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Il Monastero dei Benedettini di Catania: fruizione, pubblico, comunicazione  

Federica Maria Chiara Santagati
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 14 Febbraio 2021, n. 905
http://www.bta.it/txt/a0/09/bta00905.html
Articolo presentato il 27 Gennaio 2021, approvato il 2 Febbraio 2021 e pubblicato il 14 Febbraio 2021
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Area Musei

Il contesto

Patrimonio UNESCO e sede dell'Ateneo catanese, il Monastero dei Benedettini



Fig. 1 - Veduta aerea del Monastero dei Benedettini, foto cortesia Archivio del Museo della Fabbrica del Monastero dei Benedettini
Fig. 1 - Veduta aerea del Monastero dei Benedettini
foto cortesia Archivio del Museo della Fabbrica del Monastero dei Benedettini

Fig. 2 - Lato Sud-Est del Monastero dei Benedettini, foto cortesia Associazione Officine Culturali Impresa Sociale ETS
Fig. 2 - Lato Sud-Est del Monastero dei Benedettini
foto cortesia Associazione Officine Culturali Impresa Sociale ETS

è dimora non solo dell'insegnamento e della ricerca, ma anche della «terza missione universitaria»1. Il quartiere nel quale è ubicato il monastero, l'Antico Corso, e la città di Catania godono della luce riflessa dalle attività culturali espletate all'interno del complesso monumentale.

La storia del Monastero comincia nel 1558, con la fondazione di monaci benedettini cassinesi, e attraversa cinque secoli di grandi mutamenti, per le trasformazioni architettoniche, per vari cambiamenti sociali e d'uso, che conferiscono al complesso monumentale l'aspetto che oggi esso mostra ai suoi fruitori. Per delineare le attuali modalità di fruizione del monastero è bene ripercorrerne brevemente la storia, dato che le attività adesso proposte sono legate anche agli eventi che hanno indotto i cambiamenti del complesso monumentale e lo hanno reso ciò che è oggi.

Come accennato, il Monastero dei Benedettini vide la posa della prima pietra nel 1558 ma il trasferimento dei monaci avvenne solo nel 1622, in una struttura edilizia di pianta quadrata con un chiostro interno, denominato Chiostro dei Marmi2. L'eruzione lavica del 1669 distrusse una piccola parte del Monastero, ma il terremoto del 1693 ne cancellò quasi del tutto ogni traccia. L'aspetto geomorfologico dell'area cambiò del tutto soprattutto per la presenza della sciara lavica, che costituirà una base da cui partire per la ricostruzione del XVIII secolo; si tratta di un'imponente operazione effettuata da monaci benedettini appartenenti alle famiglie nobili, le cui cospicue elargizioni contribuivano alla «prosperità della città»3.

Dal 1702 cominciò la riedificazione del Monastero secondo un progetto che lo rese ben più grande del precedente e a cui lavorarono vari architetti siciliani4: al Chiostro dei marmi si aggiunsero il Chiostro di levante



Fig. 3 - Caffeàus del Chiostro di levante, 
foto cortesia Associazione Officine Culturali Impresa Sociale ETS
Fig. 3 - Caffeàus del Chiostro di levante
foto cortesia Associazione Officine Culturali Impresa Sociale ETS

e la parte nord, caratterizzata da spazi destinati a funzioni ben precise, come il coro di notte, l'ala del noviziato, i refettori, le cucine e la biblioteca5.

Nel 1866 il complesso benedettino passò al demanio statale in base alle leggi eversive, venne frazionato e destinato a usi disparati: scuole, caserma, osservatorio astrofisico, laboratorio di geodinamica, biblioteca civica (intitolata ad Antonino Ursino Recupero)6.

