La nascita di una realtà museale
ha sempre rappresentato un evento di importanza capitale per il luogo che la
ospita, poiché non solo un museo riqualifica quel brano urbano, ma diventa
simbolo di una città e della sua memoria, contribuendo ad arricchire la storia
passata e presente in un’ottica di ampliamento dell’offerta culturale atta a
promuovere un circuito turistico attento alla qualità per rientrare a pieno
titolo tra le proposte culturali di spessore competitive nel panorama europeo.
Grazie all’impegno costante di
Francesca Gringeri Pantano, la quale da decenni porta avanti uno studio
avvincente e di grande utilità, la città di Palazzolo Acreide (Siracusa) -
riconosciuta dall’Unesco - si fregia di un particolare gioiello che la
impreziosisce maggiormente: il Museo dei
Viaggiatori in Sicilia ospitato nei locali di Palazzo
Vaccaro. Si tratta di un esempio intelligente di collaborazione tra privato e
pubblico, tra il Centro Studi “Jean Houel” e il Comune di Palazzolo Acreide, che
nell’interagire e nel riconoscere l’alta valenza culturale nonché la
particolarità e unicità del genere, si proiettano verso la promozione del
patrimonio culturale, artistico, paesaggistico della Sicilia e in particolare
del territorio ibleo.
La prestigiosa istituzione
museale è ospitata in un edificio religioso del Seicento, ricostruito
nell’Ottocento come abitazione privata, denominato Palazzo Vaccaro e dal 1997
di proprietà comunale. Il piano dove ha sede il museo conserva pregevoli volte
reali in pietra calcarea iblea e ben si presta alla logica espositiva che si
articola in una differenziazione di servizi nella distribuzione degli spazi.
La ricerca relativa ai
viaggiatori stranieri condotta dalla prof.ssa Gringeri Pantano inizia negli
anni ’80 in un susseguirsi fino ad oggi di viaggi, mostre, attività
convegnistica, pubblicazioni che la vedono instancabile indagatrice di una
realtà emersa dai documenti e dai libri, rintracciando attraverso un lavoro
filologico svolto nei tanti archivi di Stato la fonte degli scritti e delle
immagini. Uno studio imponente di cui si sentiva la mancanza, se si pensa che
proprio il tema del viaggio da sempre è metafora di conoscenza nei vari campi
letterari o artistici, ammantato da un fascino misto a inquietudine e piacere
che lo rendono un genere tra i più esaminati, contenendo in sé entrambe le
dimensioni mentale e fisica. I “cahiers de voyage” difatti fanno parte della
più colta tradizione intellettuale non solo europea ed hanno costituito per secoli
insostituibili strumenti per “viaggiare” attraverso le esperienze di
artisti. Partendo da tale assunto
compiere un viaggio ideale o reale che sia è un modo di indagare all’interno
del proprio pensiero e delle proprie pulsioni, alla luce delle diverse
esperienze e visioni di un mondo soggettivo e oggettivo.
Il Museo dei Viaggiatori in Sicilia non è solo un luogo della memoria,
ma anche della contemporaneità che alterna, nella elegante esposizione, il
documento di ieri attraverso i disegni e le incisioni, con quello di oggi per
mezzo delle foto realizzate da Giuseppe Leone e Lamberto Rubino, come utile
strumento per un’analisi paesaggistica e monumentale per la tutela dei beni
culturali di oggi poiché lo stato dei luoghi nel Settecento costituisce la prima
immagine di una ricerca sistematica dei rilievi, e quale criterio di
comparazione “stimolando nel visitatore il gioco dei raffronti, dei
riconoscimenti o dei disconoscimenti” come sostiene Enrico Iachello.
