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Boldini a Tylney Hall. Gli ambienti della residenza nei ritratti dei coniugi Phillips  

Loredana Angiolino
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 28 Febbraio 2024, n. 952
https://www.bta.it/txt/a0/09/bta00952.html
Articolo presentato il 19 Febbraio 2024, approvato il 23 Febbraio 2024 e pubblicato il 28 Febbraio 2024  
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Secondo la più antica storiografia i due dipinti di Giovanni Boldini, raffiguranti Mrs Florence Phillips e il marito Mr Lionel Phillips, sarebbero stati realizzati a Parigi nello studio del pittore in Boulevard Berthier. [Figg. 1 e 2]

Fig. 1 - GIOVANNI BOLDINI, Ritratto di Florence Phillips, 1903, olio su tela, cm. 193 X 155,
Dublino, City Gallery, Hugh Lane
Foto cortesia di Loredana Angiolino Fig. 2 - GIOVANNI BOLDINI, Ritratto di Mr Lionel Phillips, 1903, olio su tela, cm 200x130, Johannesburg, Johannesburg Art Gallery, Courtesy of Johannesburg Art Gallery
Foto cortesia di Loredana Angiolino
Fig. 1 - GIOVANNI BOLDINI, Ritratto di Florence Phillips
1903, olio su tela, cm. 193 X 155
Dublino, City Gallery, Hugh Lane
Foto cortesia di Loredana Angiolino
Fig. 2 - GIOVANNI BOLDINI, Ritratto di Mr Lionel Phillips
1903, olio su tela, cm. 200 X 130
Johannesburg, Johannesburg Art Gallery
Courtesy of Johannesburg Art Gallery
Foto cortesia di Loredana Angiolino


Tale indicazione con molta probabilità è desunta dalle memorie di Florence Phillips redatte con scrupolo da Thelma Gutsche. La biografa sostiene infatti che verso la metà di giugno del 1903 i Phillips si recano da lui a Parigi.
«Lionel sat to … Boldini in Paris for a full-length portrait measuring more than six by four feet. Florrie too sat for the popular master». 1 Nel catalogo dell'esposizione
Images and Insights del 1993 è riportata ancora la notizia dell'esecuzione del Ritratto di Florence Phillips a Parigi. 2

Ma il fortunato rinvenimento della lettera spedita da Giovanni il 3 gennaio 1903 alla ricca collezionista Mary Hunter, intima amica del ritrattista americano John Singer Sargent e del commerciante d'arte irlandese Hugh Lane, consente di conoscere la genesi precisa del lavoro: «Sono qui da 15 giorni – scrive il pittore - dove faccio due grandi ritratti di Monsieur e Madame Phillips. Tra 8 o 10 giorni avrò finito e avrei molto piacere di rivedervi a Londra». 3
Il luogo da dove scrive è Tylney Hall, Winchfield, lussuosa residenza di campagna dei ritrattati.
Nel marzo successivo l'artigiano londinese C. M. May informa il pittore di aver recapitato al Phillips due cornici presso l' abitazione di Tylney Hall, dove la coppia di tele troverà disposizione nella Sala da Ballo
4. [fig. 3]

Fig. 3 - Tylney Hall, Winchfield, UK, Sala da Ballo, in una foto d’epoca, 1904, Michael Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries
Foto cortesia di Loredana Angiolino
Fig. 3 - Tylney Hall, Winchfield, UK
Sala da Ballo, in una foto d'epoca, 1904
Michael Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries
Foto cortesia di Loredana Angiolino

Svariate e preziose fotografie d'epoca conservate nelle University of Cape Town Libraries consentono di ammirare lo sfarzoso e curatissimo arredo dei vari ambienti della casa. Sofà rivestiti con stoffe lucenti, mobili intagliati, tendaggi pregevoli e ricercati riempiono le ampie stanze e saloni.

