L'artista
Giuseppe
Mazzullo e la nascita della Fondazione Mazzullo
Costituita
a
Taormina nel 1981 per volontà dello stesso Giuseppe
Mazzullo e con
il supporto del Comune di Taormina, la Fondazione a
lui intitolata
venne costituita con la finalità di inventariare,
preservare e
promuovere le opere dell'artista siciliano. Giuseppe
Mazzullo è
nato a Graniti (Messina) nel 1913. La passione per
l'arte l'aveva
spinto ad abbandonare l'apprendistato in una bottega
di sartoria a
Taormina per trasferirsi a Roma. Per breve tempo
s'impegnò alla
scuola serale di nudo dell'Accademia Inglese e
successivamente, dal
1930, all'Accademia di Belle Arti di Perugia, fu in
quel periodo
che l'artista si decise a cambiare il proprio cognome
da Marzullo in Mazzullo.
Abilissimo
disegnatore,
volle confrontarsi con materiali diversi, come creta,
legno, bronzo, pietra, che meglio rendessero la sua
visione di una
figura umana dinamica e spaziale. Realismo, luminismo,
prosa grave e
piana, assenza di ogni descrittività particolareggiata
caratterizzano più di frequente i lavori di Mazzullo.
Sembrano
convivere nelle sue opere due aspetti della
modellazione plastica
apparentemente inconciliabili: da un lato «una
gentilezza di
modulazione» ,
dall'altro «una presa di contatto violenta con la
materia
stessa» .
Il
suo
talento e la fama conseguita gli fecero ottenere le
prime
commissioni pubbliche, alcune nella sua Sicilia, come
alcuni
monumenti ai
Caduti
in
guerra,
a
Francavilla di Sicilia e a Gaggi (1936 ca.). Nominato
professore di
Plastica all'Istituto d'arte di Roma, dove si era di
nuovo
trasferito con la moglie, dette vita nella sua casa al
n. 34 di via
Sabazio ad un cenacolo di artisti e scrittori. Nel
dopoguerra quello
divenne un importante punto d'incontro per maestri e
intellettuali
come Renato Guttuso, Roberto Melli, Renzo Vespignani,
Cesare
Zavattini, Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Cesare
Vivaldi,
Marcello Venturoli.
Gli
furono
dedicate varie mostre personali a livello nazionale.
Meritano
particolare menzione quelle tenute presso varie
gallerie romane: La
Margherita (1945), Il Pincio (1955), la Selecta
(1958), La Nuova Pesa
(1965), La Borgognona (1967); ed anche presso altre
sedi nazionali,
come presso la galleria Il Milione (Milano, 1949) e la
Biennale di
Venezia (1966) presso la quale gli riservarono una
sala personale.
Altrettanto di rilievo le esposizioni all'estero, come
la mostra di
scultura italiana ordinata dalla Quadriennale
nell'ambito della II'
Exposition Internationale du Petit-Bronze a Parigi
(1968), le
personali
al Bauzentrum di Amburgo e al Musée Rodin di Parigi
(1970), la personale organizzata dall'Istituto
italiano di cultura
nella città del Cairo (1972). Disegnatore raffinato,
realizzò le
illustrazioni per il volume Dal
diario
(1945-47) di Pier Paolo Pasolini, con introduzione
di Leonardo
Sciascia (1979). Tornato definitivamente nella sua
Sicilia, morì a
Taormina nel 1988.
La
sede
della Fondazione Mazzullo
La
Fondazione
Mazzullo ha sede nel palazzo dei duchi di Santo
Stefano,
una sede prestigiosa appartenuta alla famiglia dei De
Spuches
principi di Galati e duchi di Santo Stefano di Briga .
L'edificio è costituito da un torrione quadrangolare
di tre piani
(Fig. 1), molto vicino alle mura cittadine e a Porta Catania
(ingresso ovest di
Taormina); la costruzione presenta lo stesso schema
planimetrico, un
unico salone di ca. 100 metri quadrati ad ognuno dei
tre livelli. Al
livello seminterrato si accede attraverso un portale a
sesto acuto,
mentre il primo piano (un tempo accessibile
probabilmente attraverso
un ponte levatoio )
è raggiungibile anche da una scala di accesso esterna;
una scala
interna unisce il primo al secondo piano, che presenta
un terrazzo
laterale.
Fig. 1 - Palazzo dei duchi di Santo Stefano, prospetti interni sul giardino (foto cortesia © Federica Maria Chiara Santagati)
Il
palazzo
nella seconda metà degli anni Quaranta, dopo i
bombardamenti
del 1943, fu sottoposto a varie operazioni di
consolidamento e di
recupero, condotte dall'allora Soprintendente Armando
Dillon .
