A
sei anni
dalla morte di Yves Saint Laurent, il cinema torna
a omaggiare una delle icone più rivoluzionarie della moda.
Jailil
Lespert ,
regista del film, è coautore della sceneggiatura a sei mani insieme
a Marie-Pierre Huster e Jacques Fieschi e marchio di una perla
ispirata all’omonimo libro di Laurence
Benaim.
Il
taglio biografico respira di quotidiano: la popolarità mondana è lo
scenario, ma il tessuto protagonista è Yves nella sua vita privata.
Non è un caso che il film sia indicato da Pierre Bergé come il più
adatto a far rivivere l'uomo Yves nella sua essenza fragile e
tormentata, creativa e ossessiva.
La
pellicola parte dalla morte di Christian Dior ,
quando Yves ha solo 21 anni e gli viene affidata la celebre sfilata
per la Maison
in cui incontrerà Pierre Bergé .
Il successo lo porta ad alti livelli mettendolo, però, profondamente
sotto pressione.
Sono
gli anni della Guerra in Algeria, patria del regista e dello
stilista: Saint Laurent viene licenziato dopo il suo ricovero per una
sindrome psichica in seguito alla chiamata alle armi.
Il
film si concentra sul ventennio che va dal 1956 al 1976: è la
scalata o meglio l'arrampicata di Yves (interpretato da Pierre Niney)
sulla cima della moda nella lotta contro la notorietà e quella
sindrome maniaco-depressiva che accompagna la sua ricerca frustrante.
Delizia
della moda, Saint Laurent colpisce la tradizione, rivoluziona, si
abbevera al mare dell'arte ,
ridisegna Mondrian, Picasso, Braque, Matisse, Andy Warhol, copre i
corpi di arte pura e cuce la strada per l'innovazione.
La
nevrosi guida la sua matita che disegna la storia della moda sui
fogli di carta: quelle mani nervose e quella gestualità
inconfondibile sono i pennelli per la tela del volto della donna
attraverso il tempo che anticipano il futuro dettando lo stile.
La
voce narrante è il partner di sempre nella vita come nell'arte:
Pierre Bergé (interpretato da Guillaume Gallienne) è il cofondatore
della celebre Yves Saint Laurent Company (YSL). A lui è affidata
anche l'effettiva partecipazione alla sceneggiatura per indagare la
personalità complessa dell'artista nella realtà effettiva cercando
di evitare il gossip e i retroscena dei giornali contemporanei.
“Nonostante
i demoni e le insicurezze che hanno tormentato il geniale designer,
fu proprio grazie al sostegno di Bergé che Yves riuscì nell’impresa
di trasformare il mondo della moda dell’epoca, costruendo attorno a
sé un mito
che
è rimasto a tutt’oggi intatto” .
Bergé
è
l'arma e la cura di Saint Laurent, l'ancora e il motore della sua
vita: burattinaio del privato e sostenitore dell'arte del genio,
dotato di uno spiccato fiuto per gli affari, sarà il sostegno e il
pilastro a cui aggrapparsi per l'artista nel suo vortice nevrotico.
Il
regista agisce come
voyeur
rispetto alle vicende: ha uno sguardo d'ammirazione e distacco,
attento a non violare la libertà dei personaggi, la loro indole, il
loro percorso nella storia. è
un testimone silenzioso che trattiene il coinvolgimento personale per
un uomo che ha una personalità più grande del mito che ha
costruito.
La
forza della sua vita basta a porre le carte della sua partita, mentre
medita con sguardo acuto, ma già assente da questa realtà, dietro
lenti profonde, specchi impalpabili di un mondo cognitivo
irraggiungibile.
La
creatività si allontana dagli interrogativi socio-politici della
questione algerina, a cui il popolo chiede risposte precise, e vira
sull'abisso emotivo della genialità del gesto che va oltre la storia
e corre più veloce del tempo.
Il
coinvolgimento del corpo è uno strumento di conoscenza, il tocco
tormentato per quella donna- manichino che incarna l'oggetto del
desiderio su cui modellare il tessuto di stile.
Il
contatto diventa l'esplorazione e la fusione tra i sogni della mente
e la realtà che vestiranno d'arte. Così la modella Victoire
(Charlotte Le Bon) diviene l'assaggio del mondo femminile da
plasmare, trait-d'union
e divertissement
tra
Saint Laurent e Bergé.
La
felicità dell'artista si sposa con i due momenti di lancio delle
collezioni: la primavera e l'autunno, stagioni di concretezza di
quelle creazioni covate nei mesi d'eccesso. La vita si fonde con
l'arte.
In
un film biografico la capacità degli attori è fondamentale:
preziosa è l'interpretazione di Pierre Niney, nuovo volto della
Comédie
Française,
abile nel reincarnare la complessa gestualità nevrotica e la
raffinatezza che contraddistinguono Saint Laurent.
Non
manca Laura Smet nel ruolo di Loulou de la Falaise, la celebre musa
di Yves che lui stesso volle come suo braccio destro.
“Una
pellicola in cui viene rievocato il vasto universo di Saint Laurent,
spaziando anche al di fuori del mondo patinato delle passerelle, per
andare a raccontare la vera vita dietro all’uomo che rivoluzionò
il concetto di moda”.
NOTE
SITOGRAFIA
C.Bardelli,
R. Serini, Pierre
Beré e Guillaume Gallienne, “vanityfair.it”,
2014
http://www.vanityfair.it/show/cinema/14/03/28/yves-saint-laurent-pierre-berge-guillaume-gallienne-intervista
In
Sicilia il primo queer fest , “Corriere del Mezzogiorno”,
21/04/2011,
A.Toscano,
Asta record per il tesoro di YSL. Per una poltrona 20 milioni,
“Il Giornale”, 27/02/2009,
YSL-Bergé
: les bronzes réclamés par Pékin vendus 28 millions d'euros,
“Le Figaro.fr” 25/02/2009
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