Il complesso monumentale, esclusa la chiesa di San Nicolò l'Arena, fu ceduto nel 1977 dal Comune di Catania all'Università degli Studi di Catania7, che avviò un grande progetto di restauro eseguito dall'architetto Giancarlo De Carlo supportato da una grande squadra di tecnici: architetti, ingegneri, geometri e archeologi, che lavorarono contemporaneamente e con grande sinergia all'interno del complesso monumentale. Sono stati scavati e liberati spazi per 2.900 metri quadrati, ritrovati reperti archeologici dalla preistoria al tardo medioevo, individuati dei punti di contatto (prima del tutto sconosciuti) fra le strutture settecentesche e quelle cinquecentesche8. Nel 1990, dopo il terremoto di Santa Lucia, venne svuotato il corpo nord e ne vennero messi in luce gli elementi strutturali per giungere alla messa in sicurezza attraverso soluzioni idonee. Il Giardino dei Novizi si erge sulla lava del 1669 e contempla anche la presenza di una fontana e dei camini della centrale termica, come previsto dal progetto di Giancarlo De Carlo; una scala elicoidale collega il Giardino dei Novizi alla centrale termica e alla quota inferiore9. La vetrata scura a specchio della centrale termica riflette il Monastero e poggia sulla storica colata lavica.

A partire dal 2003 i locali furono utilizzati dalla Facoltà di Lettere dell'Università di Catania, cui erano stati assegnati, e dal 2010, grazie a una convenzione con l'Università di Catania, divenne operativa nel Monastero l'associazione Officine Culturali, per un'attività finalizzata alla fruizione dell'intero complesso monumentale. Da quel momento in poi i componenti di tale associazione, ex studenti della Facoltà di Lettere e dell'attuale Dipartimento di Scienze Umanistiche (DISUM), in accordo sinergico con il Dipartimento in questione hanno avviato una campagna di pratiche di valorizzazione del Monastero che costituisce un laboratorio permanente di educazione al patrimonio culturale, in continua sperimentazione e in stretto contatto con il territorio locale10.



Il rilevamento della fruizione al Monastero dei Benedettini

Un rilevamento della fruizione del Monastero dei Benedettini, ai fini di una più funzionale fruibilità dell'edificio, è stato da tempo avviato da chi scrive11. Dal punto di vista metodologico la ricerca si è basata sia su interviste a visitatori del Monastero e al potenziale pubblico di prossimità (quello del quartiere Antico Corso), sia su dati di varia natura acquisiti negli ultimissimi anni in occasione di svariate attività programmate (anche di natura laboratoriale). Queste attività sono state in parte implementate nel corso degli anni, ma naturalmente dal marzo 2020 la chiusura dovuta al Covid-19 non ha più consentito di svolgere in presenza le attività legate alla fruizione del Monastero.

Si è deciso allora di passare ad attività on line, mirate a non far spezzare quel legame che con pazienza e per anni si era creato con l'utenza del Monastero (una parte fidelizzata possiede la Monastero Card12 e la stragrande maggioranza è iscritta alla Newsletter di Officine Culturali13), seguendo le buone pratiche ormai adottate a livello globale secondo logiche condivise14. A causa delle restrizioni legate all'emergenza pandemica anche le relazioni col pubblico di prossimità, in passato intrattenute in presenza, sono venute meno. Anche la mancata fruizione del Monastero ha mostrato come la pandemia abbia colpito severamente soprattutto i più fragili dal punto di vista sociale. La pandemia ha causato nel settore della fruizione dei beni culturali e della educazione al patrimonio danni simili a quelli riscontrati dal Covid-19 in ambito scolastico15.

Le domande a cui cercheremo di dare risposta riguardano questioni diverse:

  • tempi previsti per la visita del Monastero;

  • parti più visitate del complesso monumentale benedettino;

  • numero di visitatori giunti al Monastero16;

  • se la città di Catania e il quartiere Antico Corso rispondano a programmi e progetti culturali svolti al Monastero, compresi gli eventi legati alla «terza missione» universitaria.

Dai dati in nostro possesso, sappiamo che il tempo che i visitatori impiegano per la visita all'interno del Monastero varia orientativamente dai 30 ai 120 minuti17. Questo dato ci consentirebbe di programmare al meglio nel futuro anche vari eventi di natura socio-educativa.

Le parti visitate del complesso monumentale18 sono le seguenti:

DISUM per scopi didattici 29%

Monastero per visita guidata e/o libera 25%

Chiesa di San Nicolò l'Arena 30%

Museo di Archeologia 13%

Biblioteca 25%

Spazi comuni e/o all'aperto19 40%

Altro 3%.

