Secondo la più antica storiografia i due dipinti di Giovanni
Boldini, raffiguranti Mrs Florence Phillips e il marito Mr Lionel Phillips, sarebbero stati realizzati a Parigi nello studio del pittore in
Boulevard Berthier. [Figg. 1 e 2]
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Fig. 1 - GIOVANNI BOLDINI, Ritratto di Florence Phillips
1903, olio su tela, cm. 193 X 155
Dublino, City Gallery, Hugh Lane
Foto cortesia di Loredana Angiolino
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Fig. 2 - GIOVANNI BOLDINI, Ritratto di Mr Lionel Phillips
1903, olio su tela, cm. 200 X 130
Johannesburg, Johannesburg Art Gallery
Courtesy of Johannesburg Art Gallery
Foto cortesia di Loredana Angiolino
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Tale
indicazione con molta probabilità è desunta dalle memorie di
Florence Phillips redatte con scrupolo da Thelma Gutsche. La biografa
sostiene infatti che verso la metà di giugno del 1903 i Phillips si
recano da lui a Parigi. «Lionel
sat to … Boldini in Paris for a full-length portrait measuring more
than six by four feet. Florrie
too sat for the popular master». 1
Nel
catalogo dell'esposizione Images
and Insights
del 1993 è riportata ancora la notizia dell'esecuzione del
Ritratto
di Florence Phillips
a Parigi. 2
Ma
il fortunato rinvenimento della lettera spedita da Giovanni il 3
gennaio 1903 alla ricca collezionista Mary Hunter, intima amica del
ritrattista americano John Singer Sargent e del commerciante d'arte
irlandese Hugh Lane, consente di conoscere la genesi precisa del
lavoro: «Sono
qui da 15 giorni – scrive il pittore - dove faccio due grandi
ritratti di Monsieur e Madame Phillips. Tra 8 o 10 giorni avrò
finito e avrei molto piacere di rivedervi a Londra». 3
Il
luogo da dove scrive è Tylney Hall, Winchfield, lussuosa residenza
di campagna dei ritrattati. Nel
marzo successivo l'artigiano londinese C. M. May informa il pittore
di aver recapitato al Phillips due cornici presso l' abitazione di
Tylney Hall, dove la coppia di tele troverà disposizione nella Sala
da Ballo 4.
[fig. 3]
Fig. 3 - Tylney Hall, Winchfield, UK
Sala da Ballo, in una foto d'epoca, 1904
Michael Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries
Foto cortesia di Loredana Angiolino
Svariate
e preziose fotografie d'epoca conservate nelle University
of Cape Town Libraries
consentono di ammirare lo sfarzoso e curatissimo arredo dei vari
ambienti della casa. Sofà rivestiti con stoffe lucenti, mobili
intagliati, tendaggi pregevoli e ricercati riempiono le ampie stanze
e saloni.
La
affinità e la somiglianza con quello che fa da sfondo e da contorno
nei due ritratti, in particolar modo dei diversi salotti, tra l'altro
caratterizzati da pareti rivestite di pannelli intarsiati, e delle
stanze da letto con imponenti chaise
longue
e divani dai morbidi cuscini imbottiti, sembrano non mostrare alcun
dubbio della loro esecuzione in quei luoghi, avvalorando chiaramente
quanto affermato dal pittore 5.
