Fred Alan Wolf pubblicò anni fa
un libro intitolato “L’universo
sognante”: quel titolo intrigante e tutt’altro che scientifico mi trascinò
dentro gli argomenti trattati dal noto scienziato e filosofo americano durante
i suoi appassionati studi sulla struttura dell’universo e sulla fisica
quantica. A metà strada tra l’idea di un
mondo oggettivo inserito nello spazio-tempo e l’idea di un soggetto
misticamente unito al mondo e che non ha più di fronte a sé una realtà
oggettiva, ci sarebbe appunto quell’universo
sognante, definito da Henry Cobin “mondo immaginale”, che il Wolf considera
più reale della realtà oggettiva. Paradosso ancora più intrigante: gli aborigeni australiani sostengono di
averne “memoria” da 150.000 anni e definiscono la propria memoria “la
dimensione dei sogni” che contiene, in uno, il passato, il presente e il
futuro. Sempre secondo Wolf e le attuali scoperte scientifiche, nel “mondo di
mezzo” o “immaginale” ogni sistema quantico è una sovrapposizione di strati
(mondi paralleli sovrapposti): le “onde quantiche” esistono come una “nuvola
fantasma” di possibilità e soltanto quando vengono osservate e percepite da un
soggetto l’oggetto si configura nello spazio - tempo in una forma fisica:
quella che vediamo intorno a noi quando la mattina apriamo gli occhi all’inizio
di un nuovo giorno.
Osservando le opere di Mauro Rea
e, una per una e/o tutte insieme con un solo colpo d’occhio, le forme astratte
e figurative che l’artista intreccia liberamente, ho vissuto nella dimensione
estetica un’esperienza “al vivo” dell’universo
sognante che tanto mi aveva affascinato nella descrizione di Wolf: la
stessa poesia e, insieme, lo stesso rigore della scienza contemporanea che ha
raggiunto e disvelato la profondità del reale… arrivando a confermare in
laboratorio quello che gli aborigeni australiani avevano intuito migliaia e
migliaia di anni fa.
Ed ecco l’emozione trascinante
che mi hanno trasmesso le opere di Rea: percezione immediata, globale del
messaggio, un’onda di energia scaturita nell’incontro con una “nuvola fantasma”
di possibilità colte al volo e poi elaborate con un lungo e raffinato lavoro di
ricerca. Non irraggiungibile nebulosa cosmica o romantica nebbia che cancella i
lineamenti della realtà, ma onda quantica colta nel momento in cui l’artista-osservatore fa
emergere il suo mondo con
l’atto stesso dello sguardo, raggiungendo le radici dei fenomeni, le
“presenze naturali” preistoriche ed anche “presenze interiori” del nostro
tempo, di cui è silenzioso e appassionato testimone. Pittore, scultore,
avventuroso scopritore di mondi arcaici, scienziato e sciamano, Mauro Rea è
capace di creare penetrando ben oltre la superficie delle cose: e di creare con
la grande semplicità e consapevolezza di chi ha compiuto anche dolorosamente in
se stesso l’itinerario verso la conoscenza e il mistero dell’uomo, del suo
drammatico esistere sul nostro pianeta sperduto nell’universo. E’ proprio
questa “passione” del vivere (nel senso figurato del latino “patior”) che
permette all’artista di usare materia e polimateria, nella pittura-scultura,
facendola emergere, viva e pulsante, dall’invisibile energia di cui afferra le
sequenze e le dinamiche forze che
mantengono il cosmo in perfetto
equilibrio. La materia “toccata dalle sue mani”, che sia terra argilla
corteccia d’albero o altro capace di rappresentare la ruvida e squamosa pelle
di animali preistorici e le dorate piume di mitici uccelli, fa apparire di
fronte al nostro sguardo meravigliato la metamorfosi continua delle forme dove
il colore si stempera in sequenze musicali che si intrecciano, senza mai cadere
nell’indistinto o nel caos. O meglio se c’è il caos, cioè la fusione di tutto,
il magma indistinto nell’attimo stesso della Creazione, è armonioso: perfino il
caos è ordinato alla bellezza interiore che è una delle cifre espressive di
Mauro Rea. E questo in uno spazio -
tempo che procede non linearmente, ma a ritmi circolari, fondendosi con altre
dimensioni e facendo di ogni fine un nuovo inizio.
