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L'Islam in Sicilia, un giardino tra due civiltà fiorito alla Fondazione Orestiadi di Gibellina, dopo secoli di semina  
Mercedes Auteri
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 9 Maggio 2012, n. 649
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La civiltà islamica in Sicilia dal IX all’XI secolo come modello di sintesi e trasmissione delle grandi civiltà antiche verso l’età moderna, come esempio di governo, alle origini, per i Normanni che ne perpetuarono la tradizione. La koinè mediterranea come manifesto filosofico e morale, come tentativo di fratellanza tra i popoli in un tempo carico di tensioni e integralismi. L’arte islamica in Sicilia per promuovere quel processo di riedificazione di un’identità fondata sui valori della cultura, della cooperazione, degli intrecci, delle contaminazioni. Questo sogno che ha accompagnato la vita ed è ancora l’eredità di Ludovico Corrao, fondatore e primo presidente della Fondazione Orestiadi (con due sedi, una a Gibellina e una a Tunisi), è diventato: un progetto di ricostruzione della città di Gibellina dopo il terremoto che sconvolse il Belìce nel 1968; il più grande museo di arte contemporanea della Sicilia; un libro; e, oggi, anche un’esposizione con un filo conduttore lunghissimo, il Mediterraneo, ad allacciare le sponde dei continenti, e quattro sezioni a dipanarlo (archeologica, etnoantropologica, contemporanea e multimediale).

L’Islam in Sicilia, un giardino tra due civiltà è una mostra importante per molti motivi: il rigore scientifico con cui è stata pensata ed allestita (curata da Giuseppe Aiello, Alessandra Bagnera, Achille Bonito Oliva, Francesca Corrao, Antonino Cusumano, Vincenzo Fiammetta, Lorenzo Romito e importanti contributi in catalogo), il messaggio di senso che l’ha generata, le opere (in prestito temporaneo e quelle della collezione permanente) dall’alto valore simbolico, storico e artistico che la costituiscono, le attività correlate che l’accompagnano (concerti, reading di poesia, laboratori didattico teatrali e un convegno sull’importanza della traduzione nello scambio dialogico interculturale).

Per una felice coincidenza questo giardino fiorisce dopo la primavera araba, dopo i gelsomini, dopo la protesta politica, morale ed etica che ha portato i popoli islamici a riversarsi nelle strade e nelle piazze per affermare il rifuto dell’autoritarismo, della corruzione, del furto dei beni del paese, del nepotismo, del favoritismo, dell’umiliazione, dell’illegittimità che avevano sostenuto i regimi autoritari. Una rivoluzione che ha portato gli europei a una nuova visione (molto diversa da quella che si era diffusa dopo gli attentati dell’11 settembre 2001), di una società araba attraversata da diverse correnti islamiche di cui quella fondamentalista non è che una minima parte (sostenuta da pochi); di un mondo in cui non dovrebbe più essere possibile, da nessuna parte, anteporre gli affari ai diritti dell’uomo. Nonostante questo, la coesistenza è ancora difficile, sulle carrette del mare, nei campi accoglienza, nell’integrazione tra i popoli. Anche per questo, la mostra sostenuta dall’Assessorato Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri diventa di lungimirante importanza per un futuro che si affida anche al valore dell’educazione attraverso l’arte, la cultura, la Storia.

La Sezione Archeologica si concentra sulle testimonianze materiali collocabili nell’arco cronologico compreso tra l’827 (conquista islamica dell’isola con la sbarco a Mazara) e il 1040 (anno dello sfaldamento del regno dei Kalbiti): iscrizioni, monete, gettoni vitrei, sigilli di piombo, principali fasi produttive della ceramica invetriata prodotta con tecniche fino ad allora sconosciute alla Sicilia e all’occidente. La presenza, inoltre, di alcuni vasi da noria costituisce lo spunto per raccontare le nuove conoscenze diffuse grazie allo scambio culturale con questi popoli: lo sfruttamento delle risorse idriche nei sistemi di coltivazione, nuove pratiche agricole, nuove colture, nuovi modi di concepire il paesaggio, compreso quello urbano, grazie alla diffusione di orti e giardini.