[Fig. 4. Figg. 5 e 6 e 7]
Fig. 4 - Tylney Hall, Winchfield, UK
Stanza da letto di Florence Phillips, in una foto d'epoca, 1904
Michael Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries
Foto cortesia di Loredana Angiolino
Fig. 5 - Tylney Hall, Winchfield, UK
Salone, in una foto d'epoca, 1904
Michael Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries
Foto cortesia di Loredana Angiolino
Fig. 6 - Tylney Hall, Winchfield, UK
Salone, in una foto d’epoca, 1904
Michael Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries
Foto cortesia di Loredana Angiolino
Fig. 7 - Tylney Hall, Winchfield, UK
Salone, in una foto d'epoca, 1904
Michael Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries
Foto cortesia di Loredana Angiolino
Phillips,
ricco magnate dell'industria mineraria e uomo politico,
appartenente all'alta borghesia sudafricana stanziata in
Inghilterra, nel 1885 prende in sposa Florence Ortlepp, figlia del
naturalista Albert Frederick, sovrintendente nel controllo dei
territori di Colesberg. I due coniugi per lunghi periodi risiedono a
Londra lasciando la loro residenza di campagna di Vergelegen a Città
del Capo. Molto spesso durante gli spostamenti in Europa i movimenti
della coppia non coincidono tra loro. Lionel a volte attraversa il
Canale da solo e anche sua moglie è solita recarsi frequentemente a
Parigi per rinnovare il proprio guardaroba. 6
La
ottima riuscita dei ritratti sollecita l'interesse dei giudici
della prestigiosa Society
of Portrait Painters,
dove Boldini aveva già esposto tra gli altri, alcuni lodevoli
ritratti, quello del compositore Giuseppe Verdi della Galleria
Nazionale d'Arte Moderna di Roma nel 1892 e il Ritratto
del piccolo Subercaseaux,
oggi al Museo Giovanni Boldini di Ferrara, l'anno dopo, suscitando
sempre consensi per l'originalità e peculiarità del suo operato.
L'istituzione
è fondata a Londra nel 1891, da quegli artisti poco propensi ad
accettare i criteri di selezione attuati dalla Royal Academy of Art
nella preferenza delle opere da esporre alle mostre periodiche ed è
incentrata fin da subito su una spiccata apertura di stampo
internazionale e sulla predilezione delle maggiori e avanzate istanze
della ritrattistica contemporanea, favorendo di volta in volta gli
specialisti più attivi presenti in Europa tra i quali figurano James
Abbott McNeill Whistler, John Singer Sargent, John Lavery e anche
l'italiano Antonio Mancini.
Dapprima
il Phillips si dichiara non disponibile al prestito dei lavori
boldiniani per l'esposizione alla New Gallery 7
ma poi decide di intervenire, rimarcando l'espresso desiderio al
Presidente dell'Associazione di voler esporre il suo ritratto
insieme a quello della moglie. 8
Il
nome di Boldini è presente così nella lista completa degli iscritti
all'esibizione con entrambe le tele e sin dal 9 di ottobre il
Segretario Hugh de Twenebrokers Glazebrook spedisce gli inviti per il
giorno di ricevimento delle opere, da mostrare poi a partire dal 31
del mese. Vi si specifica come ad ogni artista partecipante sia
suggerito di segnalare lo spazio necessario per collocare al meglio i
propri preziosi lavori. 9
Fino
ad ora era passata del tutto inosservata la presenza in mostra del
Ritratto
della signora Phillips,
accoppiato a quello del marito ed entrambi richiesti dagli artisti ai
vertici del sodalizio.
La
dettagliata recensione relativa all'evento espositivo riportata
nella autorevole rivista dell'epoca «The
Art Journal»
del novembre 1903, immediatamente prossima all'apertura della
mostra, ricorda infatti il solo ritratto di Mr Phillips. Non stupisce
come ciò sia accaduto poiché secondo quanto recita con precisione
l'aggiunta della nota in corsivo sulla Lista dei lavori arrivati a
destinazione, quello della signora sarebbe stato esposto solo a
partire dal 16 di novembre, riconfermando tuttavia con sicurezza la
sua certa partecipazione. 10
«Signor
Boldini's Lionel Phillips, Esq., amazing clever, where in
vivaciousness is carried to an extreme»,
scrivono i critici in «The
Art Journal»,
mettendo l'accento sui ricercati virtuosismi boldiniani oltre che
sulla mirabile resa fisiognomica dell'uomo, in un ritratto a figura
intera tra i più riusciti fra quelli ideati dal pittore in questi
anni. 11
In
quello di Mrs Phillips, di eguale intensità espressiva, Boldini
raffigura la signora già in età matura, esaltandone comunque la
bellezza giunonica. Ripreso da una angolazione piuttosto alta mostra
la donna seduta sul bordo di un morbido sofà e la evidente torsione
del busto ne accentua il raffinato e sinuoso movimento, sostenuto
superbamente dall'elegantissimo e morbido abito nero.
