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Raffaello e la Domus Aurea. L'invenzione delle grottesche: recensione di un catalogo  

Giorgia Duò
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 21 Settembre 2021, n. 921
https://www.bta.it/txt/a0/09/bta00921.html
Articolo presentato il 5 Agosto 2021, approvato il 23 Agosto e pubblicato il 21 Settembre 2021
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Fig. 1 - Il frontespizio del catalogo. Foto cortesia Giorgia Duò
Fig. 1 - Il frontespizio del catalogo
(Foto cortesia Giorgia Duò)

La recente apertura, dopo la necessaria procrastinazione dovuta alla pandemia, della mostra dedicata a Raffaello 1, in occasione del quinto centenario della sua morte, ha offerto l'occasione per realizzare un catalogo e un approfondimento dedicato, in primis, alla Domus Aurea, la residenza imperiale voluta dal Nerone (54-68) 2, ma anche al noto, anche se, talvolta, superficialmente, tema della grottesca, tipo di decorazione derivante dalla visione dei motivi pittorici visti negli ambienti della Villa, riscoperta alla fine del ‘400 3, sul Colle Oppio, e diffusasi, senza soluzione di continuità, nei due secoli successivi.

I saggi, a firma di studiosi archeologi e storici dell'arte moderna, variamente in forze alla Soprintendenza di Stato del Miur, alla Sovintendenza Capitolina e a varie Università del nostro Paese, illustrano in parallelo, con piglio scientifico, e allo stesso tempo, con un linguaggio chiaro anche per i non addetti ai lavori, ma che non concede nulla alle banalità per turisti, la doppia vita della magnifica Residenza in epoca imperiale e dopo la riscoperta in età rinascimentale. Tali studi sono supportati e sostenuti da validi appartati di note, corredate e costituite da una bibliografia di riferimento aggiornata ed approfondita.

Numerosissime le foto a colori, in alta definizione, d'insieme e di nutriti dettagli, che rafforzano la validità della pubblicazione, da sole ne giustificano l'acquisto.

Alla ricchissima dotazione iconografica si affiancano le immagini di ricostruzioni e di piante del sito, ma anche della topografia della zona attraverso i secoli, fondamentali per la piena comprensione della vicenda storico-urbanistica.

Gli avvenimenti della Villa neroniana sono indagati dall'archeologo Alessandro D'Alessio, direttore del Parco Archeologico di Ostia Antica, nel primo saggio “Domus Aurea. Storia, architettura e visita del monumento”, in cui, dopo una sintesi storica del monumento, lo studioso restituisce una ricostruzione parziale della struttura abitativa, sulla base dei resti visitabili e delle fonti coeve e successive che ne parlano. Quindi, propone una visita ideale delle strutture superstiti sulla base di istallazioni immersive, concepite per la mostra, che affiancano e completano il percorso espositivo. Anonime mura divendano così attuali e comprensibili a qualsiasi pubblico. Molto interessante il discorso sulla “luce”, come elemento fondamentale e costitutivo della Villa originaria, presente in età antica e, ahimè, oggi mancante. Lo studioso si sofferma scientificamente sulla supposta volontà dei due architetti  Severus e Celer 4 di usare la luce come elemento fondante dell'architettura medesima. Gli strumenti virtuali, come detto parti integranti dell'esposizione, sostenuti da scientifiche e filologiche ricostruzioni elaborate al PC, rappresentano per l'archeologo un mezzo virtuoso per far comprendere e diffondere sia al vasto pubblico, ma anche a studiosi e studenti in erba, i difficili concetti urbanistici relativi al complesso ed intricato sito.

L'architetto Stefano Borghini nel saggio “Magistri et Machinatores. Il ruolo della luce e degli elementi naturali nell'architettura della Domus Aurea” affronta il tema della genialità dei due costruttori romani che, nel cantiere, mettono in atto soluzioni architettoniche inedite e successivamente non più ripetute 5; lo scritto è un tributo alla grandezza delle idee dei due edificatori. Inoltre, si indaga, dal punto di vista meramente strutturale, la funzione dei diversi ambienti. Anche il Borghini sottolinea l'importanza dell'elemento perduto della “luce” e riferisce come la strumentazione immersiva sia estremamente utile per rendere le definitivamente perdute atmosfere di luce, nonché rappresenti una sorta di ideale restauro delle condizioni di luce primitive.

Con il terzo articolo, di mano di Giulia Salvo dell'Università di Padova, inizia l'analisi, in parallelo, della seconda vita della Residenza che, perita sotto la damnatio memoriae neroniana, è riscoperta alla fine del ‘400. La ricercatrice, in “Un progetto ambizioso: la decorazione pittorica della Domus Aurea”, analizza l'apparato decorativo sia dal punto di vista stilistico che del programma figurativo. Vi afferma come alla base delle immagini affrescate da Fabullo e bottega 6, in un'ottica di legittimazione dinastica, vi sia la volontà dell'imperatore Nerone di esaltare la sua figura e la gens Iulia.