I visitatori dal 2018 al 2020

Per quanto riguarda il numero di persone entrate a visitare il Monastero negli ultimi due anni, i più significativi per stabilire il trend recente (escludendo il periodo di chiusura per Covid-19), sappiamo che nel 2018 i visitatori accompagnati in visita guidata al Monastero ammontavano a 38.851, di cui 35.515 paganti20. Nel 2018 inoltre sono state avviate circa 484 attività di educazione al patrimonio21: laboratori e attività didattiche e creative che hanno visto la partecipazione all'interno del Monastero di 2.779 bambini, oltre ad attività di carattere prevalentemente ludico come la Caccia al Tesoro di Natale (IX edizione) che ha coinvolto 100 bambini e circa 100 genitori22.

Le attività culturali svolte mirano a promuovere, soprattutto nei visitatori locali, un nuovo senso di appartenenza per quanto attiene al Monastero dei Benedettini, ad accrescere il valore educativo del complesso monumentale benedettino interpretato come «palinsesto storico dell'intero territorio»23. I ragazzi che hanno preso parte a visite guidate (scuole secondarie di II livello) e percorsi ludico-didattici (primarie e secondarie di I livello) sono stati 8.526. Grazie al lavoro di Officine Culturali circa 60 ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado hanno partecipato alle attività di Alternanza Scuola-Lavoro, relative a progetti che spaziavano dalla valorizzazione di un rifugio antiaereo come museo di memorie urbane (Liceo Scientifico Boggio Lera, quartiere Antico Corso), e preso parte alla «riscoperta e attribuzione di valore ai paesaggi urbani e ai luoghi rilevanti della città»24 (Liceo Classico N. Spedalieri, quartiere Antico Corso). Per quanto concerne invece la presenza di pubblico a spettacoli e performances nel 2018 al Monastero dei Benedettini si sono contate circa 984 persone25.

Nell'anno 2019 il pubblico accompagnato in visita guidata ammontava a 37.681, di cui 33.005 paganti, dati che mostrano una leggera flessione rispetto all'anno precedente26. Alle persone che hanno preferito entrare senza usufruire della visita guidata sono state distribuite dall'Infopoint di Officine Culturali 50.000 mappe gratuite del Monastero e oltre circa 15.000 mappe-gioco per bambini; ciò consente ad altrettanti utenti di visitare il complesso monumentale in autonomia (per la parte degli spazi aperti al grande pubblico perché a ingresso libero), disponendo comunque di adeguate informazioni sui punti di forza e caratteristiche del complesso monumentale27. Per quanto concerne le attività di educazione al patrimonio, sono state realizzati approssimativamente 650 laboratori28, che hanno coinvolto circa 3.900 bambini, oltre alla Caccia al Tesoro natalizia (X edizione) che ha visto la partecipazione di 100 bambini e di circa 200 genitori29.

Circa 7.500 i ragazzi hanno partecipato con la loro scuola a visite guidate (scuole secondarie di II grado) e a percorsi ludico-didattici (primarie e secondarie di I grado) all'interno del Monastero30.

Sempre nel 2019 circa 40 ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado sono stati coinvolti nelle attività di Alternanza Scuola-Lavoro; hanno partecipato ad attività di riscoperta e attribuzione di valore ai paesaggi urbani e ai luoghi rilevanti della città (Liceo Scientifico Boggio Lera, quartiere Antico Corso).

Nel 2019 si è scelto di investire sul consolidamento di alcune attività ritenute più adatte ad essere implementate, quali le visite guidate serali, il puzzle game Il sigillo spezzato e soprattutto la proposta didattica per le scuole31



Fig. 4 - Quadro sinottico dei visitatori del 2018 e del 2019, grafici elaborati da Federica Maria Chiara Santagati
Fig. 4 - Quadro sinottico dei visitatori del 2018 e del 2019
grafici elaborati da Federica Maria Chiara Santagati



Grazie alle recensioni dei visitatori su TripAdvisor, il Monastero appare in ottima posizione nelle classifiche delle mete locali nell'ambito dei percorsi turistico-culturali:

il 1° posto tra i musei di Catania;

il 2° posto tra le principali attrazioni di Catania32.

