bta.it Frontespizio Indice Rapido Cerca nel sito www.bta.it Ufficio Stampa Sali di un livello english
Inediti di Medardo Rosso a Milano  
Andrea D'Agostino
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 6 Giugno 2011, n. 608
http://www.bta.it/txt/a0/06/bta00608.html
Precedente
Successivo
Tutti
Area Mostre

C’è chi si ostina a definirlo ancora il “Rodin italiano”. Un paragone che certo non giova, anzi, finisce quasi con il limitare il talento di Medardo Rosso (Torino 1858 - Milano 1928). E questo nonostante lo scultore, sin dagli inizi della sua carriera, si sia trovato a “fare i conti” con il collega francese. Eppure, capita ancora di leggere certi titoli, sbirciando le recensioni dell’ultima mostra alla galleria Porro di Milano intitolata Rosso. Opere scelte. Fortunatamente oggi la critica ha ampiamente rivalutato il suo lavoro, ponendolo sullo stesso piano del più anziano rivale. Fino al 29 luglio, nella galleria di corso Monforte, si può ammirare una raffinata selezione – molti gli inediti – di sculture in cera, bronzo e gesso, più fotografie, lettere e disegni. La rassegna è a cura di Paola Mola, tra i principali studiosi dell’artista del quale due anni fa ha pubblicato il catalogo ragionato, analizzando il suo lavoro sotto una nuova luce.

Originario di Torino, sempre in viaggio tra Parigi e Milano, Rosso è stato un artista “sperimentale”, vissuto sul finire di un secolo come l’800 percorso da mille inquietudini che si rifletterono in varie tendenze artistiche come la Scapigliatura, da cui Medardo prese le mosse, fino alle “esplosioni” delle avanguardie del primo ’900.

Fiore all’occhiello dell’esposizione è la Femme à la voilette (1895) modellata in cera, di cui si conoscono altri sei esemplari: l’opera, di una modernità sorprendente (il volto è come scavato all’interno di una grotta, «progenitrice oscura della scultura astratta», scrive Mola) ritrae una donna velata mentre scende la scalinata di una chiesa di sera, sotto la pioggia. Importante anche il ritrovamento dell’unico esemplare in bronzo della Petite Rieuse: quest’altra scultura fu esposta una sola volta nel 1902 a Lipsia, dopodiché non fece ritorno a Parigi, dove si trovava lo studio di Rosso, e se ne persero le tracce fino ad oggi. Sono esposti poi tre gessi provenienti dalla collezione di Mario Vianello-Chiodo, amico veneziano dello scultore dal tempo del suo rientro in Italia nel 1920. Nell’autunno del 1927, un anno prima della morte, Rosso gli donò alcune casse con un gruppo di opere in gesso. Proprio le tre qui esposte (l’Enfant a la Bouchèe de pain, la Portinaia e il Sagrestano) fanno parte di quel nucleo; non solo, ma sono esposte cinque lettere finora inedite – quattro di Medardo ed una di suo figlio – al suo vecchio amico. Completa il percorso un bronzo giovanile raffigurante una Ruffiana (1889), fuso da un gesso firmato. Tutte opere “scelte”, come riporta il titolo della mostra, per via della tecnica. «Esemplari per qualità e provenienza, ed esemplari come esempi – scrive la curatrice –  una per tipo, di ciascun modo e fase in cui si articola la poetica di Rosso». Lo scultore lavorava infatti in cera, gesso o bronzo, fondendo sia le cere come i bronzi da modelli in gesso: ci sono quindi gessi-opere che venivano poi patinati o dipinti, e gessi-modelli che erano strumenti di lavoro in funzione dell’opera finita. Ciascuna opera esposta è un esempio, quindi, delle varie lavorazioni:  l’Enfant è un gesso patinato, forse il primo a sé stante come opera conclusa, firmato, con tanto di inclusioni e aggiunte. La Portinaia rappresenta, al contrario, un gesso nato come opera finita e patinata, e divenuto poi modello con l’aggiunta del piano di portata. Il Sagrestano, infine, è semplicemente un modello, uno strumento da riutilizzare per nuove ideazioni.

Basta rileggere queste parole dello stesso artista per capire quale fosse il suo obiettivo, sia che fossero modelli che opere finite: «Come la pittura, anche la scultura ha la possibilità di vibrare in mille spezzettature di linee, di animarsi per via di sbattimenti d'ombre e di luci, più o meno violenti, d'imprigionarsi misteriosamente in colori caldi e freddi - quantunque la materia ne sia monocroma - ogniqualvolta l'artista sappia calcolare bene il chiaroscuro che è a sua disposizione; di riprodurre, in una parola, gli esseri con tutto il loro ambiente proprio e di farceli rivivere».

Oltre alle sculture ci sono tre disegni inediti intitolati Figure di spalle che provengono dalla collezione di Angelo Sommaruga, il celebre editore milanese di fine ’800 che collezionò opere degli Impressionisti. Interessanti le due fotografie e l’assemblaggio di foto: sin dagli esordi, Rosso realizzò infatti innumerevoli scatti alle sue sculture, per poi ritagliarli e rielaborarli in fase di stampa e rifotografarli ancora per ottenere nuovi effetti formali e cromatici.

Quello che emerge da questa piccola mostra è senza dubbio un artista completo, che non si limitò solo ad una disciplina come la scultura, ma intraprese anche nuove strade. Una figura che non smette di stupire per le sue invenzioni, tanto che si esce con la voglia di ammirare presto una nuova, grande mostra che lo valorizzi definivamente.

 

 

LA MOSTRA

Rosso. Opere scelte

Amedeo Porro arte moderna e contemporanea

Corso Monforte 23, Milano

Fino al 29 luglio 2011

Ingresso libero
http://www.amedeoporroart.it
















Petite Rieuse

Fig. 1
Petite Rieuse, 1902
bronzo, h. cm. 22

Enfant à la Bouchée de pain (Bambino alle cucine economiche)

Fig. 2
Enfant à la Bouchée de pain (Bambino alle cucine economiche), 1897
gesso, cm. 46 x 49, 5 x 31,30
già collezione Vianello Chiodo

Donna di spalle

Fig. 3
Donna di spalle, 1896 ca. o 1902 ca.
matita litografica su carta, mm. 365 x 253

Femme à la voilette

Fig. 4
Femme à la voilette, 1895
cera su gesso, cm. 72 x 56,5 x 22,5

Il Sagrestano (Lo Scaccino, Se la fuss grapa)

Fig. 5
Il Sagrestano (Lo Scaccino, Se la fuss grapa), 1887 ca.
gesso dipinto color nerofumo, su base originale in legno dipinto, cm. 33
già collezione Arturo Ajna

La Portinaia

Fig. 6
La Portinaia, 1883
gesso, cm. 41 x 44 x 23,5
già collezione Vianello Chiodo



	
Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra

Risali



BTA copyright MECENATI Mail to www@bta.it