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La Fondazione Mazzullo di Taormina 1  

Federica Maria Chiara Santagati
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 19 Settembre 2021, n. 920
https://www.bta.it/txt/a0/09/bta00920.html
Articolo presentato il 13 Agosto 2021, approvato il 23 Agosto 2021 e pubblicato il 19 Settembre 2021
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L'artista Giuseppe Mazzullo e la nascita della Fondazione Mazzullo

Costituita a Taormina nel 1981 per volontà dello stesso Giuseppe Mazzullo e con il supporto del Comune di Taormina, la Fondazione a lui intitolata venne costituita con la finalità di inventariare, preservare e promuovere le opere dell'artista siciliano. Giuseppe Mazzullo è nato a Graniti (Messina) nel 1913. La passione per l'arte l'aveva spinto ad abbandonare l'apprendistato in una bottega di sartoria a Taormina per trasferirsi a Roma. Per breve tempo s'impegnò alla scuola serale di nudo dell'Accademia Inglese e successivamente, dal 1930, all'Accademia di Belle Arti di Perugia, fu in quel periodo che l'artista si decise a cambiare il proprio cognome da Marzullo in Mazzullo.

Abilissimo disegnatore, volle confrontarsi con materiali diversi, come creta, legno, bronzo, pietra, che meglio rendessero la sua visione di una figura umana dinamica e spaziale. Realismo, luminismo, prosa grave e piana, assenza di ogni descrittività particolareggiata caratterizzano più di frequente i lavori di Mazzullo. Sembrano convivere nelle sue opere due aspetti della modellazione plastica apparentemente inconciliabili: da un lato «una gentilezza di modulazione» 1, dall'altro «una presa di contatto violenta con la materia stessa» 2.

Il suo talento e la fama conseguita gli fecero ottenere le prime commissioni pubbliche, alcune nella sua Sicilia, come alcuni monumenti ai Caduti in guerra, a Francavilla di Sicilia e a Gaggi (1936 ca.). Nominato professore di Plastica all'Istituto d'arte di Roma, dove si era di nuovo trasferito con la moglie, dette vita nella sua casa al n. 34 di via Sabazio ad un cenacolo di artisti e scrittori. Nel dopoguerra quello divenne un importante punto d'incontro per maestri e intellettuali come Renato Guttuso, Roberto Melli, Renzo Vespignani, Cesare Zavattini, Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Cesare Vivaldi, Marcello Venturoli.

Gli furono dedicate varie mostre personali a livello nazionale. Meritano particolare menzione quelle tenute presso varie gallerie romane: La Margherita (1945), Il Pincio (1955), la Selecta (1958), La Nuova Pesa (1965), La Borgognona (1967); ed anche presso altre sedi nazionali, come presso la galleria Il Milione (Milano, 1949) e la Biennale di Venezia (1966) presso la quale gli riservarono una sala personale. Altrettanto di rilievo le esposizioni all'estero, come la mostra di scultura italiana ordinata dalla Quadriennale nell'ambito della II' Exposition Internationale du Petit-Bronze a Parigi (1968), le personali al Bauzentrum di Amburgo e al Musée Rodin di Parigi (1970), la personale organizzata dall'Istituto italiano di cultura nella città del Cairo (1972). Disegnatore raffinato, realizzò le illustrazioni per il volume Dal diario (1945-47) di Pier Paolo Pasolini, con introduzione di Leonardo Sciascia (1979). Tornato definitivamente nella sua Sicilia, morì a Taormina nel 1988. 3


La sede della Fondazione Mazzullo

La Fondazione Mazzullo ha sede nel palazzo dei duchi di Santo Stefano, una sede prestigiosa appartenuta alla famiglia dei De Spuches principi di Galati e duchi di Santo Stefano di Briga 4. L'edificio è costituito da un torrione quadrangolare di tre piani (Fig. 1), molto vicino alle mura cittadine e a Porta Catania (ingresso ovest di Taormina); la costruzione presenta lo stesso schema planimetrico, un unico salone di ca. 100 metri quadrati ad ognuno dei tre livelli. Al livello seminterrato si accede attraverso un portale a sesto acuto, mentre il primo piano (un tempo accessibile probabilmente attraverso un ponte levatoio 5) è raggiungibile anche da una scala di accesso esterna; una scala interna unisce il primo al secondo piano, che presenta un terrazzo laterale.