La collezione è il frutto di
appunti e annotazioni, spesso corredate da carte geografiche e disegni, di chi
tra Settecento e Ottocento intraprese il viaggio in Sicilia attratto dalle
antichità classiche, lasciando una valida e insostituibile testimonianza
grafica e descrittiva di conoscenza storico-sociale. Tra le più significative
testimonianze si menzionano quelle dell’architetto e pittore francese Jean
Houel il quale arrivando in Sicilia nel 1777 disegnò parti del territorio ibleo
di straordinaria bellezza quali Cavagrande e Vendicari oltre a dei monumenti
resi con la precisione di un cronista, riportando dettagliatamente nei suoi
scritti e nelle acquetinte gli aspetti caratterizzanti il patrimonio ambientale
e culturale siciliano.
Il periodo del Grand Tour senza dubbio ci ha consegnato
un’immensa letteratura dalla quale possiamo attingere e comprendere fenomeni
storici, sociologici, geocartografici. Proprio perché si tratta di una
sterminata letteratura, la studiosa ha scelto di dare un taglio scientifico al
materiale in suo possesso inerente l’area che costituisce il Parco degli iblei,
scelta motivata e dettata sia da un atteggiamento di ringraziamento per la
città che ha voluto ospitare il museo (il logo raffigura Cibele da un’incisione
di Houel, la dea che dall’Anatolia ha attraversato il Mediterraneo e si trova
nel santuario rupestre dell’antica Akrai), sia per il fatto di integrare la
struttura al contesto, secondo una oculata metodologia che segue con rigore
professionale i criteri di legame, interazione, dialogo e appartenenza al
territorio per una migliore leggibilità e comprensione della tematica.
Ma avendo a disposizione una
collezione ben più vasta che raccoglie testimonianze di tutta la Sicilia, si stanno
attrezzando ulteriori spazi espositivi in modo da consentire la fruizione
pubblica dell’intera raccolta. I compiti che il museo infatti si è proposto di
adempire sono rivolti a soddisfare le esigenze di una utenza che concepisce il
museo come organismo vivo e dinamico, dove al suo interno si possono
contemplare momenti di studio, di ricerca, di visione di mostre temporanee sul
tema odeporico, sia storiche che legate alla pluralità dei linguaggi
contemporanei.
Questa struttura museale con le
sue opere vuol essere depositaria e promotrice di una cultura della bellezza,
nel senso più nobile e profondo del termine, della quale l’umanità avverte
estremo bisogno per un urgente risveglio dello spirito.
Negli sforzi di coloro che hanno
lavorato per sostenere e realizzare un arduo progetto e in prima persona di
Francesca Gringeri Pantano, che pazientemente e spinta da una grande passione
ha dato vita ad un’iniziativa encomiabile per materiale raccolto che consiste
in disegni, incisioni, libri antichi di pregevole fattura, dipinti, si evince
la generosità di donare e rendere partecipi i cittadini e chiunque lo desideri
di un segmento della storia vista da altri occhi che ci restituiscono una
memoria altrimenti irrimediabilmente perduta e che oggi più che mai diventa
prioritaria per soffermarci su opere di alto valore culturale ed estetico.
Recupero quindi anche di una
identità che solo operazioni di grande serietà rendono possibile, di una
Sicilia intesa come Isola del Viaggio, crocevia di scambi dove le
stratificazioni culturali costituiscono il palinsesto di differenti civiltà.
Alla fine del ‘400 la Sicilia darà al viaggio di
formazione un notevole contributo: si
deve attribuire l’inizio della letteratura odeporica al colto umanista Pietro
Bembo con la pubblicazione della sua ascesa all’Etna compiuta nel 1493. Nel
Cinquecento si succederanno i viaggi della ricerca topografica e storica, nel
1558 frà Tommaso Fazello presenterà la storia di Sicilia indicandone i siti
archeologici delle città greco-romane che farà scoprire agli eruditi d’Europa
la “Sicilia antiqua”, aprendo la
strada ad altre eccellenti pubblicazioni.