La Sezione Etnoantropologica racconta alcune fondamentali eredità generate dalle migrazioni islamiche: l’uso dell’aratro a chiodo nelle campagne, i sistemi di molitura dei cereali, l’arte dell’intrecciare le fibre vegetali, il prelievo e la distribuzione delle acque per le colture, la lavorazione dell’argilla per la produzione delle ceramiche, la pesca delle spugne, del corallo e del tonno. Particolare rilievo viene dato alle differenze e alle analogie di alcune presenze comuni come quella del teatro delle marionette, dei pupi di zucchero, della figura popolare di Giufà - Giuhà in entrambe le tradizioni letterarie. I pannelli didattici a sostegno delle vetrine che custodiscono carte e foto tratte da archivi privati e familiari di entrambe le sponde, riportano anche numerose migrazioni lessicali diffusamente documentate tra l’arabo e il siciliano che restituiscono lo scambio, avvenuto per secoli fino ad oggi, in antiche e nuove rotte.

La Sezione Contemporanea abbatte ogni barriera geopolitica e culturale grazie al principio di contaminazione, valorizza gli intrecci possibili tra visioni differenti di artisti di riconosciuta fama internazionale, tra astrazione e figurazione, tecnica pittorica e perizia immaginifica dei video, arte concettuale e realizzazioni site specific. Opere di Accardi, Adonis, Ben Slimane, Boero, Boetti, Briki, Cahen, Canzoneri, Ciussi, Consagra, Cossyro, Dalloul, Diodato, Ducrot, Abbaci, Fraterno, Frish Peri, Guillermain, Impellizzeri, Innocente, Isgrò, Leone, Leto, Mahdaoui, Nasr, Nunzio, Pace, Paladino, Santomaso, Schifano, Taravella, Turcato, Zygouri. Fascinoso dialogo di linguaggi di segni stranieri e forme familiari. Incontri tra culture diverse, sconfinamenti e sperimentazioni, da Oriente a Occidente e viceversa, a conferma che l’arte celebra come valore centrale la coesistenza delle differenze.

La Sezione Multimediale si integra perfettamente alle altre sezioni e dona loro, in maniera innovativa, un valore aggiunto grazie a nuove tecnologie e ad alcune installazioni cariche di significato, nell’eterno discorso della Storia che cerca nel passato risposte per il futuro. Di particolare intensità, La Biblioteca arabo sicula, selezione di testi di viaggiatori arabi in Sicilia, serigrafie su cristallo, di Stalker e Antonio De Luca. I Paesaggi etnomusicali, frutto delle ricerche di Mario Crispi sulle similitudini tra le sorgenti delle tradizioni orali di Sicilia e Maghreb. Waiting news Scambi di rotta progetto di Stalker, Amisnet e il Comitato dei genitori degli scomparsi nella traversata verso l’Italia, mai più ritrovati, nell’indifferenza delle istituzioni. Dei 23 mila partiti dalle coste tunisine nella primavera 2011, 1500 sono morti in mare e 236 scomparsi nel nulla. L’opera raccoglie i frammenti delle testimonianze dei familiari e si appella alle istituzioni democratiche perché aumentino gli strumenti di controllo e sicurezza nel Canale di Sicilia.

L’Islam in Sicilia è una mostra unica nel suo genere per l’integrazione sinergica delle differenti sezioni, un percorso avvincente, il racconto per testimonianze e immagini di un’avventura migratoria senza fine che, oggi come ieri, descrive orizzonti incrociati di peregrinazioni e speranze.


 

 

LA MOSTRA
Islam in Sicilia. Un giardino tra due civiltà
dal 30 marzo al 15 maggio 2012
Museo delle Trame Mediterranee,
Fondazione Orestiadi di Gibellina (Trapani)
Baglio Di Stefano, 91024 Gibellina (Trapani), Italy
Ingresso gratuito
Lun-Ven:          9.00-18.00 Sab:           9.00-13.00
Telefono           0924 67844
Sito Web         
http://www.orestiadi.it








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Gibellina, Islam in Sicilia

Fig. 1
Islam in Sicilia
Gibellina

Gibellina, Islam in Sicilia

Fig. 2
Islam in Sicilia
Gibellina

Gibellina, Islam in Sicilia

Fig. 3
Islam in Sicilia
Gibellina

Gibellina, Islam in Sicilia

Fig. 4
Islam in Sicilia
Gibellina

Gibellina, Islam in Sicilia

Fig. 5
Islam in Sicilia
Gibellina

Gibellina, Islam in Sicilia

Fig. 6
Islam in Sicilia
Gibellina

Contributo valutato da due referees anonimi nel rispetto delle finalità scientifiche, informative, creative e culturali storico-artistiche della rivista

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