Nel corso del 2018 e del 2019 il DISUM ha organizzato molti eventi (anche legati alla terza missione) all'interno del Monastero, ma non è stato registrato il numero di presenze a fini statistici; possiamo solo supporre si sia trattato di varie migliaia di persone33.

Dopo il programma Meraviglie d'Italia, condotto da Alberto Angela per Rai 1 su Catania e il suo Monastero dei Benedettini (puntata in onda il 18 gennaio 2020), il numero dei visitatori che hanno prenotato la visita con Officine Culturali è tendenzialmente salito; ma da marzo 2020 è divenuto pari a zero a causa delle chiusure previste dal primo DPCM legato al Covid-1934.

Qualche settimana dopo la chiusura prescritta da quest'ultimo decreto, è cominciata un'attività di incontri on line costituita – in un primo momento – da una dozzina di appuntamenti su tematiche culturali di vario genere35 che hanno accompagnato i visitatori fidelizzati del Monastero e altri potenziali followers fino alla riapertura estiva nel mese di agosto 2020. Tale riapertura è stata comunque condizionata dalla necessità di organizzare le visite in gruppi ristretti a causa delle misure di sicurezza anti COVID, e sono del tutto state cancellate le attività laboratoriali previste36.

A causa del nuovo DPCM37 dal 3 novembre 2020 si è resa necessaria un'altra chiusura del Monastero al grande pubblico e a tutt'oggi il Monastero rimane chiuso al pubblico.

Si veda la tabella seguente38, relativa alle visite del pubblico (suddiviso fra scuole e altri visitatori) che evidenzia l'enorme differenza in termini di numeri di visitatori del Monastero fra il 2019 e il 2020:




gennaio

febbraio

marzo

aprile

maggio

giugno

Visite 2019

1880

3029

3842

4810

4848

2272

Visite 2020

292

3852

419

0

0

0

DIFFERENZA

56%

27%

-89%

-100%

-100%

-100%

                      
                      
                      
                      
                      
                      
                      


Scuole 2019

547

1086

1395

1702

2609

264

Scuole 2020

662

875

0

0

0

0

DIFFERENZA

21%

-19%

-100%

-100%

-100%

-100%


luglio

agosto

settembre

ottobre

novembre

dicembre

TOTALE

2347

3952

2894

2596

2366

2845

37681

0

3063

2965

1912

20

0

14846

-100%

-22%

-8%

-26%

-99%

-100%

-61%








63

8

134

309

651

659

9427

0

0

15

0

0

0

1552

-100%

-100%

-89%

-100%

-100%

-100%

-84%




La fruizione del Monastero da parte del pubblico locale: difficoltà e successi

Le criticità riscontrate nel Mezzogiorno per quanto concerne l'elevato tasso di povertà educativa si traducono in un marcato disinteresse (soprattutto fra la popolazione adulta) per la conoscenza dei beni culturali della città etnea. Secondo quanto rilevato dall'ISTAT nel 2018, in Sicilia l'80% della popolazione non visita i musei, il 70% non legge, il 55% non frequenta le sale cinematografiche e tantomeno i teatri39. Su 100 intervistati nella città di Catania nel 2018, il 70% non visita musei né legge e circa il 40% non si reca al cinema40.

Negli studi dell'ISTAT del 2019 Catania (città e città metropolitana) appare come città caratterizzata da un elevato indice di povertà (il 26% della popolazione vive in una fascia definita di «povertà relativa» e il 27% in «povertà assoluta»); l'indice di povertà educativa dell'area etnea è altrettanto elevato e al pari del livello di tutta la Regione Sicilia: circa il 75% dei minori è escluso dalla fruizione culturale (biblioteche, musei, concerti, lettura, cinema, etc.), e il 50% dallo sport e dal collegamento a internet41. Solo il 19% dei catanesi mostra di rientrare appieno negli indicatori di benessere equo e sostenibile42 e quindi fruisce appieno delle attività culturali, contro una media nazionale del 28%.

