Labord.it
è il nuovo sito internet che raccoglie un vasto archivio d’immagini
per la storia dell’Arte e l’archeologia in Sardegna a
disposizione degli studiosi di tutto il mondo. Si tratta di un
“Laboratorio di Risorse Digitali” per due discipline per le quali
le immagini a medio e grande formato sono indispensabili, non solo
per la conoscenza, ma anche per lo studio e l’approfondimento. Un
archivio simile a quello della fototeca Zeri di Bologna, che
raccoglie le immagini (oltre duecentomila) provenienti dalla
collezione del grande storico dell’arte. L’archivio sardo
tuttavia presenta una peculiarità unica, perché altamente
specializzato su una regione come la Sardegna, ancora non molto
conosciuta da un punto di vista storico-artistico.
Il
progetto nasce dal Dipartimento di Scienze Archeologiche e
Storico-artistiche dell’Università degli Studi di Cagliari e
consiste in un archivio fotografico digitale creato attraverso
l’acquisizione da originali dell’archivio dello stesso
Dipartimento. Si tratta d’immagini di vario tipo: stampe cartacee,
diapositive di diverso formato, fotografie digitali, in bianco-nero e
a colori, realizzate dagli anni Sessanta del secolo scorso a oggi. Un
archivio quindi non solo attuale, ma anche storico che assume un
valore eccezionale soprattutto per gli studi relativi ai restauri, le
manomissioni o altri interventi che le opere hanno subito negli
ultimi cinquant’anni.
Si
tratta di un’opera in
progress che viene
costantemente aggiornata, via via che le immagini sono catalogate,
acquisite e messe in rete. Nella fase iniziale sono state inserite
immagini relative all’architettura bizantina e romanica, che presto
verranno incrementate con immagini relative ai diversi settori
cronologici e tematici dell’archeologia e della storia dell’arte
in Sardegna. Sono in corso di acquisizione materiali fotografici
analogici, stampe cartacee, diapositive di vario formato o digitali.
Tutto
ciò è disponibile – così come lo sarà quello che verrà
caricato – online per la consultazione e l’utilizzo a varie
risoluzioni per usi differenziati (ricerche scolastiche, tesi di
laurea, ricerche a livello universitario, fruizione per strumenti
turistici, ecc.) da studenti, ricercatori e in generale da chiunque
abbia interesse ad acquisire immagini fotografiche del patrimonio
archeologico e storico-artistico della Sardegna. In particolare
l’archivio è a disposizione di studenti che necessitino di
materiale visivo nel corso di approfondimenti in ambito scolastico e
universitario; a ricercatori che abbiano bisogno di immagini
fotografiche capaci di documentare situazioni talvolta differenti
dalle odierne; di appassionati di storia locale, di archeologia, di
storia dell’arte della Sardegna, per le esigenze più disparate.
Le
immagini vengono acquisite nel formato comune con estensione jpg con
una risoluzione di 600 dpi e una profondità di 24 bit. Le scansioni
sono eseguite con scanner professionali quali: Epson
perfection V 700 Photo
(formato A4) ed Epson
GT 20000 (formato A3).
Il primo in grado di acquisire immagini con una risoluzione ottica di
6400 dpi e una profondità di 48 bit, mentre il secondo garantisce
una risoluzione di 1200 dpi. I formati di salvataggio possono essere
TIF e RAW.
Le
immagini cartacee vengono scansionate nella dimensione originaria al
100%, mentre le pellicole positive e negative vengono ingrandite al
500%. I parametri (maschera di contrasto, riduzione grana, ripristino
colore, correzione retroilluminazione, rimozione graffi, colore RGB,
contrasto, luce
e
livelli) non sono alterati al fine di non conferire un carattere di
interpretazione alla procedura di acquisizione.
Tutte
le immagini sono scaricabili e utili sia per la visualizzazione a
monitor, sia per l'uso editoriale, per il quale tuttavia occorre fare
un’apposita richiesta. È possibile inoltre ottenere gli originali
con un alto grado di risoluzione (600 dpi), sempre a titolo gratuito,
indirizzando una richiesta al LaboRD e impegnandosi a far pervenire
una copia della pubblicazione a stampa, nella quale risulterà il
LaboRD quale proprietario dell’immagine.
Attualmente
sono state acquisite oltre 5000 immagini relative alla Storia
dell’arte medievale in Sardegna. Perché abbia carattere unitario e
quanto più possibile completo, l'archivio verrà limitato alla sola
Sardegna, con progressivo ampliamento ad altri settori cronologici
della Storia dell’arte e dell’Archeologia.
Le
immagini fotografiche sono consultabili online sul sito www.labord.it
attraverso un sistema di ricerca semplice e uno avanzato. Col sistema
di ricerca semplice è possibile inserire tre parametri di
riferimento: nome dell’immagine, il comune (selezionabile
attraverso un elenco predeterminato) e lo stile del monumento. Con la
ricerca avanzata i parametri diventano ben sette: oltre il comune
(selezionabile come per la ricerca semplice) è possibile reperire le
immagini attraverso il numero d’inventario, il tipo di supporto
(digitale, stampa, diapositiva e negativo), l’immagine, la
localizzazione, il colore (b/n o colore) e alcune parole chiave
(romanico, affresco, bizantino, ecc.). Nell’home page di volta in
volta vengono visualizzati sempre gli ultimi caricamenti. Tali
criteri base verranno allargati con l’ampliamento dell’archivio
alla storia dell’arte moderna, contemporanea e all’archeologia.
Un’iniziativa
– quella del Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storico
Artistiche dell’Università di Cagliari, diretto da Simonetta
Angiolillo – che si affianca anche a una nuova rivista on-line di
carattere scientifico: “Archeoarte”,
il cui titolo già documenta lo scopo per il quale è stata creata.
La rivista è facilmente consultabile registrandosi al sito in
maniera del tutto gratuita, sia come autore, sia come lettore. Una
novità editoriale – come ha evidenziato Simonetta Angiolillo nel
suo editoriale – che cade proprio nel ventesimo anniversario della
fondazione del Dipartimento, affrontando “le incognite di una nuova
rivista annuale … elettronica, che permetterà dunque un’ampia e
rapida diffusione degli studi e delle problematiche trattate,
garantendo un libero accesso a tutti gli studiosi interessati”.
Una
serie d’iniziative – insomma – che vedono al centro il web e le
nuove tecnologie per agevolare il lavoro di studiosi, ricercatori,
docenti, ma anche studenti, appassionati o semplicemente persone che
hanno voglia di conoscere un’isola per certi versi ancora da
scoprire.
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