Nella pittura il nostro occhio, nella musica il nostro orecchio, nell'architettura la nostra percezione dello spazio, nella danza il corpo è il materiale dell'arte...
(Aleksej Sidorov, storico dell'arte, 1922).
Il 16 marzo, nell'incantevole ambientazione liberty del poco noto Acquario Romano, ha aperto le porte al pubblico la mostra intitolata In principo era il corpo... l'Arte del Movimento a Mosca negli anni '20. L'esposizione, promossa dall'Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma ed inaugurata dallo stesso assessore Gianni Borgna, presenta del materiale d'eccezione, quasi totalmente sconosciuto anche agli addetti ai lavori e reperito con perizia filologica dalla curatrice Nicoletta Masler.
La Mostra, dedicata alla ricerca artistica attraverso il linguaggio del corpo ed all'attività del Laboratorio Coreologico dell'Accademia russa di Scienze Artistiche nei primi decenni del secolo, raccoglie reperti fotografici provenienti da diversi archivi, pubblici e privati, e disegni originali con studi di movimenti e bozzetti per costumi.
L'evento vuole porsi come momento di riscoperta e comprensione di un episodio artistico dimenticato e tuttavia fondamentale per la storia dell'arte contemporanea; una profonda e totale ricerca di nuovi linguaggi che superava ideologicamente i confini russi per acquistare respiro europeo accomunava difatti le sperimentazioni di tutti gli artisti operanti nell'ambito del Laboratorio Coreologico, nato negli anni venti e diretto da Aleksej Sidorov e Aleksandr Larionov. Entrambi esponenti del simbolismo, collaborarono, soprattutto Sidorov, sia all'Istituto di cultura artistica di Mosca che all'Accademia russa di scienze artistiche con Vasilij.
Lo stesso Kandinskij aveva, anni prima, descritto una forma nuova di arte sintetica, l'arte del movimento: "È necessario stabilire un rapporto fra il movimento della linea ed il movimento del corpo umano nel suo complesso...e tradurre in linea il movimento del corpo...".
La ricerca di nuovi mezzi espressivi portò inevitabilmente ad un'eccezionale sintesi delle arti. Nella mostra, passeggiando attraverso il corridoio circolare dell'Acquario i contemporanei riscoprono quegli stessi risultati; ci si muove, come all'interno di un caleidoscopio, dai disegni del ritrovato Oton Engels alle coreografie aeree di Kas'jan Golejzovskij, dalla ricerca espressiva di Aleksandr Rumnev alle innovazioni plastiche di Lev Lukin. Come davanti ad una pellicola cinematografica, scorrono, dinanzi all'occhio in movimento, pittura, scultura, disegno, musica, danza e teatro.
Spazio a sè conquista l'arte della fotografia. Proprio negli anni venti la fotografia sovietica venne stimolata dalle attività dell'Accademia di scienze artistiche che patrocinò, dopo l'interruzione causata dalla prima guerra mondiale e dalla guerra civile, la Società Fotografica Russa. Grazie ai nuovi stimoli il laboratorio fotografico si trasformò in un centro dedito all'elaborazione artistica e scientifica focalizzato sullo studio del movimento; i movimenti del corpo umano furono divisi in tre settori: i movimenti di tipo artistico, quelli di educazione fisica ed infine quelli del lavoro. Sui risultati di queste ricerche venne presentata nel 1925 una prima mostra di carattere privato per timore di suscitare censure per via degli innumerevoli studi di nudo. A questa seguirono altre due mostre, negli anni successivi, sull'Arte del movimento, con approfondimenti anche di tipo artistico-archeologico, dove emersero le bellissime opere di Sidorov. Purtroppo con il cambiamento socio-politico, la Società fotografica russa, accusata di "arte borghese" e crimine ideologico, nel 1930 venne dispersa.
La mostra offrirà dal 23 marzo al 24 aprile, in perfetta sintonia con gli intenti del Laboratorio Coreologico, anche notevoli performances: concerti di musica russa inizio secolo e coreografie eseguite da gruppi italiani che continuano la sperimentazione sulle orme degli studi moscoviti. Per la parte riservata alla danza parteciperanno Michele Pogliani e le compagnie Kinkaleri e Teatri del Vento, Silvana Barbarini, Lucia Latour e Vera Stasi. Omaggio alla figura-cardine di Isadora Duncan sarà offerto da Raffaella Giordano. I contatti tra danza russa ed italiana furono intensi fin dall'inizio del secolo; dal 1916 lo stesso Diaghilev soggiornò spesso in Italia, dove collaborò con i futuristi e strinse legami con il musicista Ottorino Respighi.
Per la sezione musicale il moskovita Igor Nikonovich eseguirà opere di Skrjabin ed il Trio Roslavets del Conservatorio di Mosca presenterà pezzi di Roslavets, Prokofiev, Rachmaninov, Mosolov e Sostakovic.
17 marzo - 2 maggio 1999
Acquario Romano
Roma - P .zza Manfredo Fanti, 47
Bibliografia
- Misler, N., a c., In principio era il corpo... l'arte del movimento a Mosca negli anni '20, Catalogo della Mostra, Electa, 1999
- De Micheli, M., Le avanguardie artistiche del Novecento, Feltrinelli, 1994
- Parnach, V., Balletts anciens, balletts modernes, in "L'amour de l'Art", I, gennaio 1931
- Piccione, C., Gli italiani e i Ballets russes, in "La danza italiana", vol. 7, E.C.D.D., 1989
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