Fig. 1 - Il frontespizio del catalogo
(Foto cortesia Giorgia Duò)
La recente apertura,
dopo la necessaria procrastinazione dovuta alla
pandemia, della mostra dedicata a Raffaello ,
in occasione del quinto
centenario
della sua morte, ha offerto l'occasione per realizzare
un catalogo e un approfondimento dedicato, in
primis,
alla Domus
Aurea,
la residenza imperiale voluta dal Nerone (54-68) ,
ma anche al noto, anche se, talvolta,
superficialmente, tema della grottesca,
tipo
di
decorazione
derivante
dalla visione dei motivi pittorici visti negli
ambienti della Villa,
riscoperta alla fine del ‘400 ,
sul Colle Oppio, e diffusasi, senza soluzione di
continuità, nei due secoli successivi.
I
saggi, a firma di studiosi archeologi e storici
dell'arte moderna, variamente in forze alla Soprintendenza
di
Stato del Miur,
alla Sovintendenza
Capitolina e a
varie Università del nostro Paese, illustrano in
parallelo, con piglio scientifico, e allo stesso
tempo, con un linguaggio chiaro anche per i non
addetti ai lavori, ma che non concede nulla alle
banalità per turisti, la doppia vita della magnifica Residenza
in epoca imperiale e dopo la riscoperta in età
rinascimentale. Tali studi sono supportati e sostenuti
da validi appartati di note, corredate e costituite da
una bibliografia di riferimento aggiornata ed
approfondita.
Numerosissime
le
foto a colori, in alta definizione, d'insieme e di
nutriti dettagli, che rafforzano la validità della
pubblicazione, da sole ne giustificano l'acquisto.
Alla
ricchissima
dotazione iconografica si affiancano le immagini di
ricostruzioni e di piante del sito, ma anche della
topografia della zona attraverso i secoli,
fondamentali per la piena comprensione della vicenda
storico-urbanistica.
Gli
avvenimenti
della Villa
neroniana sono indagati dall'archeologo Alessandro
D'Alessio, direttore del Parco
Archeologico
di Ostia
Antica,
nel primo saggio “Domus Aurea. Storia, architettura
e visita del monumento”, in cui, dopo una sintesi
storica del monumento, lo studioso restituisce una
ricostruzione parziale della struttura abitativa,
sulla base dei resti visitabili e delle fonti coeve
e successive che ne parlano. Quindi, propone una
visita ideale delle strutture superstiti sulla base
di istallazioni immersive, concepite per la mostra,
che affiancano e completano il percorso espositivo.
Anonime mura divendano così attuali e comprensibili
a qualsiasi pubblico. Molto interessante il discorso
sulla “luce”, come elemento fondamentale e
costitutivo della Villa
originaria, presente in età antica e, ahimè, oggi
mancante. Lo studioso si sofferma scientificamente
sulla supposta volontà dei due architetti
Severus e Celer di
usare
la luce come elemento fondante dell'architettura
medesima. Gli strumenti virtuali, come detto parti
integranti dell'esposizione, sostenuti da
scientifiche e filologiche ricostruzioni elaborate
al PC, rappresentano per l'archeologo un mezzo
virtuoso per far comprendere e diffondere sia al
vasto pubblico, ma anche a studiosi e studenti in
erba, i difficili concetti urbanistici relativi al
complesso ed intricato sito.
L'architetto
Stefano
Borghini nel saggio “Magistri
et
Machinatores.
Il ruolo della luce e degli elementi naturali
nell'architettura della Domus Aurea” affronta il
tema della genialità dei due costruttori romani che,
nel cantiere, mettono in atto soluzioni
architettoniche inedite e successivamente non più
ripetute ;
lo scritto è un tributo alla grandezza delle idee
dei due edificatori. Inoltre, si indaga, dal punto
di vista meramente strutturale, la funzione dei
diversi ambienti. Anche il Borghini sottolinea
l'importanza dell'elemento perduto della “luce” e
riferisce come la strumentazione immersiva sia
estremamente utile per rendere le definitivamente
perdute atmosfere di luce, nonché rappresenti una
sorta di ideale restauro delle condizioni di luce
primitive.
