bta.it Frontespizio Indice Rapido Cerca nel sito www.bta.it Ufficio Stampa Sali di un livello english
Contatti: Modi/Tass  
Enrica Torelli Landini
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 18 Aprile 2012, n. 646
http://www.bta.it/txt/a0/06/bta00646.html
Precedente
Successivo
Tutti
Area Mostre

Creare un contatto tra un’icona dell’arte contemporanea e l’opera di un’artista emergente, lontani per matrice culturale e appartenenza generazionale, appare un’operazione quasi impossibile, se non addirittura irriverente. Il risultato che ci si aspetta non potrà dunque che essere una sorta di frizione, un lieve terremoto dall’aspetto fantasmagorico e i mezzi non potranno che essere l’artificio, la fumisterie, una certa impostura nutrita da una buona dose di ironia.

Ironia per dare leggerezza, lievità a questo incontro-scontro, inevitabile dal momento che la sede espositiva è copiosamente imbevuta e cosparsa da documenti del grande Amedeo Modigliani; documenti anche rappresentati da copie di sculture tra le più aggressive.

Un’allarmante rete di rapporti, un gioco di relazioni, di contatti, ben lontani dal creare parallelismi, ma tesi se mai a mettere in corto circuito, a provocare accostamenti stridenti, estremi. I contatti, i rapporti si stabiliscono in un intreccio di vere o false non-somiglianze che testimoniano una pratica dell’immagine, del suo uso, di una sua manipolazione. L’aspetto effimero, temporaneo, provvisorio delle lastre ologrammate di Dora Tass pone dunque una riflessione su un nuovo, libero modo di pensare le immagini. Ne sortisce un inventario di temi, di idee, non sviluppati ma costantemente presenti.

L’arte è ironia – scriveva Ardengo Soffici – “il Senso dei Sensi” non è altro che “un Nonsenso e per ciò stesso insolubile”. Quel “Nonsenso” nel nostro caso è affidato alla intrusione intorno al volto ieratico di una gigantesca ‘testa’ di Modigliani di due cornette telefoniche volanti che fuoriescono dalle immagini ologrammate dei rispettivi apparecchi telefonici, anch’essi documenti, memorie di oggetti della ormai obsoleta comunicazione analogica.

La libertà nell’accostamento produce quella giocosità, quella danzante ironia grazie all’intuizione fuggevole di prodigio che ci sfiora di fronte alle apparizioni luminose delle copie olografiche, nate grazie ad un esperimento tecnico affidato alla proiezione molecolare. Il mezzo di attrito/contrasto nel contatto tra le opere Modi/Tass è offerto – mi sembra - dal tema dell’apparizione causato dall’inconsistenza dell’oggetto, tanto che non è insensato scorgere nelle improvvise visioni che l’occhio capta di fronte alle lastre in plexiglas, un’epifania che sottrae le immagini/visioni al loro intrinseco tecnicismo.

Il gioco sul buio, la tavola nera di supporto, illuminata da una fonte luminosa abilmente orchestrata, rende gli objets simili a misteriose apparizioni, a una successione allucinante di innocue (?) macchine infernali che appaiono e scompaiono come un improvviso “lampo” della memoria.  Non salti fatui verso il sublime, ma un’attitudine costante al rischio, al perturbante, al paradosso.

Come ho già avuto modo di osservare, nella presentazione degli ologrammi di Dora Tass all’ultima Biennale veneziana, la tastiera della macchina da scrivere, o le bobine della vecchia telecamera, se da un lato ricordano in quanto oggetti vaghe ascendenze duchampiane, dall’altro impongono alla visione un gioco liberatorio del pensiero. Insomma il  ready-made duchampiano, sostanziato dalla sfera dell’apparizione, dell’epifania, diviene un vero gioco sui prodigi, un anti-ready-made.

Se di uno sfioramento surreale (o surrealista) si può parlare nelle modalità d’uso delle immagini ologrammate, questo è maggiormente ravvisabile in quella ‘surrealtà’ faticosamente portata avanti da Georges Bataille sui fogli di ««Documents» con gli accostamenti triviali delle sue fotografie (documenti, appunto) che mettono a nudo uno scarto tra realtà e immaginario, tra realtà e simulazione, grazie alla provocazione di un corto circuito, di una paradossale quanto imprevedibile rete di rapporti che ha fatto affermare a una certa critica che la rilettura di «Documents» può presentarsi oggi come un autentico momento chiave del pensiero moderno sull’immagine.

La qualità eminentemente mentale, analitica e critica del lavoro, si distacca tuttavia dalla ‘corposità scomposta’ degli esperimenti di Bataille sull’immagine, provocando tuttavia un risultato per certi versi simile.



LA MOSTRA

Dora Tass. Contact: Modi/Tass
a cura di Enrica TORELLI LANDINI
Modigliani Institut
Archives Légales Paris - Rome
Palazzo Taverna. Roma
8 novembre -30 novembre 2011




























Ologramma con testa di cariatide di Modigliani

Fig. 1
DORA TASS, Ologramma con testa di cariatide di Modigliani, 2011
30 x 40 cm.

hologram

Fig. 2
DORA TASS, hologram, 2011
ologramma

Olivetti & hologram assemblage

Fig. 3
DORA TASS, Olivetti & hologram assemblage, 2011, composizione plastica di un ologramma e una macchina da scrivere

Invito Web alla Mostra

Fig. 4
DORA TASS, Invito Web alla Mostra, 2011

Allestimento espositivo di una sala della Mostra a Palazzo Taverna

Fig. 5
DORA TASS, Allestimento espositivo di una sala della Mostra a Palazzo Taverna, 2011

Allestimento espositivo di una sala della Mostra a Palazzo Taverna

Fig. 6
DORA TASS, Allestimento espositivo di una sala della Mostra a Palazzo Taverna, particolare, 2011

Allestimento espositivo di una sala della Mostra a Palazzo Taverna

Fig. 7
DORA TASS, Allestimento espositivo di una sala della Mostra a Palazzo Taverna, altro particolare, 2011




Foto cortesia Dora Tass

Contributo valutato da due referees anonimi nel rispetto delle finalità scientifiche, informative, creative e culturali storico-artistiche della rivista

Risali



BTA copyright MECENATI Mail to www@bta.it