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Aby Warburg e Vannevar Bush: gli utopici supporti di studio tra Europa e Stati Uniti nel XX secolo  

Lara Scanu
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 8 Febbraio 2015, n. 755
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L’utopica macchina Memex, descritta da Vannevar Bush 1 nel suo profetico articolo As we may think 2 , si poneva come la soluzione a tutta una serie di problematiche legate alle attività di studio e di ricerca, prima tra tutte la meccanizzazione di dati testuali e visivi in un archivio personale in modo tale da poter effettuare confronti, sovrapposizioni e collegamenti tra vari materiali in precedenza reperiti, ponendosi in tal senso come precursore del sistema ipertestuale 3 e del personal computer.


Fig. 1

Figura 1: Illustrazione della macchina Memex, tratta dalla seconda edizione dell'articolo di Bush pubblicata nel 1945 in "Life"


Bush, nel descrivere il progetto della sua macchina di comparazione, seleziona alcune tra le più importanti tecnologie coeve, illuminandone il percorso ed indicandone lo sviluppo ultimo, fino al totale completamento: il Memex è, sostanzialmente, un calcolatore analogico, un dispositivo elettro-ottico, la cui unità operativa è il microfilm 4 .

La combinazione di queste nuove tecnologie con questo innovativo utilizzo insieme alla possibilità di controllare ogni sinapsi tramite una tastiera e un sistema di leve e bottoni e all’utilizzo della fotografia, consentiva a questa project machine di essere il clone elettronico dei processi della mente e del ragionamento umano.

I meccanismi interni al macchinario consentivano, oltre ad una rapida consultazione dei documenti e delle immagini archiviate, anche la possibilità di creare dei collegamenti stabili tra i vari materiali archiviati e la fondamentale opportunità inserire delle note a margine, degli appunti, dei commenti a corredare il materiale esistente.

Altra affermazione perspicace e veggente è quella della creazione di una figura professionale specializzata nella creazione di percorsi associativi, più o meno ciò che noi chiamiamo utente consapevole.

La progettazione e descrizione del Memex è da considerarsi il risultato di un lungo processo di sintesi sull’elaborazione della mente umana mediante accostamenti di vari elementi che si stava portando a compimento.


Fig. 2

Figura 2: Etienne - Jules Marey, Bird Flight, Pelican, 1886


La fine del XIX secolo aveva portato alla luce invenzioni come la fotografia 5 , che consente all’uomo di fermare l’istante in un’immagine. Ma, con il tempo, si sentì sempre più l’esigenza di riprodurre una situazione in movimento: dapprima la cronofotografia 6 , inventata dal medico francese Étienne - Jules Marey 7 , per un fine puramente scientifico, anche se in seguito questa tipologia di strumento venne utilizzata soprattutto dagli artisti futuristi per osservare la velocità e fissarla in un’immagine; successivamente si pensò ad un mezzo espressivo in grado sì di riprodurre una situazione, ma in movimento: nacque così il cinema nel 1891, dopo degli esperimenti precedenti, ed arrivò al grande successo con i fratelli Lumière 8 e con le teorie legate al montaggio e alla regia di Sergej Ejzenstejn 9 , elaborò un’opera teorica dal titolo molto eloquente: Il movimento espressivo 10 .


Fig. 3

Figura 3: Storia delle immagini in movimento: da sinistra, Joseph Nicéphore Niépce, Etienne - Jules Marey, i fratelli Lumière e Sergej Ejzenstein


Per dar luogo ad immagini in movimento la componente comparativista è molto forte, da un lato perché più figure di uno stesso soggetto realizzate in pose diverse danno luogo ad una sequenza ed è dunque importante che le immagini, tra loro confrontate, risultino diverse, dall’altro, nella cinematografia, ciò che conferisce espressione al movimento è proprio il confronto tra il testo scritto e l’interpretazione dell’attore, azione questa volta dalla figura mediatrice del regista.


Fig. 4

Figura 4: da sinistra, locandina del cinematografo Lumière e un celebre fotogramma dal film del 1925 La corazzata Potëmkin


L’interpretazione degli attori, che si basa principalmente sulle capacità del volto di esprimere ogni tipologia di emozioni, può essere uno snodo importate, per condurre lo studio culturalista sulla nascita del progetto Memex, parlare, seppur brevemente e in modo non troppo approfondito, della fisiognomica 11 , disciplina che tra XIX e XX secolo raggiunse dei risultati significativi.