Secondo quanto appare nel report dei dati ISTAT del 2020, in Sicilia il 77% non visita musei, il 71% non legge, il 50% non si reca nelle sale cinematografiche; notiamo un lieve miglioramento rispetto agli ultimi anni, ma che non risolve di certo i problemi di povertà culturale che affliggono l'isola43.

Malgrado questi dati negativi, Catania rimane una città “vulcanica”, che presenta lati inaspettati di una vita culturale locale altamente inclusiva: la produzione di audiovisivi, di musica rap e neomelodica, di forme di teatro amatoriale, di street art44.


Il Monastero risiede nel quartiere Antico Corso, che già nel Settecento, nel momento della riedificazione di questo grandioso complesso monumentale, era uno dei più poveri della città: la ricostruzione del grandioso Monastero ne spostò solo più a ovest l'area più degradata, con un tessuto sociale che ancora oggi si lascia difficilmente coinvolgere in iniziative culturali45.

In base a un'indagine svolta nel 201846 su un campione di 100 persone abitanti dell'Antico Corso, emerge che una buona parte degli abitanti non è a conoscenza che l'accesso al Monastero sia libero. Il 44% del campione, infatti, afferma di non sapere che vi sia la possibilità di entrare liberamente all'interno del Monastero dei Benedettini; gli intervistati motivano la risposta affermando che credono che la possibilità di entrarvi sia riservata esclusivamente a laureati, impiegati pubblici e turisti47.

Tra le «barriere»48 che impediscono la visita al Monastero da parte degli abitanti dell'Antico Corso, le più frequenti sono quindi rappresentate da barriere sociali: molti degli abitanti ritengono che per potervi entrare sia necessario possedere un diploma di laurea, e che sia impossibile recarsi all'interno senza un'autorizzazione49. Molti degli abitanti dell'Antico Corso non sono quindi mai entrati nel Monastero, anzi in molti non ne associano il nome al luogo (non ne conoscono la denominazione corretta).

È utile illustrare in questa sede un'inchiesta relativa alle percentuali della partecipazione culturale degli abitanti dell'Antico Corso in relazione al loro titolo di studio, così da verificare se il percorso formativo e il titolo di studio possano davvero influire, anche in questo caso, sul fenomeno della povertà educativa50. Dei 100 intervistati del quartiere, 57 non possiedono un diploma di scuola media superiore, 41 possiedono la licenza della scuola media inferiore, 13 la licenza elementare, e 3 non hanno nemmeno un titolo di studio. Sul totale degli intervistati solamente il 31% ha il diploma di scuola media superiore, quindi solo il 12% di essi ha conseguito un titolo di studio superiore (laurea, master, etc.)51



Fig. 5 - Titoli di studio dei residenti del quartiere Antico Corso, grafico elaborato da Federica Maria Chiara Santagati
Fig. 5 - Titoli di studio dei residenti del quartiere Antico Corso
grafico elaborato da Federica Maria Chiara Santagati

Quasi il 70% degli intervistati non ha partecipato nemmeno ad un'attività culturale nel corso del 2018  52. È significativo rilevare, fra l'altro, che una buona parte del campione sia costituito da persone disoccupate. È stato così evidenziato come anche nel quartiere Antico Corso esista una forte correlazione fra titolo di studio posseduto e partecipazione alle attività/eventi culturali: tale partecipazione cresce proporzionalmente all'aumentare del titolo di studio posseduto.

Sull'attuale situazione sociale ed economica del quartiere Antico Corso che, pur essendo in pieno centro presenta caratteristiche sociali da estrema periferia suburbana, è stato girato nell'estate 2020 un breve documentario che traccia e individua i problemi macroscopici del quartiere53: la mancanza di lavoro, la chiusura dei tre ospedali54 (con la conseguente cessazione di molte attività commerciali legate all'indotto di tali tre strutture) e l'assenza di una buona progettazione e investimenti da parte del Comune di Catania. Nel quartiere la situazione economico-sociale con le conseguenze del COVID sarà probabilmente peggiorata, dato che non tutte le famiglie in difficoltà economiche possono assicurarsi il collegamento al web utile perché i loro figli possano seguire la didattica a distanza; il livello di povertà educativa diverrà quindi più elevato e si saranno incrementate proporzionalmente le barriere di accesso alle attività di educazione al patrimonio55.