Non sappiamo da quale epoca della
storia o preistoria Mauro Rea abbia “pescato”, inventandole, le icone a volte
inquietanti che appaiono e scompaiono nelle sue opere: esse però, filtrate
dallo spirito incandescente dell’artista sono qui, adesso, pronte a
darci gioia. La gioia di conoscere in profondità e in trasparenza com’è il
mondo oltre il meccanismo superficiale dei fenomeni che lo snatura e deforma,
gioia che supera e placa la sofferenza creativa in cui ogni vero artista vive
genera e dà alla luce l’anima stessa del suo tempo e la tramanda alle generazioni future.
Dice con parole molto efficaci
Gian Ruggero Manzoni: “…il culto magico della natura artistica di Rea procura,
a noi fruitori, un centro spirituale posto al di fuori del nostro essere, un
centro che riunisce ogni singolo uomo in un unico, grande collettivo spirituale
legandolo indissolubilmente al pianeta in cui viviamo.” Nelle opere di Rea il
forte legame con l’umanità e il pianeta terra non esclude il legame con il
cosmo e le infinite dimensioni verso le
quali il sesto senso dell’artista orienta il suo inconfondibile linguaggio alla
ricerca di una nuova coscienza dell’esistere e del suo mistero. In questo
spazio-tempo allo stato nascente visioni, percezioni e stati emotivi,
protagonisti invisibili, si separano e ricongiungono in variabili di segni e di
significati, rimandano a suggestioni psichiche e mentali che, pur non
completamente emerse, già emanano una sorta di aroma semantico, un po’ come
profumano le violette o i ciclamini nascosti tra le pietre e l’erba nei
sentieri di montagna.
Nel grande sogno dell’universo di
Rea ogni forma e presenza è collegata al tutto e nessuna immagine-presenza è dominante anche se, almeno
per le loro dimensioni, alcune sono più
riconoscibili. La ruota, il sole e l’occhio equivalgono a tre simboli-chiave
dell’esistenza reale e surreale: il movimento, che è anche immobilità (tempo –
eternità), la luce (anche interiore) che emerge dall’ombra e la visione
(approccio visionario) con cui l’artista pre-vede il mondo nascente dal mondo
che muore, ma inseguendo una parabola circolare che, invece di chiudersi su se
stessa, si apre verso il futuro. Vita -
morte – vita.
La circolazione delle forme e dei
simboli, sempre radicati tanto alla terra quanto al cosmo, e le figure del
mondo animale, spesso così vicine ai graffiti degli uomini primitivi eppure da
essi distanti migliaia e migliaia di anni per la coscienza critico - estetica dell’autore e nella modulazione dei
segni, fanno pensare ad una sorta di
rituale o gioco sacro.
Platone, con un’intuizione
altamente poetica, dice che “Dio è un bimbo che gioca a dadi”: Mauro Rea
creando “gioca” religiosamente con le
icone più significative di un mondo antichissimo ma, nel suo linguaggio
rinnovato in profondità, riscrive la storia dell’uomo e della natura decaduti
da uno stato di perfezione originaria.
L’arte di Rea sembra suggerire che quella perfezione non è perduta,
siamo noi che l’abbiamo dimenticata e rimossa per correre dietro agli idoli del
nostro tempo. E con essa abbiamo dimenticato la bellezza e i colori del
mondo, la libertà del gioco e del gesto creativo si avvicina a quello re-ligioso nel sottolineare il
legame smarrito tra l’uomo, la natura e l’intera umanità invitando a
ritrovarlo.
Il genio di questo artista, in
qualche modo, gioca e crea come il bimbo divino di Platone? Certo l’innocenza e
la vivacità dello sguardo lo avvicinano a quel bimbo, ma l’autoironia che
percorre come una brezza leggera la sua opera è ispirata ad una caratteristica
tutta umana. La saggezza di chi, pur
consapevole di sé, non prendendosi troppo sul serio, riesce anche a sorridere e
a far sorridere (qualità rarissima di questi tempi!) e, invece di atteggiarsi a
“Maestro”, preferisce continuare ad apprendere dalle proprie e altrui
esperienze creative e a stupirsi di fronte al miracolo della vita.