Fig. 1 - Palazzo dei duchi di Santo Stefano, prospetti interni sul giardino (foto cortesia Federica Maria Chiara Santagati)
Fig. 1 - Palazzo dei duchi di Santo Stefano, prospetti interni sul giardino
(foto cortesia © Federica Maria Chiara Santagati)

Il palazzo nella seconda metà degli anni Quaranta, dopo i bombardamenti del 1943, fu sottoposto a varie operazioni di consolidamento e di recupero, condotte dall'allora Soprintendente Armando Dillon 6. Nel 1960 l'edificio venne acquistato dal Comune di Taormina e nel 1963 il Comune ne affidò il restauro all'ingegnere Giuseppe Sivieri, che si occupò anche della sistemazione dello spazio circostante e del giardino. Il desiderio del Comune era alle origini quello di destinare l'edificio ad una Mostra Permanente delle Arti e del Costume, ma successivamente si pensò di trasformarlo in sede del Museo Archeologico di Taormina 7. Fra le varie destinazioni d'uso ipotizzate per il palazzo dei duchi di Santo Stefano, in realtà la Fondazione Mazzullo è stata soltanto la terza nell'ordine. Il palazzo e il giardino 8 sono così diventati spazi espositivi per le opere del maestro (Fig. 2).



Fig. 2 - Giuseppe Mazzullo, Laura, 1977, pietra lavica, 225 x 30 cm. (foto cortesia Federica Maria Chiara Santagati)
Fig. 2 - Giuseppe Mazzullo, Laura, 1977, pietra lavica, 225 x 30 cm.
(foto cortesia © Federica Maria Chiara Santagati)


Secondo il progetto iniziale della Fondazione Mazzullo, al piano inferiore del palazzo era previsto anche uno spazio/laboratorio destinato alla produzione artistica dello stesso Mazzullo 9, per rimarcare il ruolo di docente da lui ricoperto a Roma: «Il Mazzullo vi ha studio al pian basso, sotto le volte a crociera che forniranno uno sfondo severo alle sue severe sculture. Negli altri due piani, oltre che nel digradante giardino, sono le [...] opere donate e il folto gruppo di disegni, donato anch'esso, insieme a sculture esposte temporaneamente» 10.


Le opere di Mazzullo presso la sede della Fondazione

Terracotta, bronzo, legno (Fig. 3), pietra (Fig. 4), sono solo alcuni dei materiali con cui lavorò il maestro e di cui rimane traccia nella raccolta presente alla Fondazione Mazzullo. In merito alla raccolta di una cinquantina di opere arrivate a Taormina 11, Fortunato Bellonzi ha tratteggiato la cifra stilistica dell'artista: «credo anche oggi – mentre Taormina gli dedica una raccolta pubblica – che di là da quanto poté apprendere da Martini (padre di tutta la nostra scultura figurativa) Mazzullo muovesse da questo arcaismo connaturato nella nascita, nella terra d'origine, nel lavoro paterno, nella vita del borgo isolato e arretrato; e che fatto con gli anni più consapevole e colto, non perdesse tuttavia nulla della schiettezza nativa del primo impulso all'espressione» 12. Secondo il critico sono quindi le origini isolane di Mazzullo che caratterizzano la sua produzione, come ci lascia intuire lo stesso artista dai commenti contenuti in un volume a lui dedicato a cura di J. Tognelli e M. Savini 13.