Ciò
che sorprende ed incanta è soprattutto la resa improvvisa
dell'effetto tattile e scattante delle stoffe, la ridotta
materialità degli oggetti d'arredamento, sebbene evidenziati a
segno da parere veri e da toccarsi con la medesima posa della mano
delicatamente replicata in entrambe le figure, assieme al modo di
riportare la luminosità diffusa tutt'attorno.
All'evento
espositivo sono presenti, tra le altre, anche le opere di George
Frederic Watts, Ritratto
di Mrs Cavendish Bentinck,
di Albert Besnard, Ritratto
di
Madame
Besnard,
di Whistler, Rouge
et noir,
già membro onorario dal 1892, e si conferma la elezione allo stesso
ruolo di John Singer Sargent. 12
La
signora Phillips è coinvolta in molteplici iniziative benefiche ed è
inoltre molto interessata all'arte moderna, muovendo il desiderio
di farla conoscere in Sud Africa. L'illuminante incontro con Hugh
Lane tramite la scrittrice Caroline Grosvenor, nell'aprile del 1909
mentre si trova a Tylney Hall, porta alla concretizzazione del
progetto di una grandiosa galleria d'arte a Johannesburg. Esperto
del mestiere, Lane accoglie con entusiasmo l'invito e da Londra
comincia a prodigarsi negli acquisti di opere dei protagonisti più
vari e delle correnti più innovative degli orientamenti
contemporanei. La prima acquisizione riguarda tre dipinti di Wilson
Steer esposti da Goupil. La galleria inaugurata nel 1910 è diretta
da Lane per svariati anni.
Qui
trova la definitiva collocazione il ritratto di Mr Lionel Phillips
mentre quello della moglie è donato da lui alla City Gallery di
Dublino nel 1909, dove permane tuttora. 13
Tuttavia
quando il Ritratto
di Lionel Phillips
arriva
a Johannesburg non sembra appagare pienamente il gusto di Lane: Mrs
Phillips ricorda che con il suo consenso, la tela viene tagliata in
basso e un'estremità rivolta all'interno. L'analisi della tela
dimostra che è stata effettivamente recisa, ma fortunatamente i
pezzi eliminati vengono conservati nella loro totalità. Nel 1915 è
sottoposta perciò ad un abile restauro e riportata alle sue
dimensioni originali anche se Florence Phillips non rimase mai
completamente soddisfatta del risultato finale. 14
Anche
il pittore Antonio Mancini esegue l'effigie di Mrs Phillips, di sei
anni più tarda rispetto a quella boldiniana, realizzata a Roma dove
Florence si reca con Lane, e anch'essa conservata nella
Johannesburg Art Gallery. Hugh Lane è il mecenate di Mancini per il
suo soggiorno in Irlanda nell'autunno del 1907, dopo averlo
conosciuto a Londra tramite Sargent. Mancini e Boldini sono due degli
artisti italiani più presenti a Londra nei primi anni del secolo ed
espongono molte volte, quasi confrontandosi, alla Society
of Portrait Painters,
istaurando tra i critici un acceso dibattitto sulla diversità della
loro pittura. 15
Le
attività economiche del Phillips in sud Africa riguardanti
l'estrazione di minerali e metalli preziosi trovano la condivisione
di altri ricchi imprenditori tra cui Alfred Beit, conosciuto alla
fine degli anni Novanta dell'Ottocento, con il quale stringe forti
legami personali e lavorativi, aderendo alle sue maggiori compagnie
finanziarie. La privilegiata posizione sociale acquisita nel tempo li
spinge a possedere lussuose abitazioni in Inghilterra, arricchite di
prestigiose collezioni d'arte. Beit è sostenuto in questa sua
iniziativa dal mercante Rodolphe Kaan grande investitore in Africa
anche egli, ma residente stabilmente a Parigi. É qui che svolge la
delicata commissione di mettere insieme tanti dipinti per conto di
Beit, concludendosi in un gruppo di opere variamente orientate da
collocare nella sua residenza in Park Lane. 16
Londra
diventa sempre più il luogo di ritrovo di ricchi uomini d'affari e
la dimora di Beit è il posto preferito intorno a cui gravita il
gruppo di quelli originari della Germania 17:
Edgar Speyer, Robert Mend, Thaddeus Schröder, marito di Lady Nanne,
animatrice di rinomati eventi musicali e operistici, raffigurata da
Boldini nel 1902.