L’universo sognante di Mauro Rea
ci ha rivelato, pur lasciandole velate di mistero, cose nascoste fin dalla
fondazione del mondo. Dobbiamo ringraziare questo generoso artista che ha
consegnato direttamente alla nostra sensibilità e alle nostre inquietudini la
viva sorgente dei suoi sogni, annunziando al mondo che ancora qualcosa di
grande e di bello può accadere. Sta a noi accogliere e godere in pieno il suo
messaggio impegnando, nella visione di bellezza che Rea ci ha offerto, non soltanto gli occhi, ma
anche la mente e l’anima.
Mauro Rea - Nota Biografica
Nato a Sora il 02 – 11 – 1960. Vive e lavora tra
Avezzano, Capistrello e Roma.
Pitto- scultore materico ascensionale,
schivo e duro, principalmente con se stesso. Fuori dal “coro” dell’arte
parlata-massificata, andata a "massa" . Poeta di strada di eventi e
tempi, “terrorista estetico” pasoliniano .
Primo di nove figli, ha trascorso undici anni
della sua vita in vari collegi della ciociaria.
La pittura, amata con passione ed un'unica fonte
di vita, è conosciuta fin da bambino, grazie a suo nonno Donato Vincenzo Rea,
(pittore-decoratore nato a Francoforte, morto a Sora nel 1972).
Tra cadute e riscatti, e abbandoni pericolosi, ha
continua a lavorare con coerenza e forza dirompente tra le pieghe e
piaghe della materia, in un gesto al limite del contenimento.
Diplomato al Liceo Artistico di Cassino ,
all’Accademia di Belle Arti di Frosinone sotto la guida di Nicola Carrino,
Nunzio Solendo, Paolo Laudisa, Andrea B.Del Guercio, Antonio D’Avossa.
Inizia a documentare, seppur a fasi alterne,
la sua attività dal 1986, anno in cui si trasferisce a Bergamo Alta in
via Borgo Canale.
Scudiero Nelumbico del Colage De'Patafysyque (
T.Lorandi-Diplomazione Brescia 2001);
Vogatore Referente dell'O.PI.FI.GI.O -PatapART,
Napoli 2004:
Annussatore dio Materie multiple bruciacchiate,
Antonio Castronuovo, Imola 2010.
Reggente del C.D.P.( T.Lorandi 2011)
Scudiero Nelumbico dei Profeti Solitari
( Prima Diplomazione, Collage De’Patafysyque, Brescia 2002);
Vogatore Referente dell’O.PI.FI.CI.O.
The Big Boss De Nage, PataPart, Napoli 2004);
Annussatore di Materie Multiple
Bruciacchiate, Antonio Castronuovo, Imola 2010).
Reggente di Lavori Pratici di Macchina per
Dipingere, Collage De'Patafysyque 2011.
Ha esordito giovanissimo nel mondo
dell’arte vincendo il primo premio per la grafica nella rassegna XXX
Anniversario della liberazione d’Italia Città di Cassino, organizzata
dai sindacati unitari CGIL, CISL e UIL, Cassino 1975.
Incontro Giovani Pittori
Accademie Belle Arti Italiane,Palazzo della Provincia, Frosinone 1980.
Vince il primo premio nazionale di pittura “Amato
Pescosolido”, da una giuria composta
da Ugo Moretti, Elio Mercuri, Giacomo Porzano,
Francesco Vaccarone, Emilio Villa, Pescosolido 1980.
Incontro Giovani Pittori
Accademie Belle Arti d’Italia, Palazzo della Provincia, Frosinone 1982.
Mi capovolgo e grido, Sala
E.P.T. Avezzano 1986.
Premio Internazionale Sulmona, Palazzo
dell'Annunziata, Sulmona 1987.
Percorsi interni, Centro Il
Forno, Bergamo 1987.
Crisi come rabbia, crisi come abbandono, Atelier
degli Artisti, Brescia 1988.
Italian Art Now, Galleria TE.CO.
