La civiltà islamica in Sicilia
dal IX all’XI secolo come modello di sintesi e trasmissione delle grandi
civiltà antiche verso l’età moderna, come esempio di governo, alle origini, per
i Normanni che ne perpetuarono la tradizione. La koinè mediterranea come manifesto filosofico e morale, come
tentativo di fratellanza tra i popoli in un tempo carico di tensioni e
integralismi. L’arte islamica in Sicilia per promuovere quel processo di riedificazione
di un’identità fondata sui valori della cultura, della cooperazione, degli
intrecci, delle contaminazioni. Questo sogno che ha accompagnato la vita ed è
ancora l’eredità di Ludovico Corrao, fondatore e primo presidente della
Fondazione Orestiadi (con due sedi, una a Gibellina e una a Tunisi), è
diventato: un progetto di ricostruzione della città di Gibellina dopo il terremoto
che sconvolse il Belìce nel 1968; il più grande museo di arte contemporanea
della Sicilia; un libro; e, oggi, anche un’esposizione con un filo conduttore
lunghissimo, il Mediterraneo, ad allacciare le sponde dei continenti, e quattro
sezioni a dipanarlo (archeologica, etnoantropologica, contemporanea e multimediale).
L’Islam
in Sicilia, un giardino tra due civiltà è una mostra importante per
molti motivi: il rigore scientifico con cui è stata pensata ed allestita
(curata da Giuseppe Aiello, Alessandra Bagnera, Achille Bonito Oliva, Francesca
Corrao, Antonino Cusumano, Vincenzo Fiammetta, Lorenzo Romito e importanti
contributi in catalogo), il messaggio di senso che l’ha generata, le opere (in
prestito temporaneo e quelle della collezione permanente) dall’alto valore
simbolico, storico e artistico che la costituiscono, le attività correlate che
l’accompagnano (concerti, reading di poesia, laboratori didattico teatrali e un
convegno sull’importanza della traduzione nello scambio dialogico
interculturale).
Per una felice coincidenza
questo giardino fiorisce dopo la primavera araba, dopo i gelsomini, dopo la protesta politica,
morale ed etica che ha portato i popoli islamici a riversarsi nelle strade e
nelle piazze per affermare il rifuto dell’autoritarismo, della corruzione, del
furto dei beni del paese, del nepotismo, del favoritismo, dell’umiliazione,
dell’illegittimità che avevano sostenuto i regimi autoritari. Una rivoluzione
che ha portato gli europei a una nuova visione (molto diversa da quella che si
era diffusa dopo gli attentati dell’11 settembre 2001), di una società araba
attraversata da diverse correnti islamiche di cui quella fondamentalista non è
che una minima parte (sostenuta da pochi); di un mondo in cui non dovrebbe più
essere possibile, da nessuna parte, anteporre gli affari ai diritti dell’uomo. Nonostante
questo, la coesistenza è ancora difficile, sulle carrette del mare, nei campi
accoglienza, nell’integrazione tra i popoli. Anche per questo, la mostra
sostenuta dall’Assessorato Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo con il
patrocinio del Ministero degli Affari Esteri diventa di lungimirante importanza
per un futuro che si affida anche al valore dell’educazione attraverso l’arte,
la cultura, la Storia.
La Sezione Archeologica si
concentra sulle testimonianze materiali collocabili nell’arco cronologico
compreso tra l’827 (conquista islamica dell’isola con la sbarco a Mazara) e il
1040 (anno dello sfaldamento del regno dei Kalbiti): iscrizioni, monete,
gettoni vitrei, sigilli di piombo, principali fasi produttive della ceramica
invetriata prodotta con tecniche fino ad allora sconosciute alla Sicilia e
all’occidente. La presenza, inoltre, di alcuni vasi da noria costituisce lo
spunto per raccontare le nuove conoscenze diffuse grazie allo scambio culturale
con questi popoli: lo sfruttamento delle risorse idriche nei sistemi di
coltivazione, nuove pratiche agricole, nuove colture, nuovi modi di concepire
il paesaggio, compreso quello urbano, grazie alla diffusione di orti e
giardini.