La affinità e la somiglianza con quello che fa da sfondo e da contorno nei due ritratti, in particolar modo dei diversi salotti, tra l'altro caratterizzati da pareti rivestite di pannelli intarsiati, e delle stanze da letto con imponenti chaise longue e divani dai morbidi cuscini imbottiti, sembrano non mostrare alcun dubbio della loro esecuzione in quei luoghi, avvalorando chiaramente quanto affermato dal pittore 5. [Fig. 4. Figg. 5 e 6 e 7]



Fig. 4 - Tylney Hall, Winchfield, UK, Stanza da letto di Florence Phillips, in una foto d’epoca, 1904, Michael Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries
Foto cortesia di Loredana Angiolino
Fig. 4 - Tylney Hall, Winchfield, UK
Stanza da letto di Florence Phillips, in una foto d'epoca, 1904
Michael Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries
Foto cortesia di Loredana Angiolino



Fig. 5 - Tylney Hall, Winchfield, UK, Salone, in una foto d'epoca, 1904, Michael Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries Foto cortesia di Loredana Angiolino
Fig. 5 - Tylney Hall, Winchfield, UK
Salone, in una foto d'epoca, 1904
Michael Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries
Foto cortesia di Loredana Angiolino



Fig. 6 - Tylney Hall, Winchfield, UK, Salone, in una foto d'epoca, 1904, Michael Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries
Foto cortesia di Loredana Angiolino
Fig. 6 - Tylney Hall, Winchfield, UK
Salone, in una foto d’epoca, 1904
Michael Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries
Foto cortesia di Loredana Angiolino



Fig. 7 - Tylney Hall, Winchfield, UK, Salone, in una foto d’epoca, 1904, Michael Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries
Foto cortesia di Loredana Angiolino
Fig. 7 - Tylney Hall, Winchfield, UK
Salone, in una foto d'epoca, 1904
Michael Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries
Foto cortesia di Loredana Angiolino

Phillips, ricco magnate dell'industria mineraria e uomo politico, appartenente all'alta borghesia sudafricana stanziata in Inghilterra, nel 1885 prende in sposa Florence Ortlepp, figlia del naturalista Albert Frederick, sovrintendente nel controllo dei territori di Colesberg. I due coniugi per lunghi periodi risiedono a Londra lasciando la loro residenza di campagna di Vergelegen a Città del Capo. Molto spesso durante gli spostamenti in Europa i movimenti della coppia non coincidono tra loro. Lionel a volte attraversa il Canale da solo e anche sua moglie è solita recarsi frequentemente a Parigi per rinnovare il proprio guardaroba. 6

La ottima riuscita dei ritratti sollecita l'interesse dei giudici della prestigiosa Society of Portrait Painters, dove Boldini aveva già esposto tra gli altri, alcuni lodevoli ritratti, quello del compositore Giuseppe Verdi della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma nel 1892 e il Ritratto del piccolo Subercaseaux, oggi al Museo Giovanni Boldini di Ferrara, l'anno dopo, suscitando sempre consensi per l'originalità e peculiarità del suo operato.

L'istituzione è fondata a Londra nel 1891, da quegli artisti poco propensi ad accettare i criteri di selezione attuati dalla Royal Academy of Art nella preferenza delle opere da esporre alle mostre periodiche ed è incentrata fin da subito su una spiccata apertura di stampo internazionale e sulla predilezione delle maggiori e avanzate istanze della ritrattistica contemporanea, favorendo di volta in volta gli specialisti più attivi presenti in Europa tra i quali figurano James Abbott McNeill Whistler, John Singer Sargent, John Lavery e anche l'italiano Antonio Mancini.

Dapprima il Phillips si dichiara non disponibile al prestito dei lavori boldiniani per l'esposizione alla New Gallery 7 ma poi decide di intervenire, rimarcando l'espresso desiderio al Presidente dell'Associazione di voler esporre il suo ritratto insieme a quello della moglie. 8

Il nome di Boldini è presente così nella lista completa degli iscritti all'esibizione con entrambe le tele e sin dal 9 di ottobre il Segretario Hugh de Twenebrokers Glazebrook spedisce gli inviti per il giorno di ricevimento delle opere, da mostrare poi a partire dal 31 del mese. Vi si specifica come ad ogni artista partecipante sia suggerito di segnalare lo spazio necessario per collocare al meglio i propri preziosi lavori. 9

Fino ad ora era passata del tutto inosservata la presenza in mostra del Ritratto della signora Phillips, accoppiato a quello del marito ed entrambi richiesti dagli artisti ai vertici del sodalizio.