Nel 1960 l'edificio venne acquistato dal Comune di
Taormina e nel
1963 il Comune ne affidò il restauro all'ingegnere
Giuseppe
Sivieri, che si occupò anche della sistemazione dello
spazio
circostante e del giardino. Il desiderio del Comune
era alle origini
quello di destinare l'edificio ad una Mostra
Permanente delle Arti
e del Costume, ma successivamente si pensò di
trasformarlo in sede
del Museo Archeologico di Taormina .
Fra le varie destinazioni d'uso ipotizzate per il
palazzo dei duchi
di Santo Stefano, in realtà la Fondazione Mazzullo è
stata soltanto
la terza nell'ordine. Il palazzo e il giardino
sono così diventati spazi espositivi per le opere del
maestro (Fig.
2).
Fig. 2 - Giuseppe Mazzullo, Laura, 1977, pietra lavica, 225 x 30 cm. (foto cortesia © Federica Maria Chiara Santagati)
Secondo
il progetto
iniziale della Fondazione Mazzullo, al piano inferiore
del palazzo
era previsto anche uno spazio/laboratorio destinato
alla produzione
artistica dello stesso Mazzullo ,
per rimarcare il ruolo di docente da lui ricoperto a
Roma: «Il
Mazzullo vi ha studio al pian basso, sotto le volte a
crociera che
forniranno uno sfondo severo alle sue severe sculture.
Negli altri
due piani, oltre che nel digradante giardino, sono le
[...] opere
donate e il folto gruppo di disegni, donato anch'esso,
insieme a
sculture esposte temporaneamente» .
Le
opere
di Mazzullo presso la sede della Fondazione
Terracotta,
bronzo,
legno (Fig.
3), pietra (Fig. 4), sono
solo
alcuni dei materiali con cui lavorò il maestro e di
cui rimane
traccia nella raccolta presente alla Fondazione
Mazzullo.
In merito alla raccolta
di
una cinquantina di opere arrivate a Taormina ,
Fortunato Bellonzi ha tratteggiato la cifra stilistica
dell'artista:
«credo anche oggi – mentre Taormina gli dedica una
raccolta
pubblica – che di là da quanto poté apprendere da
Martini (padre
di tutta la nostra scultura figurativa) Mazzullo
muovesse da questo
arcaismo connaturato nella nascita, nella terra
d'origine, nel
lavoro paterno, nella vita del borgo isolato e
arretrato; e che fatto
con gli anni più consapevole e colto, non perdesse
tuttavia nulla
della schiettezza nativa del primo impulso
all'espressione» .
Secondo il critico sono quindi le origini isolane di
Mazzullo che
caratterizzano la sua produzione, come ci lascia
intuire lo stesso
artista dai commenti contenuti in un volume a lui
dedicato a cura di
J. Tognelli e M. Savini .
Fig. 3 - Giuseppe Mazzullo, Passo di danza, 1958, legno 162 x 30 x 32 cm. (foto cortesia © Federica Maria Chiara Santagati)
Fig. 4 - Giuseppe Mazzullo, Ritratto, 1960, pietra, 81 x 46 x 30 cm. (foto cortesia © Federica Maria Chiara Santagati)
Con
la
sua donazione di opere a Taormina, il desiderio di
Mazzullo fu
quello di «[...] affidare e quasi restituire alla terra
d'origine
almeno la rappresentanza di quelle sculture, dei
disegni e delle
tempere che di quella vicenda [artistica] scandiscono
le stagioni più
intense» .
Questa intenzione venne espressa in una intervista
rilasciata
dall'artista nel 1982 al critico d'arte Guido Giuffrè:
«Le
opere esposte, sia pure per sommi capi, ne abbracciano
tutto l'arco:
da una terracotta del '38 che non lascia presupporre
le asprezze
future, e sì invece una tenerezza che, a saperla
cogliere, non sarà
mai perduta, vitale riscontro negli esiti più
drammatici fino alle
opere più recenti» .
Nel
giardino
sono state sistemate soprattutto le sculture in pietra
lavica, il resto delle opere sono collocate in tre
sale del palazzo
denominate sale Saffo ,
Estate, Colonna (quest'ultima era la sala prevista
come un
laboratorio di Mazzullo, destinato anche
all'insegnamento).
Il
presidente
della Fondazione Mazzullo, Giovanni Carandente, ha
dedicato alle opere donate alla Fondazione un
catalogo che contempla
anche altre opere dell'artista (non destinate alla
Fondazione), con
l'intento di dare un quadro più completo delle opere
realizzate
dall'artista. La Fondazione si è assunta
l'importante obiettivo di
promuovere il lavoro e la figura di Mazzullo, non
sempre
adeguatamente riconosciuto nel panorama artistico
italiano,
contribuendo dunque a diffonderne la conoscenza tra
il grande
pubblico e la riflessione storico-critica.