Nella seconda metà del Settecento
visiteranno la Sicilia
amateur di antichità, naturalisti,
diplomatici, architetti, artisti, poeti e i giovani aristocratici d’Europa la
inseriranno come tappa ambita e fondamentale del Grand Tour poiché in Italia completavano la loro formazione
culturale. Le città siciliane raggiunte dai viaggiatori furono Messina,
Taormina, Catania, Siracusa, Agrigento, Selinunte, Segesta, Palermo. Oltre al
già citato J. Houel sono da ricordare gli artisti al seguito di Vivant Denon i
quali hanno lasciato la più importante testimonianza artistica, come invece nel
campo editoriale sono da menzionare sempre J. Houel e J. R. de Saint-Non.
Inserendosi in una linea di
continuità il Museo vuol essere innanzitutto un omaggio agli studiosi di
Sicilia che con le loro ricerche hanno contribuito a far conoscere e a tutelare
il patrimonio archeologico, artistico, architettonico e paesaggistico che dà
unicità all’Isola, ponendosi come meta sia per il viaggiatore colto di oggi, sia
per un pubblico curioso e rispettoso di una collezione permanente che al suo
interno presenta dei capolavori quali le incisioni dei due più importanti
viaggi effettuati nel Settecento nell’ambito della letteratura odeporica
europea, insieme a carte geografiche che coprono un arco temporale che va dal
‘500 al ‘700 e che mettono in luce l’evoluzione degli studi topografici annessi
al viaggio in Sicilia, e ancora preziosi testi odeporici e la rarissima prima
edizione del De rebus Siculis decades
duae del Fazello; testi che costituiscono la fonte dalla quale attinsero i
viaggiatori e che riportarono nelle loro opere, consultabili mediante i
mezzi informatici nell’annessa biblioteca. L’esperienza viene arricchita da una
pregevole pubblicazione “L’Isola del Viaggio” che, come asserisce Emanuele
Kanceff, «è ben più di un generico catalogo museale».
Il viaggio
appartiene ad una dimensione mentale e fisica. M. Proust ci ricorda che «L’unico
vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma
nell’avere nuovi occhi», mentre B. Chatwin asserisce che «Il viaggio non
soltanto allarga la mente, le dà forma», volendo cogliere in queste differenti
frasi il bisogno insopprimibile dell’uomo di allargare i propri orizzonti, abbattere
barriere psicologiche ancor prima che reali, prestandosi il viaggio a
sconfinamenti rintracciabili a più livelli di lettura, una letteratura
dell’anima che ha bisogno di bellezza - citando J. Hillman – tentando di
eludere, grazie a progetti come questi, una certa superficialità,
inafferrabilità, inconsistenza che tanto caratterizza e connota parte della
società del presente che dell’effimero e della “liquidità” coniata da Z. Bauman
ha fatto il suo tratto identitario.
Nella nuova logica museale, tale
iniziativa rappresenta un punto forte e stabile di una concezione che mira alla
crescita civile e culturale, indispensabile strumento per la conservazione
attiva della storia che in questa struttura espositiva a carattere permanente
offre le diverse possibilità di conoscenza, realizzando anche un sito web per consentire on-line una diffusione veloce del percorso museale che evidenzia i
rapporti fra le opere esposte, il territorio e gli altri luoghi di Sicilia
nonché gli aspetti etno-antropologici che a Palazzolo Acreide sono presenti e
rafforzano l’idea di un museo come completamento di altre realtà museali. Si rientra
così in una percorribile proposta di città-museo e di eco-museo che, nel
seguire una corretta politica culturale, rende ancora più appetibile un
territorio che tanto ha da offrire in termini di valorizzazione, monitorata e
ben studiata, per annoverare tra gli itinerari turistici di qualità
principalmente il territorio ibleo che il Museo
dei Viaggiatori in Sicilia rappresenta per la tematica che tratta e che
apre al pubblico con tre sezioni dedicate a: le vedute e lo stato attuale dei luoghi, le carte geografiche e il
Viaggio, i libri antichi di Sicilia e i testi odeporici . Sezioni che si
stanno ampliando. Un progetto originale e complesso che costituisce un luogo
d’eccellenza e che incentiva il binomio cultura-economia che, se ben gestito,
risulta essere la formula vincente per il proseguo di attività come queste che
nella serietà e competenza hanno riposto tutte le energie, facendo di una
passione personale una opportunità di conoscenza, condivisione e di continua
ricerca messa al servizio della collettività.