Questo settore prende il nome da un termine greco coniato da Aristotele 12 e da lui utilizzato per individuare la scienza che deduceva degli aspetti spirituali di un individuo dal suo aspetto corporeo e dalle caratteristiche somatiche. A partire dal teorico greco, per tutto l’evo moderno, la fisiognomica fu una pratica utilizzata da artisti e filosofi, in ambito ritrattistico, caricaturale, morale e precettistico.


Fig. 5

Figura 5: Cesare Lombroso e una delle sue tavole comparative, tra Rivoluzionari e criminali politici, matti e folli


Il culmine di tale pratica si raggiunge in Germania con Theodor Piderit 13 e il suo Mimik und Physiognomik del 1858 e in Italia con Cesare Lombroso 14 , il quale dedicò numerosi scritti alla trattazione della materia, accompagnati da illustrazioni.

Il metodo comparativo testo - immagine – individuo era qui fondamentale non solo a livello di ricerca scientifica, ma anche e soprattutto per motivazioni di utilità sociale e civile, come indagini di pubblica sicurezza su omicidi, furti o crimini vari.

Sono significative, in tal senso, le tavole realizzate per la comparazione degli identikit tipizzati, che accompagnavano la descrizione testuale redatta dallo pseudo scienziato.

Procedendo sulla strada degli studi comparativisti contemporanei, si giunge all’attività di comparativismo linguistico, ovvero lo studio delle relazioni delle lingue, al fine di indagarne la storia e l’evoluzione; attivo, in tal senso, nel ramo dell’indoeuropeistica tra XIX e XX secolo è Hermann Osthoff 15 .

Anche le discipline storiche furono colpite dall’ondata comparativista, in particolare ad opera di Marck Bloch 16 e degli annalisti: nel 1928, infatti, lo storico francese scrisse Storia comparata delle società europee 17 , nel quale si cercano, mediante la comparazione, le cause comuni dei fenomeni e le influenze reciproche tra le società.

In realtà gli stessi padri della storia comparata 18 non amavano molto praticarla, preferendo a questo metodo sociologico le tradizionali classificazioni cronologiche, geografiche o per settori disciplinari, utilizzando quindi la disciplina comparatistica solo nei settori più vicini alla sociologia, vale a dire la demografia storica 19 e la storia economica quantitativa 20 .

Il settore in cui, però, la componente del comparativismo è molto forte è sicuramente la storia dell’arte, più in particolare l’ambito iconografico e critico.

Uno dei primi teorici ad utilizzare un metodo scientifico per l’attribuzione delle opere alla mano di un determinato artista fu Giovanni Morelli 21 , grande conoscitore d’arte proveniente da una formazione in ambito medico: egli prestava una fortissima attenzione a particolari anatomici o del vestiario, riproducendoli in disegni eseguiti da lui stesso, al fine di poterli confrontare con le opere reali e poterle, infine, attribuire, con una certa scientificità, alla mano di un artista.


Fig. 6

Figura 6: Giovanni Morelli e uno dei suoi disegni, esempio della sua pratica attribuzionista


Ma è, nuovamente, la Germania a produrre la mente più brillante in tale pratica: Aby Warburg 22 .

Egli, che amava definirsi “Amburghese di cuore, ebreo di sangue, d’anima fiorentino”, dedicò, nel 1888, una conferenza ai Tipi della Cappella Brancacci 23 , dove condusse un’indagine fisiognomica sugli affreschi masacceschi, rifacendosi al metodo morelliano sì, ma dimostrando la sua ampia conoscenza dei più svariati settori e studiosi, partendo da Charles Darwin 24 , i già citati Piderit e Osthoff e August Schmarsow 25 .

Tuttavia, le più significative applicazioni del metodo comparativo – associativo da parte del critico amburghese consistono nel Bilderatlas Mnemosyne e nella fondazione del Kulturwissenschaftliche Bibliotek.