Fig. 3 - Giuseppe Mazzullo, Passo di danza, 1958, legno 162 x 30 x 32 cm. (foto cortesia Federica Maria Chiara Santagati)
Fig. 3 - Giuseppe Mazzullo, Passo di danza, 1958, legno 162 x 30 x 32 cm.
(foto cortesia © Federica Maria Chiara Santagati)




Fig. 4 - Giuseppe Mazzullo, Ritratto, 1960, pietra, 81 x 46 x 30 cm. (foto cortesia Federica Maria Chiara Santagati)
Fig. 4 - Giuseppe Mazzullo, Ritratto, 1960, pietra, 81 x 46 x 30 cm.
(foto cortesia © Federica Maria Chiara Santagati)


Con la sua donazione di opere a Taormina, il desiderio di Mazzullo fu quello di «[...] affidare e quasi restituire alla terra d'origine almeno la rappresentanza di quelle sculture, dei disegni e delle tempere che di quella vicenda [artistica] scandiscono le stagioni più intense» 14. Questa intenzione venne espressa in una intervista rilasciata dall'artista nel 1982 al critico d'arte Guido Giuffrè: «Le opere esposte, sia pure per sommi capi, ne abbracciano tutto l'arco: da una terracotta del '38 che non lascia presupporre le asprezze future, e sì invece una tenerezza che, a saperla cogliere, non sarà mai perduta, vitale riscontro negli esiti più drammatici fino alle opere più recenti» 15.

Nel giardino sono state sistemate soprattutto le sculture in pietra lavica, il resto delle opere sono collocate in tre sale del palazzo denominate sale Saffo 16, Estate, Colonna (quest'ultima era la sala prevista come un laboratorio di Mazzullo, destinato anche all'insegnamento).

Il presidente della Fondazione Mazzullo, Giovanni Carandente, ha dedicato alle opere donate alla Fondazione un catalogo che contempla anche altre opere dell'artista (non destinate alla Fondazione), con l'intento di dare un quadro più completo delle opere realizzate dall'artista. La Fondazione si è assunta l'importante obiettivo di promuovere il lavoro e la figura di Mazzullo, non sempre adeguatamente riconosciuto nel panorama artistico italiano, contribuendo dunque a diffonderne la conoscenza tra il grande pubblico e la riflessione storico-critica.

Nel caso di scioglimento della Fondazione è previsto che il patrimonio artistico sia devoluto al Museo d'Arte Moderna di Roma, per continuare a divulgare l'opera del maestro siciliano 17.


Verso una rete integrata delle azioni culturali del territorio taorminese

Da statuto la Fondazione Mazzullo è retta da un presidente e da un consiglio di amministrazione. Fra i membri del consiglio è presente un membro designato dalla famiglia Mazzullo, oltre al Sindaco di Taormina, al presidente dell'Azienda di Soggiorno e Turismo; altri membri da inserire nel consiglio sono scelti dai soci fondatori e individuati fra collezionisti, critici, letterati e amatori dell'arte 18. Una struttura così agile e flessibile che consente l'inclusione di personalità utili alla mission della Fondazione, grazie alle loro competenze e al loro know how, può dare maggiori possibilità di successo delle attività di promozione delle opere di Mazzullo (art. 1 dello statuto della Fondazione).

Con il regolamento entrato in vigore con la delibera del Consiglio Comunale n. 45 del 24 ottobre 2017 è stato contemplato un piano tariffario, tuttora in uso, per l'utilizzo degli spazi della Fondazione, dei palazzi storici e degli spazi e sale del Comune 19. Si è auspicato che tali concessioni potessero arricchire la vita culturale della città di Taormina attraverso mostre, dibattiti o presentazioni di libri. In tal modo la sede della Fondazione Mazzullo è divenuta uno spazio nevralgico per la vita culturale e gli eventi di Taormina, per le mostre e i convegni.

Per conseguire dei risultati importanti e consolidati, si dovrebbe certamente potenziare la programmazione didattica mirata alle scuole, così da facilitare il compimento dell'alta missione della Fondazione. La promozione della conoscenza dell'artista fra le nuove generazioni e la creazione di una propria offerta culturale in base alle necessità delle scuole deve divenire uno degli obiettivi primari della Fondazione.

