Se il cupo grigiore dell'inverno romano vi esaspera, non lasciatevi sfuggire la
splendida mostra della galleria di Trinità dei Monti, un vero flash di
colore mondano e profumi inebrianti di Belle Epoque. Quest'esposizione raccoglie non solo gli stupendi dipinti del maestro ma anche arazzi, stoffe, ceramiche ed un delizioso plastico della sala da pranzo del dottor Viard, tutto su suo disegno.
Le grandi presenze sono i momenti mondani (I tavolini di caffè all'aperto a Les Martigues, 1904, i Cavalieri nel bosco del 1932, o Regate ad Henley del 1937), le immagini dei luoghi visitati (Taormina, Marrakech, Venezia) e la musica
( vedi i suoi omaggi a Bach e Debussy, entrambi del 1952) che comunque permea
ogni immagine, dove segno e materia pittorica si fondono dando un risultato
elettrizzante.
Lo spirito di Dufy è eccezionale, straripante (un esempio per tutti il
meraviglioso invito alla festa persiana del 1911, "...e sarà la milleduesima notte..."), anche se poi egli è
tutt'altro che facile e aproblematico; lo stesso artista sosteneva la
necessità di costruire dei sistemi che si opponessero alla natura stessa
per metterla alla prova, tenendosi lontani da qualsiasi dimostrazione logica.
In definitiva, la mostra, proponendo numerosissimi esempi, sintetizza l'opera
di Dufy dando al grande pubblico una possibilità per approfondire la
conoscenza di un artista non tra i più noti della sua epoca.
Ricordando infine l'eccezionale Hotel Drouout del 1934, dove protagonisti
sono i quadri e non il grigio ed annacquato pubblico, citerei lo stesso
artista:
"Il mio piacere è stato in ogni tempo della mia vita, di tradurre nelle più diverse materie, le immagini che erano dentro di me. Ho chiesto a tutti gli elementi, all'acqua, al fuoco, alla terra di essere miei collaboratori ........................... Non ho mai
lasciato nel mondo dei sogni una sola cosa che mi chiedesse di nascere".
Non mancate di conoscerne i bellissimi risultati.La mostra rimarrà
aperta fino al 7 Gennaio 1996.
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