Il cosiddetto Atlante della Memoria, ultimo progetto di Warburg, è composto da una serie di tavole (63 nell’ultima versione), ciascuna delle quali ha un "tema – polo", rappresentato da un’immagine posta al centro del pannello, circondato da altre immagini assemblate attorno al nucleo centrale secondo connessioni stabilite da Warburg stesso; talvolta, alcune opere vengono come zoomate, per rendere visibile in dettaglio che lega l’immagine complessiva al tema principale.

La macchina Mnemosyne aveva come principale obiettivo quello di dare parola alle immagini, consentendo loro di ricreare i processi formatori di pathosformeln 26 e le loro migrazioni tra le diverse culture. È, dunque, proprio il confronto di diversi elementi a dar luogo alla comune origine di un tema.

Il critico, purtroppo, lasciò incompleto il suo lavoro e, con l’avvento del Nazismo 27 , i suoi collaboratori, in particolare la sua assistente Gertrude Bing 28 , che aveva raccolto gli appunti del maestro, non riuscirono a gestire la complessità del materiale nel momento del trasferimento a Londra dell’Istituto e dovettero rinunciare alla pubblicazione, che avverrà, postuma ed incompleta, a sua volta, a Vienna nel 1994.

Il secondo progetto warburghiano, oggi inserito nell’istituzione nota come Warburg Institute con sede a Bloomsbury, quartiere di Londra, è una biblioteca che conserva e gestisce materiale di ricerca per oltre 350000 volumi collocati su scaffali aperti, eccezion fatta per libri rari e di valore, oltre ad un cospicuo numero di fotografie, queste ultime parte dell’Archivio Warburg, anch’esso ivi custodito.


Fig. 7

Figura 7: Bilderatlas Mnemosyne, tafel 6: Antike Vorprägungen: Raub (Proserpina, Unterwelt [Tafel 5]). Opfer (Polyxena). Opfernde Mänade (Priesterin). Tod des Priesters (Laokoon). Conclamatio. Tanz des Priesters (Isis). Grabtä nzerin en. Achill auf Skyros (als Chorführer?)


Fig. 8

Figura 8: Biblioteca Warburg, Amburgo


La Biblioteca Warburg è costruita secondo il principio del buon vicinato 29 : l’insolito sistema di catalogazione si basa sulla divisione della storia umana in quattro categorie, azione, orientamento, parola e lingua, e la collocazione dei volumi è progettata in modo tematico ed interdisciplinare, garantendo al ricercatore il facile reperimento di materiali tra di loro confrontabili e su argomenti analoghi entro uno stesso scaffale, ignorando totalmente le regole della biblioteconomia tradizionale 30 .

Dopo la morte di Warburg, l’avvento di Hitler ed il clima pre bellico, gran parte degli studiosi europei iniziarono ad emigrare verso gli Stati Uniti, i cerca di un territorio più fertile entro cui elaborare nuove teorie: così anche alcuni degli allievi del critico amburghese, primo tra tutti il padre teorico dell’iconologia Erwin Panofsky 31 , si trasferirono nel nuovo continente, portando con loro tutto il mental set europeo del periodo tra le due guerre. Fu in questo contesto culturale che nacque un’opera come Studi di Iconologia 32 , fondamento della nascente disciplina iconologica.

Nello stesso ambiente in cui la storia dell’arte porta la tradizione europea e la modifica innovandola, la tecnologia pre ipertestuale muove i suoi primi passi, traendo da questa antica tradizione culturale del vecchio continente dei nuclei concettuali fondamentali, che saranno il principio attraverso il quale progettare una macchina per rendere democratica la selezione di materiali attuata dal pensiero umano.

L’analogicità dell’operato di Warburg e la digitalità del progetto di Bush avevano l’unico fine di facilitare e rendere patrimonio l’intelletto dell’uomo.


Fig. 9

Figura 9: da sinistra, Aby Warburg e Vannevar Bush








È con stima ed affetto che ringrazio le professoresse Claudia Cieri Via e Paola Castellucci per avermi permesso, con i loro insegnamenti, di attuare questa riflessione, che ha l’intento di collegare fenomeni di ambiti apparentemente diversi, ma che, in nome della multidisciplinarietà, hanno un’unica esigenza culturale di fondo.