A Vincenzo Farinella, curatore della mostra e professore associato di Storia dell'arte moderna all'Università di Pisa 7, dobbiamo l'elaborato, “Anche Raffaello dormi? La scoperta delle grottesche, la consacrazione raffaellesca (e qualche conseguenza)”, in cui si mette in evidenza il ruolo di Raffaello nella scoperta e diffusione del tema decorativo. Dopo un excursus storico relativo all'individuazione del preciso momento della scoperta delle pitture neroniane, nonché recepimento dei motivi antichi nella pittura coeva, Farinella tratta della diffusione del motivo a grottesca che con l'Urbinate raggiunge il momento di massima consacrazione 8. Con l'artista, infatti, il genere decorativo esplode improvvisamente determinandone il successo e successivamente le variazioni. Lo scritto suggerisce altresì spunti di approfondimento a studiosi e studenti che vogliono cimentarsi in questioni ancora aperte.

Segue l'analisi di Rita Volpe, archeologa della Sovrintendenza Capitolina ai beni culturali, “14 gennaio 1506: la scoperta del Laocoonte”, in cui, con chiarezza e dovizia di particolari, unitamente ad una bibliografia recente ed aggiornata, sfata in maniera definitiva la comune idea che il Laocoonte sia stato rinvenuto nei locali della Domus Aurea 9. Il suo studio, supportato da documenti archivistici e un attento atteggiamento filologico, mira a spiegare la situazione topografica del Colle Oppio e quindi il reale contesto di rinvenimento della statua, già nota per fama, prima della sua scoperta.

Segue il saggio di Orazio Lovino, dottorando a Firenze, “Appunti per una storia delle grottesche nella pittura a Napoli e nel Meridione”, in cui si tratta del fenomeno dell'irradiazione delle grottesche verso il Sud Italia 10, da collocarsi nel più generale clima di recupero antiquariale promosso dal Pontano e dalla sua Accademia.

Sonia Maffei, docente all'Università di Bergamo, in “Natural Bizzarrie: le grottesche nel Cinquecento tra natura e simbolo”, analizza l'evoluzione subita nel XVI secolo dal motivo decorativo, che frutto di ibridazione tra mondo classico, età moderna, rappresentazione naturalistica e simbolica, diventa un genere nuovo. Mentre la grottesca quattrocentesca è un elemento decorativo, quella cinquecentesca diviene espressione intima e simbolica del committente che affida alla raffigurazione messaggi più o meno espliciti di natura personale 11.

Federica Causarano, dottore di ricerca in Storia dell'architettura e dell'urbanistica presso l'Università di Venezia, in “Gli anni del rinnovato oblio: la memoria della Domus Aurea nelle fonti e nei documenti tra Sei e Settecento”, affronta, dal punto di vista storico, le vicende relative alla Residenza imperiale al tempo del secondo oblio, iniziato nella seconda metà del Seicento, la ripresa degli scavi all'inizio del ‘700 12 e l'identificazione della Villa con la Reggia di Nerone.

Segue un saggio interessante suggestivo di Biancalucia Maglione, dottoranda in Storia dell'Arte a Firenze, che, sulla scorta di Andrè Chastel 13, indica al lettore una riflessione da svolgere in piena autonomia. Suggerisce, cioè, un ipotetico collegamento da stabilirsi tra il motivo decorativo della grottesca e certa parte della stampa del XX secolo (Paul Klee, Joan Mirò, Marx Ernst …). Un campo di studio aperto da affrontare con un cambio radicale del punto di vista: non un'analisi di pedissequa derivazione, piuttosto la necessaria evoluzione del tema.

Alfonsina Russo, archeologa e direttrice del P.A.R.C.O. del Colosseo, in “Immaginare il futuro: la Domus Aurea negli anni Venti del XXI secolo”, riferisce del progetto di risanamento, tutela e valorizzazione della Reggia per i tempi futuri. Dopo aver relazionato sui restauri precedenti e sulle varie criticità emerse, spiega come l'intervento da porre in essere sia il risultato di un ripensamento generale delle modalità di intervento. Non si tratta, dunque, di una mera azione di restauro, ma comprende tutti gli aspetti interconnessi al sito per una pubblica fruizione: dall'illuminazione, alla sistemazione-consolidamento delle strutture murarie, al recupero-conservazione delle pitture, al contesto vegetale in cui è inserita, alla particolare circostanza che la Domus sia parte di un parco pubblico e con esso debba essere messa in rappporto.

