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IMMAGINI IN PROSPETTIVE
video installazioni e rassegna video
Serre di Rapolano (Si)
17 Aprile
12 Giugno 1995
Daniele Cassandro
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 119 (17 aprile 1995)
http://www.bta.it/txt/a0/01/bta00119.html
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Una scuola elementare di un paesino del senese, un incongruo edificio fascista affacciato sulla campagna, ospita in questi giorni una rassegna di Video Arte di respiro internazionale. Curatori della manifestazione ,organizzata dall'associazione Zerinthia, sono Catherine David, direttrice del prossimo Documenta di Kassel e Corinne Diserens, esperta di Video Arte e direttrice artistica di Carta Blanca di Madrid.

Scopo della mostra è quello di documentare la reazione di alcuni artisti alla banalizzazione dell' immagine televisiva sempre più tesa ad una piatta spettacolarizzazione. E' possibile usare l'immagine-video in un contesto artistico? E' possibile strappare l'immagine televisiva ad una logica che la vuole solo come canale di propaganda consumista? Si puo' provare a stimolare una fruizione critica del video che generi altro che apatia o disinteresse?

Queste cose sembrano essersi chiesti i sei artisti che espongono a Serre: impiegando in modi diversi il video nel loro lavoro scardinano le convenzioni granitiche della TV. Dilatano i tempi, tridimensionalizzano l'immagine video, la moltiplicano, obbligano chi guarda ad un salto, ad una lettura diversa, non esclusivamente passiva del video.

Si cammina lungo i corridoi della scuola, bianchi e abbaglianti per il sole che entra dalle grandi finestre, ci sono ancora i piccoli attaccapanni fuori dalle aule. Ogni stanza ospita un'installazione, ogni aula diventa una piccola realtà a sè, come nel mondo di Alice, dove aprendo una porticina ci si trova in un'altra dimensione.

Bruna Esposito, l'unica artista italiana presente, dispone tre monitor a trittico, giocando con la parola "Ape" che oltre all'insetto laborioso é anche un furgoncino. le due "ante" laterali del trittico infatti mostrano un' Ape (Fiat) che scorrazza per Roma o per la ridente campagna senese; lo scomparto centrale invece mostra una mamma alle prese con i fornelli, anziana e sacrificata (la grossa ape regina immobile nel cuore dell'alveare?).

L'aula che ospita l'installazione dell'americano Tony Oursler è buia, sembra vuota a chi entra con la luce del corridoio ancora negli occhi. In realtà è abitata da una presenza sinistra: un pupazzo di stoffa con una grande testa rotonda è appeso ad una sorta di trespolo. La sfera bianca della testa fa da schermo e sulla sua superficie curva viene proiettata la faccia di una donna terrorizzata, che trema, si morde le labbra e grida.

L'effetto è quello di una persona intrappolata nel corpo inerme di un pupazzo, un po'marionetta e un po' voodoo. Gary Hill, ancora un americano, impiega piccolissimi schermi TV appesi come lampadari, le cui immagini vengono ingegnosamente riflesse da un gioco di specchi. La tedesca Rosmari Trockel fa pendere dal soffitto dei grandi monitor di fronte ad un finestrone aperto sulla campagna.

In un'auletta a pian terreno è possibile vedere dei video, ordinandoli "alla carta", come al ristorante. Il Menu che i curatori pazientemente sono riusciti a mettere insieme comprende lavori di Bill Viola, Alexander Hahn, Gary Hill e molti altri video-artisti mai visti in Italia.



	
 

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