“Ogni relazione umana, si tratti del conoscere o dell'agire,
dell'accesso all'arte o dei rapporti fra persone, del sapere storico e della
meditazione filosofica, ha sempre un carattere interpretativo. Ciò non
accadrebbe se l'interpretazione non fosse di per sè originaria: essa qualifica
quel rapporto con l'essere in cui risiede l'essere stesso dell'uomo; in essa si
attua la primigenia solidarietà dell'uomo con la verità”
La storia dell'uomo è storia di incontri, di scambi, di
generose offerte e di illuminate sottrazioni.
Le civiltà hanno preso vita dalla combinazione di elementi
molteplici e si sono succedute nel tempo della storia: storia di idee, di
lingue, di pensieri. Una storia che non lascia spazi vuoti nelle connessioni e
negli intrecci, nel fluire da un nodo temporale ad un altro e sempre si
distingue per stratificazione e ricchezza, varietà e complessità.
Una storia che interpreta la realtà, l'uomo e la trascendenza.
Dalla cultura dei primitivi alle forme espressive più
recenti, legate all'era tecnologica cosiddetta postindustriale, la contaminazione,
come confluenza di elementi di varia provenienza che determinano una
composizione, resta un segno distintivo
a sottolineare l'intreccio delle voci operanti e a ri-conferma della
complessità del mondo; un mondo, oggi ampiamente globalizzato, in cui
l'incrocio di immagini, forme, parole, azioni
anima concetti e prodotti.
La contaminazione è segno culturale e nessuna epoca storica
ha messo in maggiore evidenza questa asserzione come l'Ottocento
storicistico, che ha teso alla costruzione delle sue storie possibili considerando
arte, letteratura, filosofia dati
essenziali dell'esperienza umana, non scindibili da un percorso storico-sociale
e ideale.
Storia possibile è la Storia dell'Arte del nostro tempo,
anche se le strade indicate dalla critica del Novecento, quella del metodo che
parte dal carattere formale dell'opera e quella che guarda al rapporto tra la
forma e le realtà esterne (senza considerare i numerosi intrecci che sussistono
tra le due categorie e rendono difficoltoso anche un qualsiasi percorso che
voglia attenersi alla semplice e lucida classificazione) sembrano non essere
più sufficienti. Non dimenticando, inoltre, che la stessa linearità del
racconto storiografico legato alle ideologie e alle loro successioni sembra
aver avuto una battuta d'arresto: gli innesti, le inserzioni, le diramazioni
hanno reso più ricco il percorso dell'arte (l'eclettismo è figlio della
complessità), ma risulta meno lineare, meno razionalmente caratterizzata la sua
ricostruzione.
Il critico, come specialista, si muove con difficoltà tra il
ruolo di semplice e onesto registratore di opere e di nomi o il difficile
compito di interprete di una totalità che non esiste più. Una strada possibile
rimane quella di lasciarsi interrogare dalle espressioni dell'arte, consapevoli
della frammentarietà e della parzialità del pensiero e di una realtà che, con la sua stessa relatività, alimenta
la pluralità dei tentativi.
Sicuramente l'arte contemporanea è l'arte che maggiormente
risente della contaminazione, anzi la contaminazione, in questa società
della comunicazione, legata alla
ripetizione e alla moltiplicazione delle immagini, si è fatta stratificazione,
in ogni campo, tanto da rendere necessaria la “ citazione”, a sostegno
dell'onestà intellettuale; e contemporaneo è il gioco intellettuale delle
riprese, per esprimere il nuovo, non senza attenzione a restare fuori dal
citazionismo in accezione negativa.
Quello che distingue la stratificazione come meccanismo
culturale umano dalla stratificazione o sovrapposizione in arte è, sicuramente,
l'economicità del primo, la sua funzionalità; nel secondo caso, invece, ogni
scelta è gratuita: nell'affermazione di una forma, di un gesto o di un pensiero
non ci sono obiettivi pratici.
Gli osservatori del panorama artistico più recente, addetti
ai lavori, critici nel senso più stretto o nuovi operatori, sono costretti a
fare i conti con la sovrapposizione e, di volta in volta, si volgono al
pensiero espresso o alla forma. Si parla di sopraffazione del
linguaggio, laddove con l'abbassamento degli stilemi formali e la
semplificazione tecnica e visiva, il linguaggio si impone con la sua capacità
evocativa ed enfatizza il messaggio. Si evidenzia la sopraffazione attiva della
forma quando l'artista, consapevole delle sue abilità, affida esclusivamente
alla materia ogni pensiero possibile e plurale.
Non sembra di poter uscire dall'impasse di forma e
contenuto.
Quello che resta e attrae, a questo punto, continua ad
essere la riflessione sull'arte. L'opera d'arte non è una semplice
riproduzione della realtà, un prodotto conoscibile attraverso un procedimento
sperimentale e scientifico. É necessario ricondurre il tutto nell'ambito di una
meditazione filosofica.
Il nostro tempo offre numerose verità, giunge addirittura
alla negazione della verità. Negare la verità porta alla negazione della vita,
per dirla con Nietzsche. Quale strada possibile?
La trasmutazione dei valori. Il viandante filosofo
rimane perennemente in cammino e gioisce del mutamento e della transitorietà.
Solo così si può dare spazio al presente.
Ed ecco che la sopraffazione diventa volontà di potenza,
come possibilità di fare incanti, esplicazione di infinite possibilità,
forza creatrice di valori a cui dare diritto d'essere e sostanza, misura delle
cose.
“Di tutte le cose misura è l'uomo: di quelle che sono, per
ciò che sono, di quelle che non sono, per ciò che non sono”
La verità del mondo è dunque ancorata all'uomo e la
conoscenza, mai come oggi, è ancorata al soggettivo della coscienza; un metro
sulla cui base osservare il mondo, a consolazione di una preclusa possibilità
di conoscenza altra o come punto di partenza per una nuova gnosi.
Il testo La Contaminazione: l'arte contemporanea tra
sovrapposizione e volontà di potenza è parte dell'intervento effettuato da
Carmela Infarinato alla Pinacoteca B. Molajoli
di Fabriano, il 10 luglio 2011, per la presentazione di inaugurazione della
mostra Sopraffactions.
La conferenza di avvio dell'evento artistico, curata da
Giuseppe Salerno, ha visto come relatori Alessandro D'Ercole, Carmela
Infarinato, Giordano Pierlorenzi.
LINKS
Sopraffactions
- PINACOTECA CIVICA BRUNO MOLAJOLI, FABRIANO (AN)
http://www.undo.net/it/mostra/123160
C. INFARINATO, Terriculum
liminis custos, Blog WordPress, 25 giugno 2011
http://giuseppecarrubba.wordpress.com/2011/06/25/terriculum-liminis-custos/
NOTE
L. PAREYSON, Verità e interpretazione, Mursia ed., Milano,
1971.
PROTAGORA, da Sesto Empirico, Contro i matematici.
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