ESTRATTI DAL CATALOGO
«[…] la letteratura di viaggio
offre un esempio (quasi un modello ?) dei processi di costruzione delle
identità territoriali e sociali dell’èlites
dell’Europa moderna. Nel tempo, e in modo particolare nel corso del Settecento
e del primo Ottocento, si costruisce un’immagine europea […] dell’isola che è
frutto, da una parte, dello sguardo dei viaggiatori stranieri e, dall’altra,
del profondo legame che essi avevano con le élites
isolane. Si tratta cioè di un’immagine condivisa, prodotta appunto da un
incontro che costruiva un rapporto culturale e politico, in base al quale le élites europee, che si educavano
viaggiando, in qualche modo si riconoscevano nei loro interlocutori isolani
(aristocratici e intellettuali soprattutto), li assumevano appunto come
indispensabili compagni di viaggio, quasi vere e proprie guide […] Per nulla
isolata, come ben mostra anche la nostra autrice, l’élite siciliana definiva
così una sua identità europea, a volte anche esagerando i suoi tratti di
frontiera, in stretto rapporto con l’élite
europea». Enrico Iachello, Preside
della Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Catania.
«[…] ben vengano i Musei, questi
templi del passato che non sono pachidermi mummificati sulla nostra strada, ma
l’unica speranza per far risuscitare la storia. Questo Museo dei Viaggiatori di
Palazzolo Acreide, il primo del genere di cui io abbia notizia, mi pare
destinato, per l’originalità della concezione, per l’attenzione con cui è stato
concepito e costruito, per la funzione che è chiamato ad assumere a diventare un'esperienza pilota […] L’opera
di Francesca Gringeri Pantano […] non può essere confusa con l’ennesima opera di
erudizione storico-archeologica sul fertilissimo tema della Sicilia. E’ un
percorso rinnovato, che pur si avvale di tutta la copiosa tradizione
scientifica ma la sintetizza felicemente e la supera, offrendo al lettore il
frutto di un nuovo sguardo storiografico, ancora non tentato nel suo assieme […]
Proprio questo, il discorso globale, mirato e coerente, mancava ancora ai
nostri studi; e costituisce la novità principale della presente pubblicazione,
il cui contributo, una volta entrato nel dominio della scienza odeporica, non
potrà più essere ignorato […] il libro di Francesca Pantano supera, con la sua
ricchissima trama testuale e iconografica, luoghi comuni antichi e meno – come
[…] la convinzione, espressa chiaramente da Brydone ma non certo solo sua, che la Sicilia non sia stata
parte del Grand Tour - riuscendo
nella non facile impresa di integrare bene la storia testuale con quella
documentaria, sagacemente tallonata da presso, e mostrando ancora una volta
quale possa essere la straordinaria fertilità per i nostri studi di queste
iniziative locali, quando siano sorrette da serie e non campanilistiche
metodologie di ricerca». Emanuele
Kanceff, Direttore del Centro Interuniversitario di Ricerche sul Viaggio in
Italia, Moncalieri.
IL CATALOGO Francesca Gringeri Pantano, L’Isola del Viaggio. Palazzolo Acreide: il
Museo dei Viaggiatori in Sicilia, Catania, Domenico Sanfilippo Editore,
2009. ISBN 9788885127517 € 81.00
IL MUSEO Museo dei Viaggiatori in Sicilia Palazzo Vaccaro, via Maestranza, 5 Palazzolo Acreide,
Siracusa - Italia orari: 9-13 e 15-19 chiuso lunedì tel. 0931883880 WWW
<http://www.museoviaggiatori.it> email: <info@museoviaggiatori.it>
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