Nel
caso
di scioglimento della Fondazione è previsto che il
patrimonio
artistico sia devoluto al Museo d'Arte Moderna di
Roma, per
continuare a divulgare l'opera del maestro
siciliano .
Verso
una
rete integrata delle azioni culturali del territorio
taorminese
Da
statuto
la Fondazione Mazzullo è retta da un presidente e da
un
consiglio di amministrazione. Fra i membri del
consiglio è presente
un membro designato dalla famiglia Mazzullo, oltre al
Sindaco di
Taormina, al presidente dell'Azienda di Soggiorno e
Turismo; altri
membri da inserire nel consiglio sono scelti dai soci
fondatori e
individuati fra collezionisti, critici, letterati e
amatori
dell'arte .
Una struttura così agile e flessibile che consente
l'inclusione di
personalità utili alla mission
della Fondazione, grazie alle loro competenze e al
loro know
how,
può dare maggiori possibilità di successo delle
attività di
promozione delle opere di Mazzullo (art. 1 dello
statuto della
Fondazione).
Con
il
regolamento entrato in vigore con la delibera del
Consiglio
Comunale n. 45 del 24 ottobre 2017 è stato contemplato
un piano
tariffario, tuttora in uso, per l'utilizzo degli spazi
della
Fondazione, dei palazzi storici e degli spazi e sale
del Comune .
Si è auspicato che tali concessioni potessero
arricchire la vita
culturale della città di Taormina attraverso mostre,
dibattiti o
presentazioni di libri. In tal modo la sede della
Fondazione Mazzullo
è divenuta uno spazio nevralgico per la vita culturale
e gli eventi
di Taormina, per le mostre e i convegni.
Per
conseguire
dei risultati importanti e consolidati, si dovrebbe
certamente potenziare la programmazione didattica
mirata alle scuole,
così da facilitare il compimento dell'alta missione
della
Fondazione. La promozione della conoscenza
dell'artista fra le
nuove generazioni e la creazione di una propria
offerta culturale in
base alle necessità delle scuole deve divenire uno
degli obiettivi
primari della Fondazione.
Non
è
irrilevante ricordare come la Sicilia sia una delle
regioni con un
alto indice di povertà educativa e di esclusione
culturale e che
l'Italia resti tutt'ora un paese non consapevole del
valore del
patrimonio culturale in quanto autentica risorsa per
la comunità.
Lavorare in accordo programmatico con le scuole
favorisce l'attività
delle «comunità di eredità» delineate nella
Convenzione di Faro
(Convenzione
quadro
sul valore dell'eredità culturale per la società,
Faro 2005) ,
documento che spinge le istituzioni e l'intera società
civile a
ripensare alle politiche decisionali per un deciso
coinvolgimento
della comunità del territorio, al fine di creare una
responsabilità
condivisa del patrimonio culturale. Una società con un
livello
culturale più elevato crea naturalmente «comunità di
eredità»
più consapevoli.
Sarebbe
altresì
necessario immaginare un'unica rete fra le istituzioni
culturali della città, un sistema di relazioni esteso
anche ai suoi
palazzi storici e ai suoi musei, che offra programmi
culturali comuni
per la didattica nelle scuole e per la conoscenza del
territorio.
Appare ineludibile un'offerta culturale sistemica e di
qualità per
Taormina, cittadina che fra l'altro ogni anno accoglie
consistenti
flussi turistici provenienti da tutto il mondo.
Istituzioni con sede
a Taormina, come il Museo
Siciliano
di
Arte e Tradizioni Popolari,
la Casa
Cuseni,
la Fondazione Mazzullo, il Teatro antico, offrono
punti di
vista diversi di conoscenza dell'area taorminese, che
dovrebbero
quindi essere illustrati e contenuti in un unico
progetto di
promozione culturale. Improcrastinabile appare altresì
la
realizzazione di un bollettino informativo on line
sulle varie
iniziative delle istituzioni culturali pubbliche e
private di
Taormina e del comprensorio, da destinarsi (anche
attraverso i social
network) alle scuole, alle strutture ricettive e ad
altre istituzioni
culturali sul territorio. Si dovrebbe realizzare
finalmente un
sistema integrato dell'offerta culturale territoriale
che Taormina
attende da oltre un decennio e di cui la Fondazione
Mazzullo potrebbe
costituire un elemento trainante, insieme agli altri
spazi espositivi
della città di Taormina. Tale rete renderebbe le
stesse istituzioni
molto più dinamiche e inclusive anche nello
svolgimento delle loro
attività statutarie.
NOTE
BIBLIOGRAFIA
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