La dettagliata recensione relativa all'evento espositivo riportata nella autorevole rivista dell'epoca «The Art Journal» del novembre 1903, immediatamente prossima all'apertura della mostra, ricorda infatti il solo ritratto di Mr Phillips. Non stupisce come ciò sia accaduto poiché secondo quanto recita con precisione l'aggiunta della nota in corsivo sulla Lista dei lavori arrivati a destinazione, quello della signora sarebbe stato esposto solo a partire dal 16 di novembre, riconfermando tuttavia con sicurezza la sua certa partecipazione. 10

«Signor Boldini's Lionel Phillips, Esq., amazing clever, where in vivaciousness is carried to an extreme», scrivono i critici in «The Art Journal», mettendo l'accento sui ricercati virtuosismi boldiniani oltre che sulla mirabile resa fisiognomica dell'uomo, in un ritratto a figura intera tra i più riusciti fra quelli ideati dal pittore in questi anni. 11

In quello di Mrs Phillips, di eguale intensità espressiva, Boldini raffigura la signora già in età matura, esaltandone comunque la bellezza giunonica. Ripreso da una angolazione piuttosto alta mostra la donna seduta sul bordo di un morbido sofà e la evidente torsione del busto ne accentua il raffinato e sinuoso movimento, sostenuto superbamente dall'elegantissimo e morbido abito nero.

Ciò che sorprende ed incanta è soprattutto la resa improvvisa dell'effetto tattile e scattante delle stoffe, la ridotta materialità degli oggetti d'arredamento, sebbene evidenziati a segno da parere veri e da toccarsi con la medesima posa della mano delicatamente replicata in entrambe le figure, assieme al modo di riportare la luminosità diffusa tutt'attorno.

All'evento espositivo sono presenti, tra le altre, anche le opere di George Frederic Watts, Ritratto di Mrs Cavendish Bentinck, di Albert Besnard, Ritratto di Madame Besnard, di Whistler, Rouge et noir, già membro onorario dal 1892, e si conferma la elezione allo stesso ruolo di John Singer Sargent. 12

La signora Phillips è coinvolta in molteplici iniziative benefiche ed è inoltre molto interessata all'arte moderna, muovendo il desiderio di farla conoscere in Sud Africa. L'illuminante incontro con Hugh Lane tramite la scrittrice Caroline Grosvenor, nell'aprile del 1909 mentre si trova a Tylney Hall, porta alla concretizzazione del progetto di una grandiosa galleria d'arte a Johannesburg. Esperto del mestiere, Lane accoglie con entusiasmo l'invito e da Londra comincia a prodigarsi negli acquisti di opere dei protagonisti più vari e delle correnti più innovative degli orientamenti contemporanei. La prima acquisizione riguarda tre dipinti di Wilson Steer esposti da Goupil. La galleria inaugurata nel 1910 è diretta da Lane per svariati anni.

Qui trova la definitiva collocazione il ritratto di Mr Lionel Phillips mentre quello della moglie è donato da lui alla City Gallery di Dublino nel 1909, dove permane tuttora. 13

Tuttavia quando il Ritratto di Lionel Phillips arriva a Johannesburg non sembra appagare pienamente il gusto di Lane: Mrs Phillips ricorda che con il suo consenso, la tela viene tagliata in basso e un'estremità rivolta all'interno. L'analisi della tela dimostra che è stata effettivamente recisa, ma fortunatamente i pezzi eliminati vengono conservati nella loro totalità. Nel 1915 è sottoposta perciò ad un abile restauro e riportata alle sue dimensioni originali anche se Florence Phillips non rimase mai completamente soddisfatta del risultato finale. 14

Anche il pittore Antonio Mancini esegue l'effigie di Mrs Phillips, di sei anni più tarda rispetto a quella boldiniana, realizzata a Roma dove Florence si reca con Lane, e anch'essa conservata nella Johannesburg Art Gallery. Hugh Lane è il mecenate di Mancini per il suo soggiorno in Irlanda nell'autunno del 1907, dopo averlo conosciuto a Londra tramite Sargent. Mancini e Boldini sono due degli artisti italiani più presenti a Londra nei primi anni del secolo ed espongono molte volte, quasi confrontandosi, alla Society of Portrait Painters, istaurando tra i critici un acceso dibattitto sulla diversità della loro pittura. 15