La Sezione Etnoantropologica racconta
alcune fondamentali eredità generate dalle migrazioni islamiche: l’uso
dell’aratro a chiodo nelle campagne, i sistemi di molitura dei cereali, l’arte
dell’intrecciare le fibre vegetali, il prelievo e la distribuzione delle acque
per le colture, la lavorazione dell’argilla per la produzione delle ceramiche,
la pesca delle spugne, del corallo e del tonno. Particolare rilievo viene dato
alle differenze e alle analogie di alcune presenze comuni come quella del
teatro delle marionette, dei pupi di zucchero, della figura popolare di Giufà -
Giuhà in entrambe le tradizioni letterarie. I pannelli didattici a sostegno
delle vetrine che custodiscono carte e foto tratte da archivi privati e
familiari di entrambe le sponde, riportano anche numerose migrazioni lessicali
diffusamente documentate tra l’arabo e il siciliano che restituiscono lo
scambio, avvenuto per secoli fino ad oggi, in antiche e nuove rotte.
La Sezione Contemporanea abbatte
ogni barriera geopolitica e culturale grazie al principio di contaminazione, valorizza
gli intrecci possibili tra visioni differenti di artisti di riconosciuta fama
internazionale, tra astrazione e figurazione, tecnica pittorica e perizia
immaginifica dei video, arte concettuale e realizzazioni site specific. Opere di Accardi, Adonis, Ben Slimane, Boero,
Boetti, Briki, Cahen, Canzoneri, Ciussi, Consagra, Cossyro, Dalloul, Diodato,
Ducrot, Abbaci, Fraterno, Frish Peri, Guillermain, Impellizzeri, Innocente,
Isgrò, Leone, Leto, Mahdaoui, Nasr, Nunzio, Pace, Paladino, Santomaso,
Schifano, Taravella, Turcato, Zygouri. Fascinoso dialogo di linguaggi di segni stranieri
e forme familiari. Incontri tra culture diverse, sconfinamenti e
sperimentazioni, da Oriente a Occidente e viceversa, a conferma che l’arte
celebra come valore centrale la coesistenza delle differenze.
La Sezione Multimediale si
integra perfettamente alle altre sezioni e dona loro, in maniera innovativa, un
valore aggiunto grazie a nuove tecnologie e ad alcune installazioni cariche di
significato, nell’eterno discorso della Storia che cerca nel passato risposte
per il futuro. Di particolare intensità, La
Biblioteca arabo
sicula, selezione di testi di viaggiatori arabi in Sicilia, serigrafie su
cristallo, di Stalker e Antonio De Luca. I Paesaggi
etnomusicali, frutto delle ricerche di Mario Crispi sulle similitudini tra
le sorgenti delle tradizioni orali di Sicilia e Maghreb. Waiting news Scambi di rotta progetto di Stalker, Amisnet e il
Comitato dei genitori degli scomparsi nella traversata verso l’Italia, mai più
ritrovati, nell’indifferenza delle istituzioni. Dei 23 mila partiti dalle coste
tunisine nella primavera 2011, 1500 sono morti in mare e 236 scomparsi nel
nulla. L’opera raccoglie i frammenti delle testimonianze dei familiari e si
appella alle istituzioni democratiche perché aumentino gli strumenti di controllo
e sicurezza nel Canale di Sicilia.
L’Islam
in Sicilia è una mostra unica nel suo genere per l’integrazione
sinergica delle differenti sezioni, un percorso avvincente, il racconto per
testimonianze e immagini di un’avventura migratoria senza fine che, oggi come
ieri, descrive orizzonti incrociati di peregrinazioni e speranze.
LA MOSTRA
Islam
in Sicilia. Un giardino tra due civiltà
dal 30 marzo al 15 maggio
2012
Museo delle Trame
Mediterranee,
Fondazione Orestiadi di
Gibellina (Trapani)
Baglio Di Stefano, 91024
Gibellina (Trapani), Italy
Ingresso gratuito
Lun-Ven: 9.00-18.00 Sab: 9.00-13.00
Telefono 0924 67844
Sito Web http://www.orestiadi.it
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