NOTE

1 Scienziato, inventore e tecnologo statunitense, Everett, 1890 – Belmont, 1974. Coordinò le attività di ricerca per gli Stati Uniti d’America durante il secondo conflitto mondiale.

2 BUSH 1945.

3 Termine coniato dal sociologo e pioniere dell’informatica statunitense Ted Nelson (1937 – viv.) nell’ambito di una conferenza, pubblicata con il titolo Complex Information Processing: A File Structure for the Complex, the Changing, and the Indeterminate nel 1965 (NELSON 1965), è la possibilità ci creare dei collega enti fissi e molteplici tra vari documenti, siano essi scritti, visivi o sonori (in questi ultimi due casi il termine più corretto da utilizzare è ipermedia).

4 Supporto analogico su pellicola attraverso il quale è possibile conservare documenti e/o immagini al fine di trasmetterli, leggerli e stamparli.

5 È un’immagine ottenuta tramite la registrazione statica e permanente delle emanazioni luminose, proiettate su una superficie fotosensibile tramite un sistema ottico. La prima camera oscura per ottenere le prime fotografie fu realizzata nel 1813 da Joseph Nicéphore Niépce (Ricercatore e fotografo francese, Chalon-sur-Saône, 1765 – Saint-Loup-de-Varennes, 1833).

6 Mezzo attraverso cui poter registrare in un’unica immagine fotografica varie posizioni di un soggetto in movimento in diversi momenti. Si differenza dall’idea di cinema per l’esclusivo scopo scientifico, tipico dello spirito positivista in cui nacque tale strumento.

7 Medico fisiologo francese, inventore della cronofotografia e precursore della cinematografia, Beaune, 1830 – Parigi, 1904.

8 Imprenditori francesi ed inventori del proiettore cinematografico, Auguste (Besançon, 1862 – Lione, 1954) e Louis (Besançon, 1864 – Bandol, 1948).

9 Regista sovietico, Riga, 1898 – Mosca, 1948. Fu un importante elaboratore delle teorie sulla regia e tra i suoi capolavori cinematografici ricordiamo La corazzata Potëmkin del 1925. Tra le sue opere teoriche importanti EJZENSTEJN 1985, EJZENSTEJN 1998 e EJZENSTEJN 1986, quest’ultima opera contenente delle frasi riconosciute come precorritrici del fenomeno ipertesto: per lui il libro perfetto entro cui far comprendere le proprie teorie è quello dove «I settori coesistono simultaneamente in forma di sfera, e dove, per quanto lontani possano essere, è sempre possibile un passaggio diretto dall'uno all'altro attraverso il centro della sfera».

10 EJZENSTEJN 1998.

11 Parola proveniente dal greco ϕυσιογνωμονία , ovvero riconoscimento, interpretazione della natura. Un esempio dell’applicazione della fisiognomica a fini scientifici di epoca precedente è la realizzazione di dieci Ritratti di alienati monomaniaci tra il 1822 e il 1823 da parte di Théodore Géricault.

12 ARISTOTELE 1969, 2, 27.

13 Detmold, 1826 – 1912. Medico e scrittore tedesco, si occupò dello studio delle espressioni facciali e della fisiognomica. PIDERIT 1888.

14 Nato Mario Ezechia Lombroso, Verona 1835 – Torino 1909. Esponente del positivismo italiano, fu medico, giurista e criminologo, attività, quest’ultima, che lo coinvolse particolarmente e lo rese famoso. Fondatore della antropologia criminale, fu influenzato dalla fisiognomica, dal darwinismo sociale e dalla frenologia. Tra le sue opere LOMBROSO 1872, LOMBROSO 1893.

15 Unna, 1847 – Heidelberg, 1909. Linguista e filosofo tedesco, esponente della scuola neogrammaticale indoeuropeistica, si servì della linguistica comparata per svolgere la sua attività di ricerca. Da lui prese nome una legge fonetica.

16 Lione, 1886 – 1944. Storico francese padre della rivista Annales d’historie économique et sociale, si interessò al feudalesimo, allo studio comparato delle civiltà e alla storia del pensiero.

17 BLOCK 1928.

18 Analisi di analogie e differenze tra fenomeni storici, dando una spiegazione di questi attraverso la loro comparazione.

