bta.it Frontespizio Indice Rapido Cerca nel sito www.bta.it Ufficio Stampa Sali di un livello english
Picasso: 1937-1953. Gli anni dell'apogeo in Italia  
Silvia Giabbani
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 164 (28 febbraio 1999)
http://www.bta.it/txt/a0/01/bta00164.html
Precedente
Successivo
Tutti
Area Mostre

Presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, sino al 14 marzo è aperta la mostra intitolata Picasso 1937-1953. Gli anni dell'apogeo in Italia.

Come già indicato dal titolo, la mostra dedicata a Picasso prende in considerazione un periodo particolare della sua produzione artistica, quello compreso tra gli anni 1937 e 1953. Queste due date coincidono con la Guernica (1937), e con le due grandi esposizioni a lui dedicate, una a Roma e l'altra a Milano (1953).

Obiettivo della mostra è far conoscere la produzione artistica di Picasso di quegli anni perché modello di riferimento per gli artisti dell'epoca, ma soprattutto per gli italiani. Ad essere presa come modello, però, non è solo la sua produzione artistica, caratterizzata dalla ripresa della sintassi cubista, ma è il personaggio "Picasso". In quel periodo infatti Picasso si era chiaramente opposto alla dittatura (Sogno e Menzogna di Franco, gennaio 1937) e aveva denunciato gli orrori della guerra (Guernica, aprile-giugno 1937). Durante i difficili anni della occupazione tedesca, egli rifiutò di essere accondiscendente nei confronti del nemico nonostante questo, dopo l'armistizio del 1940, avesse cercato di instaurare con lui, così come altri esponenti della intellighenzia francese, dei buoni rapporti. Il suo atteggiamento di reazione agli avvenimenti bellici e politici del periodo culminò poi con la sua iscrizione, nel 1944, al Partito Comunista francese, e poi al movimento della Pace. Agli italiani appena usciti dal provincialismo cui erano stati confinati durante il ventennio fascista, Picasso apparve come il campione della libertà ideologica e della pittura più avanzata ed impegnata. Così, a differenza degli altri paesi, dove gli artisti erano più propensi a guardare al Picasso surrealista degli anni Trenta, gli italiani guardarono alle sue opere più recenti. Il "mito" di Picasso fu poi compiutamente celebrato nel 1953, con due grandi mostre a lui dedicate, l'una a Roma, presso la stessa Galleria Nazionale d'Arte Moderna che oggi ospita la nuova esposizione, l'altra a Milano, presso Palazzo Reale. Entrambe le mostre furono accolte con grande entusiasmo da parte del pubblico, i visitatori a Roma furono circa quarantamila, e circa duecentomila quelli di Milano. Entrambe le mostre furono fortemente volute dal Partito comunista italiano, ed in particolare dal Senatore Reale, che curò personalmente i rapporti con Picasso. Il partito Comunista stava cercando di costruire una cultura che si opponesse alle influenze clericali e al passato, e Picasso non solo era tra i padri fondatori della pittura moderna europea, ma era anche iscritto al partito Comunista, quindi era la persona più adatta per questo obiettivo. Il 1953 segna però anche l'inizio di un disinteresse progressivo da parte dei nuovi artisti italiani nei confronti di Picasso, perché attratti ora dalle nuove correnti d'oltreoceano. Per rappresentare come e in quali diversi modi si fece sentire l'influenza di Picasso sugli artisti italiani, sono presenti opere come la Crocifissione (1940-1941) di Guttuso, la Cassandra (1947c.) di Enrico Prampolini, la Rivolta (1948) di Giulio Turcato, il Cesto con frutta (1950) di Luciano Gaspari, la Figura N.3 di Ennio Morlotti e il Bombardamento noturno (1954c.) di Leoncillo.

La mostra inizia con i due fogli di "Sogno e menzogna di Franco", realizzati nel gennaio del 1937, e con alcuni disegni preparatori per Guernica, ormai inamovibile dal Prado. Direttamente discendenti da Guernica sono alcuni ritratti di Dora Maar, la sua compagna in quel periodo, conosciuti come le Donne Piangenti. Sono figure femminili scavate e spigolose, in cui si manifesta il senso drammatico degli avvenimenti di allora. Contemporaneamente a queste Picasso esegue anche ritratti più gioiosi ed ironici, come i ritratto di Nush Eluard (1942), in cui nonostante le alterazioni facciali, si percepisce la bellezza della donna, ritratta anche da Man Ray, e il suo carattere solare, sottolineato dall'alone giallo che le circonda la testa. Del 1937 è anche il ritratto di Jaime Sebartes, suo amico e segretario personale. Anche qui si percepisce il gioco nel rappresentarlo come un Grande di Spagna, con cappello piumato e gorgiera, mentre le alterazioni fisiognomiche non sono spigolose e deformanti, ma realizzate con forme circolari, più benigne. Altri ritratti interessanti sono quelli di Helen Parmilen (1946) e i Bambino con colomba (12943) e i suoi figli Claude e Paloma (1950).

Aspetto interessante della mostra è la presenza di diverse sculture in bronzo. Tra queste l'Uomo e l'agnello (1942), di cui Picasso realizzò il modello in gesso durante la guerra, quando era vietato l'uso del metallo se non per fini bellici, e la fuse poi in bronzo in tempi di pace. Più tarde invece la Donna con passeggino (1950) realizzata assemblando diversi oggetti inseriti nel modello in gesso, e poi in bronzo, e Donna incinta ( 1949). Tutte queste opere sono frutto e testimonianza di tempi diversi. La prima è un capolavoro modellato in un giorno, frutto della reazione alla guerra, con la ripresa di uno dei più antichi e mediterranei elementi della cultura, l'agnello come capro espiatorio e speranza per un futuro migliore. Le seconde indubbiamente legate ai fatti privati della sua vita, la nascita dei figli Claude e Paloma, avuti da Françoise Giraud. Oltre ai bronzi sono esposti alcuni esemplari in ceramica da lui realizzati o decorati. Picasso si avvicinò alla ceramica nel 1946 e da allora vi si impegnò con entusiasmo.

Altro aspetto della produzione artistica di Picasso ad essere indagato è quello grafico. Vi soo alcune litografie e, soprattutto, la serie del Toro (1945-1946). Attraverso i passeggi degli undici stati, è possibile seguire il cammino creativo di Picasso dal modello alla sua visione finale.

Conclude la mostra Massacro in Corea, dipinto nel 1951 a seguito degli avvenimenti bellici coreani, forse il suo dipinto più politico ed impegnato.


 
 

Risali





BTA copyright MECENATI Mail to www@bta.it