Giovanni
realizza i ritratti sia di Beit che di Kaan: ambedue a mezzobusto e
affini per quanto concerne la analogia compositiva, le qualità
luminose, per il modo simile di concepire l'esecuzione precisa e la
verosimiglianza del carattere e delle attitudini.
Quello
di Kaan ha un posto di riguardo nella sontuosa dimora del
commerciante in Avenue d'Iéna a Parigi. Le tre sale del primo
piano sono dedicate infatti all'esposizione della sua ricca
collezione e alla fine della ideale visita in villa appare il
ritratto di chi la abita:
«una
delle migliori pagine di questo artista, dove ha reso con una
intensità di vita incredibile la celebre figura del collezionista»
scrive appropriatamente il Nicolle dopo aver ammirato l'intera
raccolta. 18
Boldini
a questa data è ormai uno dei ritrattisti tra i più ricercati e ha
raggiunto un grado di distinzione elevatissimo in tal genere,
cominciato a preferirlo a qualsiasi altro sin dal 1889 quando è
riconosciuto «come
un ritrattista di alto valore»
alla Esposizione Universale di Parigi ricevendo il Gran
diploma d'onore
per la pittura a seguito degli otto lavori presentati: «dipinti
tutti con una rara valentia ed una prodigiosa virtuosità di
pennello»
… «le
opere sono state riputate degne dal giurì dei massimi onori». 19
La
sua indiscussa abilità di mano e la sconfinata capacità creativa
gli permettono di riportare appassionatamente sulla tela ciò che
egli vive e sente, non dimenticando le sue radici e come vi sia
giunto: la grande tradizione italiana, ferrarese e fiorentina, e
tutti quegli artisti che veramente contano direttamente o
indirettamente nella sua più genuina formazione, conosciuti
personalmente, o tramite i viaggi d'istruzione e nei musei.
L'olandese Frans Hals, possente ed espressivo, lo spagnolo Diego
Velázquez, così attento alla realtà e all'eleganza, l'inglese
Thomas Gainsborough, raffinato e aristocratico, i contemporanei
americani John
Singer Sargent
e James
Abbott McNeill Whistler
dai quali riprende soprattutto la maniera del ‘far grande', il
sofisticato accordo dei colori e l'accensione delle tinte, e i
francesi Edgar Degas e Édouard Manet 20.
E di tutto questo ne fa un composto esplosivo, unico, attuale e di
carattere internazionale, non confondibile con nessun altro.
I
rimandi a Sargent appaiono palesi nelle due tele dei Phillips: come
non ricordare l'eleganza di Mrs
Kate A. Moore
e le armoniche movenze di Mrs
Charles Thursby
nei ritratti eseguiti da Sargent che rivivono tuttavia in modo del
tutto autonomo nel dipinto di Mrs
Phillips
e l'eleganza disinvolta di Lord
Dalhousie
rafforzata da un movimento ancor più sciolto in quello di Mr
Phillips.