Le attività economiche del Phillips in sud Africa riguardanti l'estrazione di minerali e metalli preziosi trovano la condivisione di altri ricchi imprenditori tra cui Alfred Beit, conosciuto alla fine degli anni Novanta dell'Ottocento, con il quale stringe forti legami personali e lavorativi, aderendo alle sue maggiori compagnie finanziarie. La privilegiata posizione sociale acquisita nel tempo li spinge a possedere lussuose abitazioni in Inghilterra, arricchite di prestigiose collezioni d'arte. Beit è sostenuto in questa sua iniziativa dal mercante Rodolphe Kaan grande investitore in Africa anche egli, ma residente stabilmente a Parigi. É qui che svolge la delicata commissione di mettere insieme tanti dipinti per conto di Beit, concludendosi in un gruppo di opere variamente orientate da collocare nella sua residenza in Park Lane. 16

Londra diventa sempre più il luogo di ritrovo di ricchi uomini d'affari e la dimora di Beit è il posto preferito intorno a cui gravita il gruppo di quelli originari della Germania 17: Edgar Speyer, Robert Mend, Thaddeus Schröder, marito di Lady Nanne, animatrice di rinomati eventi musicali e operistici, raffigurata da Boldini nel 1902.

Giovanni realizza i ritratti sia di Beit che di Kaan: ambedue a mezzobusto e affini per quanto concerne la analogia compositiva, le qualità luminose, per il modo simile di concepire l'esecuzione precisa e la verosimiglianza del carattere e delle attitudini.

Quello di Kaan ha un posto di riguardo nella sontuosa dimora del commerciante in Avenue d'Iéna a Parigi. Le tre sale del primo piano sono dedicate infatti all'esposizione della sua ricca collezione e alla fine della ideale visita in villa appare il ritratto di chi la abita: «una delle migliori pagine di questo artista, dove ha reso con una intensità di vita incredibile la celebre figura del collezionista» scrive appropriatamente il Nicolle dopo aver ammirato l'intera raccolta. 18

Boldini a questa data è ormai uno dei ritrattisti tra i più ricercati e ha raggiunto un grado di distinzione elevatissimo in tal genere, cominciato a preferirlo a qualsiasi altro sin dal 1889 quando è riconosciuto «come un ritrattista di alto valore» alla Esposizione Universale di Parigi ricevendo il Gran diploma d'onore per la pittura a seguito degli otto lavori presentati: «dipinti tutti con una rara valentia ed una prodigiosa virtuosità di pennello»«le opere sono state riputate degne dal giurì dei massimi onori». 19

La sua indiscussa abilità di mano e la sconfinata capacità creativa gli permettono di riportare appassionatamente sulla tela ciò che egli vive e sente, non dimenticando le sue radici e come vi sia giunto: la grande tradizione italiana, ferrarese e fiorentina, e tutti quegli artisti che veramente contano direttamente o indirettamente nella sua più genuina formazione, conosciuti personalmente, o tramite i viaggi d'istruzione e nei musei. L'olandese Frans Hals, possente ed espressivo, lo spagnolo Diego Velázquez, così attento alla realtà e all'eleganza, l'inglese Thomas Gainsborough, raffinato e aristocratico, i contemporanei americani John Singer Sargent e James Abbott McNeill Whistler dai quali riprende soprattutto la maniera del ‘far grande', il sofisticato accordo dei colori e l'accensione delle tinte, e i francesi Edgar Degas e Édouard Manet 20. E di tutto questo ne fa un composto esplosivo, unico, attuale e di carattere internazionale, non confondibile con nessun altro.