Non è irrilevante ricordare come la Sicilia sia una delle regioni con un alto indice di povertà educativa e di esclusione culturale e che l'Italia resti tutt'ora un paese non consapevole del valore del patrimonio culturale in quanto autentica risorsa per la comunità. Lavorare in accordo programmatico con le scuole favorisce l'attività delle «comunità di eredità» delineate nella Convenzione di Faro (Convenzione quadro sul valore dell'eredità culturale per la società, Faro 2005) 20, documento che spinge le istituzioni e l'intera società civile a ripensare alle politiche decisionali per un deciso coinvolgimento della comunità del territorio, al fine di creare una responsabilità condivisa del patrimonio culturale. Una società con un livello culturale più elevato crea naturalmente «comunità di eredità» più consapevoli.

Sarebbe altresì necessario immaginare un'unica rete fra le istituzioni culturali della città, un sistema di relazioni esteso anche ai suoi palazzi storici e ai suoi musei, che offra programmi culturali comuni per la didattica nelle scuole e per la conoscenza del territorio. Appare ineludibile un'offerta culturale sistemica e di qualità per Taormina, cittadina che fra l'altro ogni anno accoglie consistenti flussi turistici provenienti da tutto il mondo. Istituzioni con sede a Taormina, come il Museo Siciliano di Arte e Tradizioni Popolari, la Casa Cuseni, la Fondazione Mazzullo, il Teatro antico, offrono punti di vista diversi di conoscenza dell'area taorminese, che dovrebbero quindi essere illustrati e contenuti in un unico progetto di promozione culturale. Improcrastinabile appare altresì la realizzazione di un bollettino informativo on line sulle varie iniziative delle istituzioni culturali pubbliche e private di Taormina e del comprensorio, da destinarsi (anche attraverso i social network) alle scuole, alle strutture ricettive e ad altre istituzioni culturali sul territorio. Si dovrebbe realizzare finalmente un sistema integrato dell'offerta culturale territoriale che Taormina attende da oltre un decennio e di cui la Fondazione Mazzullo potrebbe costituire un elemento trainante, insieme agli altri spazi espositivi della città di Taormina. Tale rete renderebbe le stesse istituzioni molto più dinamiche e inclusive anche nello svolgimento delle loro attività statutarie.

                          
                          
                          
                          
                          

NOTE

1 PONENTE 1972, p. 215.

2 Ibidem.

3 Per un quadro più completo, cfr. FRANCO 2008, e la bibliografia ivi citata.

4 L'edificio, costruito in epoca normanno-sveva, è rimasto di proprietà della nobile famiglia fino al 1960. Cfr. DI GREGORIO 2002, pp. 107, 115.

5 Cfr. LO RE 2004, p. 132.

6 Nell'ottobre del 1941 Dillon successe a Piero Gazzola come Soprintendente ai monumenti per la Sicilia Orientale. Cfr. VITALE 2019. Sui restauri effettuati a Taormina da Dillon cfr. DILLON 1948.

7 Cfr. LO RE 2004, p. 147.

8 Il progetto del giardino è stato ideato dall'agronomo Giovanni Bonasera.

9 Cfr. art. 2, Statuto della Fondazione Mazzullo 1981.

10 GIUFFRÈ 1982.

11 In realtà alla Fondazione Mazzullo furono esposte anche opere non incluse nella donazione originaria, come il Partigiano (pietra lavica, 1979), Saffo (granito, 1980) o Aspasia (ossidiana, 1987).