Arte contemporanea italiana, Villa di Serio, Bergamo 1989.
Premio Internazionale Sulmona, Palazzo
dell'Annunziata, Sulmona 1988.
Pittura nascosta, La Chimera
Arte, Sora 1989.
Italia Art Now, Museo dell’Aria,
Castello S.Pelagio, Padova 1989.
Premio Internaionale Sulmona, Palazzo
dell'Annunziata, Sulmona 1989.
Sia la luce, Auditorium, Darfo
Boario Terme 1990.
Incontri Novanta, Villa Milesi e
Galleria La Cornice, Lovere 1990.
Forma in -forma, Club Turati, Bergamo
1989.
Fabbrika Patafisica, ex Fabbrica
occupata, Bologna 1990.
Pagine Cancellate, La Bottega
delle Stampe, Brescia 1990.
La parola agli artisti, Arte
Studio Ponte Nossa, Bergamo 1990.
Appunti di viaggio in trasparenza,
Galleria Il Caso, Avezzano 1990.
Il carnevale dell’arte, Teatro
sociale, Bergamo 1990
Le dimore della memoria, Villa Milesi,
Lovere 1990.
Arte del novecento italiano,
Museo Civico, Avezzano 1990.
Collage De’Patafisyque, ex
Macello Gallizioli, Lovere 1992.
Futurismo Arte contemporanea, XVI
Mostra stampa e informazione,
Complesso Monumentale San Michele a Ripa,
Roma 1992.
Effetto Colombo, Villa
Borghese, Roma 1992.
Danza Macabrarte, Oratorio dei
Disciplini e Biblioteca Civica, Clusone 1992.
La parola agli artisti, Arte
Studio Pontenossa 1992.
Pagine cancellate, La Bottega
delle Stampe, Brescia 1992.
Le Dimore della memoria,
Dipartimento delle Arti dell’Università, Cosenza 1992.
Le Dimore della memoria, Il
Torchio di Porta Romana, Milano 1992.
Spazio Aperto, Multimedia Arte
Contemporanea, Brescia 1992.
Di Segno in Segno, Pinacoteca e
Accademia Tadini, Lovere 1992.
Le dimore della memoria, Deja
vù, Sora 1993.
Futurismo, Scuola Romana , Arte
contemporanea, Villa Lippi, Montecatini Terme 1993.
XXIII Premio Vertova, Vertova
1994.
Arte Novecento, Omaggio a Mirko
Basaldella, Palazzo Vittoria, Montecatini Terme 1994
You Gheth What You See,
Rassegna itinerante, Palazzo Falcione,Campobasso;
Galleria d’arte moderna, Spoleto; Galleria
De’Serpenti, Roma. 1994-1995.
XXII Premio Valle Roveto:Versanti dell’Arte
italiana: secondo novecento,
Centro Polivalente, Civitella Roveto 1995.
Gridi d’allarme – Rea-gire/ Agire,
Centro Luigi Di Sarro, Roma 1994-1995.
Tra cielo e mare, Galleria AxA, Palermo.
1995
Forme e colori dell’immaginario,
Palazzo Cisl, Frosinone 1996.
ABOVO : Forme e colori dell’immaginario
antropomorfo, Polmone Pulsante, Roma 1996
II Biennale d’Arte “Rocco Dicillo”,
Triggiano, Bari 1996.
Tracce ctonie-Icone primarie,
Galleria SpaziOltre, Roma 1996.
I° Biennale d’Arte Ciociara,
Veroli 1997.
La città museo. Arte Contemporanea
italiana, Museo Civico, Boville Ernica 1996.
Futurismo e Arte contemporanea,
Sala convegni Banca Toscana, Avezzano 2002.
Imago Vocis, Teatro Comunale,
Fiuggi 2002.
Dal pieno al vuoto, dal vuoto al pieno,
Villa Bertagnolli, Trento 2002.
Diplomazione (Collage
De’Patafysyque) Re Desiderio, Brescia 2002..
Di ferite, di segni, di cose sparse,
Galleria Parioli, Roma 2003.
II° Biennale Arte & Anarchia,
Bologna-Modena 2003.
Oltrepassare la Pace, Scuderie
Papali Aldobrandini, Frascati 2003.