Le scuole che hanno sede nel quartiere Antico Corso, il Liceo Scientifico Boggio Lera e il Liceo Classico Nicola Spedalieri, hanno comunque partecipato attivamente ai laboratori di educazione al patrimonio legati all'Alternanza Scuola-Lavoro – che abbiamo indicato – e con grande entusiasmo; con l'Alternanza Scuola-Lavoro si sono coinvolti i ragazzi anche nella progettazione della stessa attività, così da sviluppare un ulteriore bagaglio di nozioni utili dal punto di vista progettuale.

Se ben utilizzati, progetti come questo possono diventare una nuova forma di «welfare culturale, un nuovo modello integrato di promozione del benessere e della salute e degli individui e delle comunità, attraverso pratiche fondate sulle arti visive, performative e sul patrimonio culturale»56. Questa è la logica che si è seguita nello sviluppo del progetto di Officine Culturali57, il patrimonio culturale locale è stato messo in connessione con le comunità territoriali di riferimento sfruttando la sua funzione altamente coesiva. Del resto, a ben pensarci, è quanto auspicato molto chiaramente nella Convenzione di Faro58.

Queste esperienze elaborate al Monastero dei Benedettini da oltre dieci anni ci dimostrano dunque come il patrimonio culturale universitario, se opportunamente organizzato (anche attraverso accordi di carattere pubblico-privato59, vedi il caso Università di Catania/Officine Culturali) e comunicato, possa diventare uno straordinario vettore d'innovativi percorsi di inclusione sociale entro il contesto territoriale locale. Perché tali sforzi dell'Ateneo possano avere un impatto più incisivo sul quartiere Antico Corso e sul centro storico etneo anche il Comune di Catania dovrà necessariamente assumere un ruolo attivo in queste politiche di trasformazione, in sinergia con altri enti pubblici e privati, come indicato dalla stessa Convenzione di Faro60.


                 
                 
                 

NOTE

1 La terza missione è stata definita «l'insieme delle attività con le quali le università entrano in interazione diretta con la società», ANVUR 2013, p. 559; il presente studio nasce da una convenzione fra l'Università di Catania e la Fondazione Euromediterranea Luigi Umberto Tregua ONLUS, e costituisce l'introduzione a un piano di green economy (ideatori prof.ssa A. Matarazzo, ing. D. Bonanno) destinato al Monastero dei Benedettini.

2 Il marmo di Carrara fu utilizzato soprattutto nella fontana quadrilobata nel chiostro interno, oggi denominato Chiostro di ponente. Sulla storia del monastero dalla fondazione al Novecento si veda MILITELLO 2015.

3 Cit. in ZITO 2015, p. 30.

4 Sebastiano Ittar, Francesco Battaglia, Carmelo Battaglia Santangelo, Giuseppe Palazzotto, Giovan Battista Vaccarini. Cfr. MILITELLO 2015.

5 Oggi il Monastero raggiunge una superficie di 40.000 metri quadrati.

6 La biblioteca si formò con il nucleo originario proveniente da quella benedettina e con i successivi ampliamenti.

7 Grazie anche al forte intervento del prof. Giuseppe Giarrizzo il complesso monumentale venne acquisito dall'Ateneo catanese.

8 Cfr. LEONARDI 2015.

9 Sul progetto di De Carlo al Monastero dei Benedettini cfr. DE CARLO 1988.

10 Si tratta di un'attività che rientra anche nella terza missione dell'Università, perfettamente interpretata dagli ex studenti della Facoltà di Lettere che hanno costituito tale associazione. Officine Culturali ha sottoscritto con l'Università di Catania vari accordi (l'ultimo il 30 luglio 2020) di partenariato pubblico/privato finalizzati alla valorizzazione del patrimonio culturale dell'Ateneo.

11 I dati esposti nel documento sono prevalentemente frutto di ricerche, relative all'ambito della docenza in Museologia (ricerca, tesi assegnate, etc.), sul lavoro di rendicontazione svolto annualmente da Officine Culturali.

