Il primo ritratto che non si chiamasse "Testa" o "Studio" ma che avesse per
titolo il nome proprio del modello, Bacon lo ha dipinto nel 1951, ed è
un ritratto di Lucian Freud.
Bacon e Freud, nonostante la differenza di età (il primo è nato
nel 1909 e il secondo nel 1922) hanno molto in comune e la loro amicizia
è salda e duratura. Entrambi hanno scelto Londra come patria di elezione
(essendo nati a Dublino l'uno e a Berlino l'altro) e entrambi vedono nella
pittura un mezzo, il più efficace, per aggredire la realtà e
svelarla.
Nel 1951, l'hanno in cui Bacon lo ritrae, Freud ha ventinove anni ed è
l' homo Londiniensis per eccellenza: magro, brillante, arguto, veloce
nelle gambe e nelle parole; le sue doti di conversatore e di affabulatore sono
entusiasmanti. Il più introverso e cerebrale Bacon è affascinato
dalla sua indipendenza e dalla sua rapidità di movimento e di pensiero,
e nei numerosi ritratti che dal `51 in poi dipinge dell'amico sono sempre
presenti gli elementi della velocità e della mutevolezza, resi con
inaspettati guizzi del pennello o sorprendenti colpi di spugna bagnata sulla
suprficie colorata.
Entrambi gli artisti credono nella pittura ma il loro modo di usarla è
molto diverso: se Bacon dipinge sistemi nervosi denudati, Freud dipinge la
carne in tutto il suo peso e la sua presenza nello spazio. Se la pittura di
Bacon squarcia la carne con un gesto che è violento e pietoso allo
stesso tempo, Freud la edifica con la maestosità e la magniloquenza di
un costruttore di cattedrali. Opposto è anche il loro modo di lavorare:
Bacon non fa disegni preparatori, dipinge di getto sulla tela, lavora
velocemente facendo e disfacendo la pittura con forza; Freud è invece
lentissimo, i suoi quadri sono minuziosamente preparati e costruiti con
cristallina razionalità.
La ricca mostra della fondazione Maeght (ottanta tele), è un occasione
per conoscere questi due artisti nelle loro analogie e nelle loro differenze.
La selezione dei lavori di Bacon copre quasi interamente la sua parabola
creativa, partendo da uno studio per nudo del 1951, esempio di quello che
é stato definito il suo periodo malerisch, fino all'ermetico e
inquietante Trittico del 1987. i principali filoni iconografici dell'atista, le
sue ossessioni, sono tutti presenti a saint Paul: le variazioni sull' Innocenzo
X di Velazquez, gli autoritratti, i ritratti degli amici, i trittici, le
corride, i nudi.
Il percorso di Freud è più uniforme: l'artista partendo da
soluzioni tardo-espressioniste (I rifugiati del 1941 e Ritratto di donna del
1949 non possono non far pensare a Dix e Grosz) sviluppa il tema della figura
umana e del corpo in modo sempre più personale e sfaccettato. La sua
pittura così nitida e "realista" riesce sempre ad evitare i tranelli del
precisionismo: Freud non crea illusioni fotografiche, ma modella le sue figure
sulla tela grazie ad una pittura spessa e materica. I nudi di Freud hanno la
presenza di sculture pur esendo appesi alla parete e i ritratti, pur non
dimenticandosi di essere pittura, vivono di vita propria. E' proprio quì
il tratto che accomuna due personalità e due vite diverse come quelle di
Bacon e Freud: l' ideale della totale autonomia della pittura. La pittura, come
spiega Gilles Deleuze nel suo saggio su Bacon, crea con i propri mezzi un
mondo, un mondo con le sue regole, separato dal mondo sensibile ma altrettanto
vero e tangibile. Ed è proprio questo l'obiettivo dei due artisti:
elaborare, attraverso la pittura sistemi estremamente coerenti e chiusi, il
meno possibile inquinati da decorativismo e aneddotica.
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