I rimandi a Sargent appaiono palesi nelle due tele dei Phillips: come non ricordare l'eleganza di Mrs Kate A. Moore e le armoniche movenze di Mrs Charles Thursby nei ritratti eseguiti da Sargent che rivivono tuttavia in modo del tutto autonomo nel dipinto di Mrs Phillips e l'eleganza disinvolta di Lord Dalhousie rafforzata da un movimento ancor più sciolto in quello di Mr Phillips. Mentre la ricercata concordanza nelle scelte cromatiche e un segno più intenso e vigoroso rispetto a quello sargentiano sono memori sicuramente della lezione del grande Whistler in dipinti quali Sinfonia in bianco n. 1 o Sinfonia in bianco, ritratto n. 2. 21

Nonostante la percezione di tali suggestioni in elementi allusivi e atteggiamenti chiari, è la pennellata rapida che diventa il segno della maestria del pittore e della dedizione nella preparazione dell'opera dove nulla è improvvisato o abbandonato al caso, diventando quasi l'impronta distintiva vòlta a rendere vive le figure permeate dall'instabilità del movimento senza mai tentare di frenarla o bloccarla, ma lasciata costantemente tale e ben evidente. Un modo che nel corso degli anni a venire troverà la sua più vistosa manifestazione nella ricchissima serie di successivi ritratti femminili, ottenuto con segni ancora più dinamici ed immediati, con linee convulse e frementi.

E a questo proposito ci viene spontaneo condividere il pensiero di Durbè quando sostiene: «Con un certo suo modo di porsi ‘italiano' di fronte all'emozione della velocità», si distingue per un piglio rapido «strumento insostituibile di intelligenza della realtà, nel senso di poterne afferrare il moto turbinante, veloce. Si può di certo affermare che il contatto con la vita parigina abbia vivamente richiamato in luce, nella personalità di Boldini, elementi della nostra cultura ottocentesca, fra i più profondamenti innervati, proprio attraverso la musica, nella sensibilità moderna, e però capaci di riproporsi nel tempo, con imprevedibile e rinnovata vitalità». 22

«L'arte di Boldini non dipende dalla seduzione esercitata dalla ricca mondanità dei suoi soggetti, ma consiste nell'energia dell'esecuzione» – scrive appropriatamente Somarè. «Dall'incontro, o meglio dalla compenetrazione del suo virtuosismo tecnico con l'eleganza propria dei suoi temi è sorto un tipo di rappresentazione estetica della mondanità, estetica nel senso ch'ebbe la virtù di cogliere e per conseguenza di trasmettere pittoricamente certi aspetti, certi atteggiamenti, certe sensazioni fugaci, che rimasero impressi sulle tele boldiniane». 23

          
          
          
          

NOTE

1 GUTSCHE 1966, p. 133.

2 Images and Insights, 1994, pp. 220-221.

3 New Haven, Yale University Library, Mary Smyth Hunter Correspondence. James Marshall and Marie-Louise Osborn Collection, Beinecke Rare Book and Manuscript Library, 1902-1903, 3 Janvier [1903], ANGIOLINO, Boldini, 2022, p. 81. A tutt'oggi non si conosce il momento preciso del primo incontro tra Boldini e Sargent, avvenuto verosimilmente a Parigi, grazie alla mediazione di Paul Helleu, amico di entrambi. Da quanto ci è permesso ricavare dai dati finora in nostro possesso, si può avanzare una datazione prossima alla fine degli anni settanta dell'Ottocento, mentre sono documentati con maggior certezza i contatti nei periodi successivi, quando assumono una forma duratura e proficua, rafforzata soprattutto da quel giro di amicizie comuni che li porta a frequentarsi costantemente. In questo ambito così variegato di relazioni si inserisce molto persuasivamente, un ulteriore e favorevole incontro per Boldini, quello con il commerciante d'arte irlandese Hugh Lane, capace di riportare esplicitamente al nome dell'americano e in relazione a sua volta con Mary Hunter.

4 Lettera del 5 marzo 1903 conservata nell'Archivio Bardi, BORGOGELLI – CAMESASCA, Boldini, 1989, p. 281. I Phillips hanno anche una abitazione in Grosvenor Square 33, nel cuore di Mayfair acquistata nel 1897. Tylney, nell'Hampshire, è comperata l'anno dopo.