12 Vedi le caratteristiche della Monastero card in OFFICINE CULTURALI 2013.

13 Ogni settimana vengono inviate da Officine Culturali due newsletter con tutte le novità e le iniziative in programma, mandate a 1857 contatti, nonché 4-5 volte nel corso dell'anno a 1200 contatti scolastici (indirizzi meccanografici e insegnanti).

14 Per fronteggiare gli effetti del COVID 19 sui musei i professionisti museali e i docenti universitari di Museologia forniscono attraverso il web indicazioni sulle buone pratiche adottate e sulle risoluzioni dei problemi che hanno dovuto e devono fronteggiare.

15 Gli alunni, figli di famiglie disagiate, molto spesso non possiedono a sufficienza strumenti informatici per seguire le lezioni curriculari delle loro scuole.

16 Come vedremo sono stati presi in considerazione gli ultimi due anni (2018 e 2019); ciò che è avvenuto nel 2020 è stato indicato per aggiornare la ricerca con gli esiti della chiusura (parziale o totale) dovuta al Covid/19.

17 Cfr. FICHERA 2018, p. 77.

18 I dati relativi alle parti visitate del Monastero sono tratti da un sondaggio i cui risultati appaiono in FICHERA 2018, p. 4.

19 Cortile di piazza Dante, Giardino di via Biblioteca, Giardino dei Novizi.

20 Si tratta di dati ottenuti dal conteggio dei biglietti venduti per le visite guidate di Officine Culturali e dal numero di mappe del Monastero consegnate gratuitamente ai visitatori che non effettuano la visita con Officine (per questi ultimi l'ingresso al Monastero è totalmente libero e gratuito). Cfr. OFFICINE CULTURALI 2019, p. 4.

21 Attività frutto di un ventaglio di 23 proposte differenti elaborate dallo staff Servizi Educativi di Officine Culturali. Cfr. OFFICINE CULTURALI 2019, p. 3.

22 Cfr. OFFICINE CULTURALI 2019, p. 3.

23 Officine Culturali, Rendiconto finale attività 2019, 2020, p. 3.

24 OFFICINE CULTURALI 2020 Rendiconto, p. 3.

25 Cfr. OFFICINE CULTURALI 2020 Rendiconto, p.3.

26 Cfr. OFFICINE CULTURALI 2020 Rendiconto.

27 Cfr. OFFICINE CULTURALI 2020 Rendiconto, p. 4.

28 Attività elaborate da un ventaglio di 20 proposte differenti ideate dallo staff Servizi Educativi di Officine Culturali.

29 Cfr. OFFICINE CULTURALI 2020 Rendiconto, p. 4.

30 Cfr. OFFICINE CULTURALI 2020 Rendiconto.

31 Cfr. OFFICINE CULTURALI 2020 Rendiconto.

32 Per la valutazione fornita da TripAdvisor, cfr. https://www.tripadvisor.it/Attractions-g187888-Activities-Catania_Province_of_Catania_Sicily.html, https://www.tripadvisor.it/Attractions-g187888-Activities-c49-Catania_Province_of_Catania_Sicily.html. Sull'importanza della valutazione di TripAdvisor, per quanto attiene al giudizio dei visitatori, cfr. MANDARANO 2016.

33 Si tratta di eventi di vario genere: mostre, convegni, seminari, presentazioni di libri e pro getti, progetti di scuola-lavoro, etc. Il numero presumibilmente elevato di partecipanti è dato anche dalla partecipazione di studenti iscritti al DISUM, assidui frequentatori di questi eventi.

34DPCM del l'8 marzo 2020, articolo 2 (Misure per il contrasto e il contenimento sull'intero territorio nazionale del diffondersi del virus COVID-19).

35 Cfr. OFFICINE CULTURALI 2020 Noi.

36 Cfr. OFFICINE CULTURALI 2020 Ripresa.

37 DPCM del 3 novembre 2020, che prevede la sospensione delle mostre e dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura.