12 BELLONZI 1983.

13 Cfr. MAZZULLO 1972, pp. 229, 232.

14 RESTA 1988.

15 GIUFFRÈ 1982.

16 La Sala Saffo prende il nome da una delle sculture della maturità artistica di Mazzullo, Saffo, granito, 90x60x24 cm.

17 Cfr. art. 11, Statuto della Fondazione Mazzullo 1981.

18 Cfr. art. 4, Statuto della Fondazione Mazzullo 1981.

19 Oltre Palazzo dei Duchi di Santo Stefano (Fondazione Mazzullo), il regolamento riguarda Palazzo dei Congressi, Palazzo Corvaja, Palazzo Badia Vecchia, Palazzo della ex Pretura, Palazzo Comunale adibito a centro anziani, Chiesa del Carmine, Chiesa San Giovanni dei Cavalieri di Malta, Chiesa/convento di Sant'Agostino, Chiesa di San Francesco di Paola, ex circolo degli stranieri, Casa Grandmont, Parco giardino pubblico. Cfr. AUCELLO 2018.

20 Cfr. COUNCIL OF EUROPE 2005. Sulla Convenzione di Faro e le sue implicazioni culturali si veda SANTAGATI 2019.

                  
                  
                  
                  
                  
                  
                  
                  
                  
                  
                  
                  
                  

BIBLIOGRAFIA

AUCELLO 2018

Elisa Aucello, Musei civici e regolamenti: una proposta per la città di Taormina, tesi di laurea, a.a. 2018-2019, Università degli Studi di Catania.

BELLONZI 1983

Fortunato Bellonzi, Mazzullo, un artista remoto e moderno. A Taormina nel museo che raccoglie le operedel grande scultore, Avanti, 4 febbraio 1983, p. 10

COUNCIL OF EUROPE 2005

Council of Europe Framework Convention on the Value of Cultural Heritage forSociety, 2005, http://www.conventions.coe.int/Treaty/EN/Treaties/Html/199.htm.

DI GREGORIO 2002

Giuseppe Di Gregorio, Taormina. Le emergenze architettoniche dell'edilizia civile, Arnaldo Lombardi, Siracusa 2002.

DILLON 1948

Armando Dillon, Interpretazione di Taormina : saggio sull'architettura e notizie di restauri, Società editrice internazionale, Milano 1948.

FRANCO 2008

Francesca Franco, Mazzullo, Giuseppe, in Dizionario Biografico degli Italiani, 72, 2008, Treccani,https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-mazzullo_(Dizionario-Biografico)/.

GIUFFRÈ 1982

Guido Giuffrè, Sculture di Mazzullo a Taormina, intervista a Giuseppe Mazzullo, L'Umanità, 13 novembre 1982, p. 13.

LO RE 2004

Salvatore Lo Re, Le tre perle. I restauri dei palazzi medioevali, Bucolo, Giarre 2004.

MAZZULLO 1972

Giuseppe Mazzullo, Il torrente Petrolo, in J. Tognelli e M. Savini (a cura di), Galleria, Rassegna bimestrale di cultura, n. 5-6, settembre dicembre 1972, pp. 229-232.

PONENTE 1972

Nello Ponente, Mazzullo scultore solitario, in J. Tognelli e M. Savini (a cura di), Galleria, Rassegna bimestrale di cultura, n. 5-6, settembre dicembre 1972, pp. 217-220.

RESTA 1988

Gianvito Resta, Il palazzo dei duchi di Santo Stefano e la Fondazione Mazzullo, in L. Barbera, G. Quatriglio, G. Resta (a cura di), Fondazione Mazzullo, Palazzo dei Duchi di Santo Stefano – Taormina, Sciascia, Palermo 1988, pp. 7-9.

SANTAGATI 2019

Federica Maria Chiara Santagati, Musei e istituzioni culturali virtuosamente in rete: una nuova politica di inclusione in Italia, «Il capitale culturale», 19, 2019, pp. 521-556.

Statuto della Fondazione Mazzullo 1981

Statuto della Fondazione Mazzullo, Comune di Taormina, 1981.

VITALE 2019

Maria Rosaria Vitale, La guerra del soprintendente. Emergenza bellica, monumenti e ricostruzione in Sicilia, in M. R. Vitale, G. Scaturro, Armando Dillon. La guerra e il travaglio della ricostruzione in Sicilia (1941-1955), Lettera Ventidue, Siracusa 2019, pp. 13-43.



                    
                  
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