Mentre la ricercata concordanza nelle scelte cromatiche e un segno
più intenso e vigoroso rispetto a quello sargentiano sono memori
sicuramente della lezione del grande Whistler in dipinti quali
Sinfonia
in bianco n. 1 o
Sinfonia
in bianco, ritratto n. 2. 21
Nonostante
la percezione di tali suggestioni in elementi allusivi e
atteggiamenti chiari, è la
pennellata rapida che diventa il segno della maestria del pittore e
della dedizione nella preparazione dell'opera dove nulla è
improvvisato o abbandonato al caso, diventando quasi l'impronta
distintiva vòlta a rendere vive le figure permeate dall'instabilità
del movimento senza mai tentare di frenarla o bloccarla, ma lasciata
costantemente tale e ben evidente. Un modo che nel corso degli anni a
venire troverà la sua più vistosa manifestazione nella ricchissima
serie di successivi ritratti femminili, ottenuto
con segni ancora più dinamici ed immediati, con linee convulse e
frementi.
E
a questo proposito ci viene spontaneo condividere il pensiero di
Durbè quando sostiene: «Con
un certo suo modo di porsi ‘italiano' di fronte all'emozione
della velocità»,
si distingue per un piglio rapido «strumento
insostituibile di intelligenza della realtà, nel senso di poterne
afferrare il moto turbinante, veloce. Si può di certo affermare che
il contatto con la vita parigina abbia vivamente richiamato in luce,
nella personalità di Boldini, elementi della nostra cultura
ottocentesca, fra i più profondamenti innervati, proprio attraverso
la musica, nella sensibilità moderna, e però capaci di riproporsi
nel tempo, con imprevedibile e rinnovata vitalità». 22
«L'arte
di Boldini non dipende dalla seduzione esercitata dalla ricca
mondanità dei suoi soggetti, ma consiste nell'energia
dell'esecuzione»
–
scrive appropriatamente Somarè. «Dall'incontro,
o meglio dalla compenetrazione del suo virtuosismo tecnico con
l'eleganza propria dei suoi temi è sorto un tipo di
rappresentazione estetica della mondanità, estetica nel senso
ch'ebbe la virtù di cogliere e per conseguenza di trasmettere
pittoricamente certi aspetti, certi atteggiamenti, certe sensazioni
fugaci, che rimasero impressi sulle tele boldiniane». 23
NOTE
2 Images
and Insights,
1994, pp.
220-221.
3 New Haven, Yale University Library, Mary
Smyth Hunter Correspondence. James Marshall and Marie-Louise Osborn
Collection, Beinecke Rare
Book and Manuscript Library, 1902-1903, 3 Janvier [1903],
ANGIOLINO, Boldini,
2022,
p.
81. A
tutt'oggi non si conosce il momento preciso del primo incontro tra
Boldini e Sargent, avvenuto verosimilmente a
Parigi, grazie alla mediazione di Paul Helleu, amico di entrambi. Da
quanto ci è permesso ricavare dai dati finora in nostro possesso,
si può avanzare una datazione prossima alla fine degli anni
settanta dell'Ottocento, mentre sono documentati con maggior
certezza i contatti nei periodi successivi, quando assumono una
forma duratura e proficua, rafforzata soprattutto da quel giro di
amicizie comuni che li porta a frequentarsi costantemente. In questo
ambito così variegato di relazioni si inserisce molto
persuasivamente, un ulteriore e favorevole incontro per Boldini,
quello con il commerciante d'arte irlandese Hugh Lane, capace di
riportare esplicitamente al nome dell'americano e in relazione a
sua volta con Mary Hunter.
4 Lettera
del 5 marzo 1903 conservata nell'Archivio Bardi, BORGOGELLI –
CAMESASCA, Boldini,
1989, p. 281. I Phillips hanno anche una abitazione in Grosvenor
Square 33, nel cuore di Mayfair acquistata nel 1897. Tylney,
nell'Hampshire, è comperata l'anno dopo.
5 Queste
fotografie sono ora conservate in Michael
Stevenson Randlords Collection, University of Cape Town Libraries e
raffigurano gli interni e gli esterni della dimora. In origine sono
state realizzate per «Architectural
Review»
nel 1904. Le
fotografie sono pubblicate anche in un raro opuscolo del 1909:
Tylney
Hall, Hampshire, illustrated
sale brochure, prepared by Messers Trollope (Estate agents,
surveyors and auctioneers), London, 1909 circa. Un particolare
ringraziamento è rivolto a Clive Kirkwood, Archivista
dell'Università di Città del Capo, per la disponibilità e
l'estrema cortesia. Preziosi per la ricerca sono stati anche i
consigli di Michael
Stevenson dal Sud Africa.
