La recente pubblicazione di
Patrizio Aiello, dottore di ricerca in “Storia dell’Arte” presso La Normale di Pisa, ricostruisce, a
distanza di settant’anni, l’origine e la storia di una mostra che è diventata
leggenda: dopo un iniziale lavoro di ricerca e riscoperta iniziato dal Longhi,
e non solo, già nei decenni precedenti, il 1951 rappresenta l’anno di svolta
per l’affermazione del Merisi che, famoso, contestato e ricercato presso i
contemporanei, dopo la sua morte cade nell’oblio fino al secolo scorso.
L’autore, grazie alle
campagne fotografiche che hanno ripreso l’avvenimento, ai
documenti di archivio disponibili e agli studi successivi, ha portato avanti
un’interessante, quanto puntuale ricognizione, dal sapore filologico, di un evento
storico calato nel suo mileu
socio–culturale: la Mostra di Caravaggio
e i caravaggeschi,
ossia, la rassegna che ha portato il Merisi all’attenzione dei non specialisti.
Una lettura
interessante, non sempre facile, a tratti piuttosto impegnativa, che mette alla
prova il “conoscitore generico” attratto dal titolo, ma che cattura lo studioso
stricto sensu.
Con rigore scientifico l’Aiello
riesce a ricostruire, con dovizia di particolari, laddove ha potuto, la genesi
di una mostra che non è nata sotto i migliori auspici, ma che a consuntivo ha
sorpreso il suo ideatore: Roberto Longhi.
L’autore non si lascia
trascinare dal facile gioco delle deduzioni, pertanto, quando non ci sono dati
a corroborare l’ipotesi lo dichiara platealmente, inoltre, aiuta il lettore
anche graficamente indicando con una diversa gradazione di grigi, ahimè non
troppo evidente, le ricostruzioni frutto di induzioni.
Oltre a ricomporre,
dunque, lo svolgersi dell’esposizione, sala per sala, l’Aiello rileva un dato
di particolare interesse, il fatto, cioè, che alla metà del secolo scorso
quell’evento fosse caratterizzato da due situazioni tipiche degli odierni servizi
aggiuntivi (un primordiale bookshop,
e una caffetteria–bar).
In più momenti
sottolinea la portata straordinaria del successo incontrato dalla mostra, cogliendo
tutti di sorpresa e costringendo i guardiani a fare i doppi turni per mantenere
aperti oltre l’orario canonico gli spazi espositivi, in modo da non deludere i
visitatori in fila per ore.
L’autore, pur non
cedendo ad una scrittura frivola di gossip,
riesce comunque a parlare con serietà delle personalità che hanno favorito,
osteggiato e presenziato alla rassegna (Giorgio Morandi e Alcide de Gasperi,
per esempio).
Il testo principale è
preceduto da una prefazione di Giovanni Agosti e da una postfazione di Jacopo
Stroppa: nella prima si spiega il perché dello studio di una mostra, come
terreno di sperimentazione della ricerca storico–artistica, mentre nel secondo
contributo, si affronta la non facile questione della riproduzione fotografica,
mettendo in guardia il lettore sul suo grado di “infedeltà”. Stroppa sottolinea
il fatto che la fotografia rappresenta la visione di colui che guarda
attraverso l’obiettivo e decide quando e come scattare, dunque, il fotografo
restituisce attraverso la sua foto un’interpretazione dell’artista, diventa,
pertanto, importante per l’autore, essendo il
dato reale filtrato dallo scatto, trovare chi meglio aiuta a comprendere
quella realtà.
Dal punto di vista
editoriale si apprezza la semplicità della scelta grafica di stampo vintage, che richiama le pubblicazioni
degli atti dei convegni in cui si presentavano le novità scientifiche degli
studi condotti, meno felice è la rilegatura in brossura delle 224 pagine che
rende la consultazione difficoltosa, altrettanto difficile, per il lettore più
attento, che non si accontenta dello scritto, ma che non vuole perdersi neanche
una nota o un’illustrazione, spostarsi continuamente lungo le diverse parti del
volume (note e tavole si trovano non a fondo pagina o nel testo, ma seguono lo
scritto).
Un apparato
iconografico di 33 illustrazioni, rigorosamente in bianco e nero, in linea con
il sapore retrò della grafica,
completa il testo.
In appendice è
riportata una serie di elenchi di opere del Caravaggio e cerchia a testimoniare
le scelte espositive attuate dalla Commissione scientifica di concerto con il
Commissario tecnico.
IL LIBRO
Caravaggio 1951
di Patrizio Aiello
Officina Libraria, Milano, luglio 2019
Rilegatura: brossura
Lingua: Italiano
ISBN: 978–88–3367–009–6
Numero di pagine: 224
Illustrazioni: 33 b/n
€ 20,00
NOTE
L’idea che il pubblico ha del pittore cambia quando,
nei primi decenni del Novecento, nel panorama di un rinnovato interesse per
l’arte barocca, viene accantonata la visione belloriana di un Caravaggio
antipoeta, sconveniente, “naturalista”, al cui catalogo è riferito tutto ciò
che è ritenuto popolare, indecoroso e naturalista, creando “fenomeni di
ipertrofismo” (cfr. A. Berne–Joffroy, Dossier
Caravaggio [1959], Milano 2005, passim).
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