Con
il
terzo articolo, di mano di Giulia Salvo
dell'Università di Padova, inizia l'analisi, in
parallelo, della seconda vita della Residenza
che, perita sotto la damnatio
memoriae
neroniana, è riscoperta alla fine del ‘400. La
ricercatrice, in “Un progetto ambizioso: la
decorazione pittorica della Domus Aurea”, analizza
l'apparato decorativo sia dal punto di vista
stilistico che del programma figurativo. Vi afferma
come alla base delle immagini affrescate da Fabullo
e bottega ,
in un'ottica di legittimazione dinastica, vi sia la
volontà dell'imperatore Nerone di esaltare la sua
figura e la gens
Iulia.
A
Vincenzo Farinella, curatore della mostra e
professore associato di Storia dell'arte moderna
all'Università di Pisa ,
dobbiamo l'elaborato, “Anche Raffaello dormi? La
scoperta delle grottesche, la consacrazione
raffaellesca (e qualche conseguenza)”, in cui si
mette in evidenza il ruolo di Raffaello nella
scoperta e diffusione del tema decorativo. Dopo un excursus
storico relativo all'individuazione del preciso
momento della scoperta delle pitture neroniane,
nonché recepimento dei motivi antichi nella pittura
coeva, Farinella tratta della diffusione del motivo
a grottesca che con l'Urbinate raggiunge il momento
di massima consacrazione .
Con l'artista, infatti, il genere decorativo esplode
improvvisamente determinandone il successo e
successivamente le variazioni. Lo scritto suggerisce
altresì spunti di approfondimento a studiosi e
studenti che vogliono cimentarsi in questioni ancora
aperte.
Segue
l'analisi
di Rita Volpe, archeologa della Sovrintendenza
Capitolina
ai beni culturali,
“14 gennaio 1506: la scoperta del Laocoonte”,
in cui, con chiarezza e dovizia di
particolari, unitamente ad una bibliografia
recente ed aggiornata, sfata in maniera
definitiva la comune idea che il Laocoonte sia stato rinvenuto nei locali della
Domus Aurea
.
Il suo studio, supportato da documenti
archivistici e un attento atteggiamento
filologico, mira a spiegare la situazione
topografica del Colle Oppio e quindi il reale
contesto di rinvenimento della statua, già
nota per fama, prima della sua scoperta.
Segue
il
saggio di Orazio Lovino, dottorando a Firenze,
“Appunti per una storia delle grottesche nella
pittura a Napoli e nel Meridione”, in cui si tratta
del fenomeno dell'irradiazione delle grottesche
verso il Sud Italia ,
da collocarsi nel più generale clima di recupero
antiquariale promosso dal Pontano e dalla sua
Accademia.
Sonia
Maffei,
docente all'Università di Bergamo, in “Natural
Bizzarrie: le grottesche nel Cinquecento tra natura
e simbolo”, analizza l'evoluzione subita nel XVI
secolo dal motivo decorativo, che frutto di
ibridazione tra mondo classico, età moderna,
rappresentazione naturalistica e simbolica, diventa
un genere nuovo. Mentre la grottesca quattrocentesca
è un elemento decorativo, quella cinquecentesca
diviene espressione intima e simbolica del
committente che affida alla raffigurazione messaggi
più o meno espliciti di natura personale .
Federica
Causarano,
dottore di ricerca in Storia dell'architettura e
dell'urbanistica presso l'Università di Venezia, in
“Gli anni del rinnovato oblio: la memoria della
Domus Aurea nelle fonti e nei documenti tra Sei e
Settecento”, affronta, dal punto di vista storico,
le vicende relative alla Residenza
imperiale al tempo del secondo oblio, iniziato nella
seconda metà del Seicento, la ripresa degli scavi
all'inizio del ‘700
e l'identificazione della Villa
con la Reggia
di
Nerone.
Segue
un
saggio interessante suggestivo di Biancalucia
Maglione, dottoranda in Storia dell'Arte a Firenze,
che, sulla scorta di Andrè Chastel ,
indica al lettore una riflessione da svolgere in
piena autonomia. Suggerisce, cioè, un ipotetico
collegamento da stabilirsi tra il motivo decorativo
della grottesca e certa parte della stampa del XX
secolo (Paul Klee, Joan Mirò, Marx Ernst …). Un
campo di studio aperto da affrontare con un cambio
radicale del punto di vista: non un'analisi di
pedissequa derivazione, piuttosto la necessaria
evoluzione del tema.
