Si è tenuta dal 7 al 28 luglio 2013 a Campobasso
l’interessante mostra “Taccuini
d’artista, I percorsi nascosti della ‘creattività’” nata dalla feconda collaborazione tra il “Poetadisuggestionivisive” Donato Di Poce e l’”Artistad’invenzionipoeticomateriche” Mauro Rea.
Ho avuto modo di ammirare in anteprima le opere del Taccuino di Manuela Mazzini, donna di
grande carattere e pittrice di talento.
Nei suoi lavori Manuela ha rilanciato in modo originale e
brillante un’idea non nuova nell’arte del ‘900:
sovrapporre opere di artisti famosi alle sue performances creative non era certo un gioco da bambini, ma lei è
riuscita a farlo con raffinata e consapevole disinvoltura. Il risultato è una sorta di “collage-mixage” tra le proprie composizioni geometriche e le opere
di Maestri della pittura di temperamento diverso anche se non lontani nel tempo
e nello spazio: un intreccio di emozioni e uno scontro - incontro di linguaggi.
Scontro esplosivo con relative “scheggescintille” che provocano risposte
visive nello spettatore e quindi nuove sinergie tra i messaggi intrecciati e la
percezione degli stessi.
Nel “Taccuino” intitolato
“Baciami ancora”, a conclusione di una serie di esperienze pittoriche tese a
rilanciare un’ampia gamma di variazioni geometriche e cromatiche ereditate
dalla pittura futurista e astratta, ma configurate in modo originale dentro un
personale vocabolario espressivo, la Mazzini si esprime in modo del tutto
singolare.
Con le fantasurreogeometrie del Taccuino riesce infatti a superare il
proprio “Esprit de Géométrie”, cioè
la perfezione un po’ fredda delle sue composizioni, proponendo la novità di un
singolare quanto paradossale “Esprit de
finesse”: dico paradossale perché l’elegante deciso e mai compiaciuto distacco dell’autrice nella e dalla
propria opera qui si manifesta in modo quasi
aggressivo, mitigato dall’ironia e dal divertito umorismo delle invenzioni.
Oltre ad avere un significato
nuovo sul piano strettamente legato al modo di “fare arte”, “Baciami ancora” della Mazzini sul piano della comunicazione
è una vera novità perché la sua “riedizione” del titolo del noto film di Gabriele
Muccino realizza in modo originale l’integrazione tra due universi del
comunicare: quello delle arti figurative e quello del linguaggio cinematografico,
capace, quest’ultimo, di rappresentare efficacemente il clima di un’epoca
(il corsivo è nostro).
Mi fermerò in particolare su
questo evento comunicativo perché lo considero un potenziale punto di partenza
per rinnovare i linguaggi di manifestazioni artistiche “socialmente rilevanti”,
cioè potenzialmente aperte a nuovi settori di pubblico e capaci di coinvolgerli
in azioni o comportamenti creativi che si contagiano e si espandono a macchia
di leopardo (attenzione: non di giaguaro!).
Questo contagio può avere un
valore altamente costruttivo se consideriamo che la grave crisi di valori che
opprime tutto il mondo sembra oggi senza riscatto per
l’emarginazione-estraniazione della maggioranza dei cittadini dal dibattito
culturale e dal “farsi” dell’arte nelle sue varie manifestazioni, ad eccezione
del canto e della musica.
“Baciami ancora” di Muccino è un film che, se pure non
raggiunge livelli di alta qualità artistica, esprime e traduce le angosce di
un’intera generazione drammaticamente oscillante tra vicende amorose che si
allacciano e si snodano intorno ad amori impossibili, passioni devastanti,
fughe ritorni e riappacificazioni, in perfetta sintonia con i nostri tempi
sprofondati nel caos sociale politico e psicologico. Già il titolo di un
precedente film di Muccino (2001) aveva portato alla ribalta il tema del bacio,
eterno simbolo del rapporto d’amore: un travolgente bacio tra Carlo (Stefano
Accorsi) e un’affascinante diciottenne aveva infatti spezzato il rapporto del
giovane con Giulia (Giovanna Mezzogiorno), benché i due fossero vicini ad unire
per sempre le loro vite: e questo sconvolgimento aveva trascinato anche altre
nevrotiche coppie di amici in un inquietante vortice esistenziale. In Baciami ancora, secondo film di Muccino
(2010), la storia continua: Carlo e Giulia tornano ad incontrarsi perché il
sentimento e la passione, maturati nel tempo attraverso dolorose vicende di
vita, li riavvicinano fatalmente: e il bacio è il simbolo di questo nuovo
incontro.