19 Branca delle scienze demografiche, ovvero gli studi che si occupano di fenomeni di stasi e di movimento delle popolazioni, rivolta allo studio delle popolazioni del passato; le ricerche in questo ambito vengono generalmente svolte in maniera quantitativa.

20 Indirizzo storiografico che prevede l’utilizzo di fonti quantitative, che permette allo storico di analizzare la storia tramite procedure matematiche, statistiche e informatiche.

21 Verona, 1816 – Milano, 1891. Storico dell’arte e connoisseur. Per scrivere le sue opere utilizzò lo pseudonimo Ivan Lemorlieff; persino Sigmund Freud fu influenzato, nella messa appunto del suo metodo psicoanalitico, dal metodo morelliano. Tra le sue opere MORELLI 1886, MORELLI 1893.

22 Amburgo, 1866 – 1929. Importante critico d’arte tedesco, famoso per le sue attività di ricerca nell’ambito delle migrazioni dei simboli e degli archivi.

23 In WARBURG 2004.

24 Shrewsbury, 1809 – Londra, 1882. Naturalista e geologo britannico, famoso per le teorie sull’evoluzione e la selezione naturale.

25 Schildfeld, 1853 – Baden-Baden, 1936. Storico dell’arte tedesco, fondatore del Kunsthistorisches Institut in Florenz, nel 1888.

26 Immagini archetipiche che ritornano in diversi contesti, ma nello stesso ambito semantico, nelle opere artistiche.

27 Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, ebbe la sua fase di governo tra il 1933 e il 1945.

28 Amburgo, 1892 – Londra, 1964. Studiosa e direttrice del Warburg Institute.

29 CIERI VIA 2009, p. 80.

30 Classificazione decimale Dewey, sistema gerarchico di catalogazione bibliotecaria sviluppato nel 1876 da Melvil Dewey (1851 – 1931).

31 Hannover, 1892 – Princeton, 1968. Storico e critico d’arte tedesco, avorò, a partire dagli anni ’30, negli Stati Uniti, dove mise appunto il metodo iconologico per il riconoscimento dei soggetti nelle opere d’arte e per la loro interpretazione.

32 PANOFSKY 1939.








BIBLIOGRAFIA

ARISTOTELE 1969
Aristotele, Analitici primi, Napoli, Loffredo, 1969.

BLOCH 1928
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Vannevar Bush, As we may think, in “Life”, 19, n° 11, 1945, pp. 112-114, 116, 121, 123-24.

CASTELLUCCI 2009
Paola Castellucci, Dall’ipertesto al web: storia culturale dell’informatica, Roma-Bari, Laterza, 2009

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Claudia Cieri Via, Nei dettagli nascosto. Per una storia del pensiero iconologico, Roma, Carocci, 2009.

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Claudia Cieri Via, Introduzione ad Aby Warburg, Roma-Bari, Laterza, 2011.

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ID., Il movimento espressivo, Venezia, Marsilio, 1998.

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Cesare Lombroso, Genio e Follia, Milano, Gaetano Brigola, 1872.

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ID., Le più recenti scoperte ed applicazioni della psichiatria ed antropologia criminale, Torino, F.lli Bocca, 1893.

MORELLI 1886
Giovanni Morelli (Ivan Lemorlieff), Le opere dei maestri italiani nelle gallerie di Monaco, Dresda e Berlino, Bologna, Zanichelli, 1886

MORELLI 1893
ID., Kunstkritische über italienische Malerei, Leipzig, Brockhaus, 1890 – 1893.

NELSON 1965
Ted Nelson, Complex Information Processing: A File Structure for the Complex, the Changing, and the Indeterminate, New York, ACM, 1965.

PANOFSKY 1939
Erwin Panofsky, Studi di Iconologia, Torino, Einaudi, 2009.

PIDERIT 1888
Theodor Piderit, La mimique et la physiognomonie (ed. francese di Mimik und Physiognomik), Paris, Alcan, 1888.

WARBURG 2002
Aby Warburg, Mnemosyne: l’atlante delle immagini, Torino, Nino Aragno Editore, 2002.

WARBURG 2004
Aby Warburg, La rinascita del paganesimo antico e altri scritti, due volumi, Torino, Nino Aragno Editore, 2004.









 

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