Raymond Queneau 1903-2003, Villa
Verla, Vicenza 2003.
S’è desta. Pittori e scultori d’Italia,
Archivio di stato, Avezzano 2003.
Arte del novecento italiano,
Museo storico della fanteria, Roma 2004
Omaggio a Corrado Cagli,, Galleria
Parioli Arte, Roma 2004.
Talking the Lead, Palazzo
Palalvicini Ruspogliosi, Roma 2004.
Projects-Objects – Omaggio a C.Cagli,
Palazzo Torlonia, Avezzano 2004.
Galleria Soligo, Roma 2004
Protagonisti, Galleria Desireè,
Frascati 2004.
Dalla Patafisica all’Apatafisica,
ex Chiesa SS.Filippo e Giacomo, Brescia 2004.
Fun Of Fun, Incontro
Internazionale Artisti Liberi, Museo Fondation Casier, Treviso 2004.
Arte del novecento italiano,
Galleria Comunale, Vasanello 2005.
Oper/Azioni, Galleria Comunale
d’arte moderna, Avezzano 2005.
Oper-Azioni, Spazio multimediale
Activitaly, Roma 2006.
Premio Internazionale Sulmona, 2006.
Segnali d’Arte, Palazzo
Torlonia, Avezzano 2007.
Incroci Disvelanti, Galleria
Boccuzzi, Bari 2007.
Trabafest, Palazzo Ducale,
Tagliacozzo 2008.
Incontro Giovani Artisti Europei,
Basilea.
La Stanza ad Arles-Avezzano,
Palazzo Ducale, Tagliacozzo 2008.
Le Table di Ubu Roi, Re
Desiderio, Brescia 2008.
Mauro Rea/ Carlo Atti, Incontro
pittura/musica jazz, Festival Arzibanda, Capistrello 2008.
Futurfesta, Resort Colle Aruffi,
Rieti 2009.
Primo Maggio a Luco dei Marsi,
ex Municipio, Luco dei Marsi 2009.
Un secolo Futurista, Complesso
Monumentale del Quirinale, Sala dei Dioscuri, Roma 2009.
Una Polveriera di Fantasia,
dal Futurismo al Contemporaneo , rassegna d’arte moderna e contemporanea,
libri e documenti futuristi della Biblioteca Nazionale di Roma,
Polo Museale S.Francesco, Tagliacozzo 2009.
Pescarart 2010, Museo Colonna,
Pescara 2010.
La materia nello spazio urbano,
Mediamuseum, Pescara 2010..
1Stuzzicadenti x A.Jarry, Libreria
Galleria Derbylius, Milano; Banca Etica, Brescia, Jarry Point Museum St.
Gallen,Museo San Gallo, 2010-2011.
Artisti Abruzzesi in Evidence,
Museo Palazzo Altieri, Oriolo Romano 2009.
Atisti per l’Unicef, Chiesa
S.Apollonia, Salerno 2010.
Ani-mali e Affini, Museo
Archidoro, Cetona 2010.
Le matrici creative e le forme
dell’incompiuto, Museo della media valle del liri, Sora 2010.
Erotica-Mente, Galleria Margutta
51, Roma 2011.
Made in Italy Ri/Gener-azione italia,
Galleria AxA, Campobasso 2011.
Made in Italy, Capistrellarte I°
Edizione, La strada dell’Arte, Capistrello 2011.
Silenzio! Chiostro San Domenico,
Cosenza 2011.
Alfabeto Morso, En Plein Air,
Pinerolo,Torino 2011.
Hanno scritto di lui, tra gli altri:
A.A.Finocchiaro, E.Baj, A.Castronuovo, E.Crispolti,
M.Corradini,D.Colantoni, L.R.Di Pontremoli, I.D'Agostino, D.Di Poce, R.Di
Poce, S.Gabriele, F.Lorenzi, R.Loda, A.Masi, G.R.Manzoni, U.Moretti,
E.Mercuri, T.Lorandi, A.Picariello, L.Rea, A.Possenti, A.Rubini,
G.Selvaggi, L.Strozzieri, M.S.Zanini, E.Villa, A.Sala, R.Zani.
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