis -
Museo del Mare
•
EMILIA ROMAGNA ///
•
TOSCANA FIRENZE -
Basilica di San Lorenzo -
Museo dei ferri taglienti di Scarperia PISA -
Piazza Duomo SIENA -
Fondazione Musei Senesi
•
UMBRIA -
Guide dell’Umbria TREVI -
Museo di Trevi
•
MARCHE URBINO -
Palazzo Ducale PESARO -
Musei Civici di Palazzo Mosca e Casa Rossini FALCONARA
MARITTIMA -
Museo della Resistenza "Goffredo Baldelli"
•
SARDEGNA CAGLIARI -
Museo Archeologico Nazionale
•
LAZIO ROMA -
Musei Vaticani -
Mercati di Traiano -
Musei Capitolini -
GNAM -
Museo della civiltà romana -
Palazzo Massimo -
Museo Hendrik Christian Andersen -
Museo Nazionale Preistorico Etnografico "L. Pigorini
•
ABRUZZO ///
•
CAMPANIA
PAESTUM -
Videoguida sul Mito e Paestum (You Tube)
CASERTA -
Reggia di Caserta
NAPOLI -
Palazzo Reale
•
MOLISE ///
•
PUGLIA -
Videoguida sul Salento (You Tube)
•
BASILICATA
MATERA -
Parco della Murgia Materana MONTESCAGLIOSO -
Abbazia di Montescaglioso
•
CALABRIA REGGIO
CALABRIA -
Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria MArRC
•
SICILIA PALERMO -
GAM – Galleria d’Arte Moderna
|