38 Fonte della tabella: Officine Culturali, 2020.

39 Cfr. ISTAT 2020 Statistiche 2018; ISTAT 2019 Cultura.

40 Queste percentuali relative agli intervistati catanesi sono state tratte da FICHERA 2018.

41Queste percentuali sono tratte dal report SAVE THE CHILDREN 2019, redatto sulla base di indicatori relativi all'apprendimento, allo sviluppo e all'offerta educativa. La partecipazione attiva alle iniziative culturali è sinonimo di benessere soggettivo, ed è direttamente proporzionale al livello di istruzione ricevuta.

42 Gli indicatori del rapporto BES - ISTAT (2019) sono legati alla frequentazione di cinema (almeno quattro volte l'anno); teatro, musei e/o mostre, siti archeologici, monumenti, concerti (almeno una volta l'anno); lettura di quotidiani (almeno tre volte a settimana); la lettura di libri (almeno quattro in un anno). Cfr. ISTAT 2019 BES.

43 Cfr. ISTAT 2020 Statistiche, tav. 5.15.

44 Sulla street art a Catania, argomento ancora poco studiato, cfr. VASTA 2015; PORTALE 2019.

45 L'Antico Corso, pur essendo nel centro storico, presenta molte caratteristiche di degrado sociale ed economico che ci aspetteremmo di trovare maggiormente nelle periferie e che si ritrovano comunque in altri quartieri centrali di città come Palermo, Napoli, Bari.

46 Cfr. FICHERA 2018.

47 Cfr. FICHERA 2018, p. 81.

48 L'accesso è legato a svariate condizioni di tipo differente, quali barriere finanziarie, tecnologiche, sensoriali e cognitive, architettoniche, culturali, attitudinali; a queste si aggiungono le percezioni del non pubblico. Cfr. SANDELL 2006.

49 Cfr. FICHERA 2018, p. 92.

50 Cfr. FICHERA 2018, p. 100.

51 Cfr. FICHERA 2018.

52 Cfr. FICHERA 2018.

53 Cfr. FISICHELLA, MAURIZI 2020. Gli studenti Unict Marcello Fisichella, Davide Maurizi e Cristina Ucchino firmano il documentario che prende spunto dal progetto di recupero del Monastero dei Benedettini per riflettere sui problemi del quartiere Antico Corso e sulla possibilità di rilancio del centro storico.

54 Si tratta degli ospedali Santo Bambino, Vittorio Emanuele e Santa Marta.

55 Sull'utilizzo del web per valorizzare e comunicare i beni culturali ai tempi del COVID, cfr. BOLLO 2020.

56 CICERCHIA, ROSSI 2020.

57 Visto il metodo di lavoro di carattere fortemente inclusivo e innovativo utilizzato per lo svolgimento di queste attività, il laboratorio tenuto da Officine Culturali al Boggio Lera è stato oggetto di una comunicazione alla VII Commissione Cultura alla Camera dei Deputati Sulle buone pratiche della diffusione culturale. Audizione di esponenti e testimoni di progetti di educazione alla cultura a scuola e sui territori (21 novembre 2017).

58 Council of Europe, Framework Convention on the Value of Cultural Heritage for Society (2005), uno dei documenti principali del Consiglio d'Europa che considera il patrimonio culturale/eredità del passato come concetto in continua evoluzione, perché in rapporto con la comunità di pertinenza, che a sua volta lo interpreta e lo fa proprio (art. 2). La responsabilità del patrimonio è inoltre intesa come pubblica (art. 11), laddove il «pubblico» è rappresentato non solo dalle pubbliche autorità – che devono divisare modi innovativi di gestire il patrimonio –, ma anche da esperti, proprietari, investitori, imprese, organizzazioni non governative e dal resto della società civile, spinti ad agire nell'interesse della società di cui essi stessi fanno parte. Cfr. SANTAGATI 2019, p. 526.

59 Giuliano Volpe evidenzia l'importanza della gestione “dal basso” del patrimonio culturale pubblico (in genere giovani riuniti in associazioni). Cfr. VOLPE 2016.

60 La città di Catania offre, positivamente, un ampio ventaglio di associazioni private che si occupano della valorizzazione dei beni culturali del territorio, come è emerso anche in occasione dell'audizione della Commissione reti museali e sistemi territoriali del MIBACT tenuta a Catania il 13 marzo 2019. Cfr. ICOM Italia 2019.

                            
                            
                            

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