Alfonsina
Russo,
archeologa e direttrice del P.A.R.C.O.
del
Colosseo,
in “Immaginare il futuro: la Domus Aurea negli anni
Venti del XXI secolo”, riferisce del progetto di
risanamento, tutela e valorizzazione della Reggia
per i tempi futuri. Dopo aver relazionato sui
restauri precedenti e sulle varie criticità emerse,
spiega come l'intervento da porre in essere sia il
risultato di un ripensamento generale delle modalità
di intervento. Non si tratta, dunque, di una mera
azione di restauro, ma comprende tutti gli aspetti
interconnessi al sito per una pubblica fruizione:
dall'illuminazione, alla sistemazione-consolidamento
delle strutture murarie, al recupero-conservazione
delle pitture, al contesto vegetale in cui è
inserita, alla particolare circostanza che la Domus
sia parte di un parco pubblico e con esso debba
essere messa in rappporto.
Infine,
il
catalogo termina con l'intervento di Stefano Boeri,
“Un nuovo ingresso per la Domus Aurea”, l'architetto
a cui è stato affidato il progetto del nuovo
ingresso alla Reggia.
Egli ha disegnato una passerella pedonale di accesso
alla Sala
Ottagona
come “occasione straordinaria per restituire alla
città una delle realtà più suggestive della storia
romana, permettendo ad ogni visitatore di scendere
nel nel cuore della Villa neroniana, per una
progressiva scoperta delle stratificazioni della
storia e della bellezza degli ambienti ipogei,
potendo ammirare, durante la discesa graduale, le
volte originarie soprastanti e l'impronta delle
strutture termali traianee”. L'ambiente, in cui la
passerella si inserisce, è pensato come uno spazio
scuro e contenuto, una direttrice di luce fende
l'oscurità ed accompagna il visitatore attraverso il
racconto storico delle rovine, suggerendo l'idea di
un viaggio alla ricerca della volta celeste che si
apre nella volta della Sala
Ottagona,
con un grande oculo, meta conclusiva
dell'itinerario.
La
pubblicazione,
in brossura con alette, esibisce un'attenzione
tipografica pregevole, un'estetica raffinata e una
veste editoriale apprezzabile; inoltre, la
particolare maneggevolezza del volume, un formato
estremamente idoneo alla lettura, rende la
consultazione particolarmente comoda e piacevole.
IL LIBRO
Raffaello e la Domus Aurea. L'invenzione delle
grottesche
a cura di Vincenzo Farinella e Alfonsina Russo.
Catalogo della Mostra, Roma, Domus Aurea
23 giugno 2021 - 07
gennaio 2022.
Electa, Milano, 2020.
Rilegatura: brossura
ISBN: 9788891890061
Lingua: Italiano
Numero di pagine: 270
Illustrazioni: colori
€ 39,00
NOTE
BIBLIOGRAFIA
CHASTEL 1988
André CHASTEL, La
Grottesca, Parigi 1988.
DACOS 1966
EAD., Per la
storia delle Grottesche. La riscoperta della Domus
Aurea, in “BdA”, 51, 1966, pp. 43-49.
DACOS 1968
EAD., Fabullus
et l'autre peintre de la Domus Aurea, in
“Dialoghi di Archeologia”, II.2, 1968, pp. 210-226.
DACOS 1969
Nicole DACOS,
La decouverte de la Domus Aurea et la formation des
grotesque à la Renaissance, Leiden, Warburg
Institute , 1969.
FARINELLA 2009
Vincenzo FARINELLA,
The Domus Aurea Book, Milano, Electa, 2019.
HANSEN 2018
Maria Fabricus
HANSEN, The art of tranformation: grotesque in XVI
Century Italy, Roma, Quasar, 2018.
LANCIANI 1999
Rodolfo LANCIANI, Storia
degli scavi di Roma e notizie intorno le collezioni
romane d'antichità, Vol. V, Roma, Quasar, 1999.
LANCIANI 2000
Rodolfo LANCIANI, Storia
degli scavi di Roma e notizie intorno le collezioni
romane d'antichità, Vol. VI, Roma, Quasar, 2000.
Laocoonte 2006
Laocoonte: alle
origini dei Musei Vaticani, (Catalogo della
Mostra, Città del Vaticano 17 novembre 2006- 28
febbraio 2007) a cura di F. Buranelli,
Roma, L'Erma di Bretschneider, 2006.
SETTIS 1999
Salvatore SETTIS, Laocoonte.
Fama
e stile, Roma, Donizelli, 1999.
TACITO 112-113 ca
Publius Cornelius
TACITO, Annales, libro XV, 112-113 ca.
VITRUVIO 15 a.C.
ca.
Marco Pollione
VITRUVIO, De Architettura, libro X, 15 a.C.
ca.
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