6 Si ringrazia Phillippa Van Straaten, Conservatrice al Patrimonio
alla Johannesburg Art Gallery per aver fornito queste indispensabili
informazioni riguardo i coniugi Phillips. Ulteriore sostegno è
stato fornito dagli Archivisti della
Beinecke Rare Book and Manuscript Library, dell'Università Yale,
New Haven e di quelli di Londra, London
Metropolitan Archives.
7 Lettera del 25 giugno 1903 di H. T. Glazebrook, conservata
nell'Archivio Bardi, EAD, Boldini,1989,
p. 281.
8 Londra, London Metropolitan Archives, ACC3489/001-020 (2), Royal
Society of Portrait Painters, Minute Book, (Consul meeting) July 29
1903; Oct. 5 1903, ANGIOLINO, Boldini,
2022, p. 81.
9 Londra, London Metropolitan Archives, ACC3489/001-020 (2), Royal
Society of Portrait Painters, Minute Book, (Consul meeting) Oct. 9
1903, cfr. EAD, 2022, p. 81.
10 Londra, London Metropolitan Archives, ACC3489/001-020 (2), Royal
Society of Portrait Painters, Minute Book, (Consul meeting) Oct. 21
1903; Oct. 20 1903, cfr. cfr. EAD, 2022, p. 81.
11 London
Exhibition,
in «The
Art Journal»,
1904, p. 44.
Anche
in Society
of Portrait Painters at The New Gallery,
in «The
Athenæum»,
LXXVI (1903), p. 675 è recensito il solo ritratto di Mr Lionel:
«Boldini's extraordinarily clever portrait of Lionel Phillips, Esq.
(74), is amazing in its unscrupulous vulgarity. The face has as many
glittering high lights as the patent-leather shoes, and it, as well as
the clothes, appears to have been polished with the same material. One
is tempted to make a generalization here, that a love of accenting the
high lights is always a sign of the cabotin in art. Certainly the
greatest masters always minimized or omitted them altogether».
12 Londra, London Metropolitan Archives, ACC3489/001-020 (2), Royal
Society of Portrait Painters, Minute Book, (Consul meeting) Nov. 18
1903, EAD, 2022, p. 84.
13 L'opera preparatoria, di minori dimensioni, si trova nella
Galleria Nazionale del Sud Africa a Città del Capo, dove è stata
donata da Florence Phillips la quale prende parte alla realizzazione
di questa Galleria, aperta nel 1930.
14 STEVENSON 1997, p.
175.
15 CARRERA 2016, pp. 131-140.
16 Alfred Beit possiede anche la residenza di campagna di Tewin Water
in Hertfordshire, ugualmente ricca di opere d'arte.
18 NICOLLE 1908, pp. 187-204, p. 188.
19 L'Esposizione
di Parigi del 1889 illustrata,
Parigi, 1889, dispensa n. 60, p. 473, dispensa 67, p. 531;
ANGIOLINO, Giovanni
Boldini,
2017, pp. 60-61.
20 L'influenza di Manet e Degas lo sostiene nello sviluppo di una
lingua classica e allo stesso tempo moderna fatta di forme
allungate, pennellate fluide, composizioni dinamiche, punti di vista
inconsueti, pose informali, prospettive multiple, certi tagli a
zig-zag, tutto finalizzato alla resa vigorosa dell'immagine.
21
I citati dipinti di Sargent sono collocati rispettivamente nel
Hirshhorn
Museum and Sculpture Garden Collection, Smithsonian Institution,
Washington, DC;
in
The
Newark Museum of Art, Newark; in Collezione privata. I menzionati
dipinti di Whistler
sono conservati l'uno nella National
Gallery of Art di Washington e alla Tate Britain di Londra l'altro.
22 I
Boldini di Boldini,
1970, introduzione.
23 Giovanni
Boldini,
1941, introduzione.
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