5 Queste fotografie sono ora conservate in Michael Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries e raffigurano gli interni e gli esterni della dimora. In origine sono state realizzate per «Architectural Review» nel 1904. Le fotografie sono pubblicate anche in un raro opuscolo del 1909: Tylney Hall, Hampshire, illustrated sale brochure, prepared by Messers Trollope (Estate agents, surveyors and auctioneers), London, 1909 circa. Un particolare ringraziamento è rivolto a Clive Kirkwood, Archivista dell'Università di Città del Capo, per la disponibilità e l'estrema cortesia. Preziosi per la ricerca sono stati anche i consigli di Michael Stevenson dal Sud Africa.

6 Si ringrazia Phillippa Van Straaten, Conservatrice al Patrimonio alla Johannesburg Art Gallery per aver fornito queste indispensabili informazioni riguardo i coniugi Phillips. Ulteriore sostegno è stato fornito dagli Archivisti della Beinecke Rare Book and Manuscript Library, dell'Università Yale, New Haven e di quelli di Londra, London Metropolitan Archives.

7 Lettera del 25 giugno 1903 di H. T. Glazebrook, conservata nell'Archivio Bardi, EAD, Boldini,1989, p. 281.

8 Londra, London Metropolitan Archives, ACC3489/001-020 (2), Royal Society of Portrait Painters, Minute Book, (Consul meeting) July 29 1903; Oct. 5 1903, ANGIOLINO, Boldini, 2022, p. 81.

9 Londra, London Metropolitan Archives, ACC3489/001-020 (2), Royal Society of Portrait Painters, Minute Book, (Consul meeting) Oct. 9 1903, cfr. EAD, 2022, p. 81.

10 Londra, London Metropolitan Archives, ACC3489/001-020 (2), Royal Society of Portrait Painters, Minute Book, (Consul meeting) Oct. 21 1903; Oct. 20 1903, cfr. cfr. EAD, 2022, p. 81.

11 London Exhibition, in «The Art Journal», 1904, p. 44.

Anche in Society of Portrait Painters at The New Gallery, in «The Athenæum», LXXVI (1903), p. 675 è recensito il solo ritratto di Mr Lionel: «Boldini's extraordinarily clever portrait of Lionel Phillips, Esq. (74), is amazing in its unscrupulous vulgarity. The face has as many glittering high lights as the patent-leather shoes, and it, as well as the clothes, appears to have been polished with the same material. One is tempted to make a generalization here, that a love of accenting the high lights is always a sign of the cabotin in art. Certainly the greatest masters always minimized or omitted them altogether».

12 Londra, London Metropolitan Archives, ACC3489/001-020 (2), Royal Society of Portrait Painters, Minute Book, (Consul meeting) Nov. 18 1903, EAD, 2022, p. 84.

13 L'opera preparatoria, di minori dimensioni, si trova nella Galleria Nazionale del Sud Africa a Città del Capo, dove è stata donata da Florence Phillips la quale prende parte alla realizzazione di questa Galleria, aperta nel 1930.

14 STEVENSON 1997, p. 175.

15 CARRERA 2016, pp. 131-140.

16 Alfred Beit possiede anche la residenza di campagna di Tewin Water in Hertfordshire, ugualmente ricca di opere d'arte.

17 HENNING 2012.

18 NICOLLE 1908, pp. 187-204, p. 188.

19 L'Esposizione di Parigi del 1889 illustrata, Parigi, 1889, dispensa n. 60, p. 473, dispensa 67, p. 531; ANGIOLINO, Giovanni Boldini, 2017, pp. 60-61.

20 L'influenza di Manet e Degas lo sostiene nello sviluppo di una lingua classica e allo stesso tempo moderna fatta di forme allungate, pennellate fluide, composizioni dinamiche, punti di vista inconsueti, pose informali, prospettive multiple, certi tagli a zig-zag, tutto finalizzato alla resa vigorosa dell'immagine.

21 I citati dipinti di Sargent sono collocati rispettivamente nel Hirshhorn Museum and Sculpture Garden Collection, Smithsonian Institution, Washington, DC; in The Newark Museum of Art, Newark; in Collezione privata. I menzionati dipinti di Whistler sono conservati l'uno nella National Gallery of Art di Washington e alla Tate Britain di Londra l'altro. 

22 I Boldini di Boldini, 1970, introduzione.

23 Giovanni Boldini, 1941, introduzione.

	
	
	
	

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