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È nata la prima rivista patafisica di ’Patafisica in Italia: il “Quaderno” del Collage de ’Pataphysique  
Antonio Castronuovo
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 1 Gennaio 2012, n. 637
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Area Artisti

È nata la prima rivista patafisica di ’Patafisica in Italia: il “Quaderno” del Collage de ’Pataphysique. È con grande slancio, immensa gioia e smisurato entusiasmo che patafisica e apatafisica, patafisico e apatafisico accorrono per versare phynanza.

Finalmente anche in Italia i cultori della ’Patafisica potranno godere del grande onore di versare phynanza. Ebbene sì: se la volgare finanziaria governativa (con la F minuscola) ci tocca solo perché andrà a rimestare nel nostro portafoglio con fare autoritario, la nuova phynanziaria patafisica ci permette invece di pagare con lieta esultanza. D’ora in poi, patafisiche e patafisici potranno finalmente proclamare: «Se ne sentiva generalmente il bisogno!... non potevamo più vivere da patafisici pagando senza piacere e soprattutto senza Ubureale interesse».

Che cosa è accaduto di così importante da farci sollevare cotali grida di giubilo phynanziario? Molto semplice (e noi sappiamo, grazie alle parole di Alfred Jarry, quanto la semplicità non abbia bisogno di essere semplice...): l’antico e ormai collaudato Collage de ’Pataphysique, fondato prima dei tempi da Tania Lorandi, è ora – ad immagine, sembianza e somiglianza del Collegio francese – un centro di studi, ricerche e diffusione della Scienza; un centro che ha scelto di adottare gli Statuti del dottor Sandomir, Vice Curatore e Fondatore dello stesso Collegio, e di costituirsi quale organismo organizzato con un’amministrazione amministrata. E così, per la prima volta nella storia della ’Patafisica e nella storia delle Istituzioni fondate dal 1948 in avanti, una di queste – il Collage de ’Pataphysique appunto – si è dotata di una propria Vice Curatrice nella figura di Sua Magnificenza Lucy Green.

Essendo oramai consolidato nell’inconscio collettivo del nostro mondo e di quello supplementare che il cittadino italiano, avendo egli dato prove basilari in applicazioni assai esplicite, è, come volentieri affermava Enrico Baj, patafisico per eccellenza (così come per gli animali di Orwell, tutti sono patafisici ma gli italiani sono più patafisici degli altri), è ovvio dedurre che il Collage de ’Pataphysique avrà un compito essenziale nella vita civile e culturale sia nel Bel Paese sia fuori di esso, sia nel mondo visibile sia in quello invisibile.

Non poteva a tal fine non dotarsi di uno strumento di studio e di colloquio, ed è perciò nato il “Quaderno” del Collage de ’Pataphysique, di cui è appena uscito il numero Zero, che porta su di sé stampigliata la gloriosa data di nascita: 8 sabbia 139 E.P. (Era Patafisica). Ne è direttrice la Provveditrice Rogatrice Generale del Collage, la sempiterna Tania Lorandi; ne sono Datari di redazione Lavinia Emberti Gialloreti, Sandra Noto ed Emanuele Gabellini; il contabile phynanziario è Stefano Marinucci, mentre Antonio Castronuovo (che nel Collage indossa con una certa alterigia la toga di Reggente di ’Patafisica Generale & Dialettica delle Scienze Inutili) ne è Direttore Responsabile, cioè colui che finirà in manette se irresponsabilmente concederà di pubblicare qualcosa di non stretta ortodossia patafisica.

Di copiose soluzioni immaginarie – questo è certo – appare impregnato il numero Zero, che è numero squisitamente fetale. Ne dà il tono la copertina, col disegno di un putto tracciato da Leonardo da Vinci, e non poteva che essere così per il numero che si colloca agli albori della storia. Lo si capisce pure sfogliando e osservando tutte le immagini che vi appaiono, così semplici e complesse, così infantili e scientifiche al contempo: «Aprite l’occhio e vedrete», disse saggiamente un giorno Sua Magnificenza il dottor Sandomir.

Come tutti i bambini, che nascono zotici e alquanto maleducati, ecco che il numero Zero annuncia, con fare un po’ sgarbato: «Il Quaderno nasce come strumento del Collage de ’Pataphysique e si propone di essere luogo di riflessione, approfondimento teorico e indagine attorno agli epifenomeni e alle leggi d’eccezione. Si propone altresì di procurare traduzioni inedite di testi di Alfred Jarry e altri autori patafisici, ma anche di pubblicare testi, disegni e opere grafiche di artisti patafisici contemporanei. La collaborazione si intende gratuita e ad invito». Capito? scrivere sul “Quaderno” è azione gratuita, ma per averlo si riceve l’onore di versare phynanza: sgarbato ma chiaro, e anche sublime nella sua sgarbatezza. Finalmente si lavora gratis e si legge a pagamento. Era ora.

Il numero Zero è riuscito molto più ricco di quel che gli organizzatori avrebbero voluto. Innanzitutto, e doverosamente nel principio e in apertura, Sua Magnificenza Vice Curatrice Lucy Green ci illumina su come Essere lo spazio in sé. Appaiono poi gli Statuti del Collegio di ’Patafisica, finalmente tradotti nel nostro idioma ed eccellentemente commentati da Castronuovo (cioè me). Vi appare la prima traduzione italica de Gli alcolizzati di Jarry, introdotti dall’ottima Lavinia Emberti Gialloreti. Vi appare, firmata da Ottavio Grappa, la storia dell’investimento a Provveditrice Generale di Melania Piumino, con la sua orazione investitoria. E fosse finita! Niente affatto: ecco ancora scritti di Patrice Bauduinet, Sebastiano Zampini, Marco Baj, Ugo Montessanto e Emanuele Gabellini, e, ecco ancora una sfilza di scritti fetali, nonché rubriche, recensioni e conferimenti vari.

Con un gesto di nobile superbia viene annunciato un largo programma di Futurità: leggeremo sui prossimi numeri componimenti, sicuramente all’altezza degli intenti, di Satrapesse e Satrapi (numero 1), di Provveditrici e Provveditori (n. 2), di Reggent(esse) e Reggenti (n. 3), di Datarie e Datari (n. 4). Che volete di più, pregiate patafisiche ed illustri patafisici? Non resta che pagare per abbonarsi, in modo da ricevere la rivista direttamente a casa. Tutte le indicazioni vi saranno fornite scrivendo alla mail “collagepataphysique@katamail.com” e chiedendo le spiegazioni, che arriveranno in un batter d'occhio, rapidamente, e senza dubbio.







Copertina del Quaderno Zero

Fig. 1
Copertina del Quaderno Zero




Foto cortesia Antonio Castronuovo

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