Qui entra in gioco l’operazione–Mazzini che acquista un
significato tutto particolare: il titolo scelto per il Taccuino d’artista, Baciami ancora ha l’effetto di
rilanciare con potente attualità la “suggestione amorosa” dell’opera di Chagall su cui la
nostra pittrice ha lavorato sottolineandone l’eros e gli affetti, oggi spesso
dimenticati a favore del sesso: la composizione geometrica multispaziale rende
graffiante lo sfondo da cui Marc e la dolce Bella emergono unendosi nel bacio e
moltiplica l’intenzione paradossa, lanciando quel grande amore passato in
primissimo piano e agganciandolo al titolo. Dalle mani che stringono il
mazzetto della sposa, anch’esso con valore di oggetto-simbolo dell’unione
matrimoniale, partono raggi che delimitano i vivaci colori sottolineandone
l’espansione, ad indicare la potenza del gesto e del sentimento.
Quasi magica-mente, grazie a quelle geometrie vigorose che
si intersecano, Manuela dilata l’effetto Chagall: ed esalta la nostalgia,
evocata dalla lievitazione dei due amanti che “si baciano ancora”, di un passato
che non c’è più, ma che riesce comunque a farci assaporare passioni-emozioni
tanto vive e presenti nella dimensione di vita del grande artista, quanto
confuse contraddittorie nello sviluppo della storia narrata da Muccino.
Per non cadere nella retorica
amorosa Manuela Mazzini condisce tutto con una buona dose d’ironia, anche se
l’atmosfera del suo quadro è come pervasa da una malinconia che addolcisce l’humour, mentre la libertà estrema,
sottolineata dalla pittrice, dell’inusuale bacio che si realizza tra due amanti
“in volo” è ancorata alla realtà dal protrarsi del gesto amoroso che ne investe
l’intero essere e perdura nel tempo: così, se i colori si baciano quasi di
nascosto, teneri come i due amanti, le linee rigide sullo sfondo stanno lì ad
insistere con intransigenza che “Con l’amore non si scherza”.
E non mollano mai la preda, non c’è punto della composizione
in cui si dissolvano. Come dire: nonostante tutto io credo all’amore perché lo
vivo. E lo vive con quel pudore che fa da velo ai sentimenti più veri che non
hanno bisogno di essere esibiti, come ci suggerisce la fotografia di Manuela e
del suo compagno e partner-nell’-Arte Mauro Rea che si abbracciano, in cui lei
è ritratta di spalle e lui è proprio buffo, con gli occhiali disegnati storti e
la lingua-peperoncino rosso piccante.
A volte la sensibilità di una
donna innamorata dell’Arte (e non soltanto!) riesce a scoprire i segnali di
un’emozione segreta così preziosa da conferire significato a immagini e parole
che non riescono a trasmetterci più nulla. Questo è uno dei risultati
significativi dell’Arte e investe l’importante dimensione che abbraccia
l’intera gamma dei sentimenti di cui la donna, diciamolo pure apertis verbis, è protagonista indiscussa e appassionata
custode.
Manuela Mazzini si diverte e ci diverte con intelligenza
associando alle sue geometrie anche altre figure o icone, opera di Maestri
dell’Arte contemporanea, come Magritte e Picasso. Nel Taccuino d’artista intitolato “Baciami
ancora” la pittrice ha scoperto un
codice di linguaggio che se ne stava nascosto tra i colori della sua tavolozza
intensa e riservata ... e il bacio reso immortale dalla geniale fantasia del
grande Chagall tanto tempo fa e per sempre innamorato della propria compagna di
vita. Un codice di linguaggio che è riuscito a trascinare nel grande oceano
della poesia d’amore anche gli insicuri e
tormentati amanti di Muccino.
