La
recente pubblicazione di Enrica Torelli Landini, storica dell’arte e docente di
Storia dell’architettura contemporanea e
archeologia industriale all’Università
degli Studi della Tuscia (Viterbo), ricostruisce con una attenta cura
documentaria e dovizia scientifica un periodo artistico noto, parzialmente
indagato, talora vilipeso dai manuali di storia dell’arte, ma fondamentale per
comprendere i percorsi artistici sviluppatisi in Europa nella prima metà del XX
secolo: quello delle Avanguardie storiche
russe.
Una
ricostruzione storica che mette originalmente al centro dell’esposizione gli
artisti e il loro milieu culturale;
un percorso, talvolta difficile e faticoso, che parte dal primo decennio del
secolo breve e, attraverso la Rivoluzione del 1917, giunge fino
all’irrigidimento della cultura sotto il regime staliniano (1950 circa). Il punto
di vista è quello dell’artista-protagonista, non un unico racconto cronologico
di intellettuali e di opere, ma singole narrazioni incentrate sulle esperienze
vissute dai singoli maestri: formazione, eventuale adesione ai principi
politico-culturali del tempo, eventuale allontanamento dalla cultura di classe
e tutte le inevitabili conseguenze psicologiche e materiali subite. Il volume
non si limita a considerare la cultura artistica stricto sensu, piuttosto prende in considerazione tutto il contesto
storico-culturale gravitante attorno ai circoli intellettuali del tempo; non si
parla, dunque, solo di sperimentazioni artistiche, ma anche di poesia, di
teatro, di cinema. L’arte non esiste isolata, ma vive all’interno di
esperienze multidisciplinari: registi teatrali chiedono la collaborazione degli
artisti per l’esecuzione di quinte, di scenografie e di costumi per i loro
spettacoli, e, ovviamente, le realizzazioni non possono essere considerate
fuori dall’ambito che le ha volute. Inoltre, non si deve dimenticare, che
spesso e volentieri lo stesso artista non si dedica unicamente ad una sola
arte, ma sperimenta campi diversi dalla poesia, all’architettura, alla scultura.
Il
cospicuo e suggestivo apparato fotografico consente al lettore di cogliere i
protagonisti nella loro fisicità e quotidianità; straordinarie fotografie
d’epoca, in bianco e nero, mostrano gli interpreti di quegli anni al lavoro nei
loro studî, durante le lezioni nelle “scuole-laboratorio di arte”, alle prese
con l’allestimento di mostre, o semplicemente in compagnia di colleghi, amici o
familiari in ambienti pubblici come i bar o nel privato delle loro case. Cadono
così quelle “barriere storiche” che avvolgono i personaggi del libro,
consentendo al lettore di familiarizzare con i loro volti e di poter associare
opere e vicissitudini a persone concrete.
Non
meno ricco, talvolta inedito, il corpus
documentario: estratti di giornale, epistole, stralci di biografie sono
abilmente utilizzati dall’autrice per far parlare gli artisti delle loro
esperienze, delle loro preoccupazioni, di loro stessi. Scenari privati di
grande intensità emotiva sono comunicati ai lettori in maniera autentica e
stimolante.
Il
volume, in brossura, pubblicato da De
Luca Editori d’Arte, si compone di circa 180 pagine, ed esibisce una gradevole cura editoriale.
Nelle
prime 165 pagine si svolge il racconto di quegli anni ricchi, febbrili,
suggestivi, caratterizzati dall’ottimismo, prima, e dalle delusioni, poi.
Quindici scritti d’impronta saggistica, indipendenti l’uno dall’altro, capaci
di comunicare autonomamente informazioni importanti di quel periodo e di quei
protagonisti, si susseguono con ritmo incalzante. Si affrontano temi e
personaggi:
-
Larinov
e Gončarova, i “primitivi”;
-
Majakovskij, Rozanova, Filònov, i futuristi;
-
ancora
Majakovskij e i fratelli Burljuk i gilejani (dalla regione della Tauride);
-
Malevič,
prima neoprimitivo, quindi cubofuturista, e, infine, suprematista;
-
Tatlin
e Rodčenko costruttivisti;
-
El’
Lisickij e l’esperienza della sintesi;
-
Gončarova,
Rozanova, Popova, Ekster, Stepanova Udal’cova “le amazzoni” dell’avanguardia;
-
Sčusev
e Žoltovskij gli architetti accademici;
-
Ladovskij,
Krinskij, Dokučaev, Balykin, El’
Lisickij e Mel’nikov gli architetti Asnova (associazione dei nuovi architetti –
di matrice costruttivista);
-
Vesnin
e Ginzburg architetti del gruppo Osa (Associazione degli architetti
contemporanei di matrice costruttivista);
-
Larinov
e l’esperienza del raggismo;
-
la scuola suprematista di Vitebsk fondata da
Mark Šagal (prima che si europeizzasse in Marc Chagal) e successivamente
diretta da Malevič;
-
l’esperienza
del Vchutemas di Mosca (l’atelier, di matrice costruttivista, alla
base della nascita dell’industrial design
in Urss) dove vi insegnano Kandinskij, Lavinskij, Ladovskij, Dokučaev ed altri;
-
il
rapporto tra gli artisti e il teatro;
-
il
rapporto tra gli artisti e il cinema;
-
il
rapporto con la politica staliniana e la propaganda ideologica.
Nelle
successive 15 pagine, a conclusione del volume, troviamo i cosiddetti
“apparati”: i profili biografici degli artisti discussi; una fondamentale
cronologia dal 1905 al 1940; una indispensabile ed essenziale bibliografia; infine, le necessarie referenze iconografiche.
IL LIBRO
Le Avanguardie Russe
di Enrica Torelli Landini.
De Luca Editori d’Arte, Roma, aprile 2015.
180 pagine.
€ 35,00
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