Infine, il catalogo termina con l'intervento di Stefano Boeri, “Un nuovo ingresso per la Domus Aurea”, l'architetto a cui è stato affidato il progetto del nuovo ingresso alla Reggia. Egli ha disegnato una passerella pedonale di accesso alla Sala Ottagona come “occasione straordinaria per restituire alla città una delle realtà più suggestive della storia romana, permettendo ad ogni visitatore di scendere nel nel cuore della Villa neroniana, per una progressiva scoperta delle stratificazioni della storia e della bellezza degli ambienti ipogei, potendo ammirare, durante la discesa graduale, le volte originarie soprastanti e l'impronta delle strutture termali traianee”. L'ambiente, in cui la passerella si inserisce, è pensato come uno spazio scuro e contenuto, una direttrice di luce fende l'oscurità ed accompagna il visitatore attraverso il racconto storico delle rovine, suggerendo l'idea di un viaggio alla ricerca della volta celeste che si apre nella volta della Sala Ottagona, con un grande oculo, meta conclusiva dell'itinerario.

La pubblicazione, in brossura con alette, esibisce un'attenzione tipografica pregevole, un'estetica raffinata e una veste editoriale apprezzabile; inoltre, la particolare maneggevolezza del volume, un formato estremamente idoneo alla lettura, rende la consultazione particolarmente comoda e piacevole.



IL LIBRO
Raffaello e la Domus Aurea. L'invenzione delle grottesche
a cura di Vincenzo Farinella e Alfonsina Russo.
Catalogo della Mostra, Roma, Domus Aurea
23 giugno 2021 - 07 gennaio 2022.
Electa, Milano, 2020.
Rilegatura: brossura
ISBN: 9788891890061
Lingua: Italiano
Numero di pagine: 270
Illustrazioni: colori
€ 39,00

                    
                    
                    
                    
                    

NOTE

1 La mostra “Raffaello e la Domus Aurea. L'invenzione delle grottesche”, aperta dal 23 giugno u.s., rimarrà in calendario, salvo chiusure per pandemia, fino al prossimo 7 gennaio 2022. Visitabile presso la Domus Aurea in Viale Serapide nel parco del Colle Oppio (Roma). L'esposizione, che si avvale di mezzi tecnologici all'avanguardia, rappresenta una sfida importante per i curatori, che hanno voluto allestire una mostra in ambienti estremamente delicati, le cui precarie caratteristiche fisiche poco si prestano ad accogliere un pubblico di massa.

2 TACITO, XV, 38.

3 DACOS 1966, pp. 43-49.

4 TACITO, XV, 42.

5 VITRUVIO, libro X.

6 DACOS 1968, pp. 210-226

7 Ha studiato l'arte italiana del Rinascimento in rapporto con l'antichità classica.

8 FARINELLA 2019, passim.

9 SETTIS 1999; Laocoonte 2006, passim.

10 DACOS 1969, p. 50.

11 HANSEN 2018, pp. 110-111.

12 LANCIANI 1994, p. 299.

13 CHASTEL 1988, pp. 87-91.

 


BIBLIOGRAFIA


CHASTEL 1988

André CHASTEL, La Grottesca, Parigi 1988.

DACOS 1966

EAD., Per la storia delle Grottesche. La riscoperta della Domus Aurea, in “BdA”, 51, 1966, pp. 43-49.

DACOS 1968

EAD., Fabullus et l'autre peintre de la Domus Aurea, in “Dialoghi di Archeologia”, II.2, 1968, pp. 210-226.

DACOS 1969

Nicole DACOS, La decouverte de la Domus Aurea et la formation des grotesque à la Renaissance, Leiden, Warburg Institute , 1969.

FARINELLA 2009

Vincenzo FARINELLA, The Domus Aurea Book, Milano, Electa, 2019.

HANSEN 2018

Maria Fabricus HANSEN, The art of tranformation: grotesque in XVI Century Italy, Roma, Quasar, 2018.

LANCIANI 1999

Rodolfo LANCIANI, Storia degli scavi di Roma e notizie intorno le collezioni romane d'antichità, Vol. V, Roma, Quasar, 1999.

LANCIANI 2000

Rodolfo LANCIANI, Storia degli scavi di Roma e notizie intorno le collezioni romane d'antichità, Vol. VI, Roma, Quasar, 2000.

Laocoonte 2006

Laocoonte: alle origini dei Musei Vaticani, (Catalogo della Mostra, Città del Vaticano 17 novembre 2006- 28 febbraio 2007) a cura di F. Buranelli, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2006.

SETTIS 1999

Salvatore SETTIS, Laocoonte. Fama e stile, Roma, Donizelli, 1999.

TACITO 112-113 ca

Publius Cornelius TACITO, Annales, libro XV, 112-113 ca.

VITRUVIO 15 a.C. ca.

Marco Pollione VITRUVIO, De Architettura, libro X, 15 a.C. ca.


                    
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