LA MOSTRA
TACCUINI
D’ARTISTA I percorsi nascosti della
creattività - Archivio Internazionale “Taccuini d'Artista” di Donato Di Poce.
MOSTRA
INTERNAZIONALE ITINERANTE: 130 Artisti – in rappresentanza di 13 nazioni c/o
Campobasso, AxA - Palladino Company. Catalogo Palladino Editore Dal 7 al 28
Luglio 2013.
Inaugurazione: Domenica 7 Luglio ore 20,00: Installazione La stanza di Arles e I Taccuini di Van Gogh di Mauro Rea con performance musicale di Peppe Renna. A
cura di Donato Di Poce e Mauro Rea. Direttore artistico:
Mauro Rea.
L’AUTRICE: MANUELA MAZZINI
Fig. 9
MANUELA MAZZINI, Foto personale
Nata a Cantù (Co), vive e lavora ad Avezzano.
E’ co-fondatore dell’Associazione Culturale “Marea - Servizi
per l’Arte”.
La sua è una “pittura geometrico- astrattista”, secondo la
definizione datale da A. Picariello, ma le folgoranti luminosita’ dei fasci di
luce intersecati incarnano pure una visione gioiosamente policroma, proiettata
verso un oscuro cielo. Lo sfavillare di colori può prendere diverse strade, per
esempio attraverso un geometrismo esasperato in molteplici figure che però si
armonizzano in giochi cromatici ad onta del polimorfismo assi metrico
dell’insieme (E. Borgatti).
ESPOSIZIONI DI MANUELA MAZZINI
1999
Avezzano, Galleria d’Arte Moderna;
2000
L’Aquila, Basilica di Collemaggio;
Avezzano Galleria d’Arte Moderna;
2002
Capistrello, Biblioteca Comunale;
Tagliacozzo,Sala Comunale;
Avezzano Galleria d’Arte Moderna;
2003
Bellano (Co), Sala Comunale;
Avezzano, Ricognizione dell’Arte Visiva
nell’Area Marsa;
Avezzano, Archivio di Stato “S’e’
desta.Pittori e Scultori d’Italia;
2004
Roma, Museo Storico della
Fanteria,”Aspetti dell’Arte del ‘900”;
Carsoli,”XI Premio di Pittura La
Portella”;
Roma, Palaz zo Pallavicini Ruspigliosi
“ Talking The Lead”Installazione con Mauro e Franco Rea;
Avezzano, Granai di Palazzo Torlonia
“Projects Objects Omaggio a C. Cagli” ;
2006
Vasanello (VT),” Artisti del ‘900
Italiano”;
2007
Roma, Associazione Culturale
PapiArte ;
2008
Amatrice (RI), Centro Turistico Lo
Scoiattolo “Contemporanea ‘08”;
2009
Roma, Complesso Monumentale del
Quirinale Sala dei Dioscuri, Dal
Futurismo al Contemporaneo;
Tagliacozzo,
Polo Museale Chiostro di San Francesco, Una
Polveriera di Fantasia. Dal Futurismo al Contemporaneo
Oriolo Romano, Palazzo Altieri, Pittori Abruzzesi in Evidence;
2010
Pescara, Museo d’Arte Contemporanea
Vittoria Colonna “PescarART 2010”;
Avezzano, “AZ Contemporary Art”;
2011
Pescara, Mediamuseum, La materia nello spazio urbano;
Campobasso, Galleria AXA, Ri- Generazione Italy;
Roma, Domus Talenti, CosmoGRAFIE tra Segno Materia e Visione;
Pescara, Mediamuseum, La materia nello spazio urbano;
Capistrello, “CapistrellArte Ia edizione”;
Avezzano, AZ Contemporary Art 2011;
Pescara, Palazzina Danelli, Strutture d’Arte: l’Arte e le sue Ricerche;
2012
Capistrello, “CapistrellArte II°
edizione”;
Pescara, Museo d’Arte Contemporanea
Vittoria Colonna, PescarART 2012
Atri, Palazzo Ducale “Solidarietà in Arte”
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